ROSE, Guerra delle due

Enciclopedia Italiana (1936)

ROSE, Guerra delle due

Reginald Francis Treharne

La guerra delle Due rose ebbe inizio come dissidio dinastico e durò con intermittenze dal 1455 al 1485, tra i due rami rivali della famiglia reale inglese dei Plantageneti, rami costituiti dalle due case di Lancaster e di York.

Edoardo III, ammogliando i proprî figli con ricche ereditiere per procurare a essi grandi appannaggi, aveva reso i rami cadetti della sua famiglia così forti da sfidare il ramo regnante, mentre, stringendo vincoli di parentela con le varie discendenze delle principali famiglie nobili inglesi, aveva determinato una situazione per la quale ogni dissidio dinastico avrebbe coinvolto tutta la nobiltà inglese in virtù delle parentele con i pretendenti rivali. Inoltre le inevitabili lotte di fazione tra i varî nobili che si disputavano il potere nel Consiglio privato, dovevano sboccare in fine in una lotta per la corona stessa. Edoardo III sopravvisse al suo primogenito, il Principe Nero, ed ebbe per successore il figlio di questo, Riccardo II, ancora minorenne (1377). Nelle lotte di fazioni che seguirono, Giovanni di Gaunt, duca di Lancaster, quarto figlio di Edoardo III, assunse una posizione preminente. Giovanni aveva sposato Bianca, erede del ducato di Lancaster e delle contee di Leicester, Derby e Lincoln. Egli aveva completato l'organizzazione di questo vasto appannaggio governandolo mediante un consiglio professionale e abili funzionarî. La sua contea palatina di Lancaster, amministrata separatamente dal resto dell'Inghilterra, aveva una propria cancelleria, un proprio Scacchiere e un proprio sistema giudiziario ed era animata da una forte coscienza di entità politica separata. Il figlio di Giovanni, Enrico di Bolingbroke, sposando Mary coerede dei Bohun, conti di Hereford, aggiunse Hereford ai titoli di Giovanni e nel 1399 depose e uccise l'inviso despota Riccardo II, prese la corona col nome di Enrico IV e fondò la dinastia dei Lancaster.

Sebbene con Riccardo II la discendenza del Principe Nero si fosse estinta, e sebbene il secondo figlio di Edoardo III, Guglielmo, fosse morto giovane, il diritto di Enrico IV alla corona non era, tuttavia, incontestabile. Infatti il terzo figlio di Edoardo, Lionello duca di Clarence, aveva sposato Elisabetta de Burgh erede di una grande contea irlandese, e la loro unica figlia, Filippa, aveva sposato Edmund Mortimer, conte di March, il maggiore dei signori occidentali; perciò il loro nipote Edmund aveva un diritto ereditario di successione meglio fondato che non quello di Enrico IV. L'abile governo di questo e l'entusiastica fedeltà che suo figlio, Enrico V, seppe guadagnarsi con la sua vittoriosa guerra contro la Francia, chiusero la bocca a tutte le critiche contro il diritto della famiglia di Lancaster, tanto più che un atto del parlamento nel 1399 aveva stabilito che l'ereditarietà non doveva più essere la sola determinante per la successione al trono inglese. Sicché in definitiva lo stesso Edmund Mortimer servì Enrico lealmente, senza accampar pretese al trono. Ma le lotte faziose avvenute durante la minorità di Enrico VI, la sua incapacità quando cominciò a governare e il cattivo influsso della sua moglie francese Margherita d'Angiò, cui si aggiunse il malgoverno dei ministri di lei, William de la Pole, conte di Suffolk, e Edmund Beaufort, duca di Somerset (circostanze che produssero la sfortuna dell'esercito inglese e la conseguente rapida perdita delle provincie francesi) ingenerarono profondo malcontento. La ribellione di Jack Cade nel Kent (1450) dimostrò che si pensava a un possibile pretendente rivale. Edmund Mortimer era morto nel 1424 senza discendenza; ma sua sorella Anne aveva sposato Riccardo conte di Cambridge, figlio di Edmund duca di York, il quale a sua volta era il quinto figlio di Edoardo III. Anne aveva così trasmesso tutte le pretese e l'eredità del Mortimer al March e in Irlanda al proprio figlio Riccardo duca di York. Questi, capeggiando dopo il 1450 l'opposizione costituzionale, aveva cercato di costringere Enrico VI a licenziare i suoi invisi consiglieri e ad accettare un Consiglio privato nominato nel parlamento. Egli non avanzava nessuna pretesa alla corona; ma poiché Enrico e Margherita non avevano figli, Riccardo era considerato come successore.

