GRUBICY DE DRAGON, Alberto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 60 (2003)

GRUBICY DE DRAGON, Alberto

Monica Vinardi

Nato a Milano nel 1852 dal barone ungherese Alberto e dalla nobile Antonietta Mola, diresse dal 1889 la galleria d'arte Grubicy, fondata nel 1876 con il fratello Vittore. Gli anni della sua gestione furono quelli in cui venne imponendosi con sempre maggiore successo sulla scena internazionale Giovanni Segantini, l'artista cui Vittore era stato assai vicino (in particolare nel momento dell'elaborazione della tecnica divisionista) e che rimase legato da contratto alla galleria anche dopo la separazione dei due fratelli.

Nel corso degli anni Novanta intervennero significative mutazioni per la galleria Grubicy: nel 1893 s'interruppe il legame con A. Morbelli; mentre tra il 1898 e il 1899 entrarono a far parte della scuderia C. Fornara e G. Previati. Dopo la morte di G. Segantini, avvenuta il 28 sett. 1899, Previati assunse progressivamente il ruolo di principale interprete della linea divisionista sostenuta dal Grubicy.

Lo studio di Rebora (1999) affronta analiticamente il legame commerciale che si saldò tra il G. e Previati, stretto nel 1899 e mantenuto per tutto il corso della vita dell'artista, attraverso importanti operazioni promozionali e di gestione commerciale, di cui la creazione della Società per l'arte di Gaetano Previati nel 1911 rappresenta senza dubbio il caso più esemplare.

Molteplici, disseminate nei primi anni del nuovo secolo, le esposizioni nazionali e internazionali cui il G. aderì (Scotti), presentando con il capofila del divisionismo, Segantini, le nuove proposte della galleria. Tra le molte occasioni si ricordano la celebrazione di Segantini e Previati e quella di L. Bistolfi, con il suo monumento a Segantini, nel padiglione Grubicy dell'Esposizione nazionale del 1906 a Milano.

Nel 1907 si determinò una svolta significativa per la galleria Grubicy, che si indirizzò sempre più selettivamente verso il divisionismo intraprendendo la ricerca di una dimensione internazionale per la propria attività: il G. realizzò a Parigi, nella "Serre de l'Alma", al cours de la Reine, il Salon des peintres divisionnistes italiens.

Il Salon presentava ben 365 opere e, insieme con Segantini e Previati, celebrava con una intera sala Fornara. Facevano parte delle proposte non solo A. Tominetti, legato da contratto con la galleria sin dai tempi di Vittore (ibid., p. 83), ma anche i più giovani, che in opere tutte di paesaggio affrontavano ricerche tecniche diversamente improntate al divisionismo: P. Focardi, F. Ramponi, G. Cinotti, A. Baracchini Caputi, B. Benvenuti, R. Merello, G. Omio, C. Prada, Gottardo e Mario Segantini, C. Maggi, F. Minozzi. Inoltre vi erano A. Magrini con i suoi monotipi e i pastelli e gli scultori R. e C. Bugatti, P. Malnati ed E. Bellosio. Nelle sue scelte il G. sembra voler superare il regionalismo che si andava imponendo in molte manifestazioni, a cominciare dalle biennali di Venezia, proponendo il divisionismo come momento unitario della pittura italiana del primo Novecento.

La mostra organizzata dal G. nel 1908 a Parigi, nella nuova galleria Grubicy al n. 14 di rue de Richelieu, che veniva ad affiancare la sede milanese di via Cairoli, n. 2, ebbe il patrocinio della Società Dante Alighieri, e lo scopo di sostenere la fondazione di un museo Segantini a Saint-Moritz.

Vi erano incluse 150 opere, tra cui 20 dipinti di Fornara e 30 di Previati, insieme con quelle degli artisti già presenti alla mostra dell'anno precedente, cui venivano ad aggiungersi le tele di L. Dudreville, C. Zanon, L. Conconi, e le sculture di L. Andreotti e M. Rosso.

Tra il 1910 e il 1911 vi fu da parte del G. il tentativo di rescindere i contratti che lo legavano sia con Tominetti che con Previati. Con Previati la costituzione della Società per l'arte di Gaetano Previati reimpostò di fatto il tipo di rapporto commerciale esistito sino a quel momento (Rebora, 1999). Quanto a Tominetti, la "Mostra Tominettiana" del 1911 nel ridotto del teatro Sociale di Pallanza promossa dal G. portò alla fondazione sempre a Pallanza di un Museo del paesaggio, il cui nucleo sostanziale veniva costituendosi proprio grazie all'acquisizione delle opere del maestro.

Nel 1911 a Saint-Moritz una nuova mostra degli artisti divisionisti facenti capo alla galleria Grubicy annoverava anche un paesaggio di U. Boccioni.

Nel 1912 il G. realizzò presso la Permanente di Milano l'"Esposizione di 200 opere di Gaetano Previati"; nello stesso anno ebbe luogo nella sede parigina della galleria l'"Exposition des derniers oeuvres des artistes divisionnistes italiens", che fu poi presentata a Londra. Accanto al nucleo dei giovani già noti si aggiungevano A. Barabino, B. Longoni e A. Bonomi.

Ma nello stesso anno la liquidazione della galleria Grubicy a Milano denunciava tutte le difficoltà di gestione del mercato: le scelte stilistiche del G. si rivelavano troppo "monocordi e rigorose" sia per la committenza conservatrice sia nei confronti del nascente futurismo (Scotti, p. 89).

Il G. morì a Laglio (Como) nel 1922.

Fonti e Bibl.: A. Scotti, Milano tra primo e secondo divisionismo, in Arte a Milano 1906-1929 (catal.), Milano 1995, pp. 77-93; S. Rebora, Vittore Grubicy de Dragon, pittore divisionista (1851-1920), Milano-Roma 1995, pp. 3-8, 11 s., 24; Id., Arte come impresa. Il caso Previati - G., in Gaetano Previati 1852-1920. Un protagonista del simbolismo europeo (catal.), Milano 1999, pp. 46-53.

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