VALENCIA, Guillermo

Enciclopedia Italiana (1937)

VALENCIA, Guillermo


Poeta e uomo politico colombiano, nato a Popayán il 20 ottobre 1873. La sua personalità s'è imposta nella vita culturale e politica della sua patria; e nel suo temperaperamento ricco ed esuberante e nella sua educazione disciplinata sempre da un sicuro senso umanistico, il V. è tra i migliori rappresentanti dell'aristocrazia intellettuale dell'America latina. Organizzatore dell'istruzione pubblica, oratore tra i più lucidi, conservatore e moderatore nella vita politica, il V. è soprattutto uomo di cultura e di poesia.

Di tendenze simboliste, ma con un forte senso della misura e del decoro formali, il V. è un erede dei migliori parnassiani. Educatosi nel primo fi0rire della scuola "modernista", egli ne è stato in certo senso un anticipatore, e, in seguito, un moderatore. In lui prevalgono sempre i valori umani, lirici, rievocatori, sulle oscurità torbide del simbolismo allusivo e frammentarista. Anche quando la sua poesia si rivolge più decisamente verso aspirazioni d'ineffabile bellezza formale e intende cogliere il mondo della realtà nei suoi significati più riposti e metaforici, il V. sa sempre portarvi una continuità fantastica, che al disopra di ogni impressionismo decadentista ed ermetico riesce a organizzare un suo contenuto unitario, storico, sonoro di chiare esperienze sentimentali. Così il V. ha tentato una serie di saggi metrici, alcuni nuovi e d'importazione francese, ma per la maggior parte attinti alla più pura tradizione spagnola, con una viva aderenza dello schema ritmico alla calda plasticità della sua fantasia evocatrice, pittorica, armoniosa.

Nelle sue varie raccolte (Poesías, 1898; Ritos, poesías, 1914; Poemas, 1917 e 1918, ecc.), l'insegnamento di Verlaine o di Mallarmé è come temperato e immerso in un clima lirico più trasparente e più riposato, che fa pensare a Leconte de Lisle: l'espressione è resa in lui come più lucida e più organica, a tutto vantaggio dell'evidenza stilistica, mentre d'altra parte, è non di rado avvolta in un'atmosfera di calda e misurata oratoria. Nella sua sensibilità sono particolarmente operose le immagini della morte serenatrice e redentrice, della fugacità dell'esperienza umana, dei trapassi repentini eppur dolci, della vanità dolorosa e discreta, della gioia amorosa, sottile, transitoria, eppur sempre miracolosa.