L'assassinio di William de la Pole conte di Suffolk, avvenuto nel 1450, lasciò come principale consigliere del re il Beaufort duca di Somerset; e il duca di York, nonostante l'indignazione popolare e l'appoggio dell'aristocrazia, non poté costringere Enrico a licenziare il Somerset. Ma nel 1453 Enrico improvvisamente divenne pazzo, e i lord, su richiesta del parlamento, nominarono il duca di York reggente (1454). Quando Enrico guarì (gennaio 1455), Margherita e il Somerset soppiantarono il duca di York, e poiché la nascita del figlio di Enrico, Edoardo, avvenuta nel 1453, poneva fine alle speranze di successione dello York, questi si sentì in dovere di usare la forza. Se lo scoppio della rivolta fu cagionato dall'incapacità personale di Enrico, e se fu la politica matrimoniale di Edoardo III che trasformò una questione costituzionale in una guerra civile dinastica, le cause fondamentali furono la cupidigia, la ferocia e la turbolenza ingenerate nella nobiltà inglese dalle lunghe guerre con la Francia, l'esistenza di eserciti privati a cui le guerre avevano dato origine e la debolezza costituzionale della monarchia dei Lancaster, seriamente infrenata dalla potenza di un parlamento, che però non era ancora abbastanza unito e rispettato da affermare la propria autorità nel mantenimento dell'ordine pubblico. I nobili in lite per il conseguimento d'un potere che né il re né il parlamento potevano padroneggiare, partecipavano avidamente alle guerre, cercandovi l'accrescimento della propria potenza e l'appagamento delle proprie brame, senza la limitazione dell'obbedienza dovuta alla legge e senza dover temere le conseguenze di infrazioni alla legge stessa. La maggior parte dei nobili aderiva ai Lancaster e tra questi aderenti erano pure i Beaufort, discendenti illegittimi (ma più tardi legittimati, a patto dell'esclusione dal trono) di Giovanni di Gaunt, gli Holland, i Tudor, e altri importanti famiglie. Ma tra gli yorkisti erano i Neville, grande famiglia dello Yorkshire che aveva dato a Riccardo la moglie Cicely, con i loro due più forti alleati, il conte di Salisbury e Westmorland, e Riccardo conte di Warwick. Inoltre, gli Stafford, i Cromwell, i Bourchier e altri erano imparentati con la casa di York.

