GRAN BRETAGNA

Enciclopedia Italiana (1933)

GRAN BRETAGNA (A. T., 47-48, 49-50)

Herbert John FLEURE
Mario SARFATTI
Luigi CHATRIAN
Carlo DE ANGELIS
Goffredo COPPOLA
Guido CALOGERO
Anna Maria RATTI
*

È il nome generico dato alla maggiore delle Isole Britanniche, e deriva dal nome con cui essa fu designata da scrittori greci e romani (v. britannia). L'invasione anglosassone e l'emigrazione dei Britanni verso l'Armorica fecero sì che di fronte alla nuova Britannia continentale (o Bretagna; v.) l'antica fosse designata come la Gran Bretagna, mentre la parte meridionale dell'isola prese il nome dei nuovi abitatori, e costituì in seguito il Regno d'Inghilterra, distinto da quello di Scozia. Allorché Giacomo VI Stuart riunì le due corone, si cominciò a usare, non senza qualche opposizione da parte inglese, il nome di Gran Bretagna per indicare il complesso dei due regni, in cui era divisa l'isola; ma il titolo divenne ufficiale soltanto in seguito all'Atto di Unione con la Scozia (1707). Poi, in seguito all'Atto di Unione con l'Irlanda, dal 1° gennaio 1801, il titolo ufficiale divenne quello di Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda (United Kingdom of Great Britain and Ireland) o, brevemente, Regno Unito. La formazione dello Stato Libero d'Irlanda (Irish Free State) nel 1922 lasciò sussistere l'antica designazione, anzi qualche espressione nella costituzione del nuovo stato lascia indurre che questo venisse ancora considerato quale parte integrante del Regno Unito. Ma - poiché lo Stato Libero d'Irlanda non comprende tutta l'isola - venne sempre più diffondendosi il nome di Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda Settentrionale. La Conferenza Imperiale del 1926 espresse il voto - accolto poi dal parlamento e tradotto in atto dalla Corona con la proclamazione del 13 maggio 1927 - che da allora in poi il sovrano fosse designato ufficialmente quale "per grazia di Dio re di Gran Bretagna, Irlanda e dei Dominî britannici d'oltremare, Difensore della fede (v. enrico v111 d'Inghilterra; XIV, p. 26), Imperatore dell'India" (by the Grace of God, King of Great Britain, Ireland and the British Dominions beyonds the Seas, Defender of the Faith, Emperor of India).

È dunque solo in parte esatta storicamente l'asserzione che sotto il nome complessivo di Gran Bretagna s'intendono i territori rappresentati nel parlamento di Westminster; poiché tra il 1801 e il 1922 sedettero nella Camera dei Comuni i rappresentanti dell'Irlanda che fu sempre tenuta distinta dalla Gran Bretagna; mentre con la stessa legge del 1927 che autorizzava la corona a mutare la propria designazione, veniva stabilito che il parlamento sarebbe stato chiamato "parlamento del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda Settentrionale", consacrando, così, almeno in parte, l'appellativo già usato in documenti ufficiali.

Giova ricordare altresì che l'isola di Man ha un governo autonomo, mentre si considerano come facenti parte della Gran Bretagna le Orcadi e le Shetland.

Il presente articolo considera la Gran Bretagna sotto i due punti di vista geografico e politico: come unità geografica coincidente appunto con la maggiore isola dell'arcipelago; e come unità politica comprendente anche l'Irlanda Settentrionale. La descrizione geografica: dì quest'ultima regione si troverà sotto la voce irlanda, per le trattazioni di carattere storico-culturale (storia, lingua, letteratura, folklore, arte, diritto, musica), come pure per maggiori particolari circa le singole regioni, v. galles; inghilterra; irlanda; scozia; per la preistoria e la colonizzazione romana, v. britannia; per la civiltà, le lingue e le letterature celtiche v. celti; per la civiltà anglosassone, v. anglosassoni; per la Chiesa d'Inghilterra, v. anglicana, comunione. Per il complesso degli stati aventi come sovrano il re di Gran Bretagna, Irlanda, ecc., e costituenti quella che si suol ora designare come la "Comunità di nazioni britannica, (The British Cmmonwealth of Nations), v. britannico, impero.

Sommario. - Geografia: Estensione e generalità (p. 667); Geologia e morfologia (p. 668); Clima (p. 674); Idrografia (p. 677); Flora e vegetazione (p. 680); Fauna (p. 680); Suddivisioni naturali (p. 681); Dati statistici, popolazione (p. 683); Insediamento rurale (p. 687); Distribuzione e densità della popolazione (p. 688); Centri abitati (p. 689); Emigrazione interna ed esterna (p. 689); Suddivisioni politico-amministrative (p. 690). - Condizioni economiche: Prodotti del suolo (p. 693); Pesca (p. 695); Minerali (p. 696); Industrie (p. 697); Commercio (p. 700). - Comunicazioni: Strade (p. 701); Canali (p. 701); Ferrovie (p. 701); Porti (p. 702); Marina mercantile (p. 702); Aviazione civile (p. 704). - Ordinamento dello Stato: Ordinamento costituzionale (p. 705); Diritto (p. 706); Culti (p. 707); Forze armate (p. 708); Ordinamento scolastico (p. 709); Finanze (p. 710).

Estensione e generalità. - La Gran Bretagna si stende da 50° a circa 58° 40′ lat. N. e con le Orcadi e le Shetland giunge a 60°50. lat. N. Da E. a O. l'isola si stende da 1°35′ long. E. a 6° long. O. e con le isole della costa occidentale scozzese quasi a 80 long. e anche più in là se si considera la solitaria S. Kilda. La sua area, inclusa quella delle acque interne e di 1806 isole adiacenti ed esclusa quella dell'isola di Man, è di 227.187 kmq.

La Gran Bretagna s'innalza su una piattaforma continentale che solo verso la fine del Paleolitico si sommerse così da determinare il distacco con l'Irlanda e col continente. Un canale profondo più di 100 m. si nota nel Mare d'Irlanda, e nel mezzo della Manica; anche il Gut" nel mezzo del Mare del Nord, sorpassa tale profondità. Queste aree di profondità maggiore sembra rappresentino antiche valli fluviali sommerse. D'altra parte i banchi sabbiosi di Goodwin presso la costa del Kent, il Dogger Bank e gli altri banchi nel Mare del Nord sono coperti solo da un sottile strato d'acqua e possono essere state terre emerse fino a tempi preistorici, anche relativamente tardivi. Il fondo marino discende invece rapidamente a grandi profondità presso le coste occidentali della Scozia e dell'Irlanda, tanto che l'isobata di 1000 m. ivi raramente dista più di 160 km. dalla costa. Le acque poco profonde e riparate hanno reso la Gran Bretagna una regione famosa per importanti luoghi di pesca, mentre i movimenti positivi, sommergendo le parti più basse delle valli, hanno creato numerosi estuari dalle acque profonde che provvedono sicuri e ampî porti.

Questi fatti sono stati di grande importanza nell'evoluzione economica della Gran Bretagna, specie da quando, a partire dal Medioevo, si sviluppò la costruzione delle navi e la navigazione.

Nell'orizzonte del mondo antico la Gran Bretagna occupava una posizione straordinariamente remota; infatti essa è indicata nelle antiche carte come una lunga e stretta isola dinanzi a una lontana costa. Ciò nonostante, negli scambî marittimi preistorici, fu una stazione tra la Spagna e la Danimarca ed ebbe relazioni ora con l'una, ora con l'altra. La penisola sudorientale della Gran Bretagna (Kent) si accosta molto al Capo Gris-Nez, che è molto vicino alla zona di transizione (Ypres) tra il Bacino di Parigi da un lato e il Bassopiano Germanico dall'altro, cioè tra le regioni con influenza romana e quelle con influenza teutonica. L'unione di queste due civiltà costituisce una caratteristica molto importante nella vita della Gran Bretagna. L'importanza dei due elementi nella cultura britannica si è alternata a seconda dei tempi. Le relazioni con l'Europa romana furono ad esempio, frequenti sotto l'Impero Romano e nel Medioevo, mentre quelle con l'Europa germanica predominarono nei secoli che seguirono la caduta dell'Impero Romano, come pure nel secolo XVIII e XIX. Analoghe alternative si possono rintracciare sin dai tempi preistorici, cosicché si può dire che la fusione degli elementi sia romani sia teutonici è una caratteristica permanente in Britannia, legata alla sua posizione. La lingua introdotta dopo la caduta dell'Impero Romano ha come base la lingua germanica, ma l'influenza romana molto maggiore in essa che in qualsiasi altra parlata germanica. D 'altra parte alcuni tipi di parole e di pronuncia riflettono influenze di. verse e che non si sono mai fuse. Nell'organizzazione religiosa la Gran Bretagna, benché non romana, è molto differente dai paesi veramente protestanti del NO.; la sua chiesa anglicana si può considerare come una via di mezzo tra la cristianità cattolica romana e la protestante. La Gran Bretagna nel S. ha strade romane e alcune città, come Chester, ebbero origine romana, ma nessuna di queste strade o città ha l'importanza che posseggono in Francia; esse infatti soggiacquero alle invasioni barbariche del periodo post-romano.

Nel Medioevo, per le vivissime relazioni commerciali con le città marinare di Bruges, Amburgo e Lubecca, la Hansa ebbe una grande potenza in Gran Bretagna, mentre le relazioni con Venezia e Genova portarono molti elementi italiani nel paese; il nome di Lombard Street dato a una delle principali strade del quartiere degli affari di Londra, resta ancora a testimoniare l'importanza dei legami con la grande potenza commerciale del sud.

L'isola mostra una notevole ricchezza di formazioni geologiche, spesso disposte in serie regolari con direzione sud-est, e fu qui che l'intera serie geologica venne studiata dapprima. Se le rocce più recenti sono nel SE., le più antiche in generale si riscontrano nel NO., particolarmente in Scozia e nel Galles settentrionale. L'isola è inoltre notevole per i suoi varî altipiani, profondamente incisi, che mostrano una complessa vicenda di denudazione, d'innalzamento e abbassamento, di cui le ultime fasi sono rivelate da numerose terrazze fluviali e da valli sommerse.

Geologia e morfologia. - La parte settentrionale della Gran Bretagna, chiamata Scozia, è un residuo molto consumato di una serie di catene montuose pre-devoniche che si stendevano dall'Irlanda occidentale all'estremo nord della Scandinavia, i Caledonidi di E. Suess. Le principali linee direttrici si possono vedere nelle Ebridi esterne, costituite da gneiss e scisti antichi, e nel paese montuoso lungo la costa occidentale della Scozia settentrionale, costituito da arenarie arcaiche, cui si accompagnano gneiss e scisti man mano che si procede verso l'interno. Queste rocce in parte subirono intensi ripiegamenti già nell'era arcaica, come appare dai loro rapporti con una cintura settentrionale e meridionale di rocce cambriche che si estendono a S. del Capo Wrath. A oriente queste rocce cambriche scompaiono sotto una grande coltre di scisti, e di questi scisti corrugati, di epoca per lo più imprecisata, è composta la maggior parte dei Highlands scozzesi, fino a una grande linea di faglie che ancora oggi costituisce una caratteristica fisica del paese.

I Highlands sono incisi da una notevole antica zona di dislocamenti chiamata Gran Glen o Glen More (v.), ora occupata da un seguito di laghi che sono stati uniti a formare il Canale di Caledonia (v.). A NE. del Glen More vi è una zona di rilievi formata da rocce ignee e un'altra zona granitica molto più estesa si stende tra Mull e Aberdeen. La struttura geologica originaria si rivela ancora in alcune caratteristiche del paesaggio, come le insenature (lochs) della parte sud-ovest dei Highlands, ma la fisionomia attuale di questo antico paese montuoso è in gran parte il risultato della denudazione di una pianura innalzata, denudazione a cui queste montagne sono giunte per un processo di degradazione dovuto all'azione delle acque, anteriore a questo innalzamento. In questo altipiano denudato i corsi d'acqua si sono aperti la loro strada lungo le zone di dislocazioni, specie a NE. e a SO., e alcuni lunghi laghi, profondamente incassati fra aree elevate, sono anch'essi connessi con faglie. Ma vi sono anche corsi d'acqua che tagliano le principali linee geologiche ad angoli retti, onde il sistema idrografico risulta assai complesso. La montagna più elevata a NO. del Glen More è Ben Wyvis (1045 m.); altre cime, come il Ben More e il Ben Attow, raggiungono circa i 1000 m. A SE. del Glen More le maggiori cime, Ben Nevis (1343 m.,) Ben Macdhui o Ben Muich-dui (1309 m.), e altre della stessa altezza, sono costituite da rilievi granitici. Le maggiori elevazioni s'innalzano sull'altipiano, come su uno zoccolo comune, e appaiono profondamente dissecate da corsi d'acqua scorrenti in solchi che devono alcuni particolari della loro forma all'azione glaciale. Spesso presso la sommità si trovano pareti ripide che circondano in parte un piccolo lago giacente in un bacino roccioso (corrie); le acque di questi laghi, frequenti specie nei corries più elevati, sono spesso trattenute da una barriera di rocce o da una morena.

Le forme del suolo nei Highlands scozzesi occidentali sono molto aspre; ma procedendo verso NE. il paesaggio diventa più dolce e le antiche rocce sono ricoperte da arenarie devoniche, nel Caithness, lungo il Moray Firth, e nella contea di Aberdeen. Le valli inferiori dei fiumi e i solchi alberganti bacini lacustri si ampliano verso NE., dando origine a estensioni di terreno quasi pianeggiante, che nei Highlands in genere si trovano lungo un corso d'acqua e forniscono il solo terreno coltivabile della regione. Essi sono conosciuti col nome di strath. Anche lungo il margine NE. dei Highlands, costituito da arenarie rosse devoniche, il terreno è coltivabile. Le Ebridi esterne, che sono un prolungamento dei Highlands scozzesi, in qualche luogo raggiungono i 600 m. d'altezza, ma per lo più restano a un'altezza assai inferiore. Le Orcadi sono costituite da arenaria rossa devonica spesso fortemente incisa dalle acque piovane e con rupi a picco sul mare. Le Isole Shetland, più lontano a N., sono costituite principalmente da antichi scisti con arenarie devoniche nel SO. Nelle Ebridi interne appaiono invece rocce più antiche e grandi estensioni di basalto e altre rocce vulcaniche dell'era terziaria; notevoli gruppi eruttivi si ebbero nel Terziario antico nelle isole Skye, Rum, Mull e Arran. L'isola di Skye è particolarmente pittoresca, le colline di Cuillin nella parte meridionale dell'isola raggiungono in diversi luoghi i 1000 metri. Le colonne basaltiche della grotta di Fingal nell'isola di Staffa sono famose per la loro fantastica bellezza. Le profonde insenature nella costa occidentale assomigliano al tipo dei fiordi e formano un paesaggio magnifico. I rilievi collinosi sono spesso coperti di bosco rado o di arbusti (erica); il territorio è in gran parte sterile e la popolazione sparsa, costituita da contadini, è da diversi anni in rapida diminuzione. Più popolate sono le zone costiere costituite da arenarie rosse devoniche, specialmente nella contea di Aberdeen, dove la regione pianeggiante costiera forma la regione storica detta Buchan con la città principale, Aberdeen, sulla costa tra i fiumi Don e Dee, tlove giungono le ultime pendici orientali dei Highlands.

Il limite dei Highlands è costituito da una grande linea di dislocazioni, che va da Stonehaven a Dumbarton; a NO. della quale s'innalza la scoscesa parete di scisti, mentre dall'altro lato è il bassopiano centrale (Central Lowland) della Scozia, costituito da arenarie rosse devoniche e da rocce carboniche e limitato al S. da un'altra linea di faglie parallela alla prima da Dunbar a Girvan. Di là da questa linea si stende la zona detta delle argille e ghiaie paleozoiche piegate, che formano i Southern Uplands. Il Lowland centrale non è una semplice depressione tra queste due regioni elevate, ma una regione assai accidentata per la presenza di rocce vulcaniche che formano i Campsie Fells, gli Ochil e i Sidlaw Hills, paralleli alla catena dei Highlands, ma separati da essa da una larga estensione pianeggiante detta Strathmore, le acque della quale sono raccolte da differenti corsi d'acqua. Presso la foce del fiume Forth tra i Campsie Fells e gli Ochil Hills sorge la città di Stirling; mentre sul fiume Tay, tra le colline di Ochil e quelle di Sidlaw, è la città di Perth; tutte e due antiche città scozzesi. Anche nella parte meridionale il Lowland centrale ha una zona di colline vulcaniche, di cui le principali sono le colline di Pentland a S. di Edimburgo. Una serie trasversale di rilievi vulcanici corre poi da Kilmarnock, a SO. del fiume Clyde, con direzione NO.-SE. La parte esterna del Lowland è in parte sommersa nei Firths del Forth e del Clyde; la massima elevazione delle colline vulcaniche tocca i 702 m. negli Ochil Hills.

I Southern Uplands della Scozia sono formati da rocce piegate, costituite non più da scisti e gneiss arcaici, ma da ghiaie e argille scistose ordoviciane e siluriche. L'altezza e l'asperità sono qui molto minori che nei Highlands. Il Merrick (842 m.) e il Broad Law (833 m.), che sono le più alte cime, si presentano come i punti culminanti di un ampio altipiano che è tagliato da valli di notevole bellezza, spesso contenenti lunghi laghi. Mancano qui i corries con laghi, salvo che in alcune groppe granitiche nel S. e nell'O. I Southern Uplands, quantunque attraversati da diverse strade carrozzabili e da ferrovie, per la loro elevazione e per la natura del terreno sono scarsamente popolati. Fu perciò nel Lowland centrale, fiancheggiato su tutte e due i lati da territorî sterili, che la popolazione crebbe nei primi tempi storici e si sviluppò la coscienza nazionale. Per i suoi rapporti marittimi a oriente e a occidente questa regione ebbe relazioni con paesi stranieri, onde l'antica lingua celtica fu abbandonata e facilmente vi si introdussero la civiltà latina e teutonica, in parte allo scopo di ostacolare la dominazione inglese.

La costa dei Southern Uplands è assai più regolare di quella dei Highlands e mostra sponde basse lungo le quali corrono vie di comunicazione, che si dirigono verso Edimburgo, punto di convergenza del Lowland centrale dove s'incontrano la via litoranea e quella che attraversa la parte orientale dei Southern Uplands.

Gli Uplands sono incompletamente divisi a S., per mezzo della valle del Tweed e del Solway Firth, dai Cheviot Hills, costituiti essenzialmente da arenarie rosse devoniche e da rocce vulcaniche e sui quali corre il confine con l'Inghilterra. Queste colline, la cui massima elevazione giunge a 816 m., formano una larga fascia che si affaccia sulla vallata del Tweed a E., e sulla pianura presso la parte interna del Solway Firth a O.; questa pianura non è mai stata favorevole al sorgere di centri perché in parte è invasa dal mare nelle alte maree, mentre nelle zone un po' più elevate il terreno è coperto da acquitrini (detti localmente moss). Il bacino del Tweed, per quanto importante, è troppo poco ampio per costituire un'individualità tale da poter competere col Lowland centrale a N. e con la pianura inglese a S.

La Scozia, in complesso, è povera di metalli per le industrie, mentre il carbone si trova in diversi luoghi nel Lowland centrale, particolarmente nella parte mediana tra le due principali catene di colline vulcaniche orientate da NE. a SO., e sull'altro lato della catena trasversale di colline vulcaniche che si stendono lungo il Clyde. Qui sono i due principali giacimenti di carbone, dei quali uno a O. di questa catena nell'Ayrshire e l'altro a NE. nel Lanarkshire, giacimenti che costituiscono la ragione principale dell'odierna importanza industriale di Glasgow. Esistono anche giacimenti minori a E. di Edimburgo e nella parte meridionale della penisola di Fife.

I Highlands scozzesi sono stati un importante centro di glaciazione nelle varie fasi del periodo glaciale plistocenico e le lingue dei ghiacciai si estendevano a S. fino al Mare d'Irlanda. Esistono nei Lowlands numerosi depositi d'argilla dell'epoca glaciale; le linee di spiaggia degli antichi laghi di sbarramento glaciale della Glen Roy sono ancora una caratteristica molto evidente. Terrazze arrotondate, probabilmente del primo periodo glaciale e postglaciale, si trovano in Scozia dai 10 ai 30 m. sul livello del mare, mentre le valli dei fiumi continuano per un lungo tratto sotto il livello del mare, per un considerevole movimento di sommersione plistocenico e postplistocenico.

Mentre a N. dei Cheviot Hills la maggior parte della superficie è costituita da rocce più antiche di quelle dei terreni carboniferi, il paese a S. di essi è in gran parte costituito da queste e da rocce più recenti. Nella Scozia esistono estese aree di terreni accidentati (moorlands) che si innalzano tra valli profonde. Sono invece tipici dell'Inghilterra gli altipiani poco elevati e le pianure aperte, e solo nel (Galles e nel Cumberland troviamo regioni collinose costituite dalle stesse argille scistose e ghiaie piegate che caratterizzano i Southern Uplands della Scozia. Le alture del Cumberland costituiscono un interessante esempio di una cupola incisa radialmente; le parti meridionali e settentrionali sono costituite da argille e ghiaie ordoviciane e siluriche, la zona centrale dove si trovano le maggiori altezze (Scafell Pike, 978 metri e Helvellyn, 950 m.) è costituita da rocce vulcaniche antiche. La forma più caratteristica di questa regione è l'insieme di lunghi e stretti laghi disposti radialmente che occupano i fondi delle valli, la configurazione delle quali è dovuta all'azione dei ghiacciai; i laghi in molti casi sono sbarrati da dighe moreniche e sono di grande bellezza. Il Windermere è il più ampio di questi laghi; Coniston Water, Wastwater, Ullswater e Haweswater rappresentano una successione di raggi partenti da un centro, che può essere collocato tra lo Scafell Pike e il Helvellyn, presso il Langdale Pike. È evidente che la forma cupoleggiante delle alture del Cumberland non è il risultato della loro struttura primitiva, ma è dovuta al sollevamento di una superficie prima spianata e in seguito al sollevamento stesso incisa dalle acque correnti e dal ghiaccio. L'isola di Man è la prosecuzione delle alture del Cumberland e lo stesso schema strutturale può essere tracciato anche per l'Irlanda orientale. Intorno ai rilievi del Cumberland si trovano rocce più recenti, arenaria rossa triassica, che forma il bacino del fiume Eden, a N., terreni carboniferi, che formano una fascia costiera presso Workington e Whitehaven, e ancora arenarie triassiche a SO. La parte orientale e la parte meridionale del rilievo cumbrico sono fiancheggiate da calcari del periodo carbonico. L'isola di Man, come le Cumbrian Mountains, è costituita da rocce ordoviciane corrugate e inoltre da rocce cambriche e da materiale vulcanico che formano una zona elevata da NNE. a SSO. culminante nel Snaefell (620 m.). Questa zona è bruscamente interrotta da una stretta fascia pianeggiante che si stende da Douglas a Peel. Il N. dell'isola è costituito invece da terreno alluvionale. La lunghezza dell'isola è di circa 48 km., la larghezza massima è di circa 19 km. e la sua area di 581 kmq. Politicamente è in una strana posizione perché non è una parte del regno soggetta al parlamento, ma piuttosto un possesso della corona britannica, con autonomia legislativa. Vi esistono tracce di lingua celtica affini a quella che rimane nei Highlands occidentali scozzesi e nelle Ebridi; ma, come in quelle regioni, così anche nell'isola di Man vi sono notevoli tracce scandinave posteriori alla caduta dell'Impero Romano. L'isola di Man e la regione dei laghi cumbrici sono luoghi di villeggiatura preferiti dagli abitanti dei centri industriali dell'Inghilterra settentrionale che sono attratti dalle pittoresche valli e colline, e per l'isola di Man dalle spiagge sabbiose e dalle coste rocciose.

L'altra grande area di rocce piegate del periodo silurico e di periodi più recenti, nella Gran Bretagna, è l'altipiano del Galles centrale e meridionale. L'isola di Anglesey, a NO., è un altipiano poco elevato, profondamente trasformato dagli agenti atmosferici, costituito da rocce piegate dell'era arcaica e di periodi più recenti; le linee di corrugamento corrono da NE. a SO. e hanno, in qualche caso, rocce del periodo carbonico nelle sinclinali. Una di queste sinclinali è sommersa e forma il Menai Strait, che separa Anglesey dalla maggiore isola britannica, la cui costa mostra qui la stessa struttura di Anglesey. Sembra che questo blocco di antichi terreni formasse un elemento di resistenza contro il quale si ripiegò nel periodo silurico la catena montuosa del Carnarvonshire, le cui linee direttrici vanno da NE. a SO. La cima più elevata di questa catena è lo Snowdon (m. 1085), al centro d'una serie di selvagge alture che, come quelle dei Highlands scozzesi, sono incise profondamente, con piccoli laghi situati in nicchie rotondeggianti (corries) proprio al di sotto delle vette. Nelle valli di questa catena, come in quelle dei Highlands scozzesi, ci sono numerosissìmi lunghi laghi chiusi da morene. I valichi tra le montagne sono poco elevati e la catena, pur non raggiungendo grandi altezze, ha paesaggi quali nelle Alpi si potrebbero trovare solo a un'altezza di 2000 o 2500 m. La catena termina verso SO. nella penisola di Lleyn con colline isolate. Per la sua segregazione questa è l'unica regione del Galles di qualche importanza dove l'antica lingua celtica è usata quasi esclusivamente; mentre la popolazione del Galles orientale parla quasi dappertutto il gallese e l'inglese. A S. della catena del Carnarvonshire una cupola di arenarie cambriche forma le alture di Rhinog e intorno a esse a S. ed E. sono rilievi costituiti da rocce vulcaniche: il Cader Idris (893 m.), l'Aran Mawddwy (905 m.) e l'Arenig Fawr (853 m.) ne sono i punti più elevati. Anche in queste colline si trovano laghi in profondi corries, spesso dietro dighe rocciose. Intorno a questa catena collinosa, costituita da rocce vulcaniche a S. ed E., si stende poi un altipiano assai inciso, costituito da rocce piegate ordoviciane e siluriche che raggiungono in media i 600 m., che hanno i punti più elevati nel Berwyn (827 m.) dove affiorano come vulcaniche e nel Plynlymon (752 m.), dove anche affiorano rocce vulcaniche. L'altipiano gallese è traversato da NE. a SO. da una notevole zona di dislocazioni che si può seguire dal lago Bala al mare: essa con le sue ramificazioni offre vie di comunicazioni in un paese aspro e selvaggio. Il lago Bala è il solo lungo lago dell'altipiano. Le acque dell'altipiano gallese sono raccolte da numerosi fiumi ampi ma brevi, formanti profonde valli che nel passato erano quasi isolate le une dalle altre e comunicavano lungo una stretta fascia costiera segnata da una serie di castelli: Chester, Hawarden, Flint, Rhuddlan, Conway, Carnarvon. Nella costa occidentale la fascia pianeggiante costiera manca del tutto, mentre l'altipiano suddetto è qui fiancheggiato da un altro ripiano costiero meno elevato con un'altezza di 150-250 m. È ancora incerto se questo ripiano costiero rappresenti una zona sprofondata sul margine dell'altipiano principale o si possa considerare come un piano di denudazione marina innalzatosi dopo il primo sollevamento dell'altipiano principale. Dappertutto lungo la costa ci sono segni dell'invasione di ghiacci plistocenici, che trasportarono ciottoli dal Mare d' Irlanda, da Antrim e dalla Scozia occidentale; ed è chiaro che le lingue di ghiaccio, sbarrando il cammino alle acque provenienti dai ghiacciai del Galles, deviarono alcuni fiumi e valli parallelamente alla costa. Il materiale trasportato da questi ghiacciai al loro sciogliersi fu depositato presso le coste del Galles e creò così una pianura di notevole estensione che vende in seguito erosa dal mare, lasciando alcuni lembi pianeggianti sporgenti tra le vallate: i cosiddetti sarns, di notevole estensione, che vengono in generr coperti nelle alte maree. Essendo la sommersione del terreno un elemento caratteristico delle leggende gallesi, è probabile che una pianura ora scomparsa esistesse ancora all'apparire dell'uomo. Resti di foreste di pini vengono scoperti talora durante le tempeste in alcuni punti lungo le coste, e, nella parte meridionale, ci sono tracce d'una foresta sommersa profondamente.

Le alture cumbrie e l'altipiano gallese sono avanzi di un'antica terra al posto della quale sorse la rimanente parte della Gran Bretagna meridionale, cioè l'Inghilterra e il Galles meridionale. La zona seguente è quella costituita da arenarie rosse devoniche del Galles orientale e del Welsh Border, coperta a E. da depositi del periodo carbonico. Questi ultimi, comprendendo spesso calcari alla base, coperti da arenarie e da strati contenenti carbone, indicano una transizione dalle condizioni marine a quelle di bacini lacustri e paludi, durante il periodo di deposizione. Nel SO. (Cornovaglia) l'arenaria rossa devonica è costituita da argille e da altri strati d'origine marina. Queste rocce devoniche e carboniche subirono in seguito gl'innalzamenti che crearono le catene montuose europee variscico-erciniane: i ripiegamenti che ne furono la conseguenza hanno una notevole influenza sull'attuale morfologia della Gran Bretagna. La direzione principale del ripiegamento variscico era approssimativamente da E. a O., e importanti ripiegamenti di questa età sono evidenti nella penisola armoricana (Francia). Ripiegamenti paralleli a questi sono stati rintracciati da perforazione sotto le rocce più recenti nel Kent e nelle colline di Mendip (Somerset). Il giacimento carbonifero ultimamente scoperto nel Kent giace sul lato settentrionale di un piegamento sommerso. Nel Devon e nella Cornovaglia abbiamo un'altra emersione dello stesso periodo, questa volta caratterizzata da una serie di cupole granitiche che formano gli altipiani poco elevati di Dartmoor, Bodmin Moor e Penwith. Il Galles e l'Irlanda meridionale mostrano un altro doppio piegamento parallelo dello stesso periodo, essendo i depositi carbonici del Galles meridionale in una sinclinale fiancheghiata a N. e a S. da calcari carbonici e da arenaria rossa devonica. Altre zone corrugate di rocce carboniche si stendono verso N. lungo il fianco orientale della massa di rocce antiche e formano varie anticlinali nei Midlands inglesi e specie nella regione montuosa dei Monti Pennini a N.

