Franco-prussiana, guerra

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Conflitto combattuto nel 1870-71 tra Francia e Prussia. Premessa fu l’azione politico-diplomatica di Bismarck, che fin dalla guerra austro-prussiana del 1866 e dalla crisi del Lussemburgo del 1867 si era convinto di poter compiere l’unità tedesca sotto l’egemonia della Prussia solo mediante una vittoria militare sulla Francia. Il rifiuto di questa di sostenere la candidatura del principe Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen al trono di Spagna offrì a Bismarck l’occasione di assumere un atteggiamento apertamente antifrancese (telegramma di Ems: ➔ Ems, Bagni di), che portò alla dichiarazione di guerra da parte di Parigi (19 luglio 1870). La Francia, militarmente inferiore alla Prussia e agli altri Stati tedeschi, non si era preparata al conflitto neppure con un opportuno gioco di alleanze: né l’Austria-Ungheria, né l’Inghilterra, né l’Italia, né la Russia intervennero al suo fianco. Le armate tedesche, sotto il comando del generale Moltke, conseguirono immediatamente una serie di vittorie (Woerth, Forbach-Spicheren), culminate il 1° settembre nella battaglia di Sedan, dopo la quale i Francesi furono costretti alla resa. Alla notizia del disastro di Sedan, a Parigi scoppiò la rivoluzione: fu proclamata la caduta dell’impero, l’imperatrice Eugenia fuggì, mentre un governo di difesa nazionale assumeva il potere. Gli eserciti francese e tedesco confluirono entrambi verso Parigi, che fu assediata dai Tedeschi. L’eroica resistenza all’invasore giustificò la frase coniata dal loro patriottismo del glorieux vaincu. Da ottobre alla fine del 1870 si susseguirono infruttuosamente i tentativi francesi di infrangere il blocco tedesco di Parigi a opera delle armate della Loira e del Nord, che però non avevano collegamenti fra loro e con la guarnigione della capitale. Anche l’offensiva dell’armata dell’Est (o dei Vosgi), che voleva costringere Moltke a diminuire la pressione su Parigi, fallì, e il successo di Garibaldi a Digione (23 gennaio) non influì sull’andamento generale delle operazioni. All’inizio di gennaio il comando tedesco iniziò il bombardamento di Parigi e il 28 fu firmato l’armistizio. La pace fu conclusa col trattato di Francoforte (10 maggio 1871), sottoscritto dal ministro A. Thiers, che dovette ratificare i preliminari di pace imposti da Bismarck, implicanti l’indennità di 5 miliardi, l’occupazione temporanea di una parte del territorio, la cessione dell’Alsazia e di una parte della Lorena, e anche la sfilata di una parte delle truppe vittoriose a Parigi, sugli Champs-Élysées.

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