Riccardo sconfisse Enrico a St Albans (22 maggio 1455) uccidendo il Somerset e poiché Enrico diede nuovamente segni di pazzia, Riccardo si dichiarò protettore. Di nuovo perdette la carica nel febbraio 1456, quando Enrico guarì. Sebbene la morte del Somerset avesse indebolito il partito di Margherita, e sebbene Enrico conservasse il duca di York nel Consiglio, si ebbe solo una falsa tregua, la quale fu rotta da Margherita stessa che nell'agosto 1459 attaccò il Salisbury. Questi sconfisse le truppe di Margherita a Bloreheath (22 settembre) e gli yorkisti si adunarono a Ludlow, quartier generale di Riccardo. Inaspettamente però appare dinnanzi a Ludlow Enrico: gli yorkisti fuggirono senza combattere, e il parlamento manipolato che si adunò a Coventry li accusò di tradimento. Il Warwick, comandante di Calais, difese vittoriosamente quella fortezza e nel giugno 1460 tornò in Inghilterra insieme con Edoardo, figlio di Riccardo, sconfiggendo e facendo prigioniero Enrico a Northampton il 10 luglio, lo costrinse a riconoscere lo York come protettore per tutto il resto del proprio regno e a dichiararlo successore al trono. Margherita, rifiutandosi di ammettere il diseredamento del proprio figlio, sollevò i nobili delle regioni settentrionali e ottenne l'aiuto della Scozia in cambio della cessione di Berwick. Il 30 dicembre 1460, nella battaglia di Wakefield, i partigiani di Margherita sconfissero e uccisero lo York, il suo figlio minore Rutland e il Salisbury, e Margherita stessa, marciando verso il sud, sconfisse il Warwick a St Albans (17 febbraio 1461), liberando Enrico. Tuttavia, con le sue truppe indisciplinate ella non osò occupare Londra. Nel frattempo Edoardo di York, raccogliendo tutte le forze di Mortimer, aveva disfatto, il 3 febbraio, le forze occidentali del partito di Lancaster a Mortimer's Cross e, congiungendosi al Warwick, occupò Londra. Sostenuto dalle grandi risorse del Warwick e dalle ricchezze della classe commerciale londinese, Edoardo si proclamò re il 3 marzo col nome di Edoardo IV. Margherita, trovando impossibile difendere le regioni meridionali, si ritrasse verso nord; ma Edoardo e il Warwick la raggiunsero e distrussero il suo esercito a Towton (29 marzo) in una battaglia che fu la più sanguinosa e importante di tutta la guerra. Enrico e Margherita si rifugiarono in Scozia, ma l'aiuto scozzese chiuse loro ogni prospettiva di appoggi in Inghilterra. Il parlamento lanciò contro i due sovrani fuggiti e contro i loro partigiani l'accusa di tradimento, e sebbene Margherita fomentasse sollevazioni locali nel nord, queste furono represse dal Warwick che nel 1464 schiacciò le ultime due a Hedgeley Moore e Hexham. Abbandonato dagli Scozzesi, Enrico fu preso prigioniero nel Lancashire e, divenuto nuovamente pazzo, questa volta in modo definitivo, venne imprigionato a Londra (1465). Il trionfo di Edoardo fu completo; ma il Warwick, il "facitore di re", la cui forza aveva assicurato la vittoria, cercò d'imporre una propria politica e presto venne a dissidio con Edoardo. Il matrimonio di questo con Elisabetta Woodville, la promozione dei parenti di lei, partigiani dei Lancaster, e l'alleanza con la Borgogna furono altrettanti motivi che fecero passare il Warwick all'opposizione. Nel 1469 i partigiani del Warwick, guidati da Robins of Redesdale, sconfissero il re a Edgecote, decapitarono il padre della regina e costrinsero Edoardo a richiamare il Warwick. Questi fece sposare la propria figlia Isabella al fratello di Edoardo, Clarence, complottando per farlo salire al trono. Ma Edoardo si liberò dal predominio del Warwick e nel marzo 1470 inflisse alle sue forze una disfatta a Stamford, in seguito alla quale il Warwick e il Clarence fuggirono in Francia. Mediante la mediazione francese il Warwick fece lega con Margherita, diede l'altra sua figlia Anna in moglie al figlio di Margherita, Edoardo, e nel settembre 1470 invase l'Inghilterra. Il re Edoardo IV fuggì ed Enrico VI venne liberato e rimesso sul trono. Ma con l'aiuto della duchessa di Borgogna Edoardo IV tornò nel marzo 1471, rioccupò Londra, e sconfisse e uccise il Warwick a Parnet il 14 aprile. Margherita e suo figlio giunsero in Inghilterra il giorno stesso, ma il 4 maggio vennero sconfitti e presi prigionieri a Tewkesbury: il principe Edoardo ed Enrico VI furono uccisi, Margherita fu imprigionata fino al 1476, e la posizione di Edoardo IV si trovò assicurata fino alla sua morte che avvenne nell'aprile 1483. Poiché i suoi due figli Edoardo V e Riccardo duca di York erano minorenni, il re aveva nominato loro tutore il proprio fratello Riccardo duca di Gloucester. Con la violenza e la perfidia il Gloucester mandò a morte i parenti materni dei suoi pupilli insieme con altri rivali, si proclamò re col nome di Riccardo III e nel giugno 1483 assassinò i due nipoti nella Torre di Londra. Più tardi mandò a morte il duca di Buckingham, un alleato malcontento, che nell'autunno di quel medesimo anno aveva capeggiato una pericolosa sollevazione. Per i successivi due anni Riccardo cercò di rafforzare la sua posizione con leggi conciliative e con una savia politica finanziaria; ma la sua violenza e il suo tradimento gli avevano alienato tutti i partigiani e i sudditi si volsero sempre più verso Enrico Tudor, conte di Richmond, il più anziano tra i rappresentanti maschili della linea di Beaufort, e divenuto, dopo la battaglia di Tewkesbury, capo della casa di Lancaster. Nell'agosto 1485, con l'aiuto della Francia, Enrico sbarcò a Milford Haven: i Gallesi si sollevarono entusiasticamente e all'invasore si congiunsero anche taluni nobili inglesi, mentre molti altri promisero segretamente di aiutarlo appena possibile. Il 22 agosto 1485 Enrico sconfisse e uccise Riccardo III a Bosworth e si proclamò re col nome di Enrico VII. Con lui salì al trono il primo membro della dinastia dei Tudor e la guerra delle Due rose finì.