Consideriamo dapprima il Galles meridionale con i suoi giacimenti di carbone in una sinclinale che corre da E. a O. Questo altipiano è di struttura molto complicata essendo attraversato da una serie di strette e profonde vallate, alcune con tracce di glaciazione, tutte più o meno orientate verso NNO. e ESE. almeno nella parte orientale più estesa del giacimento di carbone. È principalmente lungo queste valli che viene scavato il carbone e alcune delle speciali difficoltà dell'industria derivano dalle condizioni fisiche che rendono molto difficile il provvedere luoghi adatti al sorgere di centri dove i minatori possano vivere vicino al loro lavoro. Nella parte occidentale della regione carbonifera le catene che la delimitano a E. e a O. s'incontrano con le catene già ricordate nord-orientali c sud-occidentali proprie dell'altipiano scozzese. La metà orientale del giacimento produce carbone bituminoso, la metà occidentale antracite. L'estrazione meccanica del carbone è attualmente impossibile in questo giacimento, dato il grande svantaggio economico. Anticamente una certa quantità di ferro si trovava nella parte N. di questo giacimento ed era la base di un'industria del ferro a Merthyr Tydfil e a Pontypool. Il giacimento si assottiglia molto al suo termine orientale nel Pembrokeshire. A nord del bacino carbonifero vi sono i cosiddetti Brecon Beacons, rilievo diretto da E. a O., costituito da arenaria rossa devonica. Il punto più alto, Pen-y-fan, tocca gli 886 m. Dietro questa, al N., sono i rilievi del Mynydd Eppynt, dei Black Mountains di Brecon e del Radnor Forest. I limiti settentrionali e orientali del bacino carbonifero sono tutti e due alti e dànno origine a forme molto caratteristiche, essendo l'ultimo costituito da calcare carbonico. Il fianco meridionale della sinclinale contenente i bacini carboniferi è invece per la maggior parte basso ed è stato invaso dal mare nelle baie di Swansea e Carmarthen e a Milford Haven. In questa zona bassa s'innalza tuttavia un rilievo, l'asse del quale è in alcuni luoghi coperto da rocce più recenti. Questa pianura, favorevole all'agricoltura, contrasta fortemente con le vicine vallate carbonifere, e con lo sterile altipiano del Galles. La regione pianeggiante meridionale segnò il limite della penetrazione anglo-normanna, il quale è indicato da castelli situati lungo un'antica strada romana; essa da molto tempo ha perduto la sua lingua primitiva gallese. Il giacimento di carbone nel sec. XIX radunò un'enorme popolazione, ora ridotta in grande miseria; nell'altipiano gallese la popolazione è ora in diminuzione, dato che oltre all'allevamento del bestiame e alle modeste coltivazioni, quasi la sola risorsa è l'estrazione dell'ardesia, che si trova specie presso lo Snowdon e il Cader Idris.

Nell'Inghilterra sud-occidentale vi sono almeno due anticlinali con la parte interna di granito, quella settentrionale visibile nell'isola di Lundy e che quasi sicuramente giace sotto gli strati devonici di Exmoor, e quella dei Brendon e Quantock Hills. Più a S. i rilievi granitici sono più estesi; a O. invece diminuiscono d'altezza e d'estensione. I principali fra essi sono il Dartmoor, il Bodmin Moor, gli Hensbarrow Downs, Carn Menellis, St. Just o Penwith e le isole Scilly, ultimo avanzo molto eroso. Questi rilievi granitici, eccettuati quelli delle isole Scilly, sono fiancheggiati da strati devonici compresi in una grande sinclinale tra il Dartmoor e l'Exmoor. All'estremità meridionale vicino a Start Point e al Lizard Head vi sono rocce molto metamorfosate, già credute arcaiche, recentemente ritenute di età devonica. Le rocce dure dell'Inghilterra sud-occidentale formano una parte notevole dell'altipiano; le valli hanno invece terreni largamente mescolati in alcuni luoghi. Le alture granitiche dànno argilla da porcellana e ci sono importanti filoni di rame e stagno specie al N. e all'O. di Carn Menellis e degli Hensbarrow Downs. Questi filoni una volta importanti sono stati sfruttati già nell'antichità. Nei tempi moderni la concorrenza delle miniere di rame della Spagna, dell'America e di altri luoghi, ha reso le attività minerarie di questa regione (Cornovaglia) intermittenti e precarie. La costa con belle rupi di non grande altezza, è caratterizzata da estuarî sommersi che formano belle baie specie nelle parti meridionali a Dartmouth, Plymouth e Falmouth. I porti però sono troppo lontani dai moderni centri industriali per avere attualmente una grande importanza commerciale; Plymouth è uno scalo soprattutto per transatlantici. La regione è ora importante in prima linea per l'agricoltura, specie per l'allevamento del bestiame e la coltivazione delle mele, ed è un luogo di villeggiatura per gli abitanti delle grandi città del NE. Nel territorio non ci sono apprezzabili quantità di carbone. Un resto di tradizione celtica si può ancora vedere in alcuni nomi di luoghi, ma le ultime tracce di lingua celtica sparirono da più di cento anni.

Parallela ai Brendon e ai Quantock Hills, ma separata da questi ultimi dall'estesa pianura del Somerset, è l'anticlinale dei Mendip Hills, che si continua a oriente sotto rocce più recenti per terminare nel bacino carbonifero del Kent. I Mendip sono una stretta e aspra catena, importante, economicamente, per i filoni di piombo, e ancor più importante perché segna il limite meridionale dei giacimenti carboniferi inglesi. La pianura del Somerset è principalmente coperta da terreni alluvionali e le sue paludi sono storicamente famose per la ritirata di re Alfredo ai tempo della dominazione danese (sec. IX) e per l'esistenza della storica abbazia di Glastonbury; questo paese è di continuo ricordato nelle leggende di re Artù. A N. dei Mendip Hills le anticlinali, costituite da rocce carboniche, hanno una direzione da N. a S. che prevale, eccetto nel Galles meridionale, in luogo di quella da E. a O. Nel bacino carbonifero della foresta di Dean, le maggiori anticlinali sono a N. e a S., come pure nel giacimento di Bristol a N. dei Mendip Hills, ma il giacimento è suddiviso da anticlinali con direzione E.-O.

Le anticlinali dei Midlands inglesi per gran parte emergono poco da un'estesa superficie a strati quasi orizzontali di arenaria rossa triassica, od orlano la parte orientale dell'altipiano gallese. Più a N., invece, c'è la maggiore anticlinale dei Monti Pennini, che si stende per 240 km. ed è orientata da N. a S.; la parte meridionale costituisce il Peak District del Derbyshire in cui la parte superiore del terreno carbonifero e la sottostante arenaria sono state asportate lasciando esposto il calcare carbonico. Questa è perciò una regione con valli strette e profonde, e con diverse caverne, alcune delle quali famose per tracce dell'uomo primitivo; l'acqua di questa regione, ricca di carbonato di calcio, è poco adatta a lavare la lana. L'industria laniera dello Yorkshire perciò si stende un po' più a S. di Huddersfield. Di lì, verso N., si continua nella vallata dell'Aire, dove, sebbene gli strati superficiali del Carbonico siano stati asportati dalla sommità dell'anticlinale è rimasto lo strato di arenarie a essi sottostante, il quale forma un terreno accidentato, con acquitrini e pendii coperti di eriche, con acque non calcaree utili per il lavaggio della lana; l'industria laniera si esercita principalmente nelle città al margine orientale del rilievo e vicino ai giacimenti di carbone. Anche a occidente di questi rilievi si esercitava l'industria della lana, che a partire dal sec. XVIII è stata sostituita dal cotone. L'acqua non calcarea è utile per questa industria più recente come lo era stata per l'antica. Per queste ragioni i due principali centri dell'industria tessile in Gran Bretagna sono sorti sui fianchi opposti di questa importante sezione dell'anticlinale pennina. Questa parte termina a N. in una zona di complicate dislocazioni dette i Craven Faults, incisa da corsi d'acqua scorrenti per lo più verso oriente. A nord di nuovo gli strati del periodo carbonico più recente costituiscono la superficie lungo l'asse dell'anticlinale, caratterizzata da diverse zone di dislocamento, alcune longitudinali, altre trasversali.

La più caratteristica di queste zone è la Great Pennine Fault che ha sul suo lato occidentale il basso bacino dell'Eden e su quello orientale la catena dei Monti Pennini. Quest'ultima è la parte più elevata del rilievo e raggiunge con la sua cima più alta gli 853 m. al Cross Fell, pur non superando in genere i 500 m.

In questa parte settentrionale ci sono grandi estensioni a circa 600 m. sul livello del mare e i più bassi strati carbonici si stendono fino ai Cheviot Hills attraverso un terreno accidentato, mentre la cintura dell'altipiano è interrotta dell'accentuato solco occupato dal fiume Tyne. Nella parte centrale dei Monti Pennini solo piccole superficie qua e là raggiungono i 600 m., mentre nella parte della catena costituita da arenarie, non si raggiunge mai quest'altezza. I Monti Pennini settentrionali e centrali sono uniti a O. alle alture cumbrie attraverso il passo di Shap e ad E. ai North York Moors attraverso quello di Northallerton. Sui fianchi delle anticlinali, costituite da strati del periodo carbonico, sono le sinclinali in cui si trovano le rocce che portano i giacimenti carboniferi. Queste rocce vengono talvolta alla superficie, o possono essere in parte coperte da arenaria rossa triassica o da rocce più recenti.

Diamo qui un cenno dei principali bacini di carbone dell'Inghilterra, avendo già ricordato quelli della Scozia e del Galles meridionale: a) il giacimento del Northumberland e del Durham, al di sotto del fianco orientale dei Monti Pennini settentrionali, che si stende fino alla costa a N. di Newcastle, e più a S. sparisce sotto rocce più recenti. Gli alberi d'alto fusto sulle colline, al di sopra del giacimento carbonifero, portarono all'industria della costruzione di navi, negli estuarî del Tyne e del Wear, industria che si sviluppò enormemente con l'uso del carbone e del ferro; b) il giacimento di York, Nottingham e Derby, sul fianco orientale dei Monti Pennini meridionali e del Peak District che termina sotto rocce più recenti verso E. presso Doncaster. Negli ultimi 20 anni questo giacimento nascosto è stato scoperto per una larga estensione; c) il giacimento di Whitehaven e Workington sul margine occidentale delle alture cumbrie, già sopra descritto. Esso forma solo una fascia costiera. La costa a S. ha minerale di ferro (ematite), anticamente importante per l'estrazione del ferro stesso; d) il giacimento del Lancashire meridionale e dello Staffordshire settentrionale, quest'ultimo ricco di argilla grossolana utilizzata per gl'involucri in cui si cuociono le stoviglie. Quest'ultimo giacimento è detto "the Potteries" Verso O. nella pianura del Cheshire gli strati carboniferi, che giacciono a tale profondità da non poter essere scavati, sono coperti da arenaria rossa triassica. A O. il carbone affiora di nuovo proprio al di sotto del limite nord-orientale dell'altipiano gallese; e) il giacimento del Flint e del Denbighshire; f) il giacimento di Hanwood, che orla le antiche rocce del Galles a S. del precedente; g) il giacimento di Wellington, Iron Bridge e Wyre, sul fiume Severn presso il lato orientale dei Hills, Clee; h) il giacimento dello Staffordshire meridionale, con anticlinali di rocce più antiche vicino a Dudley e Walsall, comunemente detto il Black Country, un tempo famoso per le fonderie del ferro; i) il giacimento del Warwickshire, più a E., dove riaffiorano gli strati che si sono sprofondati dal lato orientale del giacimento dello Staffordshire meridionale sotto l'altipiano di Birmingham costituito da arenaria rossa triassica; k) il giacimento del Leicestershire, uno dei minori, a NE. del giacimento del Warwickshire, con argille utilizzate nella fabbricazione di mattoni refrattarî. Qui gli strati carboniferi sono rivolti contro le antiche rocce di Charnwood, l) il giacimento della foresta di Dean; m) il giacimento di Bristol, su ambedue le rive dell'Avon a E. di Bristol; n) il giacimento del Kent, a N. di Dover e a E. di Canterbury, sepolto sotto depositi posteriori. Di questi ultimi tre si è già parlato.

Vi possono essere inoltre altri giacimenti celati sotto rocce più recenti, che ancora non sono stati riconosciuti. Quando i giacimenti sono alla superficie, il rilievo del terreno non è in genere molto marcato, eccetto dove l'arenaria dura è intramezzata a strati di carbone, come nel Galles meridionale. Il suolo è piuttosto povero e spesso con scolo difficile, insufficiente, così che il paesaggio era desolato anche prima della deturpazione causata dalle miniere e dalle industrie derivate. Facevano eccezione le valli del Galles meridionale, perché le loro rupi di arenaria erano per larghi tratti coperte di boschi, e la regione, secondo viaggiatori del principio del sec. XIX, era di eccezionale bellezza. Quasi tutti i giacimenti su ricordati sono in regioni che avevano scarso valore prima dell'estrazione del carbone, e divennero importanti al primo sorgere dell'industria moderna; da ciò ne venne che la maggior parte delle città industriali dell'Inghilterra situate sopra o presso i giacimenti carboniferi, a eccezione di Bristol e Coventry, crebbero rapidamente intorno a piccoli e miseri centri. L'anticlinale fiancheggiata dal giacimento di Wyre (f) continua verso S. sul margine orientale del giacimento della foresta di Dean. Tra questi due giacimenti l'anticlinale si manifesta col modesto rilievo dei Malvern Hills che si stendono da N. a S. e sorgono rapidi dalla pianura, costituita, nella parte orientale, da arenaria rossa triassica. Il punto più elevato di questo rilievo, che è un pittoresco luogo di villeggiatura e centro di collegi, raggiunge solo i 415 m. e divide la pianura d'arenaria rossa triassica a oriente, dal bacino d'arenaria rossa devonica che si stende fino all'altipiano del Galles. Questo bacino, detto comunemente Piana di Hereford, è principalmente bagnato dal fiume Wye e dai suoi affluenti, ed è famoso per le mele, il sidro e l'allevamento di bestiame da macello.

Le pianure di arenaria rossa triassica intorno alle anticlinali di strati del periodo carbonico costituiscono uno dei lineamenti più caratteristici dell'Inghilterra dal punto di vista morfologico. L'arenaria rossa costituisce il fondo delle pianure e delle valli dei corsi d'acqua che in gran parte nascono da queste anticlinali o sboccano dall'altipiano del Galles attraverso gli strati carbonici che lo delimitano a nord-est. Nel centro dell'Inghilterra l'alternarsi degli affioramenti d'arenaria rossa triassica con queste anticlinali, e a volte con rocce più recenti, dà al territorio una topografia variata, mentre a NO. si stende ininterrotta la pianura del Cheshire, a SO. quella del fiume Severn, a NE. quella del fiume Trent e dell'Ouse. Vi è inoltre la pianura del bacino dell'Eden a N. delle alture cumbrie già ricordate. Lungo il Severn inferiore e nel territorio dell'Ouse, l'arenaria rossa triassica è coperta da depositi posteriori. Queste tre pianure più larghe e più ricche di quelle situate in seno alle rocce più antiche prima descritte, che esse limitano, hanno avuto un'importanza storica come posti di frontiera del governo centrale permanente e organizzato. È quindi naturale che da queste regioni abbiano avuto origine i titoli di nobiltà che ora sono conferiti ai membri della famiglia reale; tra questi sono i titoli di duca di York, duca di Lancaster, conte di Chester, duca di Gloucester. Queste pianure hanno ricchi pascoli per il bestiame; grande quantità di alberi da frutta cresce nei luoghi riparati dai Malvern Hills; vi sono poi depositi di sale nell'arenaria rossa, e ciò ha portato a uno sviluppo delle industrie chimiche; vi si esercita inoltre l'industria delle pelli.

L'arenaria rossa triassica è dovunque disposta in strati quasi orizzontali, e la Gran Bretagna in apparenza non è stata molto disturbata da corrugamenti da quando sorse, benché ripiegamenti anche lievi abbiano avuto notevole influenza sulle caratteristiche morfologiche del sud-est, come si dirà in seguito. L'assenza di movimenti nella regione portò a un accumulamento di strati sopra strati nell'era mesozoica, con una leggiera inclinazione verso nord-ovest, cosicché andando in direzione di sud-est, si attraversano, una dopo l'altra, zone di rocce sempre più recenti, tutte leggermente inclinate verso nord-ovest le quali formano ripide scarpate se sono rocce dure, un lungo seguito di bassopiani se sono rocce plastiche (argille). Terreni del Lias (Giurassico inferiore) si trovano dal N. dello Yorkshire al Dorsetshire occidentale. Si possono ugualmente rintracciare i più alti strati giurassici, ai quali seguono strati del Cretacico inferiore, del Cretacico superiore o strati d'argilla, da Flamborough Head a Purbeck. Varî strati tra quelli giurassici, qualche volta uno strato di calcare liassico, qualche altra uno di calcare più recente formano una scarpata; e questa scarpata attraverso il centro dell'Inghilterra crea una divisione storica di grande importanza. A SE. sopra le rocce più recenti vi sono le più antiche aree coltivate; al NO. l'agricoltura era meno importante, mentre era più importante l'allevamento del bestiame. A SE. era il territorio che in genere obbediva all'autorità centrale, a NO. una regione perturbata nei secoli passati da periodici disordini. Le scarpate giurassiche cominciano a S. con i Purbeck Downs e con un rialzo sovrastante la pianura di Somerset verso O.; a N. dei Mendip Hills queste scarpate diventano più marcate nei Cotswold Hills (300 m.); al di là di queste colline verso N. si continuano nell'Edgehill, negli Uplands di Northampton e nel Lincoln Edge, interrotto dal solco del fiume Witham. A E. e a SE. di questa scarpata, che è formata da diverse specie di calcari giurassici, è un seguito di bassopiani in cui la superficie è costituita da argille giurassiche, spesso ricoperte da depositi glaciali pleistocenici (boulder clay). Il bacino superiore del Tamigi, quello del Nene e dell'Ouse, quello inferiore del Witham e la valle di Pickering ne sono gli elementi principali. Questa pianura è a sua volta a E. e a SE. circondata dalla scarpata di creta che dagli Yorkshire Wolds attraverso il solco del Humber giunge a S. ai Lincoln Wolds, interrotti alla loro volta dalla baia di Wash. La creta appare di nuovo nel Norfolk Edge e nella catena degli East Anglian Heights che termina nei Chiltern Hills. Questi vengono bruscamente tagliati dal Tamigi scorrente dal bacino superiore, attraverso lo stretto passaggio detto Goring Gap, nel bacino inferiore che è una continuazione del corso del suo affluente Kennet. Dall'altro lato della gola di Goring la scarpata di creta si continua nelle colline del White Horse che corrono quasi in linea retta verso O. Al termine delle colline del White Horse la scarpata di creta volge a O. ancora una volta fino a che raggiunge la costa meridionale. La disposizione della creta nel SE. dell'Inghilterra è, tuttavia, complicata per un notevole corrugamento di queste rocce in direzione E.-O. avvenuto nell'era terziaria e senza dubbio collegato in qualche modo ai grandi movimenti orogenetici e alla formazione di catene montuose di questo periodo. Quest'arco montuoso può essere seguito dal Wiltshire fino al Boulonnais in Francia, ma le parti culminali sono state demolite in tutta intera la lunghezza, salvo alle estremità: quella settentrionale forma i North Downs che costituiscono il margine meridionale del bacino del Tamigi, quella meridionale forma i South Downs, che terminano a E. presso il Capo Beachy. Le due serie dei Downs si uniscono a O. nei Salisbilry Downs, in gran parte costituiti di creta con alcuni piccoli resti di un'arenaria dell'Eocene, che un tempo doveva coprire la maggior parte di essi. Questi residui sono principalmente blocchi di arenaria dura, chiamati sarsens, che hanno uno speciale interesse perché alcuni di essi furono utilizzati per costruire parti dei grandi monumenti preistorici di Avebury e Stonehenge. Nella parte interna dell'arco montuoso calcareo, dove la superficie è stata consumata, affiorano strati cretacei meno recenti che costituiscono il Weald, un'area pianeggiante, anticamente coperta di boschi e per questa ragione divenuta il centro più importante dell'industria del ferro prima dell'introduzione del carbone. Le alture del Forest nel mezzo del Weald, quelle del Ragstone più a N. e quelle del Battle più a S. variano la pianura, che termina a E. nella palude di Romney. Dai South Downs gli strati di creta piegano rapidamente verso S., sotto quello che è chiamato il bacino del Hampshire, coperto da argille dell'Eocene e dell'Oligocene. Egualmente dai North Downs e Chiltern Hills gli strati di creta s'immergono rapidamente e sono ricoperti dalle argille eoceniche del bacino del Tamigi e della parte orientale dell'Anglia orientale.

La parte sud-orientale dell'Inghilterra ci mostra una regolare successione di rocce, dalle giurassiche a quelle dell'Eocene o dell'Oligocene: e questi strati sono disposti più o meno parallelamente gli uni agli altri. Ci sono poche altre regioni che possono mostrare un sistema di strati secondarî o mesozoici così bene come la pianura inglese. Il rilievo non è mai molto accentuato: punti al di sopra dei 300 m. si incontrano solo in poche parti dei rilievi di creta. Questi rilievi sono tagliati ad angolo retto da solchi, in qualche caso percorsi da corsi d'acqua, che in qualche altro caso mancano. Si sono fatte molte ipotesi sulle cause che hanno determinato la formazione di questi solchi: si è detto che il corso d'acqua in qualche caso è stato catturato e deviato, che in qualche altro abbiamo i resti di un più antico e più esteso sistema di scolo di un periodo in cui c'era più abbondanza di acqua, derivante forse anche in parte dallo smaltimento dei ghiacciai, o ancora che il corso d'acqua che anticamente solcava la vallata si è poi aperta una via sotterranea nella roccia permeabile o persino che il corso d'acqua possa aver lavorato nel sottosuolo da tempi immemorabili e possa aver rimosso materiale in dissolvimento al di sotto e così condotto all'abbassamento del materiale sovrastante. Dove la creta si è sprofondata a est ci sono basse pianure, come nel Holderness (Yorkshire), nella palude di Lincoln a est dei Wolds, nei Norfolk Broads e nella costa dell'Essex con il suo complesso sistema di fiumi. Tra i Lincoln Wolds e il Norfolk Edge c'è un ampio braccio di mare, il Wash, fiancheggiato, quasi dappertutto, salvo verso il Norfolk Edge, da terreni paludosi anticamente coperti dal mare che si stendeva molto più internamente, su quel terreno ove ora sono i Fens e occupava la parte inferiore dei bacini dei fiumi Ouse, Nene, Welland e Witham, giungendo fin dove sono ora le antiche città di Cambridge, Huntingdon e Peterborough. Ely e Boston sono antiche città sorte su piccole elevazioni nel terreno paludoso. Il mare da molto tempo si è ritirato da questo terreno, parte per un processo di alluvionamento, parte per intervento dell'uomo, specialmente per opere di prosciugamento fatte con l'aiuto d' idraulici olandesi. Le Norfolk Broads sono caratteristiche per i larghi specchi d'aequa al livello del mare, ma qui le paludi non sono estese. Sulla costa dell'Essex e sulla costa settentrionale del Kent piccole aree pianeggianti sono isolate da antichi letti di fiumi, ora più o meno invasi dal mare, che forma insenature e bracci. Al largo della costa del Kent si trovano le pericolose secche di Goodwin, residui di una terra sommersa. L'isola di Wight, presso la costa meridionale inglese, è, come le isole della costa orientale, un frammento staccato dall'isola principale, separato da quest'ultima per un abbassamento di livello, cosicché il mare ha invaso antichi letti di fiumi. In questo caso il letto affondato, il Solent, è assai ampio; e il mare occupa anche gli estuarî dei fiumi Test ed Itchen, che formano la Southampton Water. La stessa isola di Wight è molto diversa dalle isole della costa orientale perché possiede caratteristiche strutturali molto accentuate, per il riaffioramento della creta da sotto le argille terziarie che qui sono disposte in maniera insolita. Alla Gran. Bretagna appartengono anche le Isole Normanne situate a sud della Manica e perciò, fisicamente, parte staccata della Francia.

Clima. - Elementi essenziali di situazione e forma che concorrono a determinare il clima della Gran Bretagna sono la sua posizione rispetto alla zona di prevalenza dei venti occidentali dell'Atlantico, tra i 50° e i 60° di lat. N., e secondariamente i rilievi innalzantisi lungo la parte occidentale o atlantica, dove aree considerevoli si avvicinano o raggiungono i 600 m. s. m., e agiscono da condensatori dando origine a copiose precipitazioni. Nello stesso tempo per la sua insularità la Gran Bretagna ha una dolcezza di clima insolita alla sua latitudine, che viene molto accresciuta per l'influsso della corrente relativamente calda dell'Atlantico settentrionale, di cui un ramo arriva fin sulle coste delle Isole Britanniche. La parte occidentale della Gran Bretagna essendo costituita principalmente da rocce antiche e dure, che sono in genere impermeabili, ha notevoli superficie acquitrinose e paludi, mentre il suolo dell'Inghilterra orientale, essendo costituito da rocce più recenti e spesso permeabili, permette alla pioggia di penetrare in esso, cosicché l'atmosfera non rimane mai eccessivamente umida, come accade invece nella parte occidentale. Ciò nonostante, è la parte sud-occidentale che registra il maggior numero di giorni sereni in un anno. Il sole è all'orizzonte per più di 4000 ore per anno, ma il totale di nuvole e nebbie è tale che solo pochi luoghi nel sud e nel sud-ovest hanno 1600 ore di sole. Si deve fare eccezione naturalmente per le Isole Normanne, che per la loro posizione a una latitudine molto più meridionale sorpassano le 1800 ore e spesso le 2000. Le Ebridi e le Orcadi invece raggiungono solamente 1200 ore. I percorsi dei cicloni atlantici sono troppo vicini ad esse per permettere loro di essere libere da nubi. Le parti sud-orientali sono più lontane dai normali percorsi dei cicloni e hanno il beneficio della minore latitudine: perciò dove i rilievi non sono alti abbastanza da favorire la condensazione delle nuvole, si registra il maggior numero di giorni sereni. Il totale dei giorni di sole, nell'estremo N., sarebbe anzi minore di quel che non è, se non fosse per la maggiore lunghezza del giorno durante l'estate a queste latitudini nordiche; il sole qui non è mai molto alto e i raggi solari nelle Shetland formano un angolo di 37° con la verticale perfino il giorno del solstizio d'estate. È degno di nota che, mentre quasi tutta la Gran Bretagna, eccetto il Pembrokeshire, la Cornovaglia, la costa meridionale e il Norfolk, ha meno di 1500 ore di sole per anno, quasi tutta la Russia, eccettuato il bacino della Pečora e quello inferiore della Dvina, raggiunge un totale maggiore. Quasi tutta l'Italia ha più di 2250 ore di sole e alcune parti più di 2500 ore. ll contrasto fra il totale di meno di 1500 nella Gran Bretagna e il totale di 1750 ore o più che ha la maggior parte della Francia, eccettuate le regioni più settentrionali, è molto importante se si paragonano le condizioni di vita tra la Gran Bretagna e la Francia. L'Olanda, che la Gran Bretagna protegge in parte dai cicloni atlantici e che è priva di elevazioni che favoriscono la condensazione ha 1750 ore e più. L'intera Gran Bretagna è perciò una regione molto nuvolosa e nebbiosa, senza contare quelle nebbie che sempre per un certo spazio si radunano sopra le zone industriali.

Nell'inverno le isoterme delle temperature medie minime tendono a correre parallele alle coste orientali e specialmente a quelle occidentali. Quella di i°,7 in gennaio segue la costa occidentale di Lewis, nelle Ebridi, di qui, dirigendosi verso sud, rasenta le coste della Scozia e dell'Inghilterra nord-occidentale. La temperatura media del Galles e dell'Inghilterra sud-occidentale in questo mese è superiore a questa cifra, ma l'isoterma segue la costa della Manica, che in questa stagione è un golfo di relativo calore. Le linee isotermiche delle temperature medie minime di 1°, 1 e 0°,6 seguono varie parti della costa orientale; le sole regioni con una temperatura media minima in gennaio di 0° o meno, sono una parte dei Highlands centrali scozzesi, il versante orientale dei Monti Pennini e la catena centro-orientale. Le linee isotermiche calcolate sulle temperature medie mensili procedono in maniera simile: quella di 4°,4 in gennaio rasenta le coste occidentali della Scozia e dell'Inghilterra nord-occidentale, tagliando fuori il Galles e l'Inghilterra sud-occidentale, che sono sensibilmente più caldi. Naturalmente queste linee isotermiche sono per le temperature ridotte al livello del mare, e non tengono conto dell'altimetria. La piccola differenza tra la media mensile e la temperatura media minima indica l'assenza di variazioni estreme, che è una caratteristica molto importante del clima britannico. La disposizione da N. a S. delle linee isotermiche continua in febbraio, ma comincia a modificarsi in marzo, e, a partire da aprile, le linee isotermiche sono dirette da E. a O., perché l'influenza dei raggi solari si fa maggiormente sentire. In questa stagione, per il fatto che il mare si riscalda più lentamente della terraferma, le linee isotermiche hanno una curva verso sud sopra il mare, mentre vicino alla costa occidentale i varî segni della primavera vengono circa quindici giorni più tardi che nell'interno alla stessa latitudine. Questa inclinazione verso sud delle linee isotermiche sopra il mare rimane una caratteristica accentuata in giugno e luglio, ma diventa meno notevole in agosto. A partire da settembre la terraferma diviene più fredda del mare, e negli ultimi mesi dell'anno le linee isotermiche piegano molto accentuatamente a N. sopra il mare, e la costa occidentale è notevolmente più calda che le aree dell'interno. Le linee isotermiche della temperatura media massima in luglio, come quelle della media minima per gennaio, seguono più o meno la costa: così quella di 16°,6, che corre lungo la costa occidentale della Scozia, e quella di 17°,7 che segue la costa sud-occidentale di questo paese e la costa del Galles, mentre l'isoterma di 18°,9 rasenta le coste sudoccidentali e meridionali come pure una gran parte della costa orientale. Solo la parte interna a sud del Tamigi raggiunge una media massima in luglio di 22°,2. Solo eccezionalmente in Gran Bretagna si hanno temperature elevate. Le linee isotermiche delle temperature medie mensili per luglio vanno da 130,3 sulla costa occidentale della Scozia a 16°,6 nell'Inghilterra sud-occidentale e nella costa meridionale. Una piccola estensione nell'interno, a sud di Londra, raggiunge in luglio una temperatura media di 17°,7. Questa differenza di solo 2°,2-3°,3 fra le temperature medie mensili in luglio e la media delle massime per lo stesso mese, accentua la piccola portata delle variazioni nell'estate. Tuttavia, nell'atmosfera umida con il potere di evaporazione che varia continuamente e in modo capriccioso, queste relativamente piccole variazioni di temperatura, in inverno e in estate, sono avvertite intensamente e avvengono da un giorno all'altro a seconda che le influenze dell'atmosfera sopra la terraferma e sopra il mare mutano il loro equilibrio. La Gran Bretagna è sempre nella zona di contrasto tra queste due influenze e raramente rimane sotto l'una o l'altra per molto tempo di seguito. Perciò, benché la portata della variazione riveli una notevole rarità di estremi, anche la variabilità è una nota fondamentale del clima britannico. L'escursione annua di temperatura varia da meno di 10° sulle coste occidentali della Scozia, a oltre 13°,3 nell'Inghilterra orientale. Le temperature medie annue dànno una cifra inferiore ai 6°,7 nella maggior parte dei Highlands scozzesi, nei Southern Uplands, nelle Cumbrian Mountains e nei Monti Pennini; l'altipiano gallese raggiunge una media solo di poco superiore (7°,8). Queste ultime sono perciò regioni dedite all'allevamento del bestiame più che all'agricoltura, a causa della temperatura e della povertà del suolo. La temperatura media annua è superiore ai 10° solo nell'estremità meridionale.

