GRUMENTO

Enciclopedia Italiana (1933)

GRUMENTO

Giuseppe Lugli

. Antica città della Lucania, situata nel centro della regione e in posizione strategica importante nella valle del fiume Agri, antico Aciris. Entrò con i Lucani nella federazione romana. Con i Lucani passò ad Annibale nella seconda guerra punica, durante la quale Grumento è menzionata per la prima volta nel 215 a. C., per un fatto d'armi avvenuto lì presso fra Romani e Cartaginesi in cui i Cartaginesi avrebbero avuto la peggio; ma il fatto è di dubbia autenticità. In seguito, sembra che parteggiasse per Annibale, perché egli stabilì un accampamento (207) ai piedi della città. Anche questa volta avvenne uno scontro fra i Cartaginesi e i Romani, comandati dal console Claudio Nerone, finito favorevolmente per i Romani.

Tornò quindi in potere dei Romani che ne fecero probabilmente una prefettura, annoverata dal Liber Coloniarum. Nell'età dei Gracchi vi fu dedotta probabilmente una colonia, retta da praetores duumviri. Durante la guerra sociale passò agl'Italici; riconquistata dai Romani, non ne ebbe probabilmente mutata la condizione. Sotto S. Gregorio Magno fu sede episcopale. Non sappiamo quando fu abbandonata o distrutta, ma nel 1095 già il vescovo si era trasferito nella vicina Marsico.

L. Holstenio ne ha identificato il sito su una collina situata circa un chilometro a sud dell'odierna Saponara di Grumento (in provincia di Potenza) dove si trovano notevoli avanzi di fabbricati in opera reticolata, tra i quali si possono riionoscere un teatro, un piccolo anfiteatro, un acquedotto, oltre alle mura della città, che alcune iscrizioni ci dicono erette, o restaurate, tra il 57 e il 51 a. C. dagli edili locali a loro spese.

Bibl.: L. Holstenius, Adnotationes in Italiam Cluveri, Amsterdam 1666, p. 288; Romanelli, Topografia istorica del Regno di Napoli, Napoli 1815, I, p. 395 segg.; Corpus inscriptionum latinorum, X, p. 27; J. Beloch, Römische Geschichte, Berlino 1926, pp. 493-94; G. De Sanctis, Storia dei Romani, Torino 1919, III, ii, p. 255, n. 104; II, pp. 487, 568.