Questi trent'anni di governo debole, interrotto da brevi feroci guerre civili, sono stati detti guerra delle Due rose perché si è pensato che i due partiti combattessero avendo rispettivamente come distintivo una rosa rossa per i Lancaster e una bianca per gli York. Effettivamente, la rosa rossa non venne usata come distintivo se non dopo che i Tudor ebbero ereditato i diritti dei Lancaster; la designazione di guerra delle Due rose fu coniata in tempi posteriori e gli storici inglesi moderni preferiscono parlare di "guerre" delle rose. Le varie guerre riuscirono meno disastrose di quanto si potrebbe immaginare: combatterono soltanto i nobili e i loro seguaci; anche a Towton, che fu la battaglia di gran lunga maggiore di tutta la guerra, i combattenti erano probabilmente meno di 20.000. Le classi medie, i cittadini e gli abitanti delle campagne rimasero in generale, pacifici; e sebbene i disordini e la debolezza del governo portassero una diminuzione del commercio, l'Inghilterra fece in quegli anni notevoli progressi economici e culturali. La perdita dell'abitudine di obbedire disciplinatamente alle leggi creò poi le condizioni favorevoli al dispotismo dei Tudor, perché gli uomini accettarono di sacrificare le libertà politiche alla possibilità di avere un governo fattivo. Un tale governo fu tanto più facile da stabilire in quanto la guerra aveva distrutto l'aristocrazia medievale. Gli arcieri e gli alabardieri, che avevano un equipaggiamento leggiero, si mettevano facilmente in salvo quando la battaglia era perduta; ma i nobili e i cavalieri, impediti da pesanti armature, rimanevano uccisi o prigionieri. Ora, dopo la battaglia di Wakefield, entrambi i partiti trucidarono invariabilmente i nemici catturati. In tal modo la guerra, cominciata per conseguire un governo costituzionale, degenerò in una sanguinosa faida tra fazioni spietate e vendicative.

Bibl.: J. Ramsay, Lancaster and York, Oxford 1892; W. Stubbs, Constitutional History of England, III, ivi 1893; M. E. Christie, Henry VI, Londra 1922; C. L. Schofield, The Life and Reign of Edward IV, ivi 1923; J. Gardiner, The Life and Reign of Richard III, Cambridge 1898; id., The Paston Letters (introd.), Londra 1904; C. Oman, Warwick the King-maker, ivi 1891; id., Political History of England, IV (1377-1485), a cura di W. Hunt e E. L. Poole, ivi 1920.