GRECIA

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Grecia

Francesca Krasna e Francesco Bartolini
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Geografia umana ed economica

di Francesca Krasna

Stato dell'Europa meridionale, situato nella penisola balcanica. Secondo il censimento del 2001, la popolazione ammonta a 10.964.000 abitanti. La dinamica demografica, sia naturale sia migratoria, è molto modesta, e prosegue sulla scia degli anni precedenti, evidenziando ancora rilevanti spostamenti interni dalle aree più povere a quelle più ricche. Oltre ad Atene, la capitale (3.761.000 ab. compreso l'agglomerato urbano), altre città importanti sono Salonicco (1.047.000) e le conurbazioni di Patrasso (334.000), Iraklion (294.000) e Larissa (278.000). Il gruppo etnico nettamente prevalente è quello greco (93%); il resto della popolazione è composto da albanesi (4%), asiatici (1%) e altri (2%). La religione dominante è quella greco-ortodossa (97,5%), alla quale segue la musulmana (1,5%). La lingua ufficiale è il greco nelle sue due forme: il katharevoussa (lingua formale) e il demotiki (lingua comune, insegnata anche nelle scuole). Molto diffusa è la conoscenza dell'inglese e del francese.

Condizioni economiche

Dal 1° gennaio 2002 la dracma, moneta nazionale, è stata sostituita dall'euro, testimoniando l'avvenuta piena integrazione del Paese nell'Unione Europea. Nonostante ciò, l'economia appare ancora poco sviluppata, anche se estremamente aperta a prodotti e investimenti esteri. L'industria, tradizionalmente di dimensioni ridotte, contribuisce per poco più di un quinto alla formazione del PIL; il 10-12% spetta al solo comparto manifatturiero. Vi sono tuttavia alcuni settori particolarmente dinamici, come quelli delle telecomunicazioni e dell'informatica. Il peso del settore agricolo sul PIL (6-7%) risulta rilevante, e di gran lunga superiore alla media dell'Unione Europea (2,5%), spia di un Paese ancora fortemente agricolo e scarsamente modernizzato, che soffre anche per il fenomeno del continuo esodo dalle campagne. Il settore primario è caratterizzato da unità produttive di piccole dimensioni, con produzioni tipicamente mediterranee (olio di oliva, agrumi, tabacco e cotone), che rappresentano una quota considerevole dell'export. Abbastanza sviluppato è il terziario (partecipa al PIL per poco più dei due terzi), soprattutto per il contributo del comparto turistico. Benché già a partire dal 1998 sia stato avviato un programma di privatizzazione, finalizzato all'obiettivo dell'ingresso nell'Unione monetaria europea, il processo si trova a uno stadio molto arretrato, e l'apparato pubblico conserva una presenza estremamente significativa nella gestione delle attività economiche, con una forte influenza sulla reale competitività delle aziende. I settori dove il monopolio statale è più marcato sono quelli dell'energia e delle telecomunicazioni. In passato, la concentrazione industriale nelle aree di Atene e di Salonicco, assieme alla carenza di infrastrutture nelle regioni settentrionali e nelle isole, ha penalizzato il decentramento economico verso queste ultime aree. In seguito, grazie anche ai finanziamenti dell'Unione Europea, sono stati realizzati importanti collegamenti stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali, con un netto miglioramento della situazione. Nei primi anni del Duemila la G. ha sperimentato una crescita costante, attestata attorno a una media annua del 4% e trainata dall'espansione della domanda interna, a sua volta agevolata da una sensibile crescita del reddito pro capite, il quale nel 2003, secondo la Banca mondiale, ha registrato un incremento del 3,4%, raggiungendo i 19.670 dollari. In realtà sulla crescita del PIL incidono due fattori: gli investimenti pubblici, legati in misura preponderante ai Giochi olimpici di Atene del 2004, e l'apporto finanziario degli aiuti dell'Unione Europea (Terzo quadro comunitario di sostegno). Questi ultimi pesano sull'incremento del PIL nella misura del 2%, il che ne dimezza l'entità reale. Nonostante la dinamica positiva del PIL, infatti, circa un quinto della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, contro il 15% della media dell'Unione Europea. Tutto ciò a fronte di un'inflazione pari a circa il 3%, leggermente in crescita nei primi anni del Duemila e successivamente in diminuzione, soprattutto per l'effetto dell'apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro e della conseguente diminuzione del prezzo dei beni importati, in particolare di quelli non lavorati. Permangono tuttavia diversi fattori di pressione sul livello dei prezzi, come i costi della riforma pensionistica e la dinamica espansiva del prezzo del petrolio sui mercati internazionali.

