GUINEA-BISSAU

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Guinea-Bissau

Anna Bordoni e Paola Salvatori
ENCICLOPEDIA ITALIANA VI APPENDICE TAB guinea bissau 01.jpg

(App. IV, ii, p. 125; V, ii, p. 544)

Geografia umana ed economica

di Anna Bordoni

Popolazione

Stime demografiche del 1998 attribuivano al paese una popolazione di 1.161.000 ab. (erano 767.700 al censimento del 1979 e 983.400 a quello del 1991), corrispondenti a una densità media di 32 ab./km². Negli ultimi decenni il tasso di accrescimento annuo è rimasto pressoché invariato, mentre gli indici sociodemografici, pur manifestando qualche miglioramento, denunciano una situazione di gravissima arretratezza: la mortalità infantile è molto elevata, la speranza di vita alla nascita è bassa, il tasso di analfabetismo è ancora forte; gli organismi internazionali hanno valutato che quasi i nove decimi della popolazione complessiva vivano al di sotto della cosiddetta soglia di povertà. Unica città vera e propria, centro di tutte le attività amministrative ed economiche, è la capitale, Bissau.

Condizioni economiche

Con un reddito pro capite di 230 dollari USA annui, la G.-B. è uno tra i paesi più poveri del mondo e continua a versare in condizioni di gravissimo disagio economico. La situazione produttiva è rimasta disastrosa anche negli anni successivi all'indipendenza (1974), contrassegnati dal tentativo di creare un assetto produttivo di tipo collettivista, e solo a partire dalla metà del decennio Ottanta, grazie a un programma di adeguamento strutturale adottato dal governo e sostenuto dagli organismi internazionali, si sono cominciati a registrare piccoli segnali di crescita: secondo stime della Banca mondiale, negli ultimi dieci anni il PIL ha avuto un incremento medio annuo, in termini reali, del 3,8%.

L'attività principale del paese continua a essere l'agricoltura, che - insieme all'allevamento, allo sfruttamento forestale e alla pesca - contribuisce a poco più della metà del PIL, occupando oltre i quattro quinti della popolazione attiva. Prevalgono colture di sussistenza (riso, mais, manioca, ortaggi), che tuttavia non riescono a coprire il fabbisogno interno, mentre poche sono le colture destinate all'esportazione (arachide, anacardio).

Malgrado sia accertata la presenza nel sottosuolo di riserve di bauxite e di fosfati, il settore minerario è poco sviluppato; nel 1989 ha avuto inizio l'estrazione del petrolio da tre giacimenti off-shore. L'industria, a parte qualche impianto che lavora i prodotti dell'agricoltura, è inconsistente, anche se la programmazione statale ha come obiettivo la creazione di un diffuso tessuto di piccole e medie aziende.

Richiesta fin dal 1986, l'integrazione della G.-B. nella zona del franco CFA è stata sancita ufficialmente il 31 marzo 1997, dopo l'ingresso del paese (2 gennaio 1997) nell'Union économique et monétaire ouest-africaine (UEMOA). Nel maggio dello stesso anno ha preso avvio la graduale sostituzione della vecchia unità monetaria nazionale, il peso guineano, con il franco CFA.

bibliografia

A. Cheneau Loquay, Aperçu de la situation foncière en Guinée-Bissau. Des tensions croissantes, in Année africaine, n. hors série, 1991, pp. 327-45; F. Cuq et al., Mise à jour de la carte d'occupation des sols des provinces côtières de Guinée-Bissau, in Mappamonde, 1996, 4, pp. 21-26.

Storia

di Paola Salvatori

Raggiunta l'indipendenza (1974) dopo una decennale guerra anticoloniale guidata dal Partido Africano da Indipendência da Guiné e Cabo Verde (PAIGC) di ispirazione socialista, il paese faticò a trovare una reale stabilità politica. All'interno del PAIGC, partito unico che assunse la guida del governo, emersero infatti scontri di natura etnica, culminati nel 1980 in un colpo di Stato: l'élite dirigente, di origine capoverdiana, fu esautorata, mentre la guida del partito e del paese fu assunta da J.B. Vieira, che godeva dell'appoggio della popolazione autoctona. Il permanere di una difficilissima situazione economica, nonostante l'avvio di un processo di liberalizzazione e di apertura ai capitali stranieri, rese tuttavia precaria anche la stabilità del nuovo regime. Alla fine degli anni Ottanta, le proteste contro i provvedimenti restrittivi della spesa pubblica si sommarono alle crescenti richieste di democratizzazione interna, costringendo Vieira ad avviare riforme istituzionali.

