NORDICA, GUERRA

Enciclopedia Italiana (1934)

NORDICA, GUERRA

Carlo Morandi

. Non appena Carlo XII, ancora in giovane età, salì al trono di Svezia, si delineò tra i sovrani di Danimarca, di Polonia e di Russia una coalizione diretta ad abbattere la preponderanza svedese nel Baltico. Nel gennaio del 1700 aprirono le ostilità i Danesi, subito seguiti dai Sassoni-Polacchi. Ma la reazione di Carlo XII fu pronta; sbarcò in Danimarca, pose l'assedio a Copenaghen, e costrinse Federico IV alla pace di Travendal (8 agosto 1700). Pietro I entrò in guerra solo nell'agosto, quand'ebbe segnata la pace con la Turchia, pur senza valutare esattamente le difficoltà e i pericoli dell'impresa.

Così si lasciò sorprendere a Narva (30 novembre 1700) dove, nonostante la forte superiorità numerica, fu sconfitto dagli Svedesi. La coalizione parve stroncata. Carlo XII poté battere isolatamente i Sassoni, e quindi i Polacchi a Kliszów (19 luglio 1702), occupandone tutto il paese ed elevando al trono Stanislao Leszczyński. Il re spodestato, Augusto II, riparò in Sassonia premuto alle spalle dai vincitori; dopo alcuni anni di resistenza dovette sottoscrivere la gravosa pace di Altranstädt (14 settembre 1706) che segna il tramonto della Polonia come grande potenza. Pietro I si trovò solo di fronte al nemico, ma seppe attingere dalla terribile prova nuove energie di resistenza, e i primi successi del boiardo Šeremetev in Livonia, contro gli Svedesi (1701-2), furono salutati dallo zar come il preannuncio della rivincita. Nel 1704 Narva e Dorpat furono riprese, e con la fondazione di Pietroburgo (16 maggio 1703) Pietro I pose la base della sua azione nel Baltico e impresse un nuovo indirizzo al cammino della Russia. Inoltre, inaugurando una strategia che diventerà tradizionale nella storia militare russa, egli inizia una ritirata verso il centro del paese, costringendo gli Svedesi ad allontanarsi dalle loro basi di rifornimento. L'esercito di Carlo XII diviso, decimato dalla fame e dalle pestilenze, privo dell'aiuto che l'atamanno Mazeppa aveva promesso, isolato nel cuore dell'Ucraina, dovette affrontare una campagna invernale (gennaio-marzo 1709) in evidenti condizioni d'inferiorità. La battaglia di Poltava (28 giugno) segna una grande rivincita per i Russi. I 20 mila Svedesi furono travolti dalle forze nemiche tre volte maggiori; Carlo XII, ferito, vide cadere vicino a sé i suoi migliori generali e dovette fuggire, con una piccola scorta, verso il sud, riparando in Turchia.

La vittoria di Poltava ha una risonanza e una portata internazionale: la Russia diventa un fattore politico e militare cospicuo nell'urto degli interessi europei. Né Pietro I si concede tregua: mentre l'elettore di Sassonia e Federico IV di Danimarca profittano della disfatta svedese per riprendere la guerra, egli espugna Riga, Reval, Viborg (1710), e inizia la costruzione d'una marina da guerra. In pari tempo fiancheggia le operazioni militari con un'attiva politica d'incontri diplomatici; di matrimonî, di viaggi in Europa, nell'intento di rompere il cerchio ostile che le maggiori potenze stringono intorno alla Russia. Egli sa di poter contare sui piccoli stati dell'Europa centrale; ma le grandi nazioni gli sono nemiche; la Francia perché legata da una tradizionale alleanza alla Svezia, l'Inghilterra e l'Olanda poiché temono un mutamento nell'equilibrio marittimo del Baltico. La stessa Prussia, che è nella delicata fase della sua ascesa, oscilla fra il timore di urtare direttamente la Svezia e la preoccupazione di vedere l'equilibrio politico alterato a esclusivo beneficio della Russia. In queste condizioni Pietro I è costretto a proseguire attivamente la guerra, non solo per trionfare della Svezia ma anche per vincere l'indecisione delle potenze europee. La conquista della costa meridionale della Finlandia (1712) e la vittoria navale sulla flotta svedese presso il capo di Hangö (Hanko) consolidano il prestigio della potenza militare russa. Carlo XII sperò di poter rovesciare le sorti della guerra mediante l'aiuto turco (1710-15). Fallito questo piano, riapparve tra i suoi a Stralsund, e quando la città fu costretta alla resa (23 dicembre 1715), ritornò in Svezia per muovere subito dopo all'attacco della Norvegia. Ma il declino della Svezia si fa sempre più visibile. Pietro I riesce a stringere solidi vincoli d'alleanza con la Prussia (1716) e alle prime proposte di pace (colloquî di Pyrmont e dell'Aia) pone condizioni inaccettabili. Le trattative dirette sono riprese alle isole Åland nella primavera del 1718.