La distribuzione della pressione barometrica sopra la Gran Bretagna è così variabile che poche osservazioni utili si possono fare sull'andamento generale nell'anno. Irregolarmente, specie nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, una massa di aria fredda ad alta pressione può diffondersi dal nord dell'Europa, o anche molto saltuariamente dall'Irlanda, e dare alla Gran Bretagna un gelo prolungato, nell'ultimo caso con molta neve sulla parte occidentale. Questo, tuttavia, è raro, benché in realtà non passi un inverno senza portare un po' di gelo anche nel sud, salvo vicino all'estremità della Cornovaglia. Occasionalmente un sistema anticiclonico estivo può diffondersi sopra la Gran Bretagna meridionale dall'area di alta pressione delle Azzorre o dall'Europa meridionale, e questo può portare temperature superiori ai 26°,7 per parecchi giorni. Una delle principali vie che le minime barometriche e i cicloni seguono nell'emisfero settentrionale, corre verso NE. non lontano dalle Ebridi, dalle Orcadi e dalle Shetlands, e questa regione è perciò tempestosa e ha molte piogge cicloniche e alternanze di temperature. Nell'autunno e nell'inverno alcuni dei minimi barometrici sono soggetti a spostarsi a est, attraverso la Gran Bretagna, verso il Baltico dando una distribuzione variabile alle piogge cicloniche. Anche la Manica si comporta come un solco ciclonico.

La Gran Bretagna occidentale è nettamente distinta da quella orientale nei riguardi della pioggia, che è superiore ai 1000 mm. annui nell'Inghilterra sud-occidentale, nell'Anglesey e nel Flint, mentre raggiunge i 2000 mm. nelle Cumbrian Mountains ed è superiore ai 1500 mm. in alcuni luoghi dei Monti Pennini. Nella Scozia occidentale è quasi dappertutto superiore ai 1000 mm., e ai 2000 mm. in vaste aree degli Highlands occidentali. Lungo la costa orientale la pioggia è di solito tra 500 e 750 mm. e cifre di poco superiori si hanno nei York Wolds, nei North York Moors e nel nord-est della Scozia. Ma il massimo contrasto riguardo alle precipitazioni si ha tra la parte orientale e l'occidentale della Scozia a nord del Forth e del Clyde. Le minori precipitazioni si hanno nei Fens (Inghilterra orientale) e nelle parti meno elevate del Lincolnshire. La pioggia cade in tutte le stagioni, ma in marzo l'Inghilterra centrale e orientale ha meno di 50 mm. di pioggia. Nei Fens e in alcune aree adiacenti, in ogni mese da gennaio a maggio incluso, non si raggiungono nemmeno 50 mm. La regione dei Fens ha spesso sopra 75 mm. in luglio, ma anche allora l'O. ne ha di più: non c'è mese in cui qualche parte dell'Inghilterra sud-occidentale e del Galles non abbia almeno 100 mm. di pioggia e non c'è mese in cui qualche parte dei Highlands occidentali non raggiunga i 150 mm. Nell'Inghilterra sud-occidentale e nel Galles l'aprile ha di gran lunga la minima quantità di piogge e v'è un notevole aumento da maggio-giugno a luglio-agosto. La stagione delle massime precipitazioni varia considerevolmente nelle diverse parti, benché in generale cada in autunno, salvo in alcune aree orientali interne, dove è in luglio o in settembre. Ottobre è il mese più piovoso nella Cornovaglia occidentale e nel nord e nord-est della Scozia, novembre nella maggior parte del Galles e nella Scozia meridionale, gennaio, e in pochi luoghi dicembre, nella maggior parte dei Highlands e nelle Ebridi. Molte piogge accompagnano i cicloni e sono così soggette ad essere discontinue. Le aree occidentali, di cui sono state accennate sopra le condizioni termiche sfavorevoli all'agricoltura, sono pure generalmente troppo piovose per la coltivazione delle messi: gli abitanti si dedicano perciò prevalentemente all'allevamento del bestiame. I dati climatici della tabella a p. 676 saranno utili a illustrare le notizie già esposte.

Idrografia. - Le abbondanti precipitazioni e la presenza di rocce impermeabili determinano una complessa rete idrografica, mentre i passati movimenti della terra e l'azione dei ghiacciai hanno reso le montagne occidentali ricche di piccoli ma spesso bellissimi laghi. Nelle Ebridi esterne le principali linee di scolo, salvo qualche eccezione, sono conseguenti, corrono cioè ad angolo retto con l'asse principale, mentre le estremità inferiori spesso formano fiordi dovuti a parziale sommersione. Questa sommersione ha convertito numerosi letti di corsi d'acqua in bracci di mare tra isole. Anche nei Highlands nord-occidentali della Scozia, cioè a NO. del Glen More, i corsi d'acqua corrono, in gran parte, perpendicolari all'asse principale, che ha una direzione da NE. a SO. I fiumi del versante occidentale, che scorrono cioè con direzione NO., non hanno rispondenza con quelli del versante orientale aventi direzione SE.; la configurazione strutturale è stata d'importanza secondaria nel determinare i loro corsi principali. Sono essi che hanno inciso l'altipiano in alture separate e dove hanno lasciato le rocce più antiche e sono entrati nella zona dell'arenaria devonica, hanno prodotto delle gole in queste rocce dure, ma porose. Nelle parti più elevate delle loro valli vi sono in genere estesi laghi, e le estremità inferiori delle valli sommerse formano notevoli fiordi. Il Glen More (v.), una delle caratteristiche più notevoli delle Isole Britanniche, è una zona di spostamento che attraversa la Scozia da NE. a SO. contenente due lunghi laghi, Loch Ness e Loch Lochy, che scolano rispettivamente verso NE. e SO., ma uniti dal Canale di Caledonia (v.), che fornisce una via navigabile dal Moray Firth al Loch Linnhe. Nei Highlands a NO. del Glen More i fiumi che corrono verso NO. sono in genere molto brevi e veloci e i fiordi, detti lochs, spno numerosi, lunghi e ramificati. I fiumi che scorrono verso E. e SE. possono raggiungere una lunghezza di 60-70 km. e le estremità inferiori sommerse delle loro vallate sono chiamate firths. Ve ne sono tre ampî, ma il rimanente della costa è relativamente regolare essendo costituito da arenaria devonica. Nei Highlands a SE. del Glen More i corsi d'acqua correnti con direzione NO. e SE., cioè trasversale all'asse principale, sono meno importanti di quelli paralleli a quest'asse, che scorrono lungo le caratteristiche strutturali; i fiordi (detti lochs) dell'Argyllshire sono i tratti inferiori di questi corsi. Lo Spey (175 km.) è il più importante tra questi corsi d'acqua. Il Findhorn (110 km.) e il Nairn sono corsi d'acqua meno lunghi, press'a poco paralleli allo Spey e al Glen More. Il Deveron, il Don e il Dee raccolgono le acque dell'estremità nord-orientale dei Highlands. Il Tay superiore e il loch omonimo sono pure press'a poco paralleli allo Spey, mentre il corso inferiore scorre perpendicolare al primo dopo aver attraversato il margine dei Highlands formando una gola nell'arenaria devonica. Gole di tale specie sono caratteristiche in questa regione, nella quale s'incontrano le antiche rocce ripiegate e l'arenaria devonica dei Highlands nord-occidentali. Il Tay (197 km.) con i suoi afluenti non è solo il più importante fiume dei Highlands, ma offre anche la più importante via attraverso il loro margine, la via che diede importanza storica alle città di Perth e Scone. Il Forth a E. e a NE., e il Clyde (170 km.) a O. e a SO., raccolgono le acque dell'altipiano centrale scozzese, mentre le acque dei Southern Uplands sono raccolte, traversalmente al loro asse principale, dal Clyde superiore e dal Doon verso NO., dall'Esk, l'Annan, il Nith, il Ken e il Cree a SE. Il fiume Tweed (155 km.) ha i suoi affluenti principali paralleli all'asse dei Southern Uplands, alla loro estremità orientale, e il suo bacino inferiore giace tra essi e i Cheviot Hills. Il suo corso superiore costituisce una via di comunicazione, attraverso i Southern Uplands con Edimburgo. I fiumi della Scozia, famosi per la pesca del salmone e altri pesci, sono in gran parte veloci e non navigabili; solo brevi tratti del Clyde, del Forth e del Tay sono navigabili. In molti casi la massima portata di questi fiumi è regolata più dal periodo delle massime precipitazioni che dallo sciogliersi delle nevi, benché la variabilità del tempo possa causare lo scioglimento delle nevi in una stagione di piogge abbondanti. Quando un fiume scozzese scorre in una vallata dalle pareti ripide, con suolo fertile lungo le rive del corso d'acqua, questa valle si chiama strath; se la valle è molto stretta e profonda con poco terreno coltivabile, è chiamata gleil. La Scozia e il Galles sono ricchi, per le forme del terreno, di nomi particolari che sono scientificamente riconosciuti.

I fiumi dell'Inghilterra e del Galles sono in genere più lunghi e più ampî di quelli scozzesi per il maggior numero degli affluenti che vi si versano. Si possono dividere in quattro gruppi: 1. fiumi del sistema pennino; 2. fiumi del Galles; 3. fiumi derivanti dalla scarpata di rocce mesozoiche; 4. fiumi del SO. dell'Inghilterra. La regione montuosa pennina è stata già descritta come un'anticlinale con direzione da N. a S., molto dislocata. I fiumi sono in genere perpendicolari al suo asse, ma un discreto numero di essi utilizza le zone di dislocamento e altre linee strutturali e devia dalla direzione di E. e di O. A est il Tyne (128 km.), il Wear (96 km.), il Tees (136 km.), e i corsi superiori di molti degli affluenti dell'Ouse, sono perpendicolari ai Monti Pennini. Il Derwent, un tributario orientale dell'Ouse, raccoglie le acque della valle di Pickering tra i rilievi giurassici e quelli cretacei; un tempo si gettava nel Mare del Nord, ma ha deviato il suo corso a causa d'un accumulamento di argille dell'epoca glaciale pleistocenica avvenuto allo sbocco della valle. Sulla parte occidentale dei Monti Pennini il Ribble, il Mersey (112 km.) e il Weaver superiore, sono essenzialmente corsi d'acqua perpendicolari, mentre l'Eden e il Lune occupano la depressione strutturale tra l'elevazione pennina e i Cumbrian Mountains. I corsi superiori dei fiumi pennini sono spesso in valli strette e profonde, con pendii scoscesi, e nelle zone calcaree vi sono fiumi sotterranei. I corsi inferiori che scorrono in aperta pianura sono più o meno navigabili; in tempi passati, p. es., l'Ouse era navigabile fino alla città di York, che doveva a ciò molta della sua importanza. Le acque dei Cumbrian Mountains sono raccolte dal sistema di laghi radiali, già descritto.

Il sistema dei fiumi del Galles e del Welsh Border è importante per capire la diversità linguistica e gli aspetti sociali di questa regione. La parte verso il mare dell'altipiano gallese è ricca di veloci e brevi corsi d'acqua scorrenti quasi tutti in profonde e scoscese valli, che possono seguire linee strutturali o semplicemente essere perpendicolari all'asse delle montagne. Di alcuni di essi si è già parlato nella parte precedente. Il fiume più lungo è il Towy (105 km.). Le valli più lontane dall'Inghilterra sono divenute rifugio della tradizione e della lingua gallese, che sopravvive in un certo numero di forme dialettali. I corsi d'acqua orientali provenienti dalle montagne del Galles comprendono il Dee, il Severn, il Wye e l'Usk. Il Dee, che nella regione gallese scorre in una profonda e strettissima valle, si crede rappresenti, geologicamente parlando, una recente diversione di un corso d'acqua anticamente scorrente verso O. Gli altri corsi d'acqua orientali hanno valli più aperte sul confine gallese e queste hanno offerto vie d'ingresso alle influenze anglicizzanti nel Galles, cosicché la lingua gallese ha da tempo perduto il suo potere in queste valli, salvo nelle parti più interne dì esse. Lasciando i rilievi del Galles, il Dee piega a N. dietro la loro base e sbocca nel Mare d'Irlanda con un estuario, che si è tanto colmato da far perdere al porto di Chester, situato alla sua estremità, ogni importanza commerciale nel corso degli ultimi tre secoli. Il Dee (lungo 112 km.) nella parte superiore è l'emissario del lungo lago Bala, che occupa una parte della zona di dislocacamento di cui si è già parlato. Il Severn (336 km.), il fiume più lungo della Gran Bretagna, nasce dall'altipiano del Galles al Plynlimon e scorre in una valle profonda di considerevole ampiezza, volgendo poi a S. nelle pianure dell'Inghilterra. Della sua parte inferiore si parlerà a proposito dei fiumi che hanno origine nella scarpata mesozoica inglese. Il fiume è navigabile per un lungo tratto, fino a Bewdley, che è proprio all'estremità della stretta valle nella quale scorre il fiume oltre Ironbridge. Il Wye (208 km.), che scorre nella maggior parte della sezione gallese in una caratteristica vallata, stretta e profonda, sbocca poi nella pianura di Hereford. Il suo corso successivo è notevole perché ha formato meandri profondamente incassati nell'arenaria devonica e nel calcare carbonico del Monmouthshire. L'Usk (112 km.) è il fiume che raccoglie le acque del margine orientale dei giacimenti carboniferi del Galles meridionale.

Tra i fiumi che hanno relazione con la scarpata mesozoica inglese si parlerà anzitutto del Severn, già ricordato, e del Trent. Il Severn nel suo corso inferiore segue l'ultimo tratto di una lunga linea strutturale lungo i rilievi giurassici dei Cotswold, dove riceve l'Avon di Warwick. Il Trent (272 km.), alimentato dai corsi d'acqua dell'estremità meridionale dei Monti Pennini, volge a nord dietro la scarpata giurassica conosciuta come il Lincoln Edge. Il Welland, il Nene e l'Ouse (256 km.) corrono con direzione NE. in letti longitudinali tra le scarpate giurassica e cretacica fino al poco profondo golfo denominato The Wash, che colmano incessantemente con fango, rialzando così i Fens e i Marshlands che sono stati progressivamente prosciugati. A est della scarpata cretacica vi sono numerosi fiumi, dei quali solo il Tamigi ha inciso, retrocedendo questa scarpata, per lo scolo della regione tra essa e la scarpata giurassica. Il Tamigi così ha un bacino superiore il cui centro è Oxford, e un bacino inferiore il cui centro è Londra: la comunicazione fra i due bacini è costituita dalla stretta gola di Goring. Risalendo il solco nel quale scorre il bacino inferiore del Tamigi si giunge al Kemet, un affluente, e non al Tamigi superiore, cosicché si può dire che il bacino superiore è un'aggiunta sul lato sinistro al sistema del Tamigi. Il Tamigi ha una lunghezza totale di 335 chilometri. I North e South Downs sono stati incisi da numerosi corsi d'acqua, alcuni dei quali, come il Medway, hanno corsi longitudinali nel Weald prima di tagliare i Downs. Il Test sbocca in mare con il largo estuario del Southampton Water, e questo a sua volta termina nel canale detto The Solent, che separa l'isola di Wight dalla terraferma, formando insieme un ancoraggio incomparabile. La metà orientale del Solent è spesso impropriamente chiamata Spithead. I fiumi dell'Inghilterra sud-occidentale sono specialmente ricchi di ampî estuarî che formano porti famosi; gli stessi fiumi sono molto corti e veloci e i principali hanno i loro corsi determinati da caratteristiche strutturali.

I laghi della Gran Bretagna sono numerosi e di diversi tipi: a) I tarns in bacini rocciosi o dietro dighe moreniche, proprî delle regioni montuose; sono molto numerosi nella regione montuosa del Galles al di sopra dei 600 m. Il nome tarn è scozzese. Questi piccoli specchi d'acqua hanno spesso contorni rotondeggianti e giacciono in profondi bacini, dalla forma più o meno semicircolare. b) I laghi detti glen, che occupano le lunghe, profonde e strette valli dei Highlands scozzesi, dei Cumbrian Mountains e del Galles settentrionale. In queste due ultime regioni, importanti modifiche sono state apportate dall'uomo per creare dei serbatoi, che a Vyrnwy e a Rhayader, nel Galles, sono stati costruiti dove prima non esisteva alcun lago. Molti laghi di questo tipo hanno le loro parti meno elevate chiuse da morene. Il maggiore, nel Galles, è il lago Bala; nell'Inghilterra e nel Galles il lago di Windermere; nella Scozia e nell'intera Gran Bretagna il Loch Ness, nel Glenmore. Il Loch Ness è lungo circa 36 km. c) I laghi di pianura, che si trovano specie in Scozia, entro archi morenici.

Flora e Vegetazione. - Al clima piovoso ma mite della Gran Bretagna corrisponde il mantello di vegetazione naturale costituito da boschi di querce, faggi, frassini e olmi che predominano tra gli alberi di alto fusto. Siccome, sin nel periodo pleistocenico i ghiacciai occupavano una gran parte della superficie, è evidente che questa vegetazione deve essersi sviluppata dopo il periodo glaciale. Poiché quella sommersione di terre, che convertì la Gran Bretagna e l'Irlanda in isole, si crede comunemente sia avvenuta non molto dopo lo scioglimento dei ghiacciai, alcune delle piante introdotte o reintrodotte possono esser giunte dopo che il territorio divenne insulare. Si può perciò credere che la vegetazione della Gran Bretagna sia una replica, alquanto impoverita, di quella che si trova nelle terre dall'altra parte della Manica e del Mare del Nord; e a questa allora si possono aggiungere poche specie, resti delle piante artiche alpine, che si suppone non furono del tutto distrutte dai ghiacciai. Un interessante problema ci presentano però le piante che non sono comprese in nessuno dei due gruppi precedenti. Le piante artiche alpine sono rappresentate dalla Betula nana artica che rimane nel Devonshire e dall'alpina Carex friida. Altre specie sono: Salix herbacea, S. arbuscula, Arctostaphylos alpina, Sedum rhodiola, e inoltre Ranunculus repens, Viola palustris, ecc. Una prima invasione portò Betula pubescens, Corylus avellana, Alnus glutinosa, Salix purpurea, Lychnis dioica, ecc. A queste devono essere seguite, nell'Inghilterra orientale, le piante steppiche che sono un elemento importante del gruppo orientale di piante, p. es. Veronica verna, Artemisia campestris, Medicago falcata, Silene otites, e alcune specie di orchidee. La seguente invasione di piante portò a un nuovo aumento di zone boscose con gli alberi sopra ricordati ai quali si aggiunse il Pinus silvestris che acquistò una vastissima diffusione. Le foreste in questo periodo occu̇parono una larga parte del suolo, ricoprendo molte valli e lasciando scoperte, probabilmente, solo zone paludose o sabbiose e alcune superficie di roccia porosa che, per qualche ragione, mancavano di uno strato di terra impermeabile. Tutti i terreni di creta, eccettuate le scarpate, dovevano essere pressoché nudi e lo stesso si sarebbe verificato per molte zone di calcare e di arenarie se non fossero state coperte da depositi glaciali d'argille o da altri strati che favorirono la vegetazione arborea; così il frassino (fraxinus excelsior) occupò larghe estensioni di terreni calcarei. Esistono tracce di foreste sopra i 500 m. nel Galles, e sopra gli 800 m. nei Pennini, mentre ora il limite dei boschi è intorno ai 300 m. Il cambiamento è dovuto in parte al fatto che le foreste di querce tendono, di per sé stesse, dopo un certo tempo a degenerare in macchie e prati, come quelli che attualmente coprono molti dei più elevati pendii della Gran Bretagna. C'è stato, senza dubbio, un cambiamento di clima che condusse al diboscamento delle isole Orcadi, delle Shetlands e di molti altri luoghi, e alla formazione della torba a spese delle foreste. Il cambiamento di clima qui ricordato si crede sia stato più o meno contemporaneo a quello che nella prima età del ferro portò in Danimarca alla sostituzione del faggio (Fagus silvatica) con la quercia (Quercus robur). La felce (Pteris aquilina) sui nudi fianchi delle colline, si crede sia un avanzo della vegetazione boscosa che prima li copriva. I boschi di faggio probabilmente divennero più estesi a misura che il clima cambiava, ma il faggio esisteva già in Gran Bretagna prima di questo cambiamento. Il tasso (Taxus baccata) accompagna il faggio e poi sopravvive al mutamento dei boschi di faggio in macchie e prati. I prati su suolo di creta in Inghilterra sono spesso succeduti a boschi di faggi; ma qualche volta non furono preceduti da alberi; la loro pianta più caratteristica è la Festuca ovina. I prati sulle colline di roccia silicea più antica sono coperti da Nardus stricta, Molinia caerulea, ecc. Qui sembra fuor di dubbio che l'accumulamento di acidi umici nel suolo del bosco abbia in fine seriamente impedita la germinazione dei semi dei nuovi alberi, e così la foresta sia scomparsa. Si noti però che le due invasioni di foreste, una più antica e l'altra più recente, risalgono ambedue assai lontano nei tempi preistorici. In ogni modo, a N. del 52° di latitudine si trovano due strati con resti di foreste sommerse, di cui il superiore è molto ricco di Pinus silvestris.

Si passi ora a considerare alcune piante la cui importazione non può spiegarsi così facilmente. È da notarsi prima di tutto un gruppo, che si trova nell'Inghilterra sud-occidentale, comprendente Helianthemum polifolium, Lobelia urens, Hypericum linearifolium, Matthiola sinuata, Rubia peregrina e altre; le ultime due si trovano anche in Irlanda. Queste e alcune specie di Iris come anche l'Erica mediterranea, la Saxifraga umbrosa, l'Arbutus unedo, ecc., hanno affinità con le piante del SO. d'Europa. Sembra probabile che nel periodo glaciale la Gran Bretagna e l'Irlanda fossero congiunte al continente e queste piante poterono diffondersi verso nord lungo la costa di quel tempo, sopravvivendo solamente dove il clima invernale si avvicinava a quello dell'Europa sud-occidentale. Un altro gruppo di piante, quasi tutte Iridacee, hanno affinità con piante dell'America Settentrionale: sono esempî di queste il Sisyrinchium angustifiolium, l'Eriocaulon septangulare e diverse altre, per le quali non si è trovata ancora una spiegazione.

Fauna. - La Gran Bretagna non ha particolari specie di animali: solamente un uccello, la pernice bianca (Lagopus scoticus), non si trova altrove. Dopo il periodo glaciale molti dei mammiferi europei si diffusero nelle Isole Britanniche, ma la maggior parte di questi fu poi sterminata, come per es. l'orso (Ursus arctos) che si dice sia durato fino a mille anni fa; il lupo (Canis lupus) che scomparve 200 anni fa; il castoro (Castor fiber) che si estinse nel Medioevo e il cinghiale (Sus scrofa) scomparso 300 anni fa. Dei cervi il Cervus elaphus e il Capreolus capra sono veri mammiferi selvatici inglesi, mentre il Cervus dama fu introdotto dai Romani. La volpe sopravvive perché custodita nelle riserve di caccia. Il coniglio è un'altra importazione dovuta all'uomo; due specie di lepri sono indigene. Tra i Mammiferi selvatici più piccoli la Gran Bretagna ha il gatto selvatico, ora molto raro, la martora zibellino, anch'essa molto rara, la puzzola, l'ermellino, la donnola, il tasso e molti piccoli roditori e insettivori e inoltre i pipistrelli. La volpe artica e il lemming scomparvero molto tempo fa. Molti uccelli rapaci scomparvero in tempi recenti; la poiana è invece ancora diffusa nelle zone più selvagge e l'aquila reale nei Highlands scozzesi. Tra i pesci d'acqua dolce due specie, affini al salmone, appartenenti ai generi Salvelina e Coregonus non si trovano che nelle Isole Britanniche.

Come nel caso delle piante, così tra gli animali, soprattutto in Irlanda, vi sono specie connesse con quelle dall'America Settentrionale, per es. alcune spugne di lago e la conchiglia perlifera (Margaritana margaritifera). Vi sono inoltre specie di animali che presentano affinità con quelle dell'Europa sud-occidentale, tra queste sono compresi molluschi (Testacella Maugei, Geomalacus maculosa, e isopodi (Trichoniscus vividus). Con questo elemento della fauna si collegano gli elementi più meridionali della fauna di alcune fasi del periodo pleistocenico, per es. il leone. la iena, l'ippopotamo. La fauna selvatica della Gran Bretagna è molto limitata per l'estendersi di condizioni urbane e suburbane, ma ha ancora dei rifugi nei Highlands scozzesi, in alcune parti della Cumbria e dei M. Pennini, nelle montagne e nelle brughiere del Galles e dell'Inghilterra sud-occidentale. Le grandi foreste non si trovano più.

Suddivisioni naturali. - La Gran Bretagna è una di quelle regioni in cui le suddivisioni naturali corrispondono a quelle politiche e storiche. Le Ebridi con il loro linguaggio gaelico, le Orcadi e le Shetlands con le sopravvivenze scandinave, i Highlands nord-occidentali con forme gaeliche specie nell'ovest e forme scandinave nell'est, la regione montuosa dei Grampiani in cui, come nei Highlands nord-occidentali, l'organizzazione della società in clan esisteva ancora alla fine del sec. XVIII, e il linguaggio gaelico è ancora parlato da molte persone, il Buchan, la pianura celtico-scandinava a nord-est dei Grampiani, tutte queste regioni hanno relazione con le forme orografiche e sono tutte unità storiche, in seguito assorhite nel regno di Scozia. Questo regno, nei primi tempi ebbe il suo centro nello Strathmore, la pianura che si estende su ambo i lati del Tay inferiore, con centro Perth e Scone, poi a Edimburgo, la capitale del Midlothian, situata in una posizione da poter resistere alla pressione inglese, e che possedeva facili comunicazioni, attraverso la pianura, con Glasgow, l'antico e moderno centro della costa occidentale, sede di un arcivescovato medievale e di un'università. La penisola di Fife forma una regione quasi distinta tra le pianure scozzesi, e in essa St Andrews, centro di antiche comunicazioni lungo la costa, ha un arcivescovato medievale e un'università. La valle del Tweed, a sud di Edimburgo, forma un'altra regione naturale puramente scozzese. Le regioni sopra considerate fanno della Scozia una delle principali divisioni storiche e naturali della Gran Bretagna: anzi un regno separato fino al 1603 quando il suo re (Giacomo Stuart) salì al trono d'Inghilterra, e ancor oggi una regione regolata da leggi proprie, benché unita con l'Inghilterra nel comune parlamento. Il limite meridionale della Scozia è formato da una catena di rilievi accidentati chiamati Cheviot Hills e questo tipo di regione si continua, senza quasi interruzione, nei Southern Uplands e nel Galloway, più a ovest. In questo selvaggio paese vi fu guerra quasi di continuo nel Medioevo e la regione costituisce ancora un'effettiva barriera tra Scozia e Inghilterra.

L'Inghilterra è principalmente costituita dalle scarpate mesozoiche, spesso chiamate impropriamente pianura inglese. In questa regione ci sono diverse unità completamente distinte. La penisola di Kent, principale via storica e moderna dell'Inghilterra per il continente, ha il suo centro in Canterbury, sede dello storico arcivescovato e del primate della Chiesa Anglicana, ora in sviluppo per le industrie basate sui giacimenti carboniferi recentemente scoperti. L'Anglia Orientale è la maggiore penisola a N. del Tamigi ed è formata in massima parte da colline di creta (East Anglian Heights) a N. è separata dal resto dell'Inghilterra dai Fens, all'estremità meridionale dei quali (sulla via che conduce dall'Anglia Orientale alla parte centrale dell'Inghilterra) sorge l'antica città di Cambridge, famosa per la sua università e centro commerciale del Medioevo. La città principale dell'Anglia Orientale è ed è stata da molto tempo Norwich, anticamente uno dei grandi centri lanieri che aveva molte relazioni con Fiamminghi e Olandesi. Harwich è ora il porto principale di comunicazione con questi paesi. Tra l'Anglia Orientale e il Kent c'è il bacino inferiore del Tamigi il cui centro principale, Londra, si sviluppò nel punto in cui poteva giungere la navigazione e dove vi era l'ultimo ponte, che rese Londra anticamente un luogo di transito obbligato per il mercato della lana dei Downs di creta, e il centro stradale del regno. Il bacino inferiore del Tamigi è limitato a nord-ovest e a S. da colline di creta; queste ultime sono i North e South Downs, paralleli ma separati tra di loro dal Weald, le cui foreste per molto tempo furono d'ostacolo alle comunicazioni; ma in seguito fornirono legno per l'industria del ferro, prima dell'uso del carbone nella siderurgia. A ovest i South Downs, i North Downs e le colline di creta che formano il limite nord-occidentale del bacino inferiore del Tamigi, si fondono nei Downs di Salisbury, una caratteristica regione inglese costituita da creta. Nei Downs di Salisbury si concentravano antiche strade che correvano ai piedi delle suddette colline, come pure le vie provenienti dall'ovest, cosicché era luogo importante, specie prima che le foreste fossero grandemente ridotte dall'uomo. Qui si formò l'antico regno di Wessex, dal quale sorse l'unità inglese. La regione deve la sua importanza storica, non solo alla posizione centrale, ma anche al fatto che l'Avon è navigabile fino a Salisbury. Quando l'agricoltura delle regioni pianeggianti e i rapporti commerciali con il continente divennero il principale mezzo di sussistenza, questa regione perdette un po' della sua antica importanza; essa oggi forma la contea di Wiltshire. Il bacino superiore del Tamigi, tra i rilievi cretacei e i giurassici, è un'altra regione naturale, la cui città principale, Oxford, è un antico centro commerciale dove sorse la più antica università inglese. I Cotswold Hills, il lato occidentale dei quali formato dalla scarpata giurassica, formano un'altra suddivisione naturale che ha rapporti col bacino superiore del Tamigi, una regione di produzione della lana fin dalla conquista normanna. A N. del bacino superiore del Tamigi tra i rilievi giurassici e quelli cretacei si trova l'estremità dei Fens. A nord dei Fens il Lincolnshire, comprendente le pendici tra le scarpate giurassica e cretacica, forma un'unità storica con centro a Lincoln, che anticamente ebbe grande importanza per la via di comunicazione lungo la scarpata giurassica e per le strade romane identificate poi con la Fosse Way e Ermine Street.