Il tasso di disoccupazione, costantemente anche se lentamente in discesa nel primo quinquennio del 21° sec., si è attestato intorno al 10%; ma rimane elevata la disoccupazione di lunga durata, che colloca il Paese al secondo posto in Europa dopo l'Italia. Per quanto riguarda la bilancia commerciale si segnala un saldo negativo in crescita, che evidenzia la dipendenza del Paese dall'importazione di diversi beni, tra i quali, oltre ad alcuni prodotti di consumo, anche prodotti intermedi, chimici nonché macchinari. I principali partner commerciali sono la Germania, con il 12,6% dell'import e il 12,9% dell'export greco, seguita dall'Italia. In sostanza la crescita dell'economia del Paese appare alimentata da fattori positivi di natura temporanea, che stimolano la domanda interna, ma non sembrano adatti ad assicurare sostenuti livelli di crescita nel lungo periodo, essendo questi maggiormente legati a riforme di carattere strutturale, ancora incomplete in Grecia. Per quanto attiene alle Olimpiadi, queste hanno giovato soprattutto alla capitale, vittima dagli anni Cinquanta del 20° sec. di un'urbanizzazione anarchica fortemente penalizzante. Molto popolosa, stretta fra i monti e il mare e molto inquinata, Atene ha beneficiato, oltre che della realizzazione di imponenti impianti sportivi (che purtroppo però destano dubbi sui costi futuri del loro mantenimento), anche di importanti opere di restauro architettonico e impianto di verde pubblico. Inoltre sono stati creati anche un tram che la collega al mare, un nuovo aeroporto internazionale (E. Venizelos), una tangenziale e una metropolitana a tre linee.

bibliografia

T. Favaretto, S. Gobet, L'Italia, l'Europa centro-orientale e i Balcani. Corridoi pan-europei di trasporto e prospettive di cooperazione, Roma-Bari 2001; Guida ai Paesi dell'Europa centrale, orientale e balcanica, Annuario politico-economico, a cura di S. Bianchini, M. Dassù, Milano 2006.

Storia

di Francesco Bartolini

All'inizio del 21° sec. l'ingresso nell'Unione monetaria europea (UME) e il miglioramento dei rapporti con la Turchia furono le questioni più rilevanti nella vita politica della Grecia. Due obiettivi che avevano cominciato a ispirare l'attività di governo del Panellinion Socialistikon Kinima (PASOK, Movimento socialista panellenico) fin dalla sua riconquista del potere nel 1993, dopo tre anni di opposizione all'esecutivo conservatore di Nea Demokratia (ND, Nuova democrazia). I socialisti, guidati prima da A. Papandreu (1993-1996) e poi da K. Simitis, quest'ultimo assai più determinato del predecessore a sostenere una politica di maggiore integrazione della G. nell'Unione Europea (UE), ottennero l'adesione del Paese all'euro e avviarono un nuovo dialogo con Ankara. Ma dal 2002 l'opinione pubblica cominciò a mostrare un crescente distacco nei confronti del PASOK, favorendo nel 2004 il ritorno al potere di ND.

