GUASTALLA

Enciclopedia Italiana (1933)

GUASTALLA (A. T., 24-25-26)

Clinio COTTAFAVI
Antonio BOSELLI
Mario Longhena

Piccola città della provincia di Reggio nell'Emilia, presso la destra del Po, a N. di Reggio. È sulla strada Reggio-Mantova e su quella da Parma a Mantova e dista 28,8 chilometri da Reggio, 33,5 da Mantova e 33,7 da Parma. Posta in pianura a 25 metri sul mare, ha di fronte, oltre il Po, Viadana.

Il borgo che venne formandosi al piede dell'argine presso il Po, intorno al vecchio castello, fu preso e fortificato dai Cremonesi nel 1311 e si sviluppò verso oriente lungo una strada curvilinea prolungandosi poi fino alla Rocca che i Torelli, intorno alla metà del sec. XV, resero "agiatissimo albergo".

Achille Torelli nel 1520 fece iniziare il palazzo che poi Ferrante Gonzaga fece compiere da Domenico Giunta, ideatore anche della pianta della nuova città, e decorare da Bernardino Campi. Il duomo, dovuto al Volterra, venne restaurato nel 1716: si trova sulla Piazza Maggiore, ora Mazzini, ove s'erge la magnifica statua di bronzo di Ferrante Gonzaga, dovuta al Leoni. La città, che ha strade regolari, ed è ricca di belle chiese e di case decorose, tende ad accostarsi nel suo sviluppo al Crostolo, che le scorre vicino, e al Po.

La sua popolazione era di 3612 ab. nel 1921. Nel passato ebbe maggior splendore, poiché era capitale d'un ducato, e fu sede di uffici: ora è centro di una plaga fertile e produttiva, dove anche le industrie che derivano dall'agricoltura prosperano. Ha una scuola di avviamento al lavoro. Il comune è ampio 52,50 kmq. e contava, nel 1921, 12.851 abitanti, di cui 8873 sparsi; nel 1931 la popolazione era di 13.244 abitanti.

Storia. - Il primo documento sicuro che si riferisce a Guastalla è un diploma del 781, col quale Carlomagno ne fa donazione ad Apollinare vescovo di Reggio Emilia. In possesso dei vescovi di Reggio rimane fino all'864, quando Ludovico II la diede in dono a sua moglie Engelberga, la quale a sua volta la donò all'abbazia di S. Sisto di Piacenza (877). Ottone II ne investì Gualberto, arcivescovo di Milano; ma Landolfo, uno dei successori di Gualberto, ne fece un feudo per il proprio fratello Ubertino da Carcano (980). Non si sa con certezza quanto tempo Guastalla rimanesse in potere di Ubertino e come egli la perdesse. Pare che cadesse nelle mani di Tedaldo, avo della contessa Matilde, ancor vivo nel 1012, e del figlio di lui Bonifazio. Dalla vedova di costui, Beatrice di Lorena, Guastalla passa a Matilde, che nel 1102 la restituisce all'abbazia di S. Sisto di Piacenza. Ma i monaci di S. Sisto vendono una terza parte del feudo ai Cremonesi, e ne seguono continue e intricate lotte per oltre due secoli, finché nel 1307 Arrigo VII nomina signore di Guastalla Giberto da Correggio, già signore di Parma. Gli succedono i figli Simone, Guido, Azzone e Giovanni (1321-46), finché nel 1347 i Visconti di Milano s'impadroniscono di Guastalla. La tengono fino al 1402, nel quale anno Ottone de' Terzi, generale di Giovanni Maria Visconti, occupa al tempo stesso Parma e Guastalla. Quattro anni dopo (1406) Guastalla fu ceduta in feudo (insieme con Montechiarugolo e con diritto di tramandarne il possesso ai figli maschi) dal de' Terzi e dal Visconti al conte Guido Torelli: a questo anno si può far risalire la storia dello stato di Guastalla benché il titolo di duca non venisse conferito che il 2 luglio 1621 a Ferrante II Gonzaga.