Le regioni ora ricordate, cioè il Kent, l'Anglia orientale, il bacino superiore e inferiore del Tamigi, le colline di creta meridionali, i Cotswolds, i Fens e il Lincolnshire sono le parti dell'Inghilterra che appartennero al regno d'Inghilterra appena venne organizzato sotto i conquistatori normanni. Fu questa la regione che prima si oppose ai re Stuart basandosi su un'esperienza amministrativa largamente diffusa. Quando nelle regioni al NO. di essa si sviluppò l'industria fondata sulle macchine a vapore, questa parte dell'Inghilterra si dedicò all'agricoltura e divenne eminentemente conservatrice. In tempi recenti l'industria ha riconquistatti anche questa regione, che sta cambiando ancora una volta il suo carattere. Oxford è cresciuta enormemente dacché il diffondersi dell'automobile ha reso di nuovo importanti le strade e ha sviluppato su larga scala la fabbricazione degli autoveicoli, tipico esempio del cambiamento che avviene nella vita inglese.

A SE. della scarpata giurassica giace la primitiva Inghilterra, con l'antico commercio della lana, gli antichi villaggi produttori di grano e le città commerciali, l'Inghilterra che fu contro il re e per il parlamento nelle guerre civili del sec. XVII. A NO. sono le regioni industriali dei bacini carboniferi e anche alcune aree agricole, la maggior parte delle quali sono costituite da arenaria rossa recente (triassica) o antica (devonica) quantunque si riscontrino anche rocce giurassiche e cretaciche: regione d'allevamento del bestiame, che fu con il re nelle guerre civili del sec. XVII. Sopra la scarpata giurassica nel centro è l'altipiano del Midland, con alcune anticlinali di roccia antica intorno a Birmingham, tra il bacino del Trent e quello del Severn, e un'altra zona di rocce antiche a Charnwood presso il Leicestershire più a est. Tra queste anticlinali affiorano le parti superiori di terreni carboniferi, che hanno dato origine all'industria dei metalli di Birmingham e del Black Country, industrie che prima usavano come combustibile il legno di estese foreste. Tra l'altipiano di Birmingham e i rilievi giurassici al sud, giace la fertile vallata dell'Avon di Warwick degradante nella valle del Severn inferiore, con i centri di Warwick sull'Avon, Worcester nel corso mediano del Severn e Gloucester sul Severn inferiore. Questa pianura è limitata a ovest dai Malvern Hills. A NE. dell'altipiano centrale (Midland) è la pianura del Trent, quasi interamente parte dell'antica Inghilterra, poiché qui la scarpata che forma confine si abbassa notevolmente. Il suo centro principale è la città di Nottingham, d'importanza storica e moderna. A NO. dell'altipiano centrale è una terza regione pianeggiante, quella del Cheshire, il cui centro è Chester, una volta porto (v. sopra), quasi dipendenza di Liverpool e Manchester. Le due ultime regioni pianeggianti giungono all'estremità meridionale dei Monti Pennini; tra essi e l'altopiano di Birmingham sorge l'antica città di Lichfield nel passo attraversato dalla strada romana, principale via di comunicazione tra il nordovest e Londra.

La catena pennina con i suoi due versanti forma l'Inghilterra settentrionale, l'Inghilterra che nei tempi antichi fu spesso disturbata da conflitti con la Scozia e da rivalità locali e che aumentò la sua popolazione quando si sviluppò, nei secoli XVIII e XIX, l'industria basata sul carbone. Così divenne la principale zona industriale inglese, il luogo in cui si sviluppò la dottrina del "laissez faire" tra una densa popolazione dipendente dal commercio straniero e dai viveri importati. Diverse sono le sue suddivisioni. Intorno all'estremità meridionale sono giacimenti carboniferi, di cui uno tra le colline dello Stafford settentrionale, forma la caratteristica "Potteries Area". Qui diversi centri produttori di ceramiche si sono fusi nella città di Stoke. A E. e SE., nello Yorkshire, è il bacino carbonifero di Sheffield, da tempo famoso per le sue industrie dell'acciaio che sono dovute alla grande quantità di eccellente pietra da affilare che si ottiene dall'arenaria del Carbonico (millstone grit). Nella zona più vicina ai Monti Pennini, verso nord, l'arenaria forma elevazioni centrali dai fianchi ripidi lungo i quali scendono rapidamente i corsi d'acqua. La presenza del carbone e dell'acqua priva di carbonato di calcio, utilizzabile anche come forza motrice, ha creato l'industria della lana, che ancora continua in quella parte dello Yorkshire denominata West Riding ed è aumentata enormemente per la presenza del carbone e per la vicinanza ai prodotti importati per mare; ma nel Lancashire meridionale ha ceduto il posto all'industria del cotone e ivi Manchester è la città principale e Liverpool il gran porto. Lo Yorkshire che è stato ricordato or ora a proposito di Sheffield e del West Riding, è una regione molto estesa, la cui area fu sotto l'influenza di York, città romana e sede del secondo arcivescovato storico dell'Inghilterra. n N. del West Riding, dove i Monti Pennini sono coperti da calcare e le vallate sono generalmente strette e profonde, si trova il North Riding, che giunge fino al fiume Tees. A est della regione acquitrinosa del corso inferiore dell'Ouse è l'East Riding, la regione dei Yorkshire Wolds in cui terminano i rilievi cretacei. Lo Yorkshire è così formato da parecchie regioni che solo nominalmente fanno capo a York, importante come nodo ferroviario. Tanto nello Yorkshire, specie a Hull, quanto nel Lancashire meridionale presso Liverpool e Warrington, si sono sviluppate le industrie che usano il copra, l'olio di palma, l'arachide e altri prodotti tropicali nella fabbricazione di lubrificanti, panelli alimentari, sapone, ecc. Hull per prima ebbe industrie di questo genere, in relazione con la sua industria della pesca delle balene. Poiché il Mar del Nord è uno dei più pescosi mari del mondo, Hull e Grimsby, sulle rive opposte dell'estuario dell'Humber, sono importanti porti pescherecci, specie il secondo che è il principale centro inglese del commercio del pesce. Nel North Riding e nel Lancashire settentrionale, sopravvivono ancora gli antichi costumi rurali, e questa è naturalmente una regione conservatrice. Più a nord i due fianchi dei Monti Pennini sono in forte contrasto tra di loro. A O. vi sono i Cumbrian Mountains, con pascoli, lunghi laghi e sterili pianure, e la parte pianeggiante dell'Eden inferiore, con il centro di Carlisle, tra essa e i Monti Pennini. A ovest dei Cumbrian Mountains si trova il ristretto giacimento di carbone e ferro di Whitehaven e Workington. Il Westmorland è una regione poco elevata che unisce i Cumbrian Mountains ai Monti Pennini. A est di questi ultimi sono i giacimenti carboniferi e le zone industriali di Newcastle e Durham, ambedue antiche città di transito tra la Scozia e l'Inghilterra. Durham è sede di un vescovato con una magnifica cattedrale fortificata, e il suo vescovo fu per lungo tempo un capo semi-indipendente che difendeva contro la Scozia. Quest'area industriale dell'Inghilterra nord-orientale si stende a S., attraverso l'estuario del Tees, nello Yorkshire settentrionale, dove il ferro nelle rocce che formano i rilievi giurassici è diventato sfruttabile con lo svilupparsi della tecnica. Middlesborough è il centro industriale di questo giacimento di ferro, che attualmente versa in molte difficoltà. Attraverso il nord dell'Inghilterra, in vicinanza del fiume Tyne, il vallo costruito dai Romani (Vallo di Adriano) domina ancora il luogo e sta a indicare l'importanza che aveva un tempo la frontiera. Al nord di esso, una selvaggia regione declina verso i Cheviot Hills.

Verso occidente, al limite dei rilievi del Galles, troviamo la regione conosciuta come il Welsh Border. Le acque del Welsh B0rder sono raccolte verso l'Inghilterra dal Dee, dal Severn superiore e dal Wye, le cui valli sono vie di accesso nel Galles, ma nessuna di esse è abbastanza fertile o larga da dominare questo paese, che ha così tradizioni locali e frazionarie più che una generale e unitaria anglicizzazione. La maggior parte del Welsh Border e del bacino superiore del Severn e del Wye forma l'unità storica e regione naturale di Powys, che giunge quasi al mare, verso occidente, dove la regione collinosa del Galles è più stretta tra il Cader Idris e il Plynlimon. La regione a NO. del Powys con le sue brevi e profonde vallate irradiantisi molto spesso verso il mare, con le elevazioni spesso costituite da antiche rocce vulcaniche, è chiamata Gwynedd, storico centro di resistenza gallese alla dominazione inglese e ancora oggi principale rifugio del linguaggio gallese. La regione a SO. del Powys, comprendente una gran parte dell'altipiano gallese ad O. e a SO., e giacimenti carboniferi a S., è storicamente conosciuta come il Deheubarth: la parte sud-occidentale con il suo altipiano poco elevato, le sue pianure costiere e gli estuarî è molto diversa da quella meridionale, dove, lungo la pianura costiera, Romani e Normanni avevano posto un seguito di stazioni, mentre nell'interno l'industria dell'estrazione del carbone ha trasformato il paese, facendo vivere una densa popolazione (ora però molto diminuita) in un'area prima occupata da pochi pastori. I dialetti gallesi parlati nel Deheubarth sono notevolmente diversi da quelli del Gwynedd, e nessuna di queste unità, neppure il Powys, è stata capace di dare al Galles una sua propria unità effettiva. La legge gallese non è in uso nei tribunali, e per questo il Galles differisce molto dalla Scozia, che, come è stato detto, conserva le sue leggi. Si devono anche ricordare le regioni che limitano il Galles a S. della pianura del Cheshire. Le colline dello Shropshire formano una regione di grande bellezza, con castelli ed altri antichi edifici che le dànno un interesse storico. Immediatamente a S. di essa è la depressione, costituita da arenaria rossa devonica, tra i Black Mountains e i Malvern Hills, che forma la contea di Hereford, famosa per le mele e il sidro. La regione gallese di confine più a S. è chiamata Monmouthshire ed è un poco indeterminata, facendo parte del Galles per alcuni interessi amministrativi, e dell'Inghilterra per altri.

Rimane infine l'Inghilterra sud-occidentale, la regione a O. dei Downs di Salisbury e a SO. dei Cotswold Hills. Qui tra i Cotswold e i Mendip Hills è il bacino dell'Avon di Bristol quasi in prosecuzione delle valli del Tamigi e del Kennet, cosicché qul passano le vie di comunicazione tra Londra e la costa occidentale, fattore notevole per importanza storica e moderna del porto di Bristol, la principale città dell'ovest. A SO. delle Mendip Hills è la regione paludosa del Somerset, rinomata nella letteratura del ciclo di Artù per Avalon e Camelot e alcuni altri nomi e nella storia per la sua grande abbazia di Glastonbury e per la battaglia di Sedgemoor. A S. e a SE. i rilievi giurassici e cretacei formano i Dorset Heights presso la costa meridionale nella contea di Dorset. A SO. sopra le paludi di Somerset e i Dorset Heights sono il Devon e la Cornovaglia, regioni in cui la tradizione celtica sopravvisse a lungo, con poche e separate pianure, circondate da terreni accidentati e selvaggi come l'Exmoor, il Dartmoor, e il Bodmin Moor. In questa regione le zone intensamente coltivate nel rosso suolo delle valli sono a contatto con i miseri pascoli dei moors; i profondi estuarî hanno dato legami storici con il mare e le vene di rame e di stagno un tempo hanno dato luogo a un'industria caratteristica, ora quasi cessata. La principale città del SO. è Exeter nel Devon, la più anglicizzata delle due contee sud-occidentali, essendo la Cornovaglia per molti aspetti ancora non inglese, benché abbia perduto la lingua celtica.

Dati statistici, popolazione. - Il primo censimento della popolazione della Gran Bretagna venne eseguito nel 1801 e da allora i censimenti si seguirono regolarmente ogni 10 anni. Per tempi più antichi abbiamo solo calcoli approssimativi: il primo di questi che abbia qualche valore è quello fatto dagli storici in base ai dati del Domesday Book, compilato sui risultati di un rilevamento del regno d'Inghilterra nel 1086. È principalmente una lista di tenute rurali, ma contiene anche particolari su mercati, zecche, dazî e così via per diverse città. L'interpretazione di tali particolari è spesso molto difficile. Gli studiosi hanno calcolato che la popolazione d'Inghilterra in quel tempo era di circa 1.500.000 abitanti, ma il Domesday Book non dà particolari sul Northumberland, sul Durham e sulle regioni nord-occidentali, quindi i calcoli relativi sono arrischiati e in ogni caso incerti. Da un altro calcolo approssimativo, gli storici deducono un aumento di 1.000.000 o più ab. tra la data del Domesday Book e la metà del sec. XIV, quando la epidemia conosciuta come la peste nera si diffuse nel paese. C'erano allora 8670 parrocchie in Inghilterra; Coulton stima il numero dei preti a 15.000 e crede che la peste nera possa averne uccisi un terzo e che abbia forse fatto strage nella stessa proporzione dell'intera popolazione. Il totale dopo questa epidemia non può essere stato di più di 2.000.000 di ab. La specializzazione nell'industria della lana non era tale da produrre un rapido aumento, salvo che nei distretti come il Norfolk e i Cotswold Hills e in pochi altri dove la manifattura si sviluppò grandemente. I viaggi marittimi e le scoperte del sec. XVI cambiarono del tutto la posizione mondiale della Gran Bretagna e Londra divenne un importante centro di commercio marittimo, così che la popolazione dell'Inghilterra era senza dubbio molto aumentata nell'anno 1600. In quest'epoca l'introduzione di piante con radici mangerecce (pastinache, rape) rese possibile un maggiore allevamento di bestiame e distrusse il tradizionale sistema agricolo comunale, promovendo così la diffusione delle fattorie di proprietà individuale. In questo periodo anche le città inglesi e le loro industrie ricevettero un forte impulso dagli Ugonotti e da altri esuli per lotte religiose, di superiore abilita e forza di carattere. Un ancor più notevole aumento di popolazione vi fu senza dubbio nel sec. XVIII, quando cominciarono a migliorare le vie di comunicazione e il commercio marittimo ebbe un forte impulso. Il risultato di questo aumento è mostrato dal censimento del 1801, che diede un totale per l'Inghilterra e il Galles di 8.892.536 abitanti. In quest'epoca comincia in Inghilterra il notevole esperimento del sec. XIX di mantenere la popolazione quasi soltanto per mezzo delle industrie estrattive e manifatturiere e del commercio. Essendo in quell'epoca l'Inghilterra avanti a tutti gli altri paesi nell'industria, la popolazione aumentò rapidamente da un censimento all'altro, specie nella prima metà del sec. XIX, come è dimostrato dai dati qui sotto riportati.

L'incertezza dei raccolti, dovuta al clima britannico, creò speciali difficoltà quando la popolazione aumentò in modo così rapido, raddoppiandosi in 50 anni; e questo portò allo stabilirsi della politica del libero scambio e del "laissez faire", che causarono la completa dipendenza della popolazione industriale dagli alimenti importati in franchigia e condussero alla decadenza dell'agricoltura. L'aumento della popolazione verificatosi nella prima metà del secolo continuò nella seconda metà con una percentuale d'aumento in qualche caso minore; eccone i dati:

Da queste cifre risulta un aumento totale dell'81% in 50 anni, mentre è quasi certo che gli alimenti prodotti dal suolo inglese nel 1901 furono minori di quelli prodotti nel 1851: così la dipendenza dai prodotti stranieri e quindi dal credito mondiale aumentò in maniera formidabile. Parte dell'aumento di popolazione, verso la fine del secolo, fu dovuto al diminuire della percentuale di mortalità. Il censimento del 1911 diede, per l'Inghilterra e il Galles, un totale di 36.670.492 ab., con un aumento di quasi 10,9% dal 1901; tale aumento fu dovuto meno all'aumentato numero delle nascite che alla diminuita mortalità infantile Nel 1921 il totale fu di 37.886.699 abitanti, e ciò dimostra che il naturale aumento ha più che colmato il vuoto causato dall'enorme numero dei morti dovuto alla guerra del 1914-18; con tutto ciò la popolazione del 1921 era probabilmente 2.000.000 meno di quella che sarebbe stata se non fosse avvenuta la guerra mondiale. Il censimento del 1931 ha dato per l'Inghilterra e il Galles una popolazione di 39.947.931 abitanti. La percentuale delle nascite divenne molto elevata durante il periodo dell'espansione industriale, raggiungendo 35,5 per mille della popolazione, dopo il 1870. Ora è discesa al 16 per mille. La percentuale di mortalità è stata ridotta dal 23 per mille al 12. La differenza tra la percentuale delle nascite e quella delle morti, che era circa del 10 per mille a metà del sec. XIX, è ora solamente del 4 per mille, ciò che indica il ridursi dell'aumento e l'avviarsi della Gran Bretagna verso la stazionarietà della popolazione. L'aumento è avvenuto principalmente nei maggiori centri; in alcune aree rurali dell'Inghilterra e del Galles la popolazione negli ultimi decennî è diminuita. La proporzione tra la popolazione rurale e la totale, che fu del 23% nel 1901, era diminuita al 20,7% nel 1921. Ci sono circa 104 nascite maschili sopra 100 femminili, ma la mortalità infantile è più alta tra i maschi e questa maggiore mortalità maschile continua per quasi tutta la vita, cosicché c'è un considerevole eccesso di donne nella popolazione e l'età della nuzialità si è elevata da qualche tempo. Il numero delle nascite per mille donne maritate è diminuito in 50 anni da 166 a circa 100 per anno.

Sarebbe inutile dare dati statistici comparativi della popolazione delle città in differenti epoche perché queste hanno esteso più volte i loro confini, tanto da includere aree prima considerate rurali, benché spesso in effetto urbane. Il numero delle città con una popolazione superiore ai 100.000 ab. nell'Inghilterra e nel Galles era nel 1921 di 43. Secondo il censimento del 1931 è salito a 47, comprendendovi Londra, ma contando Manchester e Salford insieme perché non separabili. La popolazione di Londra è diversa nelle varie statistiche secondo i confini scelti, essendo l'area minima di circa 300 kmq. con una popolazione di 4.396.821; ma l'area più comunemente presa è quella controllata della polizia londinese, cioè 1774 kmq. con una popolazione di 8.202.818 ab. nel 1931. Il centro dell'antica e storica città, ancora governata dal Lord Mayor e dalla Corporation che l'hanno comandata per molti secoli, ha un'area di circa 4 kmq. e una popolazione nella notte di 10.996 ab., in gran parte guardiani di uffifici. Le città dell'Inghilterra con una popolazione superiore a 200.000 ab. sono (cens. 1931):

L'Inghilterra conta altre 27 città con una popolazione tra i 100 mila e i 200.000 abitanti. Delle sopraddette, West Ham (294.086), e Croydon (233.115), sono in realtà parti di Londra e così è per molte altre popolose città. L'effettiva popolazione di Londra è quindi di molto al di sopra, degli 8.000.000 e questo eccessivo sviluppo, che è divenuto più serio negli ultimi anni, crea problemi molto difficili per i trasporti. Lo sviluppo dei quartieri periferici di Londra è dovuto al recente notevole incremento dell'industria lungo le linee ferroviarie che divergono da Londra o dietro i docks. Tutte le città sopraddette trattano i loro affari in modo indipendente e sono chiamate, amministrativamente, county boroughs: ciò significa che il luogo è un borough o comune in cui l'autorità locale ha i poteri di solito proprî dell'autorità di una contea. I centri con una popolazione superiore ai 250.000 ab. hanno in genere il titolo onorifico di cities e lo tesso titolo è esteso a numerose altre città. Vei 47 centri con più di 100.000 ab. Londra e i suoi sobborghi contano per 11 e le regioni dei giacimenti carbonifer per 32, cosi rimangono solo 4 centri dovuti ad altre cause. Di questi ultimi, Southampton e Plymouth sono vecchi porti sviluppatisi grandemente con l'aumento dei passeggeri transoceanici e del servizio postale con l'America Settentrionale e Meridionale, con l'India, la Cina, l'Australia, la Nuova Zelanda e il Sud Africa. Le città sui bacini carboniferi erano di molto minore importanza prima che il carbone venisse usato per l'industria; e la sola antica città da tempo industriale che ha mantenuto una posizione tra le grandi città senza porti o carbone, è Norwich con una popolazione di 126.207 ab. È stato spesso affermato che Bristol è in diminuzione, perché secoli fa era seconda, come città e porto, solo a Londra; questa diminuzione è tuttavia solo relativa; attualmente essa è in aumento ed è un centro prosperoso, benché sia stato sorpassato da varie altre città.

Della popolazione totale dell'Ingnilterra e del Galles indicata sopra per il 1931, 2.158.193 ab., sono nel Galles senza il Monmouthshire (che ha 434.821 ab.). Le sole città con più di 100.000 ab. nel Galles sono Cardiff (223.648 ab. nel 1931) e Swansea (164.825 ab.), mentre ce ne sono 1 con una popolazione tra i 50 e i 100 mila, e 12 con una popolazione tra i 25 e i 50 mila abitanti. Newport, nel Monmouthshire, ha 89.198 ab. e il giacimento carbonifero di questa contea ha 4 centri con una popolazione superiore ai 25.000. Il distretto di Wrexham nel Galles settentrionale ha una considerevole popolazione. Tutti questi centri sono in prossimità dei giacimenti carboniferi, fuori dei quali il Galles ha solo piccoli centri. L'aumento dei centri carboniferi è quasi interamente avvenuto nel secolo XIX, benché esistessero nuclei precedenti, come Cardiff, Newport, ecc. Parecchi centri con una popolazione di 50 mila abitanti o meno, sono chiamati amministrativamente distretti urbani (urban districts) e non città perché essi non hanno avuto un diploma che conferisse loro il titolo di città e la relativa amministrazione. Essi si amministrano tecnicamente sul modello di un distretto rurale, ma molti come città. Un distretto urbano nel Galles è quello della valle di Rhondda, costituito di molte piccole città e villaggi; questo distretto urbano ha una popolazione di 141.344 abitanti, sparsi per chilometri lungo il fondo valle, e mancanti di un effettivo centro.

I calcoli della popolazione della Scozia, anteriormente al primo censimento, sono, con una sola eccezione, ipotetici come quelli inglesi. Si è creduto che il totale possa essere stato di 500 mila ab. sotto Giacomo IV (1500). Un calcolo per il tempo dell'unione parlamentare con l'Inghilterra (1707) dà la cifra di 1.000.000. Un accurato calcolo, praticamente un censimento, del 1755, dà un totale di 1.265.380 ab. Secondo il censimento del 1801 gli abitanti erano 1.608.420. Nel 1901 il totale raggiunse i 4.472.103, con un aumento in 100 anni del 178% di fronte all'aumento del 366% dell'Inghilterra e del Galles. L'incremento della popolazione nella zona industriale del Clyde è stato tanto grande quanto quello delle regioni industriali inglesi, mentre la diminuzione della popolazione nei Highlands è stata molto forte, così verso la metà del sec. XIX, come in tempi più recenti: diversi distretti hanno registrato una diminuzione del 5 e anche del 10% in 10 anni. L'aumentato vettovagliamento e le migliorate condizioni nelle aree urbane hanno reso la vita dei Highlands scozzesi relativamente povera e un popolo vigoroso ha perciò naturalmente utilizzato le favorevoli circostanze dell'emigrazione negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Quest'emigrazione ha reso l'elemento scozzese quasi dominante nella maggior parte dei Dominions britannici al di là dei mari. La popolazione rurale è calcolata il 22,7% della totale, considerando come rurale la popolazione sprovvista di servizî pubblici di illuminazione e nettezza. Il censimento del 1921 diede per la Scozia un totale di 4.882.497 ab. con un aumento del 9% sul totale del 1901, in confronto all'aumento del 17% in Inghilterra. Il minor aumento è dovuto alle forti perdite scozzesi in guerra e ancor più allo spopolamento dei Highlands scozzesi che ancora continua rapidamente. Nel 1911 la popolazione era di 4.760.904, così l'incremento dal 1911 al 1921 fu piccolo. Il censimento del 1931 ha segnato per la popolazione della Scozia una diminuzione rispetto al 1921: vi ha trovato infatti 4.842.554 ab.

La Scozia ha quattro città con una popolazione sopra i 100.000 abitanti: Glasgow 1.088.417 ab. nel 1931; Edimburgo 438.998; Dundee 175.583; Aberdeen 167.259. Glasgow, secondo il censimento, si può dire la seconda città per grandezza delle Isole Britanniche e dell'Impero, senza considerare l'India. Glasgow e l'insieme formato da Manchester e Salford hanno cifre ufficiali molto minori di quelle reali, che sono difficili a calcolarsi perché c'è il problema della scelta dei confini. Tre città vicine a Glasgow hanno una popolazione tra i 50 mila e i 100 mila abitanti; due altre, sempre vicino a Glasgow, si avvicinano ai 50 mila. Sette altre città scozzesi hanno una popolazione fra i 30 mila e i 40 mila ab. Calcolando insieme le aree rurali e urbane, la Scozia ha 0.61 ab. per ettaro, ma una larga parte del territorio è quasi inutilizzabile; il Galles ha 1,24 ab. per ettaro; l'Inghilterra (senza il Galles) 2,86 ab. per ettaro.

L'isola di Man, che in virtù della sua separata legislazione è calcolata fuori della Gran Bretagna, ha una popolazione di 49.338 abitanti. Le Isole Normanne (Channel Islands) con due parlamenti separati (Jersey e Guernsey) sono pure considerate fuori della Gran Bretagna e hanno una popolazione di 93.061 ab.

Dell'intero totale di 42.769.196 ab. nella Gran Bretagna nel 1921, tutta la popolazione di origine britannica, tranne 200 mila persone, parla inglese (v. inghilterra: Lingua). Di queste 200 mila, 190.292 furono censite come parlanti la sola lingua gallese (welsh: v. galles: Lingua) e formavano il 7,9% della popolazione totale del Galles e del Monmouthshire; 9829 furono registrate come parlanti il solo gaelico (v.). È tuttavia probabile che una discreta parte di queste parlino un po' d'inglese; il numero dei Celti monoglotti è così in rapida diminuzione. Si crede che 787.074 ab., ossia il 32,5% della popolazione del Galles parli il gallese e l'inglese, sicché il 59,6% della popolazione del Galles, specie nel Flintshire, Montgomeryshire, Radnorshire, Brecknockshire, Monmouthshire, Glamorganshire e Pembrokeshire, parla il solo inglese. Nella Scozia 148.950 persone parlano gaelico e inglese, cioè il gaelico è parlato dal 3,25% della popolazione scozzese, mentre il 96,75% parla il solo inglese. Il contrasto tra le cifre della Scozia e quella del Galles è notevole: esso proviene dal fatto che le vallate irradiantisi verso NO. e O. e per qualche tratto quelle verso SO. dalle regioni montuose gallesi, hanno portato, con il loro isolamento, alla conservazione dell'antica lingua, mentre, avendo abbastanza facili comunicazioni tra di loro, diedero sviluppo alla stampa di giornali, riviste e libri nella loro lingua. Nella Scozia i distretti che più a lungo hanno conservato la lingua gaelica, sono stati quelli che hanno perduto più abitanti con l'emigrazione, mentre d'altra parte le comunicazioni non sono state forti abbastanza da sviluppare la stampa di giornali e libri. Inoltre, grazie a un antico e ben stabilito sistema di educazione, gli emigranti scozzesi hanno spesso ottenuto posizioni importanti in Inghilterra e nei Dominions al di là, dei mari e per questo scopo la conoscenza dell'inglese era essenziale. Gli emigranti gallesi hanno solamente ora cominciato ad avere alte posizioni fuori del paese natio, e nel passato l'incentivo a imparare l'inglese era minore che in Scozia. Di più il gallese era forte abbastanza nel Galles, alla metà del sec. XIX e prima, per fare opposizione all'uso dell'inglese e quest'opposizione ha naturalmente reso più forte il dominio della lingua tra il popolo. Il gallese ha dialetti ben differenziati, dei quali si è già fatto cenno. Vi sono anche numerosi dialetti inglesi; il più vicino al puro inglese si dice sia quello del Northamptonshire. L'isola di Man conserva resti della sua antica lingua celtica (v. celti: Lingue), che si avvicinava più al gaelico che al gallese.