Per il governo di Simitis il 2000 iniziò tra proteste e scioperi contro la politica di austerità imposta dal governo al Paese allo scopo di raggiungere i requisiti necessari per l'adesione all'euro. A febbraio il premier decise di convocare elezioni anticipate per il mese di aprile. Prima dell'avvio della campagna elettorale, il Parlamento votò a larga maggioranza a favore di un secondo mandato per il presidente della Repubblica K. Stefanopulos (febbr.). Nelle consultazioni di aprile il PASOK riuscì a battere di misura ND, conquistando il 43,8% dei voti (158 seggi) contro il 42,7% dei rivali (125 seggi). Simitis formò un nuovo governo, e nel gennaio 2001 poté celebrare l'ingresso della G. nell'UME. Ma, dopo aver raggiunto questo traguardo, il premier fu costretto a confrontarsi con una crescente protesta sociale. Tra il 2001 e il 2002 si susseguirono scioperi e manifestazioni, prima contro la riforma del sistema previdenziale, poi contro l'aumento dei prezzi successivo all'introduzione dell'euro (genn. 2002). Nello stesso periodo, comunque, l'esecutivo ottenne risultati importanti nella lotta contro il terrorismo di estrema sinistra: il Parlamento approvò un inasprimento delle misure repressive (giugno 2001) e le forze di polizia arrestarono alcuni leader dei gruppi Organizzazione rivoluzionaria 17 novembre e Lotta rivoluzionaria popolare (luglio 2002-gennaio 2003), responsabili di omicidi e attentati soprattutto contro strutture militari o commerciali legate a interessi statunitensi. Questi successi nella lotta contro il terrorismo non impedirono a ND di vincere in una serie di elezioni regionali e locali, tra cui quelle di Atene, dove fu eletta sindaco D. Bakoyannis (ott. 2002), ex ministro della Cultura e figlia dell'ex premier K. Mitsotakis. Dopo un'altra ondata di scioperi dei dipendenti pubblici, in lotta per un aumento degli stipendi, all'inizio del 2004 Simitis annunciò le dimissioni come leader del PASOK e convocò le elezioni anticipate per marzo. Due mosse dettate dal tentativo di contenere la rapida ascesa dell'opposizione. Il PASOK scelse come nuovo presidente del partito e candidato alla guida del governo G. Papandreu, ministro degli Esteri e figlio dell'ex premier, mentre ND si affidò a Kostas Karamanlis, leader del partito dal 1997 e nipote dell'ex presidente della Repubblica Konstantinos Karamanlis. Alle elezioni ND ottenne il 45,4% dei voti (con 165 seggi), il PASOK il 40,6% (con 117 seggi), il Kommunistiko Komma Ellados (KKE, Partito comunista di Grecia) il 5,9% (con 12 seggi). Fu una vittoria storica per i conservatori, spesso all'opposizione nel precedente ventennio: Karamanlis, 47 anni, divenne il più giovane primo ministro della storia della Repubblica. Appena insediato, il premier si mise subito al lavoro per far fronte all'emergenza organizzativa delle Olimpiadi, fissate per agosto. Il ritardo nel completamento dei lavori degli impianti e una serie di attentati terroristici (maggio-giugno 2004) avevano infatti allarmato l'opinione pubblica internazionale sulla possibilità di poter svolgere regolarmente i Giochi. Ma il governo riuscì ad accelerare i lavori e a rafforzare le misure di sicurezza. Le Olimpiadi si svolsero senza incidenti, con una partecipazione record di 202 nazioni e di oltre 16 mila rappresentanti, tra atleti e accompagnatori. Un indubbio successo organizzativo, ridimensionato però dall'alto costo della manifestazione: circa 9 miliardi di euro, quasi il doppio del budget originario. Questo aggravio per le casse pubbliche accentuò i problemi di bilancio dello Stato, alle prese con un crescente aumento del deficit (che nel 2004 raggiunse il 6,1% del PIL), ben superiore ai limiti imposti dall'adesione all'UME. Inoltre la Commissione europea denunciò di aver scoperto che i dati sui conti pubblici comunicati dalla G. nel 2000, alla vigilia dell'ingresso dell'euro, non erano attendibili (ott. 2004), provocando un'accesa polemica tra ND e il PASOK, allora al governo. Nel febbraio 2005 il socialista K. Papoulias, ex ministro degli Esteri, divenne presidente della Repubblica con il sostegno congiunto di ND e del PASOK. A giugno il governo ottenne un voto di fiducia su un progetto di riforma della legislazione sul lavoro teso a stimolare la ripresa produttiva.

La politica estera della G. fu in gran parte orientata al proseguimento del processo di distensione con la Turchia, avviato nel 1999. La stessa controversia su Cipro non impedì ad Atene di rinunciare al veto su un possibile ingresso di Ankara nella UE (dic. 1999). Nonostante scontri e momenti di tensione, il dialogo tra i due Paesi conobbe progressi significativi. Nel 2000, infatti, ebbe inizio un fitto scambio di visite ufficiali e consultazioni politiche tra le autorità greche e turche, che si concretizzò nella stipulazione di accordi economici e culturali, e nella firma di un programma comune di riduzione degli armamenti (apr. 2001). Nel maggio 2004 Karamanlis invitò ad Atene il primo ministro turco, R.T. Erdoğan, e promise il sostegno del governo greco per l'adesione della Turchia alla UE. Una decisione importante, che però non favorì un'immediata soluzione dei contrasti tra i due Paesi.

bibliografia

D.H. Close, Greece since 1945: politics, economy and society, New York 2002; Greece in the European Union, ed. D.G. Dimitrakopoulos, A.G. Passas, London-New York 2004.

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