Nel 1991 l'approvazione di emendamenti costituzionali venne a sancire l'introduzione del multipartitismo e, dopo essere state più volte rinviate, nel 1994 si svolsero infine le prime elezioni generali: Vieira fu riconfermato presidente, mentre il PAIGC conquistò la maggioranza assoluta dei seggi all'assemblea nazionale (62 su 100). Principale partito dell'opposizione risultò il Partido da Resistência da Guiné Bissau - Movimento Bah-Fatah (19 seggi), espressione degli interessi regionali.

Di fatto la situazione interna non subì sensibili cambiamenti: il monopolio politico del PAIGC rimase inalterato, mentre il ritardo nella soluzione dei problemi economici mantenne alta la tensione sociale. Il tentativo del governo di rilanciare una politica di risanamento del bilancio, in conformità con le richieste degli organismi internazionali da cui dipendevano gli aiuti finanziari, si scontrò con la ferma protesta dei sindacati: nel 1995 ripetuti scioperi generali costrinsero infine Vieira a concedere aumenti salariali ai dipendenti pubblici; tuttavia, negli anni successivi, non venne meno la pratica di bloccare il pagamento degli stipendi, con conseguenti azioni di protesta dei lavoratori (ripetuti disordini si registrarono nella capitale nel maggio 1997).

Sul piano internazionale Vieira cercò in questi anni di far uscire il paese dall'isolamento, puntando a stabilire rapporti di cooperazione economica. Il principale interlocutore fu il Portogallo con il quale venne stipulato nel 1996 un accordo teso a migliorare le relazioni soprattutto nell'ambito della difesa; un ulteriore avvicinamento tra i due paesi si registrò nel gennaio 1998. Più difficili risultarono invece i rapporti con il Senegal, con il quale era in corso dal 1989 una controversia sulla sovranità di alcune zone marittime di confine, ritenute ricche di giacimenti petroliferi e importanti riserve di pesca. La distensione tra i due paesi, sancita dall'accordo raggiunto nel 1993, che prevedeva una gestione comune delle risorse economiche presenti nelle zone contese, rischiò di essere compromessa dai raid compiuti nel corso del 1995 dall'aviazione senegalese su alcuni villaggi della G.-B. situati nella zona di confine ritenuti dal governo di Dakar rifugio dei guerriglieri del movimento separatista della Casamance (la provincia meridionale del Senegal). Il dialogo, tuttavia, non venne interrotto e fu ripreso negli anni successivi.

La situazione interna subì un brusco peggioramento nel giugno del 1998, quando in seguito all'ammutinamento del generale Ansumane Mane, destituito dalla carica di capo di Stato Maggiore perché ritenuto coinvolto nel traffico di armi diretto ai separatisti senegalesi della Casamance, il paese precipitò in una sanguinosa guerra civile. Il generale ribelle, appoggiato da parte dell'esercito e della popolazione musulmana del Nord del paese, assunse il controllo dell'aeroporto e dei principali nodi stradali della capitale, avanzando la richiesta di dimissioni di Vieira e nuove elezioni. Nonostante l'invio di truppe da parte del Senegal e della Guinea le forze governative non riuscirono a sedare la rivolta e nei mesi seguenti Bissau venne funestata da cruenti scontri. La mediazione del Portogallo permise nel settembre l'avvio di colloqui di pace, culminati in novembre nella stipulazione di un accordo che poneva fine alla guerra civile e che prevedeva, tra l'altro, la formazione di un governo di unità nazionale (costituito poi nel febbraio 1999) e il ritiro delle truppe del Senegal e della Guinea (effettuato nel marzo). Nel maggio 1999 tuttavia Ansumane Mane prendeva il potere e destituiva Vieira, costringendolo a riparare in Portogallo. Al suo posto venne nominato presidente Malam Bacai Sanhá, cui fu affidato il compito di indire nuove elezioni. In luglio il Parlamento approvò una nuova Costituzione che prevedeva solo due mandati presidenziali, aboliva la pena di morte ed escludeva dalle principali cariche pubbliche i cittadini nati da genitori non residenti.

CATEGORIE
TAG

Estrazione del petrolio

Malam bacai sanhá

Banca mondiale

Colpo di stato

Spesa pubblica