Vi sono ora nell'Inghilterra e nel Galles 62 consigli di contea e contee amministrative, mentre le contee storiche erano 52, e 83 county boroughs. Queste autorità sostituirono nel 1902 lo School board per il controllo dell'istruzione e sono anche incaricate della beneficenza, della manutenzione stradale e dei ponti, dei manicomî e della salute pubblica, di vigilare contro l'inquinamento delle acque e sui progressi dell'agricoltura, ecc. Insieme con i giudici di pace hanno cura della polizia, meno in Londra dove questo potere è conferito al governo nazionale. Nel 1894 vennero creati i consigli di distretto elettivi per i distretti urbani cioè per le città che non hanno ricevuto nei secoli passati statuto di borough o di municipio con l'atto del 1835 già ricordato, e per i distretti rurali. Furono anche creati consigli elettivi di parrocchia. Queste istituzioni e il consiglio di contea hanno acquistato un gran numero di funzioni per il benessere sempre crescente e per i servizî sociali creati negli ultimi anni da: la legislazione parlamentare. L'intero sistema è stato riveduto dal 1925 al 1928 da una commissione reale che consigliò alcuni cambiamenti attuati con la legge sull'amministrazione locale del 1929 insieme con la revisione dei confini e col sistema delle tasse per i bisogni locali. Le autorità locali in Inghilterra e nel Galles amministrano fondi provenienti da varie sorgenti che ammontavano a più di 450.000.000 di lire sterline nel 1927, di cui circa un quarto fu speso per l'istruzione primaria e secondaria. Una parte dei fondi delle autorità locali proviene da sovvenzioni sul bilancio nazionale. Queste sovvenzioni comportano anche una certa ingerenza del governo centrale nell'amministrazione locale; tuttavia il tradizionale principio della non ingerenza negli sforzi e nelle iniziative locali è in gran parte rispettato, e le autorità locali sono ben più che semplici delegati governativi. In altri termini, l'amministrazione locale dell'Inghilterra e del Galles non è affatto centralizzata, e su questo riguardo è evidente il notevolissimo contrasto fra il sistema adottato in Gran Bretagna e quello adottato in Francia.

L'amministrazione della contea di Londra presenta alcune caratteristiche, e, particolarmente, essa non si incarica della polizia, giacché il corpo chiamato della polizia metropolitana è a carico del governo centrale e la sua azione si estende su un territorio molto più vasto di quello amministrato dal consiglio di contea.

In Scozia l'amministrazione locale era nelle mani dei consigli di contea, dei burgh councils nelle principali città e dei consigli di parrocchia; questi ultimi si occupavano, in Scozia, dell'assistenza ai poveri, ma sono stati soppressi con la legge del 1929. Le scuole sono competenza di speciali autorità per ognuna delle 33 contee amministrative scozzesi; Edimburgo, Glasgow, Dundee e Aberdeen hanno autorità scolastiche speciali, diverse da quelle della contea in cui queste città si trovano. Solo i burghs con più di 20.000 abitanti possono avere un corpo di polizia, distinto da quello delle contee di cui fanno parte; e la loro competenza sarà estesa alla beneficenza, alla viabilità, ai servizi sanitarî e così via, nei limiti del territorio comunale. Alcuni burghs sono stati raggruppati per legge, e così pure alcune contee. Una caratteristica dell'amministrazione locale scozzese è che le autorità locali amministrano dei fondi speciali, erogati a vantaggio della località: fondi chiamati beni comuni (common goods). Altra caratteristica è che dal 1696, il parlamento scozzese aveva disposto che ogni parrocchia avesse una scuola indipendente da qualsiasi organizzazione confessionale; questo sistema, completato dalle scuole libere private, durò sino al 1872 anno d'istituzione delle autorità scolastiche elettive.

Condizioni economiche.

Prodotti del suolo. - È stato già necessario, trattando della popolazione, spiegare le difficoltà della coltivazione del suolo nella Gran Bretagna, difficoltà che derivano dalla frequenza di estati piovose e dalla conseguente mancanza di una classe di contadini fermamente legata alla terra. Nell'Inghilterra, che ha una superficie di circa 12.960.000 ettari, nel 1929 non più di 3.770.000 ettari erano coltivati; 5.414.000 ettari erano occupati da prati permanenti e 1.442.000 ettari erano pascoli naturali.

Nel Galles, incluso il Monmouthshire, su ettari 2.064.000, solamente 261.000 erano coltivati, 858.000 erano prati permanenti e quasi 700.000 pascoli naturali. Il fatto che i pascoli comprendono quasi una terza parte della superficie del Galles, ma soltanto una nona parte di quella dell'Inghilterra, è dovuto al gran numero di altipiani costituiti da antiche rocce dure e impermeabili. Ma mentre in Inghilterra la terra coltivata è esattamente più di due terzi dell'estensione dei prati permanenti, nel Galles è solo poco più di un terzo. Questa è, in gran parte, la conseguenza delle maggiori piogge dell'ovest.

Nella Scozia l'area totale è circa di 7.720.000 ettari: di questi 3.843.000, circa la metà del totale, sono a pascolo, 626.000 ettari sono prati permanenti e 1.257.000 ettari sono coltivati. I prati permanenti e le terre coltivate sono per lo più nella parte orientale del paese dove il pericolo delle grandi piogge non è così grande come nel Galles, perché queste regioni della Scozia sono generalmente in luoghi protetti dalle montagne. Il terreno coltivato occupa una superficie quasi doppia di quella occupata dai prati permanenti; mentre in Inghilterra è solo di due terzi e nel Galles di un terzo; ciò è dovuto al minor danno delle piogge e al fatto che l'agricoltura è condotta razionalmente, specialmente nel Lothian.

Del terreno coltivato in Inghilterra e nel Galles nel 1929, 1.931 .000 ettari, erano coltivati a grano, orzo, avena, segala, fave, piselli. L'avena era il raccolto principale nel Galles e nel SO. dell'Inghilterra e occupava un'estensione maggiore di quella occupata dalla segala e dall'orzo. 882.000 ettari erano coltivati a rape, patate, cavoli, ravizzone, vecce, ecc.; 127.000 ettari erano coltivati a frutteti; 131.000 erano terreni incolti e 959.000 erano seminati a foraggi con una rotazione di raccolti vari.

Nello stesso anno nella Scozia c'erano 424.000 ettari a grano, orzo, avena, segala, piselli, fave; una proporzione inferiore di quella dedicata a queste colture in Inghilterra, in parte per la sua latitudine più settentrionale; 607.000 ettari erano coltivati a foraggio seminato in campi coltivati a rotazione; anche qui la proporzione è minore di quella dell'Inghilterra; 221.000 ettari erano coltivati a ortaggi, patate e cavoli, ecc., in minore proporzione quindi che l'Inghilterra e il Galles. Gli alberi da frutta si coltivano nei dintorni di Perth e in altri luoghi della Scozia; i frutteti però sono compresi nelle statistiche scozzesi come seminativi o pascoli, dato che dànno contemporaneamente altri raccolti.

L'orzo e coltivato in gran parte vicino alla costa orientale, dall'Inverness all'Essex, e specialmente nel Norfolk; il frumento è coltivato nel Norfolk, nel Suffolk, Essex, Bedfordshire, Hertfordshire, Huntingdonshire, Northamptonshire, Cambridgeshire, Lincolnshire e nello Yorkshire (East Riding), che in complesso comprendono la metà della superficie coltivata a grano nella Gran Bretagna. L'avena è coltivata in tutta la Gran Bretagna ed è il principale cereale nel SO. dell'Inghilterra, nel Galles e in alcune parti della Scozia. Il rendimento del grano per ettaro nella Scozia e nel Norfolk è generalmente alto, hl. 5,86 per ettaro. Le patate sono coltivate in crescente quantità; i principali centri di produzione sono il Lancashire e il Cheshire, la parte orientale della Scozia, il distretto dei Fens e i suoi dintorni; la zona a patate nell'ultimo distretto è da poco aumentata rapidamente. Anche le barbabietole sono coltivate in grande quantità e usate per l'alimentazione del bestiame. Recentemente il governo ha offerto un sussidio per favorire la coltivazione delle barbabietole da zucchero: il terreno dedicato a questa coltura aveva raggiunto quasi i 100.000 ettari nel 1927 ed era ancora in aumento. Il luppolo viene coltivato nel Kent, nel Herefordshire, ecc. Fra le frutta, le mele si coltivano specialmente nel Devonshire e nel Herefordshire; le prugne e le ciliegie si raccolgono nel Worcestershire, mentre la coltivazione di frutta minute si compie in particolar modo nel Kent vicino al mercato di Londra.

Dei principali prodotti ora ricordati la tabella alla pagina precedente dà la superficie coltivata in ettari, la produzione in quintali, il rendimento medio per ettaro negli anni 1909-13, 1929 e 1930.

Siccome la coltivazione dei cereali è in diminuzione, l'allevamento del bestiame è divenuto più importante; ma questo concerne quasi esclusivamente i bovini; le pecore già parecchi anni fa erano diminuite di numero; ancor più i cavalli; il numero dei maiali varia fortemente di anno in anno; il pollame è in aumento. Nel giugno 1929 c'erano appena 1.000.000 di cavalli nell'Inghilterra e nel Galles e 161.000 nella Scozia. C'erano circa 6.000.000 di bovini in Inghilterra e nel Galles, 1.250.000 nella Scozia; 16 milioni di ovini in Inghilterra e nel Galles e 7.500.000 nella Scozia; quasi 2.400.000 suini in Inghilterra e nel Galles e solamente 142.000 nella Scozia. Il numero degli ovini è naturalmente molto maggiore nella Scozia e nel Galles che in Inghilterra: nei primi hanno maggiore estensione i pascoli di collina, che spesso sono di poca utilità per i bovini; il Kent invece ne accoglie un gran numero nelle sue paludi. In genere il bestiame è più numeroso nell'O. e nel NE. della scarpata giurassica che nel SE. di questa.

Il miglioramento nel tenore di vita, e le maggiori cure per l'infanzia e per l'igiene pubblica hanno portato a un grande incremento dell'industria dei latticinî, che è specialmente importante nel Cheshire e dintorni, nel Somersetshire e nell'Argyllshire. Il Cheshire ha in media un capo di bestiame ogni 1,6 ettari. Nella Cornovaglia e in molte contee c'è un capo di bestiame per ogni 1,3 ettari. I bovini, specialmente le mucche da latte, sono la risorsa principale delle masserie inglesi, ma il bestiame è allevato anche per la carne. Nuovi metodi per conservare e trasportare il latte e i suoi prodotti si stanno sviluppando.

Scarso è il numero dei maiali nella Scozia; in quantità molto maggiore vengono invece allevati nelle contee orientali dell'Inghilterra, nel Cheshire e nella Cornovaglia. Il pollame e le uova hanno avuto un grande incremento negli ultimi anni; nel 1926 c'erano circa 42.000.000 di volatili nella Gran Bretagna; il Lancashire è diventato un importante centro per questo genere di allevamento.

Il prospetto nella seguente colonna dà il numero dei poderi dell'Inghilterra e Galles e della Scozia, divisi in categorie secondo la loro estensione.

Alcune delle piccole proprietà sono soprattutto prati e piccoli appezzamenti intorno alle case, i giardini privati delle città e dei sobborghi non sono generalmente compresi in queste cifre. Le proprietà con un gran numero di prati permanenti sono di gran lunga le più numerose e le grandi tenute vanno diminuendo di numero da alcuni anni. Probabilmente circa un terzo dei poderi sono lavorati dai proprietarî. Il governo sussidia largamente alcuni tipi di scuole agrarie, attraverso l'Empire Marketing Board.

I prodotti agricoli venduti (esclusi cioè quelli consumati dai produttori) nel 1923 furono valutati circa 259 milioni di sterline di cui 67 milioni di sterline furono ottenuti dalle messi e il resto dagli animali e dai loro prodotti.

I salariati agricoli occupati in Inghilterra e nel Galles sono circa 800.000 e circa 300.000 lavorano nei poderi proprî o presi in affitto. Ci possono essere così circa 1.100.000 persone nell'Inghilterra e nel Galles occupate nella coltivazione, cioè non più del 3% della popolazione, e non più del 5% della popolazione tra i 20 e i 70 anni. Queste cifre contrastano con quelle di 9 e 10 milioni di persone occupate nell'agricoltura rispettivamente in Francia e in Italia. Il numero delle donne che attendono ai lavori agricoli è di circa 100.000 nell'Inghilterra e nel Galles, piccolo numero paragonato a quello degli uomini. Da poco tempo in modo speciale è stata rivolta l'attenzione alla coltura e al rimboschimento delle colline, come a un mezzo per diminuire la disoccupazione ed è in preparazione (luglio 1930) un progetto per l'impiego dei disoccupati nell'agricoltura.

Per quel che riguarda la Scozia, in questa regione circa 125.000 persone sono occupate nei lavori agricoli, mentre quasi 60.000 sono piccoli proprietarî.

Pesca. - La pesca è un'antica occupazione e un'importante industria della Gran Bretagna, che ha cambiato carattere durante gli ultimi 50 anni. Le vecchie barche pescherecce sono state sostituite da moto-pescherecci e battelli a vapore, che sono fabbricati, in gran parte, in pochi grandi porti, invece che negli innumerevoli porticciuoli dei tempi passati. Questi piccoli porti furono apprezzati vivai per la formazione dei marinai e fornirono altresì gli ufficiali per la navigazione oceanica. Il salmone, le trote, le anguille e altri pesci dei fiumi e dei laghi della Gran Bretagna, non sono soggetti a statistiche di nessuna specie, e così non si può dare nessuna cifra. Il pesce pescato nei mari intorno alla Gran Bretagna, e sbarcato nei porti inglesi, comprende aringhe, merluzzi, haddock, baccalà, passere e molte altre specie in quantità minori comprese sotto il nome di "wet-fish". Di questi, nel 1929, furono sbarcate nei porti dell'Inghilterra e del Galles circa 726.000 tonn. e nei porti scozzesi circa 344.000 tonnellate per un valore complessivo valutato a oltre 19 milioni di sterline. Vengono inoltre sbarcate nei porti inglesi le ostriche, le telline, i mitili, i granchi, gli astachi, ecc., raggruppati sotto il nome di "shellfish": di questo, nel 1929, ne fu sbarcato per un valore di 479.000 sterline. Una quantità di pesce relativamente piccola, pescata da pescatori non inglesi, viene sbarcata nei porti inglesi, ma questa quantità è considerevolmente maggiore di quella che veniva sbarcata prima della guerra mondiale, ed è divenuta ora il 7% della pesca totale.

I battelli da pesca inglesi lavorano principalmente nel Mare del Nord al largo delle Färøer e dell'Irlanda: a E., a S. e a O. dell'Irlanda, al largo della costa occidentale della Scozia e nella Manica. Fra i porti più importanti per lo sbarco del pesce si devono in special modo ricordare Grimsby (il più importante mercato del pesce della Gran Bretagna), Hull, Lowestoft, Yarmouth, Aberdeen, Leith, e Milford Haven, oltre ai porti commerciali. La salatura e la conservazione delle aringhe è un'industria da lungo tempo esercitata e c'è un'esportazione considerevole di pesce conservato (circa 308.000 tonnellate nel 1929). Inoltre 114.000 tonnellate di altri pesci furono esportate nel 1929. Nello stesso anno la Gran Bretagna importò circa 267.000 tonnellate di pesce, in parte fresco ma in quantità maggiore in scatola e conservato, principalmente sardine e salmone.

Il numero e il tonnellaggio dei battelli da pesca inglesi è diminuito moltissimo negli ultimi anni: il numero totale nel 1929 era di 13.559 con un tonnellaggio di 266.133 tonnellate, in confronto a 15.303 battelli con un tonnellaggio di 292.810 tonnellate nel 1915 e a 18.185 battelli con un tonnellaggio totale di 360.413 tonnellate nel 1914. Concomitante a questa diminuzione è quella del numero dei pescatori: da 63.085 nel 1925 a 58.532 nel 1928. Ma la quantità del pesce catturato e il valore della pesca hanno invece sempre mostrato la tendenza a crescere. C'è un numero considerevole di persone, specialmente donne, impiegate sulla spiaggia nell'industria della pesca delle aringhe per la conservazione del pesce. I banchi di aringhe vengono seguiti lungo le coste del Mare del Nord dalla flottiglia da pesca, e i battelli sbarcano il prodotto della pesca nel più vicino porto adatto; le donne seguono il movimento della flottiglia e vanno in ferrovia da un porto all'altro per preparare e salare i pesci.

Minerali. - La ricchezza della Gran Bretagna in carbone e in ferro fu la causa che condusse alla trasformazione del paese al principio del sec. XIX. I minerali di ferro sono ora in gran parte esauriti e gli alti forni, che erano una vera caratteristica del paese cinquanta e più anni or sono, sono adesso quasi tutti estinti e di quelli ancora attivi la maggior parte lavora minerale di ferro importato. Vi sono molte eccezionì a questa constatazione generale perché una certa quantità di ferro viene ancora estratta nel Cumberland e, in seguito all'introduzione dei nuovi processi per trattare i minerali poveri, nel N. dello Yorkshire (Middlesbrough), nel Lincolnshire e nel Northamptonshire sono sorti numerosi alti forni. Il totale importo di minerale di ferro, estratto nel 1928 in Gran Bretagna, raggiunse la cifra di circa 11.443.000 tonnellate (13.427.000 tonn. nel 1929); la produzione di ferro quella di 3.432.937 tonnellate.

Tra gli altri metalli lo stagno un tempo era molto importante e i giacimenti della Cornovaglia erano sfruttati fin dai tempi preistorici. La produzione, diminuita seriamente durante la crisi economica del 1921-22, aumentò di nuovo lentamente e nel 1928 raggiunse 4922 tonn. valutate a 532.063 sterline circa. Il piombo veniva anticamente estratto in gran quantità, mentre ora l'industria inglese dipende in gran parte dall'importazione del minerale dalle più ricche vene della Spagna e di altri luoghi, tanto che alcuni centri minerarî di piombo, p. es. nel Cardigan, non vengono più sfruttati. Vi sono ancora miniere in attività nel Flint, nel Derbyshire e nel Durham, con una produzione totale, nel 1928, di 19.072 tonnellate del valore di 230.160 sterline. La Cornovaglia produceva in passato rame e il nord dell'Inghilterra e del Galles zinco, ma le quantità prodotte sono ora minime. Il valore totale dei metalli prodotti nella Gran Bretagna nel 1928 fu di 15.680.756 sterline.

Prodotti minerali che non siano metalli si trovano in gran numero e varietà nella Gran Bretagna, cosa naturale, se si considera la notevole varietà delle sue rocce. La creta bianca viene estratta per la produzione della calce e per lo stesso scopo vengono estratti calcari, in quantità maggiori: l'estrazione totale di materiali calcarei nel 1928 fu di 19.840.000 tonnellate. L'argilla refrattaria è un altro prodotto importante per rivestimenti di forni e altri scopi analoghi. L'argilla da vasai prodotta dalla degradazione delle roccLe granitiche dell'Inghilterra sud-occidentale, viene inviata nella "Potteries Area" dello Staffordshire. La quantità prodotta nel 1928 fu quasi di 800.000 tonnellate per un valore di 1.255.490 sterline. Vengono anche estratte altre qualità di argille da ceramica. Si estraggono inoltre rocce varie per materiale da costruzione, per pavimentazioni stradali e per altri scopi, nella quantità di circa 300.000 tonnellate all'anno. Il sale si trova nel Cheshire, nel Worcestershire, ecc.; gli oli ottenuti dalle argille scistose sono prodotti in piccola quantità; si estraggono infine gesso, e altri materiali come la barite, la fluorite e lo spato. Il valore totale dei minerali prodotti nella Gran Bretagna nel 1928, escluso il carbone, fu di 22.230.000 sterline.

Basterà semplicemente ricordare che nel 1928 il carbone estratto nella Gran Bretagna fu valutato per 154.515.958 sterline - e si noti che il 1928 fu un anno sfavorevole per la produzione del carbone - perché l'importanza del carbone nell'industria mineraria della Gran Bretagna appaia evidente. La quantità di carbone estratta nel 1928 fu di 241.282.217 tonnellate, quasi eguale a quella estratta negli ultimi anni anteguerra; raggiunse 262.046.000 tonn. nel 1929, 247.671.000 nel 1930.

Nel 1919-20 i prezzi di esportazione del carbone furono molto alti e l'esportazione di carbone venne ristretta dalla legge nel periodo 1914-18 e in seguito, per timore che le riserve del paese non fossero sufficienti. Quando venne la deflazione dei prezzi di guerra nel 1920, l'industria inglese del carbone ebbe la sua esportazione seriamente diminuita: cominciò una crisi che fu differita da un grande sciopero negli Stati Uniti d'America e dall'occupazione del bacino carbonifero della Ruhr, ma che si abbatté sull'industria in modo molto grave nel 1924. Il carbone inglese è stato soppiantato nei mercati della Francia, Germania, Italia e Svezia, che erano i più importanti consumatori in Europa, mentre gli olî combustibili hanno in gran parte sostituito il carbone nel largo consumo delle navi a vapore. L'esportazione del carbone in questo modo è stata seriamente ridotta e ciò ha colpito il Galles meridionale più di tutte le altre regioni della Gran Bretagna, poiché in questo bacino carbonifero il carbone serviva principalmente per l'esportazione e per rifornire le navi a vapore. L'organizzazione dell'industria sotto un gran numero di proprietarî relativamente piccoli creò speciali difficoltà nel processo della riorganizzazione per affrontare la crisi, e i guadagni fatti durante il periodo d'inflazione del 1914-19 andarono in gran parte perduti, cosicchè non rimasero riserve per i tempi difficili che sono sopraggiunti e che continuano. Migliori sono le condizioni dei bacini carboniferi che hanno altre industrie, benché anche queste soffrano per la grande depressione che si è abbattuta sulla manifattura delle cotonate.

La qualità del carbone varia molto nella Gran Bretagna, perfino nelle varie parti di uno stesso bacino carbonifero. In generale il carbone è bituminoso, ma nel Galles meridionale il bacino carbonifero a ovest del fiume Neath dà antracite e questa parte è in migliori condizioni di quella orientale: le industrie locali (fusione del rame, fabbricazione della latta, ecc.) aiutano gli affari e la richiesta di antracite non è diminuita come quella degli altri carboni.

Nel 1913 c'erano 1.127.890 uomini impiegati nelle miniere in Gran Bretagna, mentre alla fine del 1927 il numero era solamente di 979.000 uomini e ha subito in seguito altre diminuzioni. Il più vasto bacino carbonifero, con impiego di oltre 200.000 uomini, è quello del Galles meridionale, seguono quelli di Durham e della Yorkshire meridionale con più di 100.000 minatori ciascuno, e quello del Lancashire con poco meno; vengono poi il Lanarkshire, il Derbyshire e lo Yorkshire occidentale, che impiegano nelle miniere di carbone ciascuno circa 50.000 operai. I bacini carboniferi del Northumberland, della zona di Nottingham e dello Staffordshire hanno minore importanza. Vi sono poi numerosi bacini carboniferi più piccoli. L'esportazione di carbone, coke, ecc., nel 1928, fu di 54.538.683 tonnellate, mentre circa 17.000.000 di tonnellate vengono caricate nei bunkers delle navi per il commercio estero. Ci sono inoltre enormi riserve di carbone suscettibili di sfruttamemo, come pure una grande quantità di olî minerali, che vengono per ora sfruttati solo nel Midlothian.

La Gran Bretagna non è molto ricca di energia idroelettrica, sebbene molti luoghi possano fornire piccole quantità di energia per illuminazione e per altri usi locali.

Se altre industrie cominceranno a prosperare in Gran Bretagna saranno probabilmente seguite da una ripresa nell'estrazione del carbone; gli esperimenti per lavorare il carbone alla miniera e convertirlo in combustibile compatto e senza fumo, o per trasformarlo in energia elettrica (in tutti e due i casi con la conservazione e l'utilizzazione di numerosi sottoprodotti che ora molto spesso restano inutilizzati) potranno essere applicati su larga scala. L'organizzazione dell'estrazione e della vendita dei carbone per distretti, piuttosto che individualmente, può favorire l'industria. I minatori avendo elevato il loro livello di educazione, hanno sentito molto fortemente le strettezze della presente situazione, tanto più che in molti casi sono alloggiati in condizioni tali che tolgono ogni possibilitȧ di procurarsi il cibo coltivando i proprî orti o di utilizzare il tempo libero in qualche mestiere.

Industrie. - La Gran Bretagna nel basso Medioevo conduceva una vita alquanto precaria, a causa delle eccessive piogge estive che potevano danneggiare o distruggere il raccolto del grano. Nell'ovest e nel nord (Galles e Scozia), dove non si poteva coltivare il grano, l'avena divenne il principale alimento degli abitanti. I bovini e le pecore divennero perciò un supplemento prezioso per l'agricoltura britannica e nel Medioevo l'Inghilterra fu un centro importante di produzione della lana per le industrie fiamminghe e anche italiane. Nei secoli XIV e XV si cominciò in Inghilterra a lavorare sempre più largamente la lana; le industrie laniere si stabilirono dove c'era o un incrocio di strade provenienti da distretti allevatori di pecore (come a Norwich) o l'acqua come forza motrice o dove abbondava acqua senza carbonato di calcio per lavare la lana. In questo modo l'Inghilterra venne trasformandosi in un paese industriale specie verso la fine del Medioevo, quando, ai tempi dei Tudor, l'allevamento delle pecore aumentò grandemente, mentre l'industria del ferro del Weald, nel SE. dell'Inghilterra, cominciava a divenire importante. Il progresso del commercio inglese nei secoli XVII e XVIII e l'influenza degli Ugonotti e di altri esuli, portò a un maggiore sviluppo dell'industria: specialmente della tessitura del cotone nel Lancashire meridionale e sulle rive del Clyde. Nel primo caso l'acqua senza carbonato fu di gran momento per il lavaggio e per azionare le macchine inventate per la tessitura e la filatura. Nello stesso tempo lo sviluppo del commercio originò l'industria delle costruzioni navali e con questa nacque l'industria del mobilio, mentre si sviluppò specialmente a Belfast l'industria del lino e in alcuni porti quella dei cordami.

Alla fine del sec. XVIII le macchine inventate da Giacomo Watt utilizzarono come energia il vapore creato dalla combustione del carbone. Così la Gran Bretagna ebbe per un certo tempo grandi vantaggi come paese industriale: il carbone era abbondante in molti luoghi, spesso in prossimità del minerale di ferro; s'inventarono nuove macchine, il commercio marittimo divenne considerevole e la popolazione cercò lavoro nell'industria specialmente a causa dei rischi della coltivazione del grano in un clima piovoso. Così avvenne che nel sec. XIX la Gran Bretagna poté per un certo tempo mantenere la supremazia tra le nazioni del mondo: nell'industria della lana, che si concentrò in gran parte nello Yorkshire occidentale, benché anche nei Cotswold Hills continuasse a prosperare la fabbricazione di tessuti di lana; nell'industria del cotone, che si sviluppò specialmente nell'area intorno a Manchester e presso il Clyde a Paisley, con alcune specializzazioni a Nottingham; nell'industria del ferro e dell'acciaio sorta presso diversi giacimenti carboniferi, specie intorno a Birmingham e sul Clyde; nell'industria delle costruzioni navali, le più importanti delle quali erano sul Clyde, alla foce del Tyne, a Belfast, a Barrow in Furness, e a Birkenhead, ma che ebbe anche importanza per un certo tempo in alcuni porti meridionali. La politica che la Gran Bretagna adottò in relazione alle circostanze fu di far pressione per il libero ingresso delle sue merci manifatturate nei mercati di tutti i paesi, e, reciprocamente, di permettere il libero ingresso ai prodotti degli altri paesi, tanto derrate alimentari e materie prime quanto merci manifatturate. In conseguenza di ciò la Gran Bretagna divenne una grande nazione industriale e l'agricoltura in complesso declinò; lo sviluppo parallelo del commercio rese Londra un mercato estremamente sensibile per il credito d'ogni specie. Ma verso la fine del sec. XIX altre nazioni industriali cominciarono a fare seria concorrenza alla Gran Bretagna e la guerra del 1914-18 diminuì di molto le possibilità di credito internazionale. Ogni nazione concorrente lottò in maniera sempre crescente per proteggere i proprî mercati dalle merci straniere; ne derivò che le antiche industrie principali della Gran Bretagna furono seriamente colpite e in qualche caso menomate, tanto più che solo pochi giacimenti di minerali di ferro sono ancora sfruttabili nella Gran Bretagna. La quale ha così un gran numero di disoccupati (più di 2 milioni) e tenta di ritornare alla prosperità favorendo speciali industrie (seta artificiale, macchine elettriche, automobili, ecc.). Una caratteristica notevole dell'industria negli ultimi anni e che nuove fabbriche sono sorte nell'Inghilterra meridionale, specie presso Londra, cosicché l'industria si è spostata verso sud, mentre nel sec. XIX era localizzata nelle contee settentrionali, intorno a Birmingham e nel bacino del Clyde.

Daremo brevi dati concernenti le principali industrie, cominciando dalle più antiche. Per i particolari sul carbone e sull'industria dei minerali di ferro, come pure per quanto concerne i minerali locali e i particolari sull'industria agricola v. sopra. L'ultima è naturalmente la più antica di tutte e probabilmente ancora impiega un numero di persone maggiore di ogni altra industria, benché la proporzione degli agricoltori rispetto alla popolazione totale sia, come si è visto, molto bassa.

Lana. - Come inevitabile risultato della sua storia, quest'industria è meno concentrata di alcune altre, benché il West Riding nel Yorkshire ne sia il centro di gran lunga più importante. La riduzione del credito mondiale dal 1914, aggiunta all'aumentato uso della seta artificiale, è stata la causa di una restrizione di questa industria: nel 1927 meno di 250 mila persone erano impiegate nella filatura, tessitura e tintura della lana e dei filati e tessuti di lana. La diminuzione della produzione dei tessuti di lana è stata specialmente seria; essi formavano, nel 1927, circa il 23% della produzione totale. La confezione dei vestiti impiegava, nel 1924, 344.209 persone. L'esportazione di filati e tessuti di lana e merci manufatte (eccettuati gli abiti) ebbe nel 1929 il valore di 52.884.000 sterline con una diminuzione di 4 milioni rispetto al 1928. L'importazione nel 1929 ammontò a 16.234.000 sterline.

Cotone. - Le difficoltà ricordate per l'industria della lana esistono anche per quella del cotone e sono aumentate per lo sviluppo che quest'industria ha preso negli Stati Uniti d'America, nell'India, nel Giappone e in altri paesi. La Gran Bretagna sta ora riorganizzando l'industria del cotone per darle una maggiore unità. L'esportazione del cotone e delle merci di cotone nel 1929 fu di sterline 135.449.000 con una iliminuzione di circa 10 milioni in confronto a quella dell'anno precedente. Nel 1924 poco più di mezzo milione di persone erano impiegate nell'industria del cotone, ma da allora il numero è notevolmente diminuito.

