Xenòpulos, Grigòrios

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Scrittore greco (İstanbul 1867 - Atene 1951). Cresciuto a Zante, completò gli studî ad Atene, dove esordì giovanissimo, affermandosi anche come traduttore, saggista, direttore di riviste. Pur avendo privilegiato all'inizio la lingua epurata, meritò l'appellativo di "padre della demotica" soprattutto per i lavori teatrali che, ispirati dapprima a problematiche sociali, si fecero poi interpreti dell'ideologia piccolo-borghese (Τὸ μυστικὸ τῆς κοντέσσας Βαλέραινας, 1904, trad. it. Il segreto della contessa Valèrena, 1960; Στέλλα Βιολάντη "Stella Violanti", 1909; Τὸ ψυχοσάββατο, 1911, trad. it. Il Sabato dei morti, 1962; ᾿Ανϑρώπινο "Umano", 1922; ῾Ο ποπολάρος "Il popolano", 1933). La sua sterminata produzione include romanzi d'ispirazione naturalistica, ambientati nell'isola di Zante (Μαργαρίτα Στέϕα "Margherita Stefa", 1893; ῾Ο κόκκινος Βράχος, 1915, trad. it. Lo scoglio rosso, 1945; Τερέζα Βάρμα Δακόστα "Teresa Varma Da Costa", 1925), ovvero nella realtà urbana (Πλούσιοι καὶ ϕτωχοί "Ricchi e poveri", 1919; Τίμιοι καὶ ἄτιμοι "Onorati e disonorati", 1921; Τυχεροὶ καὶ ἄτυχοι "Fortunati e sfortunati", 1924), e testi per l'infanzia.

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