Guido Torelli, quantunque assai spesso lontano dalla sede, perché condottiero in parecchie guerre, riuscì ad assicurare la tranquillità del suo nuovo stato, specialmente acquistando per 300 ducati d'oro, nel 1410, il territorio di Mezzano oltre Po. Nel 1428 Guastalla fu eretta in contea dal duca di Milano, che concesse al Torelli il privilegio d'inquartare nelle proprie armi quelle di casa visconti. Morendo nel 1449 Guido lasciava due figli, Cristoforo e Pietro Guido, i quali da principio governarono d'accordo e dotarono la contea di statuti; ma presto vennero alla divisione dei beni paterni, rimanendo a Cristoforo Montechiarugolo e al fratello Guastalla. Alla morte dei due fratelli (1460), in Guastalla successero i figli di Pietro Guido, Guido Galeotto e Francesco Maria, per i quali, finché furono minorenni (sino al 1473) governò la madre; dal 1473 al 1479 i due fratelli ressero insieme lo stato, benché il secondo stesse quasi sempre lontano, militando col conte Roberto Sanseverino; nel 1479, con l'intervento di Ludovico il Moro, essi si divisero i beni, toccando Guastalla a Francesco Maria, mentre Guido Galeotto passò a Settimo (Pavia). Alla morte di Francesco Maria (1486) i figli di lui Pietro Guido e Achille ressero lo stato sotto la tutela della madre; ma, morto giovanissimo il primo (1494), rimase erede universale Achille. Uscito di tutela nel 1496 e sventata una congiura orditagli contro dalla stessa sua madre, Achille restò possessore di Guastalla fino al 1522. Essendogli premorto l'unico figlio maschio Francesco, lo stato passò alla figlia Ludovica, benché nel diploma d'investitura a Guido Torelli fosse esclusa la discendenza femminile. Si opposero naturalmente i discendenti di Guido Galeotto, ma furono tacitati con la cessione di una porzione del provento dei dazî e lo sborso d'una somma di danaro. Ludovica, che aveva in prime nozze sposato Ludovico Stanghi, trucidato ferocemente in Novellara da Ercole Gonzaga (1524), si rimaritò con Antonio Martinengo di Brescia, ucciso anche lui nel 1530 da un cognato. Sempre angustiata dalle liti coi parenti, Ludovica nel 1539 vendette tutti i suoi beni a Ferrante Gonzaga e si ritirò in un convento di Milano, da lei fondato, dove morì, il 28 ottobre 1569. Il Gonzaga, stette quasi sempre lontano dallo stato, al servizio di Carlo V, ma provvide ad ampliare la città, fece preparare un piano di fortificazioni e la dotò di un archivio. Suo figlio Cesare nei primi anni soggiornò in Mantova, ma nel 1567, trasferita la corte a Guastalla, arricchì questa città di un nuovo tempio, la dotò di un Monte di Pietà e iniziò i lavori delle fortificazioni secondo il disegno paterno. Morì nel 1575, assistito da Carlo Borromeo, di cui aveva nel 1560 sposato la sorella Camilla. Costei ebbe la tutela del figlio Ferrante II, finché questi raggiunse sedici anni (1579). Ferrante fece prosperare lo stato e nel 1621 fu, come si è detto, dall'imperatore Ferdinando II insignito del titolo di duca. Morì nel 1630. Due anni appena governò Cesare II, figlio di Ferrante II, che vide accresciuto il ducato delle due terre di Suzzara e Reggiolo, dategli come compenso della rinunzia alla successione di Mantova in favore del ramo dei Gonzaga Nevers. Lungo regno ebbe invece il figlio e successore Ferrante III (1632-1678), a cui successe Ferdinando Carlo duca di Mantova che aveva sposato nel 1671 Anna Isabella figlia di Ferrante III. Ma nel 1692 l'imperatore riconobbe il diritto alla successione di Guastalla, Suzzara e Reggiolo a Vincenzo Gonzaga, nipote di Cesare II, che aveva sposato Maria Vittoria, figlia di Ferrante III. Ferdinando Carlo ricuperò il ducato quando, alleatosi coi Franco-Ispani, questi occuparono la città nel 1702; ma di nuovo la perdette nel 1706, quando gl'imperiali ebbero il sopravvento. Così vincenzo riebbe il ducato, accresciuto poi (1708) di altre terre (Bozzolo, Pompenesco, Ostiano, ecc.). Morto Carlo Ferdinando (1708), Vincenzo sperò, ma inutilmente, di ottenere la successione del ducato di Mantova. Morì il 27 aprile 1714. Gli successe il primogenito, Antonio Ferdinando, il quale, geloso del fratello Giuseppe Maria lo fece relegare in un castello nel Veneto, dove s'ammalò di corpo e di mente sì che, quando alla morte di Antonio Ferdinando, i ministri lo trassero dalla prigionia (1729), era ridotto a una larva d'uomo. Pur gli si volle dar moglie, che fu Eleonora Carlotta di Holstein (1731); ma questa non convisse con lui. Durante l'occupazione austriaca (maggio-giugno 1734) e la gallo-sarda (giugno 1734-maggio 1738) la corte soggiornò a Venezia. Al ritorno in Guastalla, il governo fu affidato al consiglio ducale; il duca vegetava tristamente, finché si spense il 16 agosto 1746.

Le milizie austriache presero possesso di Guastalla a nome di Maria Teresa (4 settembre 1746) e la tennero fino all'8 aprile del 1748, quando per il trattato di Aquisgrana l'ex-ducato fu aggregato a quello di Parma e Piacenza, assegnato a Filippo di Borbone, secondogenito di Elisabetta Farnese e di Filippo V, re di Spagna. Alla morte di Ferdinando, successore di Filippo, Guastalla è unita alla Repubblica Cisalpina (1802-1805); poi al Regno Italico. Il ducato risorse, per volere di Napoleone, che l'assegnò alla sorella Paolina e al marito di lei Camillo Borghese tra il marzo e il maggio del 1806; ma Paolina tornò a cederlo al Regno Italico. Col trattato di Vienna (1815) si ricostituì il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla per Maria Luisa, moglie di Napoleone, e alla morte di lei esso passò a Carlo Lodovico di Borbone (dicembre 1847-gennaio 1848). L'8 gennaio 1848 Guastalla fu ceduta al duca di Modena, in potere del quale rimase fino al 1859, salvo un breve periodo di annessione al regno di Sardegna (16 giugno-10 agosto 1848). A questo fu unita definitivamente il 18 marzo 1860.

Bibl.: G. B. Venamati, Istoria della città di Guastalla, Parma 1674; I. Affò, Istoria della città e ducato di Guastalla, Guastalla 1785-87, voll. 4; R. Paralupi, Storia di Reggiolo nell'Emilia, Reggio Emilia 1930; G. Bongiovanni, I Gonzaga, Milano 1930 (per Ferrante I, Ferdinando Carlo e Giuseppe Maria).