Nell'industria del cotone, come in quella della lana, si nota un'interessante distribuzione dei diversi rami dell'industria fra città vicine. Nel caso del cotone la filatura è sviluppata specialmente nelle città sulle pendici dei Monti Pennini a est e a nord-est di Manchester, mentre la tessitura si esercita principalmente più a nord, a Blackburn e a Burnley; la preparazione delle sostanze coloranti e la tintoria si esercitano come un ramo della complessa industria chimica nella pianura a ovest e sud-ovest di Manchester: questa è divenuta il centro mercantile e la capitale regionale dell'industria cotoniera, icon depositi e borse più che stabilimenti, ma anche con molte officine meccaniche per sopperire ai bisogni dell'industria e con un immenso mercato di viveri. Ciò che si verifica a Manchester nell'industria del cotone si verifica in parte a Leeds per l'industria della lana, ma il minor grado di concentrazione di quest'industria e i legami storici del commercio medievale della lana con Londra, hanno contribuito a conservare a quest'ultima il suo mercato laniero.

Maglieria. - La fabbricazione di maglierie impiegava 96.000 persone nel 1924 e rappresentava un ramo importante dell'industria tessile; ma per avere un'idea complessiva dell'industria tessile bisogna ancora includervi la produzione della seta artificiale e delle stoffe fatte con questa materia, industria che impiegava circa 40.000 persone nel 1924. La seta artificiale mista al cotone o alla lana è molto adoperata nella stessa Gran Bretagna e il commercio interno è molto più vasto che quello d'esportazione. L'industria della seta artificiale ha avuto un grande sviluppo nel distretto di Birmingham.

L'esportazione d'indumenti di tutte le specie nel 1928 fu valutata a 25.614.000 sterline. Il valore totale delle esportazioni di prodotti nazionali derivati dall'industria tessile nel 1929 fu di 242.985.000 sterline, mentre nel 1928 fu di 260.254.000 sterline. Il valore degli articoli tessili importati durante il 1929 fu di sterline 77.403.000, di cui 8.091.000 sterline vennero riesportati. Queste cifre mostrano chiaramente l'importanza dell'industria tessile e dei rami dipendenti, come per esempio l'industria tintoria, ecc., nella vita economica della Gran Bretagna.

Ferro e acciaio. - Questa industria ha sofferto molte vicissitudini; artificialmente sostenuta durante il periodo bellico 1914-18, subì più tardi una grave depressione a cagione delle restrizioni di credito e dello sviluppo di questa industria in altri paesi. Dopo la stabilizzazione della valuta e la ricostruzione dei paesi duramente colpiti dalla guerra 1914-18, il commercio inglese in prodotti di ferro e acciaio crebbe di nuovo raggiungendo un valore superiore a 68.000.000 di sterline nel 1929, da cui sono escluse le macchine e gli utensili. A queste bisogna aggiungere il valore del commercio di coltellerie e materiali affini che ha raggiunto 9.138.000 sterline.

Metalli non ferrosi. - Nel 1924 la statistica di questa industria valutava i prodotti in 52.500.000 sterline, di cui circa due quinti furono ricavati dal commercio del rame e dell'ottone, impiegando 33.184 persone.

L'esportazione di questi prodotti, escluso il macchinario, raggiunse nel 1929 un valore di 18.281.000 sterline, che rappresenta un incremento di circa 2 milioni di sterline paragonato a quello del 1928, ma che uguaglia circa l'esportazione del 1927. C'è naturalmente una grande importazione di metalli non ferrosi, compresi alcuni prodotti lavorati.

Macchine. - Questa industria è ora relativamente fiorente in Gran Bretagna, che ha sviluppato molto la sua produzione dì materiali elettrici. L'esportazione itel 1929 fu valutata di 67.536.000 sterline in confronto a 65.350.000 sterline nel 1928, a 60.658.000 sterline nel 1925 e a 56.799.000 sterline nel 1924. Queste cifre non includono il valore dei veicoli, navi e aeroplani. L'industria elettrica impiegava 156.508 persone nel 1924 e la fabbricazione delle macchine, esclusi automobili e cicli, 209.419.

Veicoli e navi. - La produzione delle automobili ha sofferto durante alcuni anni, fino a che nel 1925 non venne imposto un dazio sull'importazione delle automobili e cicli. La fabbricazione di automobili e cicli impiegava circa 200.000 persone nel 1924 e la costruzione delle navi 12.874; il valore delle navi prodotte era di 51 milioni di sterline in confronto al valore di circa 94 milioni di sterline prodotte nel ramo delle automobili e dei cicli. L'esportazione nel 1929 segnò un valore di 50.249.000 sterline, circa 3 milioni più che nel 1928, 17.500.000 più che nel 1925 e 23.500.000 sterline più che nel 1924.

Legname. - La Gran Bretagna possiede solamente piccole zone boscose capaci di fornire legname; forse non più del 3% della sua area ne è ricoperta. Il paese quindi dipende dal legname importato: questo viene lavorato e alimenta così una corrente di esportazione che nel 1929 raggiunse i 3 milioni di sterline, ma i più importanti articoli manifatturati di legno hanno un valore triplo. Il commercio del legname impiegava 68.638 persone nel 1924, quello dei mobili e lavori affini ne impiegava 82.841; solo una piccola parte dei prodotti viene esportata.

Cuoio, calzature. - Questa industria nel 1924, impiegava 177.758 persone, coprendo abbondantemente il consumo interno; l'esportazione nel 1929 fu valutata a 7.907.000 sterline.

Industria chimiche. - Queste industrie, compresa in esse la preparazione di medicinali e di sostanze coloranti, diedero impiego nel 1924 a 68.576 persone, con un'esportazione di prodotti valutata nel 1929 a 26.626.000 sterline, totale che tende a salire.

Olî e resine e sostanze affini. - Furono esportate nel 1929 per un valore di 8.599.000 sterline, che rappresenta una piccola diminuzione in confronto degli anni precedenti. Naturalmente l'importazione di queste materie raggiunge un'alta cifra e il consumo interno è necessariamente grande. L'industria dei colori, smalti e vernici impiegava 18.761 persone nel 1924.

Vetro. - Questa industria si sviluppò grandemente nel secolo XX; tuttavia nel 1927 s'importò per 3.230.000 sterline e si esportò per meno di 900.000 sterline.

Porcellana e ceramiche. - Rappresentano un'antica e importante industria nazionale, fondata dalla famiglia Wedgwood nel giacimento carbonifero dello Staffordshire settentrionale e mantenutasi per un insieme di fattori quali l'iniziativa di questa famiglia, la possibilità di comunicazioni per ferrovie e canali in varie direzioni, e la presenza di inesauribili quantità di grossolana argilla refrattaria per la fabbricazionc dei recipienti in cui è cotta la porcellana. L'argilla per questa porcellana è in gran parte portata dal SO. dell'Inghilterra. L'industria della fabbricazione della porcellana e della ceramica nel 1924 impiegava 69.210 persone. L'esportazione della ceramica, vetri, ecc. nel 1929 fu valutata a 14.005.000 sterline, cifra aumentata in complesso da alcuni anni.

Gomma. - La lavorazione della gomma impiegava 46.565 persone nel 1924; questa industria è naturalmente aumentata, in relazione allo sviluppo dell'industria delle automobili e dei cicli. Le statistiche dei valori esportati danno inesatte indicazioni a causa della straordinaria caduta del prezzo del materiale. L'esportazione del 1929 raggiunse un valore totale di 3.405.000 sterline.

Polpa di legno e carta. - Queste industrie sono considerevolmente aumentate dal 1918. Il valore dell'esportazione della carta e affini si è mantenuto costante per alcuni anni tra i 9 milioni e i 10 milioni di sterline.

Mattoni e tegole. - Vengono fabbricati in grande quantità; questa industria impiegava più di 68.000 persone nel 1924; l'esportazione e l'importazione, specie quest'ultima, hanno scarsa importanza.

Per terminare la trattazione delle industrie della Gran Bretagna si deve ancora fare uno speciale accenno alla produzione del gas e dei varî sottoprodotti del carbone, che occupava 108.421 uomini nel 1924, mentre la produzione di energia elettrica dava lavoro a circa 47.000 persone nello stesso anno. Più della metà delle centrali elettriche sono di proprietà pubblica e numerosi sono i piccoli impianti. Il progresso della produzione dell'energia elettrica per scopi industriali in Gran Bretagna è stato lento, anche perché i motori a vapore e a gas sono largamente diffusi nel paese.

Commercio. - Nel Medioevo il commercio britannico fu nelle mani della lega anseatica, ma sotto i Tudor il commercio oceanica si sviluppò e con esso sorsero le società dei Merchant Adventurers. Sotto la regina Elisabetta la potenza della Hansa in Inghilterra fu spezzata e i marinai inglesi estesero le loro attività lontano e su vasti campi. Al principio del sec. XVII sorsero le grandi compagnie mercantili transoceaniche, le più famose delle quali furono la Compagnia delle Indie Orientali e la Compagnia della Baia di Hudson; quest'ultima sopravvive ancora, benché soltanto come società commerciale, i poteri amministrativi dei primi tempi essendo stati in seguito assunti dal governo. L'aumento del commercio intorno all'Atlantico settentrionale, nel sec. XVIII, dalla Gran Bretagna all'Africa occidentale, di là alle Indie orientali e alla Nuova Inghilterra e finalmente di nuovo in Gran Bretagna, resero la Gran Bretagna e la Nuova Inghilterra molto importanti come nazioni marinare. Lo sviluppo delle navi a vapore e il grande progresso dell'industria aumentarono grandemente il commercio inglese verso la metà del sec. XIX, e un maggiore sviluppo si verificò quando il ferro venne usato nella costruzione degli scafi delle navi, specie perché la Gran Bretagna era a un tempo il principale centro di manifattura del ferro e dell'acciaio, e aveva una lunga esperienza nella costruzione della maggior parte degli accessorî di una nave. La politica nazionale col suo sistema del libero scambio fece ancor più progredire il commercio, poiché le navi partivano cariche di merci manufatte e tornavano con carico di prodotti alimentari e materie prime, e i profitti di questo trasporto di merci divennero, e ancora rimangono, un elemento importante del reddito della nazione. Questa attività commerciale è strettamente unita al complesso e delicato sistema di credito che fa centro in Londra. Poco dopo il 1870 i capitali britannici erano così aumentati per i profitti commerciali e industriali, che gl'interessi sotto forma di aumentata importazione, divennero una caratteristica notevole del commercio del paese, mentre la sua esportazione non aumentò nella stessa misura, benché l'aumento proporzionale non sia molto differente nei due casi. Le cifre sono (in sterline):

La media dell'esportazione per gli anni 1875-79 non comprende il valore delle navi costruite per l'estero e per questo forse si potrebbe aggiungere poco meno di 5 milioni di sterline. Le cifre date si devono considerare, tenendo conto dei cambiamenti di valore della moneta. Il cambiamento in 50 anni si vede meglio, considerando l'eccedenza netta delle importazioni. Per il 1875-79 la media fu di Lst. 62.500.000 all'anno; nel 1929 fu Lst. 282.294.000. Questa eccedenza è pagata in parte con gli utili dei noli, in parte con i profitti delle grandi organizzazioni di credito, in parte con gl'interessi del capitale investito all'estero. Si sostiene che il saldo debitore della bilancia commerciale si pareggi senza esportazioni di capitale, ma è ovvio che calcoli di questo genere sono difficili a farsi, mentre cambiamenti politici e d'altro genere hanno portato grandi differenze in molti investimenti britannici all'estero. Le cifre dell'esportazione per alcune delle principali industrie sono state già date. Le statistiche del commercio nazionale sono ufficialmente le seguenti per il 1929 (milioni di sterline):

Le importazioni totali dagli Stati Uniti sono di 195,6, dall'Argentina 81,4, dall'Impero britannico 360,3 (India 62,9; Australia 55,9; Nuova Zelanda, Canada e Libero Stato d'Irlanda con 45-47 milioni di sterline ciascuno dànno il maggiore contributo). La cifra è per la Germania di 68,7, per la Francia di 56,5, per la Danimarca 56,2, per il Belgio 44,0, per l'Olanda 42,4. Quasi ogni nazione esporta in Gran Bretagna: l'Italia esporta per 16,8 milioni. Le esportazioni della Gran Bretagna per l'Impero britannico assommano a 324,5 milioni di sterline di cui 78,2 per l'India, 54,2 per l'Australia, 35,0 per il Canada, 32,5 per l'Unione Sud-Africana, 36,1 per lo Stato Libero d'Irlanda. L'Impero britannico prende anche 23,1 milioni di riesportazione britannica, la metà quasi di questi vanno allo Stato Libero d'Irlanda. Dei paesi esteri gli Stati Uniti importano dalla Gran Bretagna per un valore di 45,6 milioni, ai quali bisogna aggiungere 16,5 milioni di riesportazione. Il deficit della bilancia commerciale tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti è molto forte sebbene venga assai diminuito per i noli marittimi. L'esportazione britannica in Germania è di circa 37,1 (23,3 di riesportazione), segue la Francia con 31,6 milioni (e 17,5 milioni di riesportazione), l'Argentina con 29,1, l'Olanda con 21,8 (e 5,2 di riesportazione), il Belgio con 19,5 (e 9,2 di riesportazione) e l'Italia con 16 milioni. La bilancia commerciale tra la Gran Bretagna e la Danimarca è notevolmente sfavorevole alla prima. La bilancia commerciale è più in equilibrio con l'Impero britannico, la Germania, la Francia, l'Italia e la Cina che con gli Stati Uniti, la Danimarca e la Repubblica Argentina. Il Brasile è uno dei pochi paesi che importa molto più dalla Gran Bretagna di quello che non esporti e questo si verifica in piccola parte anche per i possedimemi francesi e portoghesi in Africa.

Pesi e Misure. - La Gran Bretagna mantiene ancora i suoi tradizionali pesi e misure del commercio, benché il sistema metrico sia generalmente apprezzato. L'unità di lunghezza, 1 piede, equivale a 30,48 centimetri ed è diviso in 12 pollici. Tre piedi formano una yard e 220 yards formano un furlong, 8 furlong un miglio che equivale a km. 1,609; 4840 yards quadrate formano un acro che equivale a ettari 0,4047 e 640 acri formano un miglio quadrato (259 ha). L'unità di peso è la libbra equivalente a 453,59 grammi e, per definizione, uguale a 7000 grani. La libbra contiene 16 once nel peso ordinario; 100 libbre equivalgono a un cental, ma questa nuova unità non ha per niente sostituito l'antica unità, il hundredweight di 112 libbre; 20 hundredweights equivalgono a una tonnellata inglese di 1016 kg. La tonnellata metrica è 0,9842 della tonnellata britannica. L'unità di misura di volume è il piede cubico che equivale a 0,0283 metri cubici; la misura della capacità è il bushel del quale 2,7 formano un ettolitro. Il gallone usato per misurare i liquidi, è definito come il volume di 10 libbre di acqua distillata a 62° Far. (16°, 2/3) alla pressione atmosferica di 30 pollici (762 mm.) ed equivale circa a litri 4,546; si suddivide in 8 pinte. (Per l'unità monetaria v. appresso, paragrafo Finanze).

Comunicazioni.

Strade. - Le strade ereditate dai Romani rimasero a lungo le principali linee di comunicazioni interne; ma, nel sec. XVII la costruzione stradale riprese, e si sviluppò grandemente nel secolo XVIII e al principio del XIX sino a quando le strade non furono per un certo tempo sostituite dalle ferrovie. Negli ultimi 20 anni, tuttavia, c'è stata un'altra grande ripresa nella costruzione stradale grazie alla diffusione delle automobili. Si calcola che vi siano circa 179.000 miglia (288.000 km.) di strade nella Gran Bretagna. Ai Consigli di contea spetta in gran parte la manutenzione stradale, ma accordi complessi, concernenti il finanziamento dei lavori stradali, si sono fatti tra il governo centrale e i Consigli di contee. Le strade comprese in un borough sono sotto la cura del relativo Consiglio di borough. Una caratteristica notevole delle strade britanniche è che esse sono, in genere, fiancheggiate da argini di terra detti hedges o da steccati, ma ci sono alcune strade libere nei moorlands. I dati sopra riportati non comprendono i sentieri. Per il fatto che le strade dipendono dalle autorità locali c'è una notevole differenza nella loro qualità nelle diverse parti del paese, e l'assenza di un sistema di strade nazionali è una caratteristica inglese. Diversi grandi tronchi stradali sono stati recentemente cogtruiti con speciali accordi; alcuni dei più importanti di essi partono da Londra specialmente verso occidente. Una grande arteria si sta ora costruendo sotto la Mersey tra Liverpool e la riva del Cheshire fiancheggiante l'estuario.

Canali. - I canali non vennero costruiti nella Gran Bretagna così presto come in altri paesi europei; e benché essi raggiungessero una considerevole importanza prima che fossero costruite le linee ferroviarie, per i rapidi cambiamenti di livello del suolo, che resero necessaria la costruzione di molte chiuse, il sistema non poté funzionare con la stessa facilità ed efficienza come in alcune parti della Francia, della Germania e in altri paesi.

La canalizzazione del paese cadde in gran parte nelle mani delle società private che posseggono le linee ferroviarie, e lo sviluppo dei canali venne per un certo tempo ostacolato. Negli ultimi anni, tuttavia, l'interesse per le loro possibilità di trasporto a buon mercato si è ridestato qua e là, specie tra Nottingham e il Humber. Nel 1927 la lunghezza complessiva dei canali, escluso il Canale di Manchester, era di circa 3800 miglia con un materiale trasportato di circa 15.313.000 tonn. Il sistema dei canali è naturalmente di speciale importanza nei Midlands (intorno a Birmingham e tra Londra e la Mersey) e tra la Mersey e il Humber. Il canale di Manchester conduce dalla Mersey a Manchester ed è lungo 35,5 miglia (60 km.) con una profondità di 30 piedi (9 m.) eccettuato presso Manchester dove è ridotto a 28 piedi (8,53 m.). La sua ampiezza è di circa 120 piedi (36 m.), tranne per un km. circa dove è solo di circa 90 piedi (27 m.). Questo canale sostituì in parte il Canale Bridgewater da Manchester a Runcorn, che tuttavia conserva ancora una buona quantità di traffico. Fu costruito da una Società in unione con la città di Manchester e venne aperto nel 1894. Vi sono chiuse a Eastham dove il canale raggiunge l'estuario della Mersey sul lato meridionale del fiume, a Latchford per arrestare l'azione della marea, a Irlam, a Barton e a Mode Wheel (entrata dei dock di Manchester). Vi sono chiuse laterali da questo canale al canale di Bridgewater, che in tal modo comunica con il sistema dei canali del paese. Questo canale ha reso Manchester il quarto porto della Gran Bretagna.

Ferrovie. - La Gran Bretagna fu il primo paese a costruire strade ferrate e in conseguenza di ciò esse si svilupparono gradatamente senza un piano generale, sotto la direzione di società private che spesso costruirono linee in concorrenza, redditizie solo per poco tempo. Una legge del 1921 raggruppò tutte le linee ferroviarie in 4 compagnie: la London, Midland and Scottish Railway (7464 miglia), la London and North Eastern Railway (6464 miglia), la Great Western Railway (3765 m.), la Southern Railway (2129 m.): in totale 19.822 miglia, salite nel 1928 a 20.836 miglia (circa 32.800 km.). La prima di queste compagnie ha linee da Londra a Manchester e alla Mersey e di lì in Scozia con alcune diramazioni nello Yorkshire, nel Galles settentrionale e nei Midlands; tra le sue linee più antiche sono la Liverpool-Manchester (la prima linea costruita) e la Londra-Birmingham. La London and Nord Eastern possiede le linee da Londra, via York, alla Scozia come pure quelle delle contee orientali. La Great Western possiede le linee da Londra al Galles centrale e meridionale, Bristol e Cornovaglia; anche la Southern tocca la Cornovaglia, ma interessa principalmente le contee sudorientali, il Hampshire, il Wiltshire e il Dorset. La contrazione delle industrie manifatturiere e del commercio negli ultimi anni ha reso difficile la posizione delle società ferroviarie, specialmente per il fatto che una parte del capitale delle società riunite rappresenta il costo di linee che erano prima concorrenti e che ora in qualche caso non sono più necessarie. Il capitale impiegato nelle ferrovie è di sterline 1.198.193.140, ma una parte di esso è puramente nominale, creato per convenienze di scambî e di fusioni. Gl'incassi totali delle ferrovie nel 1927 furono di 219,4 milioni e le spese di 176,9 milioni di sterline; ma la prima cifra è da allora diminuita. Lo sviluppo del traffico stradale per le automobili ha contribuito grandemente alla diminuzione, ma le compagnie ferroviarie si stanno assicurando su larga scala la proprietà dei servizî automobilistici. La compagnia London Midland and Scotthis ha il maggior traffico di passeggieri e merci, con 30,1 milioni di sterline per passeggieri e 45,8 di merci nel 1927; seguono la London and North Eastern con 21, 1 per passeggieri e 37,5 per merci; la Great Werstern con 13,0 per passeggieri e 18,0 per merci; la Southern con 17,0 per passeggieri e 6,2 per merci.

Linee tramviarie, ora quasi interamente elettriche, sono state costruite in diversi centri urbani e giungono in alcuni casi a notevoli distanze dai centri come a Londra, a Birmingham, nel Lancashire meridionale e nel Riding occidentale. Il totale delle linee tramviarie e ferrovie a scartamento ridotto nel 1928 fu di 2514 miglia. In alcuni luoghi le linee tramviarie vengono sostituite dai servizî automobilistici.

Porti. - Il principale porto della Gran Bretagna è senza dubbio Londra, che nel 1927 ebbe un movimento di entrata e di uscita di merci da e per l'estero per 706 milioni di sterline, senza contare l'importantissimo traffico di cabotaggio. Il tonnellaggio delle imbarcazioni entrate e uscite nel 1928 superò 26.700.000 tonn. Liverpool precede Londra come porto per le esportazioni con sterline 258.526.000 di esportazione nel 1927 contro sterline 227.285.000, ma il tonnellaggio entrato e uscito è minore. I porti della Gran Bretagna che seguono come importanza sono Glasgow, Manchester, Hull, Bristol e Southampton, specialmente importante per traffico transoceanico di passeggieri, Cardiff e Newcastle, porti importanti per il carbone. I principali porti dell'Europa occidentale sono amministrati dalle città a cui appartengono e queste città generalmente posseggono il territorio vicino al porto, mentre i porti britannici vengono in qualche maniera a trovarsi in condizioni di inferiorità in confronto ai porti europei perché i loro dock sono proprietà di società private o di enti semi-pubblici. Questo ha avuto serie conseguenze nel commercio portuario, specialmente di Londra. La Gran Bretagna ha un gran numero di porti minori, tra cui Dover e Plymouth per passeggieri e posta; Grimsby, Hull, Yarmouth, Lowestoft, Milford, Aberdeen porti pescherecci; Swansea per il carbone, rame e stagno; Newport per il carbone; Leith per il traffico generale e la pesca. Se ne potrebbero ricordare molti altri; lungo tutta la costa vi sono antichi porti, pittoreschi testimonî della navigazione a vela, ma con spazio o fondali insufficienti per i moderni vapori. Questi piccoli porti hanno fino a non molto tempo fa fornito alla marina mercantile marinai e ufficiali, addestratisi sulle barche da pesca; ma dacché questo tratto della vita marinara britannica sta scomparendo, la pesca viene secondo i sistemi moderni esercitata con grandi motopescherecci.

Marina Mercantile. - I provvedimenti protettivi che la Gran Bretagna prese in varie epoche a favore della marina mercantile (ne troviamo già uno, di Atelstano, nel 1125) ebbero per parecchio tempo - cioè fino a che le navi mercantili furono adoperabili per scopi militari - un carattere sostanzialmente politico. Verso la fine del secolo XV, con la separazione netta che si venne attuando tra flotta mercantile e marina da guerra, tali provvedimenti cominciarono a fondarsi maggiormente su criterî economici. Si hanno così disposizioni relative alla nazionalità degli equipaggi (Enrico VII, 1485), in favore della pesca, ecc. Al principio del sec. XVII la Gran Bretagna occupava già un posto di primo ordine nella politica e nel commercio mondiali; ma l'Olanda la superava e disponeva, verso il 1650, di t. 900.000 circa di navi, contro le 500.000 possedute dalla Gran Bretagna. Questa comprese la necessità vitale di eliminare nei traffici la concorrenza olandese, e promulgò quindi, il 9 ottobre 1651, l'Atto di navigazione, che prende il nome dal Cromwell mentre in realtà fu proposto da alcuni membri del Parlamento. Tale atto:1. riservava il cabotaggio esclusivamente alle navi inglesi; 2. gravava i prodotti della pesca di un dazio doppio se trasportati da bastimenti esteri, 3. escludeva completamente le navi estere dal commercio d'importazione e d'esportazione con le colonie inglesi e dall'importazione in Inghilterra di merci provenienti dall'America, dall'Asia, dall'Africa; 4. imponeva che certe merci europee, espressamente indicate, venissero trasportate o su navi inglesi o su navi del paese in cui la merce era prodotta; 5. stabiliva che una nave non sarebbe stata riconosciuta inglese e non avrebbe goduto dei privilegi inerenti a questo titolo se non appartenendo interamente a sudditi inglesi ed avendo i tre quarti dell'equipaggio composto di nazionali.

L'atto non poté sempre trovare completa applicazione, nei primi tempi, perché gli armatori inglesi non possedevano navi sufficienti per soddisfare i bisogni dei caricatori, ma durante il sec. XVIII poté funzionare avendo gli Stati Uniti nel 1817, per rappresaglia, adottato un Atto di navigazione simile a quello britannico, nel 1830 i due paesi si concessero la reciprocità; frattanto, fra il 1824 e il 1826 il governo inglese concluse trattati di navigazione con la Prussia, la Danimarca, Lubecca, Brema, Amburgo, la Francia e il Messico. Così i porti inglesi venivano aprendosi gradatamente alle navi estere, la portata dell'Atto si affievoliva; e dopo agitazioni e discussioni durate varî anni, l'Atto stesso veniva abolito (26 giugno 1849), facendo prevalere il principio della libera concorrenza. Nel 1854 veniva soppressa anche la riserva del cabotaggio.

Sull'utilità dell'Atto (che non raggiunse lo scopo di rovinare la maripa olandese) molto è stato discusso. Gli economisti liberali inglesi lo ritennero dannoso sotto il punto di vista economico, per i numerosi intralci da esso recati al commercio d'importazione e d'esportazione, ma utile dal punto di vista politico, perché "la difesa è assai più importante che non l'opulenza" (Adamo Smith) e perché esso contribuiva a mantenere "un semenzaio di marinai per la flotta" (Stuart Mill). Altri discussero o negarono anche questo vantaggio politico. A ogni modo, sotto l'egida dell'Atto, la consistenza della marina britannica aumentò notevolmente, passando a 720.000 tonn. nel 1776, 1.460.823 nel 1790, 2.681.276 nel 1815, a 4.232.962 nel 1850.

Tuttavia, nonostante tale aumento, le condizioni della marina britannica nel periodo successivo alle guerre napoleoniche non erano intrinsecamente buone, specialmente nei riguardi degli ufficiali al comando e degli equipaggi (inchiesta Murray del 1843). La constatazione spinse da una parte ad accentrare in un solo ente la competenza a trattare le questioni marittime, che era allora suddivisa fra nove ministeri; indusse inoltre a consolidare in un testo unico, rimodernandole, le leggi marittime, parecchie delle quali in conflitto, altre non più applicate. È da notare difatti che il Board of Trade si era, è vero, interessato dal lato politico e commerciale della navigazione, agendo, sin dall'epoca del Cromwell, come corpo consultivo dello stato nei riguardi delle questioni derivanti dall'applicazione dell'Atto di navigazione; ma la vigilanza sul lato tecnico e sociale della marina era già in precedenza esercitata dalla Trinity House che, da gilda locale di piloti e marittimi, a Deptford, era stata trasformata in corporazione da Enrico VIII. L'autorità della Trinity House aumentò nei primi anni del diciassettesimo secolo, ma dal 1625 i suoi poteri cominciarono a declinare per divergenze col Navy Board e nel 1648 il Parlamento la sciolse perché composta in maggioranza di elementi realisti; ripristinata durante la Restaurazione, essa non ricuperò più integralmente i suoi poteri. Dal sec. XVIII in poi il Board of Trade fu consultato sempre più largamente, finché il Mercantile Marine Act del 1850 non diede all'ente l'assoluta competenza in materia marittima; nel 1853 anche la vigilanza sul pilotaggio e sui segnalamenti marittimi (e quindi sulla Trinity House) passò al Board. Il Merchant Shipping Act del 1854, oltre a definire di nuovo le funzioni del Board, raggruppò in un testo unico tutte le norme di carattere marittimo e fu poi sostituito dall'altro Shipping Act del 1894, tuttora in vigore.

Verso la metà del sec. XIX la Gran Bretagna aveva dunque assestato stabilmente la sua marina. Nel pieno sviluppo dell'era vittoriana essa preponderava nel mondo per la sua situazione marittima ed economica; i suoi 5 milioni di tonnellate costituivano la terza parte del naviglio mondiale; il carbone cominciava ad assumere enorme importanza, e il Regno Unito ne era il più grande produttore ed esportatore. L'assoluto predominio nel campo industriale spinse la Gran Bretagna a favorire il libero scambio, dal quale essa aveva ormai da guadagnare; in questo ambiente la marina mercantile prosperò, passando a 13.241.446 tonnellate lorde nel 1900 e a 17.516.479 nel 191o. Allo scoppio della guerra mondiale essa comprendeva quasi la metà del tonnellaggio di tutto il mondo: 11.538.000 tonnellate nette (che salivano a 12.440.000 col naviglio delle colonie e dei Dominion) su 25.990.000 tonnellate in complesso. Questa flotta, principalmente composta (90%) di navi addette a viaggi di lungo corso, ossia di scafi di stazza unitaria superiore a 1600 tonnellate lorde, era inoltre caratterizzata da una proporzione di tramps (il 60% circa contro il 40% di liners) più larga che in qualsiasi altra marina. L'importanza del tramping nell'economia marittima britannica dipendeva dal fatto che delle esportazioni inglesi (superiori nel periodo prebellico alle importazioni), circa il 78% erano costituite dal carbon fossile; le "carrette" britanniche avevano quindi la sicurezza di poter disporre di un nolo di uscita conveniente traendone un vantaggio reale nella concorrenza. Un'altra caratteristica della marina britannica era costituita dalla modernità e dall'efficienza derivanti dal rapido processo di rinnovamento; il naviglio mondiale aumentava del 5% circa all'anno, nell'immediato periodo prebellico, mentre il 2% circa veniva demolito o era perduto; quello britannico aumentava soltanto del 2½%, ma ogni anno il 5½% circa del naviglio del Regno Unito era cancellato dalle matricole (e quindi sostituito con materiale nuovo), perché venduto ad armatori esteri, o demolito, o perduto. Cosicché alla fine del 1913, l'85% del tonnellaggio sotto bandiera britannica aveva meno di 18 anni.