Carlo XII, consigliato dal ministro G.H. von Goertz, inclinava a una pace che fosse preludio d'un'alleanza russo-svedese a danno degli stati minori. Per la riuscita d'un tale disegno si lavorava anche in altre corti d'Europa, massime da parte del cardinale Alberoni (v.), che voleva stringere un'alleanza della Spagna con le due potenze del Nord contro l'Inghilterra. Propositi che s'infransero contro la resistenza diplomatica della Russia. Tuttavia, sembrava si potesse giungere almeno alla pace, quando Carlo XII rimase ucciso all'assedio di Frederikshall (11 dicembre 1718). Con la scomparsa del grande rivale e con l'avvento al trono di Svezia di Ulrica Eleonora (1719), Pietro I s'irrigidì nelle proprie richieste, e il congresso di Åland si sciolse. Pure il desiderio di pace era oramai vivo in tutti i belligeranti: Augusto II, riacquistato il trono polacco, firma i preliminari; la Prussia, con l'appoggio britannico, conclude il trattato di Stoccolma (21 gennaio 1720) e acquista Stettino e la Pomerania anteriore. Pochi mesi dopo la Danimarca segna a sua volta la pace (9 giugno 1720), restituendo i territorî occupati md conservando lo Schleswig. La Svezia ottiene, a prezzo di queste definitive rinunce ai suoi possessi in Germania, compensi in denaro che dovevano servire per condurre a fondo la guerra contro lo zar. La Russia si trova così isolata; ma i tentativi dell'Inghilterra, della Francia e dell'impero per crearle difficoltà con la Turchia non ottengono esito felice. Nel 1720 la flotta inglese comparve nel Baltico per proteggere la Svezia, ma non osò intervenire, mentre le forze dello zar attaccavano la Svezia per terra e per mare, devastando il litorale, incendiando città e villaggi. La guerra stava per decidersi non a Mosca, come aveva sognato Carlo XII, ma sotto le mura di Stoccolma.

Fallito il tentativo britannico di mediazione armata, toccò alla Francia compiere i passi diplomatici in virtù del trattato di Amsterdam (1717) che la costituiva mediatrice tra la Russia e la Svezia. Nel 1720 il Campredon, ministro francese a Stoccolma, fu inviato a Pietroburgo con precise istruzioni per intavolare trattative di pace, ma urtò contro la volontà dello zar deciso a non concedere nulla ai vinti. Alla fine gli Svedesi dovettero piegare e chiedere la ripresa dei negoziati diretti. Questi, iniziatisi nella primavera del 1721. non impedirono ai Russi di proseġuire, a scopo intimidatorio, le operazioni militari e di far balenare la minaccia di un intervento a favore del duca di Holstein pretendente al trono di Svezia, contro il nuovo re Federico I.

La Svezia fu costretta a cedere su tutti i punti sottoscrivendo la pace di Nystad (v.) il 10 settembre 1721. Perduta l'egemonia del Baltico, essa scomparve dal novero delle grandi potenze. Al suo posto subentra lo stato russo che da "moscovita" diventa "europeo" e porta con sé le forze nuove dei popoli slavi. La guerra nordica affrettò l'opera riformatrice di Pietro il Grande, favorì il passaggio dalla vecchia alla nuova Russia, ne fece una potenza europea legata alle vicende e agli sviluppi della vita internazionale.

Bibl.: G. von Adlerfeld, Histoire militaire de Charles XII, Amsterdam 1740; D. Masslovski, La guerre du Nord: documents, Pietroburgo 1892; F.F. Carlson, Karl XII's tåg mot Ryssland, Stoccolma 1885; E. Carlson, Haget vid Poltava, ivi 1897; J.A. Lagemark, Karl XII's krig i Norge, Upsala 1883; Oscar II, Nagra bidrag till Sveriges Krighistoria (1711-12), Stoccolma 1892; E. Seraphim, Geschichte Livlands, Esthlands und Kurlands bis zur Einverleibung in das Russische Reich, voll. 2, Reval 1894-99; Stille, Danmarks politik under Karl XII's polska Krig (1700-07), Malmö, 1889; id., Danmarks politik gentemot Sverige (1707-09), Lund 1898; A.P. Tuxen, Felltoget i Skaane (1709-10), Copenaghen 1903. Di carattere più generale: Schirren, Zur Geschichte des nord. Krieges, Kiel 1913. Inoltre è sempre utile: Hallendorf, Bidrag till det stora nordiska krigets förhistoria, Upsala 1897. Per la Finlandia, Uldgren, Kriget i Finland, voll. 2, Stoccolma 1906. V. inoltre alle voci: carlo xii; pietro il grande.

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