La marina mercantile britannica iu duramente provata durante il conflitto mondiale, la guerra sottomarina le sottrasse 1698 navi (365 liners e 1333 tramps) per tonnellate lorde 7.051.000 (2.235.000 di liners e 4.816.000 di tramps), ossia il 4% circa del suo tonnellaggio complessivo. Malgrado il lavoro di ricostruzione effettuato con la massima intensità, la consistenza della flotta britannica, al 30 giugno 1919, era di tonn. 16.555.471 contro 18.696.237 al 30 giugno 1913, e soltanto al 30 giugno 1922 riusciva - di poco - a superare la cifra predetta, con 19.295.637. È qui da notare l'apporto dato, alla ricostruzione, dal governo britannico; nel 1917 difatti - nel pieno della guerra sottomarina - era stato creato il Ministry of Shipping, che controllò più di 3/4 della flotta mondiale. Lo Shipping Controller, sir Joseph Maclay, ordinò di un sol colpo, a prezzi ragionevoli, 821 navi a tutti i cantieri navali, alleati o neutri; 225 erano già in esercizio prima dell'armistizio, ma a questa data il Maclay rifiutò di prolungare le operazioni del Ministry e di costituire, come in altri paesi avveniva, una flotta di stato; i contratti di costruzione in corso relativi a 279 navi furono trasferiti a privati senza perdite né utili; 126 contratti furono rescissi; le altre navi sullo scalo furono completate e vendute insieme col resto della flotta con un beneficio netto di sterline 2½ milioni. D'altra parte l'esercizio navigazione per il periodo 1° aprile 1918-31 marzo 1920 si era chiuso con un utile di 1.200.000 sterline; a ciò si aggiunga la somma incassata per la vendita, al prezzo medio di 8 sterline la tonnellata (meno il o,13% di spese), di 2.500.000 tonnellate di navi germaniche, assegnate all'Inghilterra in conto riparazioni.

Al 30 giugno 1931 la marina britannica era costituita di 20.302.905 tonnellate lorde (la percentuale sul naviglio mondiale - 28,94% - segna quindi una diminuzione sul periodo prebellico), fra cui 17.666.923 di piroscafi (87,01%, sul tonnellaggio nazionale; 29,79% su quello mondiale); 2.527.454 di motonavi pari a 12,45% sul naviglio nazionale (alta quota, ma superata dall'Italia con 16,69 e dalla Germania con 14,74) e 26,79 - la più alta percentuale - sul naviglio mondiale; 109.228 tonnellate soltanto di velieri. Nella compagine anzidetta sono comprese tonnellate 2.353.327 di navi cisterne, 451.888 tonnellate di pescherecci, 10 navi di stazza superiore a 25 mila tonnellate. Questa compagine si presenta, malgrado la diminuita percentuale sul naviglio mondiale, tuttora solidissima ed efficiente; essa s'appoggia a un'organizzazione bancaria importantissima; a Londra esiste inoltre il mercato regolatore mondiale dei noli, mentre uguale carattere internazionale ha l'organizzazione assicurativa e, più che altro, il mercato riassicurativo. Tutto ciò contribuisce a dar forza all'armamento britannico; ma l'aspetto della flotta è mutato, poiché l'alta proporzione dei tramps, già notata, si è grandemente ridotta, in relazione anche alla restrizione del campo d'azione libera nel mondo e alla diminuzione delle esportazioni di carbone, cadute negli anni 1928, 1929, 1930 a tonnellate - rispettivamente - 53.684.000, 64.401.000, 58.350.000.

La lunga crisi che infierisce sul mondo si è anche ripercossa su questa marina, i cui guadagni, durante la guerra, erano stati abbastanza alti, tanto da consentire un dividendo medio del 13,5% (dal 1913 al 1920) alle compagnie di tramps, e dell'11% per quelle di liners. Le navi in disarmo erano difatti, al 1° gennaio 1932, 728, per tonn. nette 1.366.417. Le compagnie più importanti addette al tramping sono: la United British S/S Co. (25 navi per tonn. lorde 138.650); la Reardo-Smith Line (26 navi per 134.203 tonnellate lorde; capitale versato 1.232.000); la Pool Shipping Co. (30 navi per 144.423 tonnellate); la Moor Line (16 navi per tonnellate 102.932); la Britain S/S Co. (27 navi per 113.201 tonnellate).

Le quattro compagnie più importanti addette a servizî regolari sono, al 1° gennaio 1932, le seguenti: P. and O. (Peninsular & Oriental), 47 navi per tonnellate lorde 517.804, capitale 7.632.518 sterline; Royal Mail, 29 navi per tonnellate 220.759, capitale 8.800.000; Cunard, 47 navi per tonnellate 587.520, capitale 8.070.261; Oceanic Steam Navigation Co., 23 navi per 429.637 tonnellate. Ma nel complesso delle compagnie addette a servizî regolari ha avuto buon gioco la concentrazione, sotto forma di amalgamation, dando luogo a gruppi grandiosi, primo fra questi il gruppo Royal Mail, che comprende 24 compagnie con un complesso di 2.200.000 tonnellate lorde e che, colpito dalla crisi, è attualmente (1932), dopo aver ottenuto la moratoria, in corso di riorganizzazione. Segue il gruppo P. and O. che controlla una flotta di dimensioni simili a quella del precedente; quindi il gruppo Cunard, che ha un complesso di circa 900.000 tonnellate; e il gruppo Ellerman che si trova tutto nelle mani di un solo uomo, sir S. R. Ellerman. È da aggiungere che la Cunard, che, col Mauretania, tenne, sino al 1923, il "nastro azzurro" sull'Atlantico Nord, lo ha perduto a vantaggio dei transatlantici tedeschi Bremen ed Europa. Essa spera di riprenderlo mediante il super-transatlantico da 70.000 tonn. la cui costruzione è stata però sospesa, date le attuali vicende del mercato finanziario.

Ma la crisi generale, l'incremento delle varie marine mondiali sotto l'egida dei sistemi protettivi, il sorgere di potentissimi rivali (la marina degli Stati Uniti occupa il secondo posto nel mondo: 10.998.606 tonnellate, mentre prima era trascurabile), la ripresa della marina tedesca, la progressiva sostituzione del combustibile liquido al carbone (che si cerca di combattere con migliorie tecniche nelle motrici), le alte barriere doganali dovunque erette, inducono l'armamento britannico a riconsiderare la propria situazione. E mentre esso cerca di ridurre quanto più sia possibile il costo di esercizio e di rivedere i metodi di gestione, per mantenersi sulle posizioni attuali, quell'adesione ai criterî di libertà che - malgrado le saltuarie richieste di protezione da altre industrie - aveva sempre costituito un dogma per gli armatori, sembra subisca un lento mutamento. È vero che anche in pieno regime di libertà certi privilegi per la marina nazionale già esistevano, ma comunque l'unica misura protettiva diretta di carattere generale era stata costituita dalle sovvenzioni postali (che datano, peraltro, dal 1837), la cui misura tuttavia (648.061 sterline durante l'anno finanziario 1923-1924) non sembra interamente giustifieata dai servizî resi. Ma nel 1921 entrò in vigore il Trade Facilities Act, che garantiva i prestiti contratti per diminuire la disoccupazione: a favore dell'industria delle costruzioni navali furono garantiti 20 milioni di sterline (su un totale di 70 milioni a vantaggio di tutte le industrie). Il Trade Facilities Act è scaduto il 31 marzo 1927, mentre il Loans Guarantee Act - analoga legge per l'Irlanda settentrionale - è stato di volta in volta prorogato. È da notare che la crisi marittima si è ripercossa sui cantieri, la cui produzione è diminuita (tonn. varate nel 1913: 1.932.153, in confronto a un totale mondiale di 3.332.882; tonn. varate nel 1931: 502.487, in confronto a un totale mondiale di 1.617.115), anche per le minori ordinazioni dell'Ammiragliato in relazione ai noti accordi internazionali, mentre lo sviluppo dell'industria costruttiva negli altri paesi ha fatto anche sentire il suo peso. La National Shipbuilders' Security - società privata finanziata con un diritto prelevato sulle entrate dei costruttori aderenti - cerca di diminuire i mali della concorrenza acquistando, per demolirli, quanti più cantieri le è possibile (17 finora).

Si nota però il continuo aumento di una speciale tendenza protettiva, che potrebbe assumere la sua prima veste con la riserva del cabotaggio nazionale e inter-imperiale, propugnata da alcuni armatori. La marina britannica cerca già maggiore aderenza con quelle dei Dominions e ne è prova il British Commonwealth Marchant Shipping Agreement,firmato a Londra il 10 dicembre 1931. È impossibile esagerare l'importanza della marina per il Regno Unito, costretto a trarre, via mare, quanto occorre per la vita degli abitanti e per il lavoro delle industrie; si aggiunga che gl'introiti netti dell'armamento sono stati calcolati dal Board of Trade in 130 milioni di sterline per il 1929, 105 per il 1930, 80 per il 1931.

Per le notizie sulle marine dei Dominions si rimanda alle voci relative; quanto all'Australia e alla Nuova Zelanda, le cui sovvenzioni sono quasi sempre andate a compagnie britanniche, si rilevi che il Lloyd's Register (edizione 1930-1931) indica una flotta di 614 navi per 684.899 tonnellate lorde; di cui 541 per tonnellate 625.647 piroscafi; 62 per tonnellate 52.334 motonavi; il resto velieri. Nel 1852 fu inaugurato il primo servizio regolare a vapore con l'Europa (P and O); nel 1869 fu sovvenzionato, dall'Australia e dalla Nuova Zelanda, un servizio postale Sydney-Auckland-San Francisco, a destinazione finale dell'Europa (ma la relativa concessione, scaduta nel 1906, non fu rinnovata); nel frattempo veniva molto migliorato il servizio via Suez con l'Europa, cosicché nel 1907 si adottava una convenzione con la Orient Line per il servizio postale col Regno Unito. Nel 1913, convenzioni per servizî sull'Europa e per diverse destinazioni del Pacifico erano state concesse sia dal governo federale sia dai diversi stati del Commonwealth; il regime è in parte seguito tuttora. Nel 1916 il ministro Hughes creò una flotta di stato che salì gradualmente a 59 navi per 280.000 tonnellate, mentre il deficit di esercizio ammontava, nel marzo del 1927, a quasi 2 milioni di sterline. Si finì col venderla alla White Star per 1.900.000 sterline. L'Act of Navigation del 1913 riserva il cabotaggio alle navi australiane.

Aviazione civile. - L'aviazione commerciale inglese, sviluppatasi subito dopo la guerra, è sotto il controllo della Direzione dell'aviazione civile, dipendente dal Ministero dell'aria. Essa comprende 5 sezioni: 1. pubblicità e propaganda; 2. controllo della navigazione aerea, carte aeronautiche, segnalazioni, ecc., 3. coordinamento e sviluppo dell'aviazione commerciale; 4. meteorologia; 5. basi aeree, certificati di navigabilità, brevetti. La somma messa annualmente a disposizione della aviazione civile dal ministero dell'aria è di circa 550.000 sterline.

La principale compagnia inglese di trasporti aerei, e l'unica che riceve sovvenzioni dallo stato, è la Imperial Airways. Gli apparecchi in uso sulle linee della società sono del tipo Handley-Page, Armstrong Argosy, De Havilland e Short Calcutta. L'Imperial Airways gestisce le seguenti linee: 1. Londra-Parigi, km. 375, servizio bigiornaliero; 2. Londra-Parigi-Basilea-Zurigo, km. 685, servizio sospeso durante l'inverno; 3. Londra-Bruxelles-Colonia, km. 517, servizio giornaliero; 4. Londra-India (Londra-Parigi-Brindisi-Atene-Baghdād-Bushir-Karachi-Delhi). Questa linea ad Atene ha una diramazione per l'Africa (Atene-Cairo-Assuan-Khartum-Kisumu-Mwanza).

Le principali basi aeree sono: Andover, a 3 km. O. della città, R. T., deposito benzina; Bedford, a 4 km. SE., R. T., 2 hangar, rifornimenti completi; Biggin Hill, 20 km. SE. da Croydon, R. T., rifornimenti completi; Bircham Newton, 51 km. NO. da Norwich, R. T., rifornimenti completi; Brooklands, 2 km. SE. da Weybridge, 3 hangar, rifornimenti completi; Brough, 16 km. da Southampton, idroscalo, R. T., rifornimenti completi; Cowes, 1 km. SO., privato, 1 hangar; Croydon, 16 km. S. da Londra, 3 hangar, stazione radiotelegrafica e radiotelefonica, rifornimenti completi; Digby, 13 km. S. da Lincoln, R. T., rifornimenti completi; Duxford, 12 km. S. da Cambridge, R. T., rifornimenti completi; Filton, 7 km. da Bristol, 3 hangar, rifornimenti completi; Gosport, km. 1½, 5 km. O. da Portsmouth, R. T., rifornimenti completi; Hawklinge, 4 km. da Folkestone, R. T., rifornimenti completi; Hendon, 13 km. NO. da Londra, rifornimenti completi, comunicazioni meteorologiche del Ministero dell'aria; Henloh, 17 km. da Bedford, R. T., rifornimenti completi, comunicazioni meteor. id.; Leeds (Sherburn in Elmet), 20 km. E. da Leeds, R. T., hangar, rifornimenti completi; Lee, 17 km. SE. da Southampton, idroscalo, rifornimenti completi; Lympne, 11 km. NO. da Folkestone, R. T., hangar, rifornimenti completi; Manchester (Woodford), 17 km. SE. da Manchester, R. T., hangar, rifornimenti completi; Martlesham Heath, 8 km. E. da Ipswich, rifornimenti completi; Netheravon, 19 km. da Salisbury, rifornimenti completi; Newcastle on Tyne, 13 km. N., R. T., rifornimenti completi; Northolt, 4 km. E. da Uxbridge, R. T., rifornimenti completi; North Weald, 30 km. NE. da Londra, R. T., rifornimenti completi, comunicazioni meteorologiche del Ministero dell'aria; Renfrew (Poorpark), hangars, stazione radiotelegrafica e radiotelefonica, Southampton (Hamble), a 7 km. SE., rifornimenti completi; Turnhouse, 9 km. da Edimburgo, R. T., rifornimenti completi; Upavon, a 2 km., rifornimenti completi; Waddington, 6 km. da Lincoln, R. T., rifornimenti completi; Wittering, 800 m., R. T., rifornimenti completi; Yesvil, a 1 km., 5 hangars, R. T., rifornimenti completi; comunicazioni meteorologiche del Ministero dell'aria.

V. tavv. CXXXI-CXLII.

Bibl.: Opere di carattere generale: H. J. Mackinder, Britain and the British Seas, Londra 1904; A. J. Hebertson e O. J. R. Howarth, British Isles, in Oxford Survey of the British Empire, Oxford 1914; A. Ramsay, Physical Geography and Geology of Great Britain, Londra 1894; C. Fox, The personality of Britain, Cardiff 1932; A. Siegfried, L'Angleterre d'aujourd'hui, Parigi 1924; W. R. Inge, England, Londra 1926; A. Demangeon, Les Îles Britanniques, Parigi 1927; A. Ogilvie, Great Britain in Regional Geography, 1928; C. B. Fawcett, Provinces of England, Londra 1919.

Opere di carattere particolare: British Rainfall (Annuale); A. G. Tansley, Types of British Vegetation, Cambridge 1911; H. J. Fleure, Races of England and Wales, Londra 1923; G. Chisholm, On the distribution of towns and villages in England, in Geogr. Journ., vol. X (1897), p. 511; Jukes-Browne, The building of the British Isles, Londra 1911; C. F. Close, Population and Migration, in Geography, vol. XIV (1927), p. 1; S. C. Johnson, A history of emigration from the United Kingdom to North America 1763-1912, Londra 1913; W. Besant, The rise of the Empire, Londra 1897; A. M. Carr-Saunders e Caradog Jones, Social structure of England and Wales, 1927; H. L. Gray, English Field-Systems, 1915; S. Cole, Our Home Ports, Londra 1923; G. G. Chisholm (riveduto da R. D. Stamp), Hand-book of Commercial Geography, 1928; Lindsay, History of merchant shipping and ancient commerce, Londra 1874-1876; H. Llewelyn Smith, The board of Trade, Londra 1928; Census of Production 1907 and Third Census of Production, 1924; Annual Statement of Trade in The United Kingdom; La marine marchande britannique après la guerre, circolare n. 1218 del Comité Central des Armateurs de France, 1923; La marine marchande britannique du Ier janvier 1923 au 31 décembre 1926, circolare n. 1322 del Comité Central des Armateurs de France, 1927.

Ordinamento dello stato.

Ordinamento costituzionale. - Nessuna carta fondamentale fissa i principî costituzionali che governano la Gran Bretagna: alcuni atti emanati in epoche diverse e spesso lontane, costumanze che non sono mai state formulate da una legge, sono le basi fondamentali della costituzione. Nondimeno taluni documenti storici fissano lo sviluppo progressivo delle istituzioni britanniche, come la Magna Charta (15 giugno 1215) e il Bill of Rights (1689). Taluni atti del Parlamento fissarono successivamente alcuni capisaldi costituzionali, fra i quali va ricordato l'Habeas Corpus (1679 e 1816). Riforme capitali agli ordinamenti britannici sono state apportate con il Representation of the People Act del 1918, che è la carta elettorale, il Parliament Act del 1911, che ha ridotto i poteri della Camera dei lord, lo Statuto di Westminster del 1931, che ha tolto al Parlamento britannico il potere di legiferare per i Dominions, ha accentuato il distacco di essi e la loro indipendenza nella Comunità britannica (British Commonwealth), di cui è simbolo la corona.

La costituzione britannica si presenta quindi con un carattere di continuità (la cosiddetta immutabilità costituzionale), che non ha impedito agli ordinamenti di svilupparsi. Fondamento della costituzione inglese fu ed è la libertà sotto tutti i suoi aspetti, civile e politica, sociale e religiosa, personale e nazionale. I successivi ordinamenti della libertà sono però sempre considerati, nonostante le nuove proclamazioni, come gli antichi diritti e libertà (rights and liberties), di cui il popolo inglese ha sempre goduto.

A capo di tutto l'ordinamento politico inglese sta il potere sovrano che in sé lo concentra, gli dà unità e fa da perno sicuro a tutto il movimento costituzionale dello stato, pur essendone soltanto il primo magistrato in virtù della legge comune. Quella della Gran Bretagna è una monarchia costituzionale ereditaria nella casa inglese di Sassonia-Coburgo Gotha che ha assunto, con dichiarazione in consiglio privato del 19 luglio 1917, il nome di Windsor, per eliminare il ricordo dell'origine straniera; in essa la successione al trono è mista: i figli del sovrano e la loro discendenza hanno la preferenza di fronte alle figlie. Il re è il capo supremo del potere legislativo, giudiziario ed esecutivo, come pure della Chiesa anglicana, di cui nomina la gerarchia, ma non può modificare le leggi senza il concorso del Parlamento. È comandante supremo delle forze di terra e di mare; ha diritto d'amnistia e di grazia, ma per gli accusati (impeached) della Camera dei comuni, non può usare che della seconda. Riguardo alle relazioni esterne dello stato, egli solo rappresenta la nazione, quindi ha il diritto di dichiarare la guerra e di fare la pace, di mandare e di ricevere gli ambasciatori, di conchiudere trattati e alleanze. Inoltre eonvoca, proroga, scioglie il Parlamento; nomina e licenzia i ministri; ha il cosiddetto diritto di veto contro le leggi votate dal Parlamento (adoperato l'ultima volta nel 1907). Alla corona fanno dunque capo tutto il potere esecutivo dello stato, tutte le funzioni governative e la suprema autorità in materia civile, giudiziaria, militare, ed ecclesiastica; e questo supremo potere spetta interamente al sovrano inglese, tanto se sia un re, quanto se sia una regina. Inoltre, in seguito allo statuto di Westminster, la corona è il simbolo della Comunità britannica in tutti gli stati che ne fanno parte.

Affiancato all'autorità sovrana, e come complemento necessario al re nelle sue attribuzioni esecutive di King in Council, sta il Consiglio privato (Privy Council), il quale anticamente era l'organo dell'attività esecutiva del sovrano. In altri tempi, era determinato il numero dei suoi membri, ma ora non è più così. Di nomina regia, i membri del Consiglio privato sono revocabili ad arbitrio del sovrano (questo fatto, dal 1805 in poi, non si è mai verificato), e, dopo la morte di lui possono continuare in ufficio per altri sei mesi, se il successore non scioglie prima il Consiglio. Ne fanno sempre parte i due arcivescovi di Canterbury e di York, il vescovo di Londra, i grandi ufficiali dello stato, i ministri, ecc. Premettono al loro nome il titolo di right honourable (onorevolissimo). Il loro ufficio è gratuito. A capo del Consiglio privato sta il Lord Presidente, ufficio politico coperto quasi sempre dal leader del governo nella Camera dei lord. Per poter prendere parte alle sedute del Consiglio privato, occorre esservi stato invitato personalmente; per la validità delle sue decisioni si richiedeva in passato la presenza di sette consiglieri, ma dal 1832 in poi bastano anche meno, e sono quasi esclusivamente i membri del Gabinetto. È da aggiungere che se il sovrano deve udire l'avviso del suo Consiglio Privato per l'esercizio della propria prerogativa non è però obbligato giuridicamente a seguirlo. Il Consiglio Privato conserva ancora l'autorità giudiziaria che gli fu anticamente attribuita e l'esercita per mezzo d'un comitato permanente, il Judicial Committee; inoltre furono a esso conferite attribuzioni amministrative speciali, come la sorveglianza generale sull'igiene pubblica col General Board of Health, affidatagli nel 1858, ma revocata nel 1871; la tutela del bestiame contro le malattie contagiose col Cattle plague or Veterinary Department nel 1868, ecc.

Il Parlamento è composto della Camera dei lord e della Camera dei comuni. La prima è formata: dai principi di sangue reale, dai lord spirituali (26) e dai lord temporali. Sono lord spirituali: i due aravescovi inglesi di Canterbury e di York; i tre vescovi di Londra, di Durham e di Winchester; altri 21 vescovi. I lord temporali sono tutti i pari maschi del Regno Unito che vi seggono a titolo ereditario quando abbiano raggiunto i 27 anni (643), 26 pari irlandesi eletti a vita, 16 pari scozzesi eletti per ogni legislatura. I cinque law lords nominati a vita non partecipano che alle sedute giudiziarie della Camera. Il re può nominare in numero indefinito i pari ereditarî, ma dal 1712 ha rinunziato al sistema delle infornate per modificare la maggioranza della Camera, pur essendosi ricorso a tale minaccia nel 1832 e nel 1911. È d'uso che ogni Governo nomini dei pari fra i suoi aderenti. La Camera dei pari è estremamente numerosa (738 membri attualmente) ma la massima parte di essi non prende parte attiva ai lavori, e, di fatti, a ogni seduta non assistono più di 200 membri. In complesso ha carattere aristocratico e conservatore. Alla Camera dei lord presiede ex officio, per prescrizione, il lord Alto Cancelliere, membro del Gabinetto e supremo magistrato dello stato. Egli può non esser pari e allora non ha voto. Vi sono inoltre due vice-presidenti (Deputy Speakers), generalmente giudici dell'Alta Corte, nominati dalla corona, incaricati di sostituire il presidente, e in mancanza di questi, i pari eleggono fra loro uno Speaker pro tempore; eleggono pure per ogni sezione un presidente speciale per i comitati (Chairman of Committee). Anticamente, i pari erano nominati col writ of summons, che li invitava alla Camera Alta; ma ora questo modo di nomina non si usa più, fuorché per i figli primogeniti dei pari viventi che già vi siedono. Le nuove nomine si fanno invece con lettere patenti, nelle quali è anche regolata la trasmissione del titolo, che si fa generalmente nella linea maschile; alcuni tuttavia sono trasmissibili alle donne, e queste pari lo conservano anche maritandosi, e hanno tutti i privilegi connessi a tale dignità. Il titolo di Lord temporale è sempre ereditario. Nelle dignità ereditarie, alla morte del titolare, succede nel titolo il figlio primogenito che diventa pari al momento che prende il suo posto nella Camera Alta. Ma durante la vita del padre tutti i figli sono commoners, eccetto che non siano creati pari personalmente. La Camera Alta è sola competente a iniziare leggi concernenti sé stessa o i pari, che l'altro ramo del Parlamento non può modificare, e a giudicare le contestazioni riguardanti i loro privilegi. Ma va aggiunto che la sua influenza non è più quella d'una volta; la sua opposizione contro le leggi votate dalla Camera dei comuni può essere annullata con votazione rinnovata tre volte di seguito. Serve da Corte di Giustizia in caso d'accuse da parte della Camera dei comuni; e in questi casi i lord che s'intendono di argomenti legali formano la Camera di giustizia dei Lord che è presieduta dal Lord Cancelliere. L'altro ramo del Parlamento è la Camera dei comuni alla quale crebbero importanza le due riforme del 1832 e del 1867, ambedue dovute all'iniziativa di lord John Russell, e la riforma della Camera dei lord compiuta nel 1911. Si compone di 615 membri di sesso maschile e femminile, che abbiano compiuto il 21° anno di età. (Inghilterra 492, Galles 36, Scozia 74, Irlanda del nord 13, università 12). Sono eletti con voto generale eguale e diretto per cinque anni in ragione di un deputato per ogni 70.000 ab. L'Attorney General e il Soficitor General hanno diritto di sedere alla Camera dei comuni. La quale si può considerare come il principale potere dello stato, il centro vitale dell'organismo costituzionale, poiché le leggi non possono essere annullate o promulgate senza il suo consenso, e di più, fino al 1689, ha una competenza unica nelle leggi di finanza. Funziona in Comitato dell'intera Camera (al quale partecipano tutti quelli che intendono prender parte alla discussione), in Commissioni permanenti (di 60-80 membri, per la giustizia, il commercio, la navigazione, ecc.), in Commissioni speciali (Select Committee) di 15 membri, per l'esame di determinati affari. Si è già detto che il re solo ha la facoltà di convocare, di prorogare e di sciogliere il Parlamento. La proroga d'ordinario è fissata a non più di 80 giorni, ma può essere protratta per mezzo di proclamazione, e la corona deve dare avviso dell'apertura della nuova sessione almeno quattordici giorni prima. L'annunzio della riunione del nuovo Parlamento deve essere dato almeno trentacinque giorni prima, e ogni sessione, come è chiusa, così è pure aperta con un discorso del trono, pronunciato nella Camera dei lord dalla corona stessa o dai suoi commissarî. Il potere esecutivo è esercitato in nome del re e sotto il controllo della Camera dei comuni dal governo, composto di ministri nominati, non in via assoluta ma ordinariamente, fra i membri del Parlamento. Legalmente il Gabinetto è semplicemente un Comitato del Privy Council. Il Gabinetto inglese è retto dal primo ministro (Prime Minister, o Premier), che è nominato liberamente dal sovrano, ed è ordinariamente il leader della maggioranza parlamentare, dalla cui fiducia fu indicato alla corona. Dal 1806 in poi l'ufficio di primo ministro è per consuetudine sempre tenuto dal primo lord del Tesoro; e un atto del 1830 proibisce che esso sia cattolico romano; gli altri ministri, in numero non definito, sono scelti da lui con l'approvazione della corona. Tutti i capi dei varî dipartimenti amministrativi, che cambiano col primo ministro, sono chiamati ministri; ma un quarto circa di essi fanno parte del Gabinetto vero e proprio, come cabinet ministers, e sono quelli preposti a uffici o per antichità o per importanza rilevanti. Il numero di questi ultimi non è fisso; nel 1932 il Consiglio dei ministri era formato da 21 membri, di cui i seguenti sono necessariamente membri del Gabinetto: primo ministro e primo lord della Tesoreria; lord Guardia del Sigillo privato; lord presidente del Consiglio privato; lord Cancelliere; cancelliere dello Scacchiere (ministro delle Finanze). Seguono quelli che si chiamano segretarî di stato: Interno, Affari esteri, Dominions, Colonie, Guerra, India, Aeronautica, primo lord dell'Ammiragliato, presidente del Board of Trade (Commercio), ministri della Sanità pubblica, Agricoltura e Pesea; segretario per la Scozia, presidente del Board of Education, ministro del Lavoro, primo commissario dei Lavori pubblici. In tutti i dicasteri principali, insieme col capo parlamentare, sta un segretario o sottosegretario politico, sia per aiutare il ministro nella direzione amministrativa, sia per rappresentarlo alla Camera, di cui è membro.

Pur facendo parte integrante del Regno Unito (e come tale invia proprî deputati alla Camera dei Comuni) l'Irlanda Settentrionale ha un regime d'autonomia dei proprî affari (Governement of Ireland Act, 1920). Il potere esecutivo è devoluto al re che lo delega a un lord-lieutenant, il quale lo esercita per mezzo d'un comitato esecutivo composto di ministri. Il potere legislativo è demandato a un Parlamento bicamerale (Camera dei comuni e Senato).

Diritto. - Il diritto della Gran Bretagna è attualmente, in massima, il diritto inglese, che, limitato sino al 1707 all'Inghilterra e al Principato di Galles (incorporato a questa sin dal 1535), si estese in quell'epoca alla Scozia, pur rispettandovi i sopravvissuti elementi giuridici romani, quando le due nazioni si fusero politicamente, assumendo insieme questa nuova denominazione. (Per lo svolgimento storico del diritto inglese, v. inghilterra: Diritto).

Né differisce il diritto della Gran Bretagna da quello del Regno Unito, già della Gran Bretagna e Irlanda, formatosi nel 1800, e adesso della Gran Bretagna e Irlanda Settentrionale, fondato sulla legge del 1922, che riconosce la parte meridionale di quest'isola come stato libero d'Irlanda. A tutto questo territorio intendono riferirsi le leggi votate dal Parlamento di Westminster, quando non sia stato provveduto niente in contrario. E a questo diritto, eccezion fatta per pochi territorî, i Dominions, le colonie, oltre agli Stati nord-americani, hanno improntato pienamente il loro, cosicché si può dire che la conoscenza del diritto della Gran Bretagna, considerato come diritto inglese, sia necessaria e sufficiente per penetrare i singoli diritti dell'Impero britannico e dell'America Settentrionale, i quali regolano complessivamente i rapporti di oltre cinquecento milioni d'individui, che popolano oltre un quarto del globo terrestre. Per conseguenza il diritto della Gran Bretagna viene a essere esteso in genere ai popoli di lingua inglese, se non nella letterale dizione delle sue leggi, nello spirito informatore, e come tale lo si può denominare anglo-sassone o anglo-americano, a seconda che lo si consideri nelle sue origini o nella sua espressione.

Per la sua originaria e continua assoluta indipendenza dal diritto romano questo diritto viene a costituire un sistema giuridico autonomo, che col diritto romano si divide le principali legislazioni del mondo civile. Eccezionalmente, per ragione storica, i due si trovano a contatto in Scozia, ove, tra il crescente sviluppo del diritto inglese, permangono le norme anteriori al 1707, in massima parte d'origine romana; se ciò esclude l'assoluta identità del diritto della Gran Bretagna col diritto inglese, non impedisce d'altra parte che in massima i due s'abbiano da considerare eguali per la quasi esclusività del diritto inglese su tutto il territorio nazionale, con la sola eccezione di questa piccola oasi, in cui s'intrecciano elementi romani e inglesi.

Questo diritto è tuttora non codificato, in quanto nessuna parte sostanziale sua è ancora stata pubblicata in forma di testo di legge ed esso continua a subire una lenta, successiva elaborazione storica, sebbene, come vedremo, non manchi una regolare produzione legislativa in tutti i campi, soprattutto del diritto privato. Alcuni istituti hanno bensì trovato la loro completa regolamentazione in una legge; tali sono, ad es., la vendita mobiliare, le società, il trasporto di merci per mare; qui il testo legislativo ha tutta la funzione di un parziale codice (codifying act); altre leggi hanno addirittura la forza di veri testi unici (consolidating act), in quanto periodicamente riassumono tutte le norme attinenti a un istituto, e, in certi casi, sono quasi automaticamente tenute a giorno delle più recenti disposizioni, il che avviene per il governo dell'India, la difesa navale, le forze armate di terra e dell'aria; ma a integrare la legge e, nel maggior numero di casi, a sostituirla addirittura, sta il complesso di norme che la tradizione, per opera del giudice, ha condotto ed elaborato attraverso i secoli, formando nella common-lawun corpo di diritto, che, nato nell'antica Britannia, si è esteso, con relativi adattamenti, sull'intero mondo anglo-americano.

Il corpo di diritto così formato consta di elementi diversi, che se in tempi moderni si sono sempre più andati avvicinando fra loro, hanno costituito in origine dei nuclei di diritti autonomi, che si possono portare a quattro: 1. la common law, propriamente detta, o diritto comune, tratto, mediante la giurisprudenza, dalle primitive corti regie, dal complesso di usi locali; 2. l'equity, equità, cui i sovrani dovettero ricorrere per arricchire, con le decisioni dei rispettivi lord cancellieri, il materiale tratto dalla giurispnudenza ordinaria, nei casi detti "di coscienza", che esorbitavano dalle consuete massime di diritto comune; 3. il diritto commerciale, che formava in antico uno speciale corpo riservato alla corte dell'ammiragliato e a quelle annesse alle fiere, che giudicavano in materia di controversie fra mercanti, considerate estranee al diritto comune nazionale e rette da norme confacenti alle varie genti che convenivano dalle diverse parti del mondo; 4. il diritto testamentario e matrimoniale, lasciato, con le debite eccezioni, ai tribunali ecclesiastici, che si valevano del diritto giustinianeo, in parte modificato da usi locali, e di quello canonico.

Per conoscere il sistema giuridico tratto da questi elementi occorre seguire la vita di ciascuno di essi dal loro nascere sino al momento del loro assorbimento nel diritto comune, che va sotto l'antico nome di common law, inteso però con un senso nuovo più ampio, come quello del diritto comune, prodotto bensì originariamente dalle corti regie nei secoli XIII e XIV, ma successivamente trasformato, soprattutto nei secoli XVI e XVII dalla Chancery, ufficio del lord cancelliere, e influenzato in gran parte dal Parlamento, sempre più ricco di elaborazione legislativa.

Sotto quest'aspetto la common lawè posta in opposizione ai diritti fondati sul diritto romano; nel senso classico precedentemente usato invece la si oppone soltanto all'equity, o giurispmdenza del lord cancelliere; praticamente è comune l'uso del termine common law nel senso più ampio, di intero sistema giuridico completamente autonomo, indipendente dal sistema romano. In tal modo si viene a comprendere in essa tanto la produzione giurisprudenziale quanto la legislativa, pur conservando alla prima un'assai maggiore importanza.

Dal 1295 il Parlamento di Westminster ha cooperato col sovrano, dapprima come semplice consigliere, successivamente come organo attivo della sovranità, a emanare le leggi, che se, sotto un punto di vista, si possono anche in Gran Bretagna considerare come fonte principale del diritto, in quanto il giudice non può farne astrazione in materia esplicitamente così regolata, di fatto, soprattutto per il diritto privato, sono meno importanti della giurisprudenza per il maggior campo d'azione spettante a questa e per la forza dei suoi precedenti.

L'interpretazione della legge è anzitutto letterale, con facoltà di ricorrere a interpretazione logica quando appaia che la parola non corrisponda all'intento prefissosi dal legislatore, quale risulta dall'esame del testo, senza aver riguardo però ai lavori preparatorî, la cui influenza è ritenuta pericolosa per il rischio che l'opinione dei singoli faccia prevalere un principio non effettivamente penetrato nella legge.

La legislazione attuata in una sessione parlamentare costituisce un tutto (Public General acts) del quale ciascuna legge forma un capitolo (chapter) e soltanto, non essendo più il volume che la contiene considerato come un'unica legge, dal 1793 (Acts of Parliament commencement act) ciascun atto legislativo ha adesso una propria data di andata in vigore, corrispondente a quella della sua attuazione (che si ha con la promulgazione, mancando la formalità della pubblicazione), o ad altra esplicitamente fissata; a differenza di quanto avveniva prima, quando tutte assieme entravano in vigore il primo giorno della rispettiva sessione.

Così dunque ogni legge si cita con la data dell'anno di regno del sovrano corrispondente alla rispettiva sessione parlamentare, seguita dal numero del capitolo; a questa forma antica di citazione si suole aggiungere o addirittura sostituire il titolo della legge, seguito dall'anno della sua andata in vigore.

Alla legge formale vera e propria si aggiunge il decreto reale (order in Council o Royal proclamation), la cui autorità si è andata riducendo col crescere di quella del Parlamento, ma a sua volta appame lo Statutory order in Council, che in molti casi rivaleggia con la legge vera e propria, nei limiti fissati nella stessa legge che il decreto è chiamato a completare e con le modalità fissate dalla legge del 1893, Rules publication act. Vedemmo come a lato della legge e persino, in certi campi, al di sopra di essa sta la giurisprudenza: non che la legge non possa revocare un principio creato da questa, ma finché il legislatore non imprima nuove direttive, a questa sono abbandonati varî importanti rami del diritto, prevalentemente del diritto privato e in questo, principale fra tutti adesso, quello delle obbligazioni, ed entro determinati limiti i precedenti giudiziarî costituiscono massime obbligatorie per i casi analoghi che vengano successivamente a presentarsi al giudice. Ogni corte di giurisdizione elevata (superior Court) è tenuta a seguire le precedenti decisioni in materia, in punto di diritto, delle corti a essa superiori e talvolta quelle di corti di pari grado, osservando la seguente gerarchia: le corti di primo grado seguono i precedenti proprî, della Corte d'appello e della Camera dei lord, la Corte d'appello i proprî e quelli della Camera dei lord, questa infine soltanto i proprî. Non hanno questa efficacia i precedenti delle corti di giurisdizione inferiore, sia civili (County courts) sia penali (Quarter e Petty sessions) né quelli dello stesso Consiglio privato della corona (Judicial committee of the Council) per il loro carattere consultivo. Questa dottrina dei precedenti si fonda sul principio radicato ormai nel mondo degli affari in Gran Bretagna, secondo il quale val meglio avere la certezza, anziché l'eleganza giuridica nell'applicazione del diritto; quando la giurisprudenza d'un eguale ordine di giurisdizione sia controversa, una corrente si oppone all'altra, e non vi è obbligo per le corti inferiori di attenersi più a una che all'altra.

Nelle singole sentenze poi, quando più di un giudice abbia seduto in udienza, si leggono separatamente l'uno dall'altro gli argomenti addotti dai singoli componenti il collegio, siano essi tutti favorevoli alla decisione presa o si dividano tra favorevoli e contrarî; quelle che abbiano per la prima volta dato una nuova massima di diritto sono considerate come più degne d'imitazione e sono dette leading cases, e, come tali, raccolte per materia in apposite pubblicazioni d'iniziativa privata.

Fonti sussidiarie alle due principali, legislazione e giurisprudenza, sono gli usi locali e la dottrina, ma scarsa è adesso l'influenza degli uni e dell'altra per essere stata abolita per legge quella degli usi, fra le altre, in materia di proprietà immobiliare e successione e sempre diminuita quella degli scrittori, col progredire dell'indagine critica direttamente compiuta da giudici e da avvocati.

La giustizia in primo grado per le cause più importanti e in appello per quelle di Contea è di massima amministrata nell'Alta Corte di Londra, divisa nelle tre sezioni che prendono il nome dalle originarie Corti Regie; ivi per lo più siede un giudice unico, a meno che si tratti di appello; in Corte di appello il collegio è di tre e nella Camera dei lord di cinque. I casi più importanti in materia civile sono messi a ruolo dinnanzi alla Corte nella sua stessa sede centrale, mentre in penale sono giudicati dalla giuria presieduta da un membro della stessa Corte nei rispettivi circoli d'Assise, eccezion fatta per Londra ove è competente apposita Corte (Central criminal Court). Le muse civili possono poi, su domanda di parte, essere sottoposte egualmente a giudizio di eguale giuria; per comodità delle parti in tutte le cause civili gli atti istruttorî si possono compiere in uffici distrettuali (district registries), ma, siano questi compiuti in provincia o a Londra, la causa arriva al giudice decidente completamente istruita, in modo che l'Alta corte possa, con pochi giuristi di primo ordine dar corso regolare in pubblica udienza a tutte le cause a essa sottoposte, con il controllo e rinnovo in pubblico delle prove già assunte, tra le quali prevale quella per testimonî.

Un rapido esame del graduale sviluppo del diritto inglese è sufficiente per comprendere l'evoluzione dei suoi singoli componenti e il carattere da esso attualmente raggiunto.

Culti. - In Inghilterra, la confessione anglicana è non solo la "religione dello stato", ma è organizzata come vera e propria chiesa di stato, avente a suo "governatore supremo" il re, che nomina agli arcivescovadi e vescovadi vacanti e, per mezzo del primo lord della Tesoreria, ai benefici di patronato regio (altri benefici dipendono dal Lord Cancelliere, dai vescovi o capitoli cattedrali, dalle università di Oxford e Cambridge; circa 7000 sono di patronato privato). Ciascuna parrocchia ha una chiesa ed è retta da un ministro, che ne percepisce le temporalità e deve aver ricevuto l'ordinazione sacerdotale secondo il rito anglicano; le parrocchie ecclesiastiche hanno però perduto quasi ogni importanza amministrativa e non coincidono più con le civili. Le chiese cattedrali hanno dei capitoli, composti di un decano, di canonici e prebendarî. I vescovadi sono riuniti nelle due provincie ecclesiastiche di Canterbury (sedi suffraganee Londra, Winchester, Bath e Wells, Birmingham, Bristol, Chelmsford, Chichester, Coventry, Derby, Ely, Exeter, Gloucester, Guilford, Hereford, Leicester, Leichfield, Lincoln, Norwich, Oxford, Peterborough, Portsmouth, Rochester, St Albans, St Edmundsbury e Ipswich, Salisbury, Southwark, Southwell, Truro, Worcester) e di York (suffraganei Durham, Blackburn, Bradford, Carlisle, Chester, Liverpool, Manchester, Newcastle, Ripon, Sheffield, Sodor e Isola di Man, Wakefield). Una terza provincia ecclesiastica, dopo la separazione dello stato dalla chiesa (disestablishment, 1919) è formata dal Galles (già dipendente da Canterbury) e comprende l'arcivescovado di St Asaph, con le diocesi di Bangor, St David's, Llandaff, Monmouth (1921), Swansea e Brecon (1923). La chiesa del Galles è governata da un consiglio di ecclesiastici e laici; la chiesa anglicana dall'Assemblea ecclesiastica (Church Assembly, creata nel 1919) e composta delle tre camere (Houses) dei vescovi, del clero e dei laici (v. anche anglicana comunione).

Nella Scozia, la chiesa di stato è la presbiteriana, risultante ora dall'unione (1929) dell'antica chiesa di stato (Church of Scotland) con la dissidente chiesa libera unita (United Free Church). Ogni parrocchia ha un consiglio (kirk [church] session), composto del ministro e di "anziani"; le parrocchie sono raggruppate in "presbiterî" (66) e questi in "sinodi" (14), formando così una specie di gerarchia, con possibilità di appello, fino all'Assemblea generale, composta di ecclesiastici e laici eletti dai presbiterî. Essa si riunisce in maggio, sotto la presidenza d'un "moderatore" elettivo e alla presenza d'un Lord Alto commissario, in rappresentanza del re.

La progressiva affermazione della libertà religiosa in Inghilterra e nel Regno Unito è intimamente connessa con la storia politica della nazione, dalle lotte religiose dei secoli XVI e XVII e dall'Atto di tolleranza del 1689 fino all'emancipazione dei cattolici (1829). Delle antiche restrizioni che limitavano l'esercizio dei diritti da parte dei non anglicani, rimane ora soltanto quella per cui il re d'Inghilterra deve appartenere alla comunione anglicana; ma Giorgio V ha abolito la formula del giuramento, ritenuta dai cattolici offensiva e blasfema. Storicamente e socialmente, perdura tuttavia la distinzione dei non anglicani in nonconformisti veri e proprî (metodisti, battisti, unitanani, ecc.) e cattolici. Tra i primi, sono particolarmente importanti i metodisti delle varie sette, ora in via d'unione (da attuarsi nel 1933), i congregazionalisti, i battisti, i presbiteriani e - con influenza sociale e culturale assai superiore al numero - i quaccheri; non trascurabile l'Esercito della Salvezza. I nonconformisti sono numerosi nel Galles; importanti nuclei di unitariani esistono nella Scozia.

Per l'Inghilterra, il Galles, le Isole di Man e del Canale si hanno (1931) le seguenti cifre (riferentisi a membri di comunità regolarmente affiliati a una data chiesa; escluse quindi le scuole domenicali e di catechesi biblica - Sunday schools e Bible schools - frequentate per lo più da ragazzi): anglicani 2.294.000; metodisti (delle varie sette) 1.161.838; congregazionalisti, 494.199; battisti, 414.000; presbiteriani, 84.000; quaccheri, 19.000.

Nella Scozia, la chiesa anglicana ha sette diocesi (Aberdeen, Argyll, Edimburgo, Glasgow, Moray, Ross e Caithness, St Andrews), con circa 60.000 comunicanti nel 1925.

Nell'Irlanda Settentrionale, la chiesa anglicana ha l'arcivescovado di Armagh, con le diocesi suffraganee di Chanter Hill, Londonderry e Belfast. Si hanno (1926) le seguenti cifre: presbiteriani, 393.374; episcopaliani (anglicani), 338.724; metodisti, 49.554; altri culti, 54.481.

La chiesa cattolica, alla quale ha sempre aderito la grandissima maggioranza degl'Irlandesi, all'infuori dell'Ulster (v. irlanda: Culti e Storia), ha potuto riprendere - dopo i varî tentativi di ricondurre l'Inghilterra all'unione con Roma, dal tempo di Maria la Cattolica agli ultimi Stuart - la propria organizzazione dopo il 1829; la gerarchia regolare fu ristabilita da Pio IX nel 1850. La chiesa cattolica ha rapidamente guadagnato terreno in Inghilterra nel corso di tutto il sec. XIX, mediante conversioni di cui talune importanti e clamorose (p. es., dei cardinali Manning e Newman), specie tra i seguaci del cosiddetto movimento di Oxford e tra i cosiddetti anglo-cattolici. Importanti progressi è venuta compiendo anche nella Scozia, grazie soprattutto all'immigrazione irlandese. Nell'Inghilterra, Galles e isole essa conta (1931), 1.930.000 aderenti ripartiti nelle quattro provincie ecclesiastiche di Westminster (solitamente sede cardinalizia; suffraganei Brentwood, Northampton, Nottingham, Portsmouth, Southwark), Birmingham (suffraganei Clifton, Plymouth, Shrewsbury), Liverpool (suffraganei Hexham e Newcastle, Lancaster, Leeds, Middlesborough, Salford) e Cardiff (suffraganea Menevia). Nella Scozia, ove la gerarchia fu ristabilita nel 1878, si calcolavano a 606.650 i cattolici nel 1927, ripartiti tra l'arcivescovado di Glasgow, immediatamente soggetto alla sede apostolica e la provincia di St Andrews e Edimburgo (suffraganei Aberdeen, Argyll e isole, Dunkeld, Galloway). L'Irlanda settentrionale rientra nella provincia ecclesiastica di Armagh, ed è suddivisa tra la diocesi metropolitana e quelle di Derry (Londonderry), Down e Connor (residenza Belfast), Dromore e (in parte) Clogher; il numero dei cattolici era nel 1926 di 420.428. Nel 1895 i cattolici furono autorizzati dalla Santa Sede a frequentare le università.

Il numero degli Ebrei era calcolato a 300.000 nel 1930 per tutto il territorio dell'antico Regno Unito; di essi, circa 175.000 si trovavano nella sola Londra. Il loro numero s'è accresciuto straordinariamente dopo il 1880, in seguito all'immigrazione dai territorî dell'Impero russo.

Forze armate. - Esercito. - L'esercito inglese è tradizionalmente volontario. Durante la guerra 1914-1918 mobilitò complessivamente circa 5 milioni e 700 mila uomini; applicò la coscrizione nel gennaio 1916 (celibi tra 18 e 41 anni), estendendola poi a tutti i validi da 18 a 41 anni nel maggio dello stesso anno. Abolì nuovamente la coscrizione nel 1923.

Il bilancio della guerra ammonta (netto) a lire sterline 39.830.000 pari a circa lire italiane 3.700.000.000 e al 5,5% del bilancio generale. Forza bilanciata (esercito regolare, escluse le truppe in India) circa 150.000 uomini.

Comandante supremo dell'esercito è il re, che delega la sua autorità al minisiro della Guerra, assistito dal consiglio dell'esercito e dalla commissione per la meccanizzazione dell'esercito. L'esercito comprende: l'esercito regolare e la riserva dell'esercito regolare; la riserva complementare; l'esercito territoriale; le milizie locali.

L'"esercito regolare" è destinato sia alla difesa del territorio sia a operazioni oltre mare, ed è stanziato nella metropoli e fuori di essa; dispone permanentemente nella metropoli della forza necessaria per dare il cambio alle forze oltre mare e per costituire eventuali corpi di spedizione. Comprende: 6 comandi (commands); 2 distretti indipendenti (Londra e Irlanda del Nord); 5 divisioni di fanteria. In ognuna di queste grandi unità le funzioni di comando sono separate da quelle di amministrazione e, per esse, il comandante è coadiuvato da due diversi stati maggiori.

L'esercito è composto di truppe, servizî e scuole. Le truppe sono costituite: dalle armi di cavalleria, artiglieria, fanteria; dal corpo dei carri armati; dalle truppe tecniche (genio, corpo dei collegamenti). Le varie unità hanno effettivi di pace poco dissimili da quelli di guerra. La cavalleria è largamente motorizzata (tali gli squadroni mitragliatrici, le sezioni collegamenti, i mezzi di trasporto); due reggimenti sono interamente costituiti di autoblindomitragliatrici. In totale, l'arma comprende 3 brigate, 22 reggimenti. L'artiglieria comprende le specialità: da campagna (ippotrainata, a eccezione di pochi gruppi motorizzati; a cavallo (ippotrainata); leggiera (someggiata); pesante campale, pesante, controaerea (interamente motorizzate). In totale: 52 gruppi, 214 batterie. La fanteria - della guardia e di linea - comprende 18 brigate, 68 reggimenti, ognuno su due battaglioni, che si alternano normalmente all'estero ogni 12 anni. Il corpo dei carri armati comprende 4 battaglioni misti di carri medî e leggieri, con automezzi per servizî di prima linea. Il genio ha varie specialità; principali le seguenti: montato, da campagna, da fortezza, topografi, fotoelettricisti, ferrovieri. Il corpo dei collegamenti è provvisto dei mezzi necessarî per il collegamento tra comandi e truppe, e ha reparti diversi a seconda dei comandi e delle truppe che deve collegare. I servizî principali sono i seguenti: corpo dei servizî (sussistenza e trasporti), d'artiglieria, del genio, sanitario, veterinario, amministrativo, chimico militare, religioso, odontoiatrico, d'educazione fisica, di polizia militare.

Le principali scuole sono: la scuola militare di Sandhurst e l'accademia militare di Woolwich, per il reclutamento degli ufficiali; le scuole di scienza, d'artiglieria, di tiro d'artiglieria, armi portatili, ufficiali superiori, carri armati, d'ingegneria militare, d'equitazione, dei collegamenti, di guerra chimica, per il perfezionamento degli ufficiali; la scuola di guerra di Cumberley, per il perfezionamento superiore degli ufficiali.

La riserva dell'esercito regolare (circa 105.000 uomini) comprende il personale destinato a completare e a tener a numero le unità dell'esercito regolare in caso di guerra. Esso si assoggetta ad essere variamente richiamato in caso di guerra, o di pericolo nazionale, o di grave necessità. Non è riunito in reparti organici. I riservisti sono chiamati annualmente alle armi per brevi periodi d'istruzione o di esercitazioni.

La riserva complementare (circa 23.000 uomini) è destinata a completare la riserva dell'esercito regolare in caso di mobilitazione. Si compone di personale istruito e di personale non istruito.

L'esercito territoriale (circa 140.000 uomini), è destinato a concorrere alla difesa del territorio metropolitano; può essere chiamato a servire oltre mare, quando siano esaurite le riserve dell'esercito regolare e complementare e solo in seguito ad apposita legge. Ne fanno parte volontarî di età fra 17 e 28 anni, aruolati per 4 anni e riassunti per rafferme di durata varia. Essi sono chiamati a compiere annualmente alcune esercitazioni (da 30 a 65, secondo le armi), corsi d'applicazione di breve durata, un periodo d'istruzione (da 8 a 15 giorni) in un campo. L'esercito territoriale comprende: 14 divisioni di fanteria, 1 divisione di cavalleria, truppe suppletive unità per la difesa antiaerea e costiera, reparti per collegamenti, e dispone di personale permanente (circa 2000 quadri) fornito dall'esercito regolare.

Le milizie locali, provvedono alla difesa del rispettivo territorio (Isole del Canale, isole di Man, Malta, Bermude) in caso di necessità. Hanno quadri permanenti forniti dall'esercito regolare.

Il reclutamento è regionale per la fanteria (meno la guardia), nazionale per le altre unità dell'esercito regolare; completamente regionale per l'esercito territoriale. Il servizio è volontario; la durata della ferma è di 12 anni, parte sotto le armi (non meno di 3 anni) e parte nella riserva. I militari di truppa possono essere trattenuti in servizio per un periodo complessivo di 21 anni. I sottufficiali e i warrant-officers (categoria intermedia tra gli ufficiali e i sottufficiali) sono reclutati dai militari di truppa. Gli ufficiali in servizio attivo provengono: dalle scuole di reclutamento (Sandhurst per la cavalleria e la fanteria; Woolwich per l'artiglieria e il genio), dagli ulficiali di riserva, dai sottufficiali e dai warrant-officers. Gli ufficiali di riserva sono tratti dal "corpo d'istruzione degli ufficiali", composto di studenti di scuole superiori e medie, abilitati a conseguire il brevetto di ufficiale.

Marina militare. - La marina militare inglese comincia ad avere un carattere spiccatamente nazionale alla fine del sec. XVI, quando la minacciata invasione spagnola di Filippo II impose alla Gran Bretagna l'armamento di squadre equipaggiate da marinai inglesi per la difesa del proprio territorio.

Da quel momento in poi tutti i successivi governi inglesi posero a base della loro politica l'aumento della potenza marittima nazionale e l'abbassamento di quella delle potenze europee più importanti (Spagna, Olanda, Francia), fino a raggiungere, verso la fine del sec. XIX, attraverso una serie ininterrotta di guerre in cui si vennero formando quelle che sono le più belle tradizioni d'ogni marina militare, cioè lo slancio, lo spirito offensivo, il sentimento dell'onore marinaresco, ecc., l'apogeo della potenza navale, caratterizzata dalla formula del two powers standard, per cui la marina britannica prendeva a norma di eguagliare le due più forti potenze navali del mondo. Tale politica, sorta per necessità di difesa territoriale, divenne sempre più, con l'andare del tempo, l'unica politica possibile per la nazione inglese, in quanto l'aumentare continuo degli scambî e dei traffici rendeva tale paese vieppiù dipendente dalle sue colonie d'oltremare, imponendogli quindi, come unica possibilità di vita, l'assicurare in ogni momento le sue comunicazioni con le medesime, salvo a impedire subito dopo tutte quelle del nemico. Queste necessità della politica navale inglese si sono spesso risolte a beneficio di tutte indistintamente le altre nazioni, sia con la compilazione delle carte e dei portolani di tutti i mari del mondo, sia con la lotta contro la schiavitù. Agli albori del sec. XX la costruzione della flotta germanica, destinata alla protezione del sempre più fiorente commercio tedesco d'oltremare, impose alla Gran Bretagna una riduzione del suo margine di superiorità, che scese al 60% rispetto alla flotta più potente (Germania). La grande guerra vide la bandiera inglese mantenere alte su tutti i mari del mondo le sue tradizioni, e i nomi degli eroi citati nei bollettini furono spesso quelli dei discendenti di coloro che avevano consolidato la potenza navale britannica. Dopo la guerra il desiderio di pace e le necessità di economia indussero la Gran Bretagna a secondare gli Stati Uniti d'America nella loro politica di riduzione degli armamenti navali. In seguito al trattato di Washington (febbraio 1922) e agli accordi di Londra (aprile 1930), la flotta della Gran Bretagna deve essere contenuta nei seguenti limiti: navi da battaglia (tonnellaggio non superiore alle 35.000 tonn. e armamento non superiore al 406) tonnellate 525.000; navi portaerei (tonnellaggio non superiore alle 27.000 tonn. e armamento non superiore al 203) tonn. 135.000; incrociatori con calibro non superiore al 203, tonn. 149.140; incrociatori con calibro non superiore al 135, tonnellate 195.275; cacciatorpediniere (di tonnellaggio non superiore a 1880 tonn. e calibro non superiore al 130) tonn. 152.400; sommergibili (di tonnellaggio non superiore alle 2000 tonn. e armati con calibro non superiore al 130) tonn., 53.543.

La Gran Bretagna possiede attualmente: Navi da battaglia: 2 (Nelson e Rodney) varate nel 1925, da 35.000-40.000 tonn. e 23,5 nodi, armate con 9-406, 12-152, 6-120 antiaerei e 2 tubi di lancio subacquei da 533; 5 (Ramillws, Resolution, Revenge, Royal Oak, Royal Sovereign) varate nel 1914-15-16 e rimodernate dal 1921 in poi, da 30.000-34.000 tonn. e 22 nodi, armate con 8-381, 12-152, 4-102 antiaerei e 4 tubi di lancio da 533; 5 (Malaya, Barham, Valiant, Warspite, Queen Elisabeth) varate nel 1913-14-15 e rimodernate nel dopo guerra, da 28-33.000 tonnellate e 25 nodi, armate come le precedenti. - Incrociatori da battaglia: 1 (Hood) varato nel 1918 e rimodernato nel 1929-30, da 41.000-45.000 tonn. e 31 nodi, armato con 8-381, 12-140, 4-102 antiaerei e 6 tubi di lancio da 533, di cui 2 subacquei; 2 (Renown, Repulse) varati nel 1916 e rimodernati dopo la guerra, da 33-38.000 tonn. e 31,5 nodi, armati con 6-381, 15-102, 4-102 antiaerei, 15 mitragliere e 4 tubi di lancio binati sopracquei da 533. - Navi portaerei: 1 (Albatross) varata nel 1928, da 6000 tonn. e 22 mg., armata con 4-120 e capace di 10 aerei (destinata alla marina australiana); 3 (Glorious, Courageous, Furious) varate nel 1916 come incrociatori leggieri potentemente armati (programma Fisher) e trasformate rispettivamente negli anni 1929-1930, 1919 e 1923-25, tnunite di bulges, da 19-23.000 tonn. e 31 nodi, armate le prime due con 16-120 la terza con 10-140 e 6-102 e tutte con 54 pezzi di p. c. e mitragliatrici, capaci di 36 apparecchi; 1 (Hermes) varata nel 1919, da 11.200 tonn. e 25 nodi, munita di bulges, armata con 6-140, 3-102 antiaerei e 26 mitragliere, capace di 20 apparecchi; 1 (Eagle) varata nel 1918, da 23-26.000 tonn. e 24 nodi, munita di bulges, armata con 9-152, 5-102 e 34 mitragliatrici, capace di 60 apparecchi. - Incrociatori leggieri: 11 (5 tipo Kent, 6 tipo London), varati dal 1926 al 1929, da 10-14.000 tonn. e 31,5-33 nodi, armati con 8-203, 4-102 antiaerei, 14 mitragliatrici e 8 tubi di lancio da 533 (a questi vanno aggiunti i 2 per l'Australia); 2 (York, Exeter) varati nel 1928-29, da 8000 tonn. e 33 nodi, armati con 6-203, 4-102 antiaerei, 14 mitragliatrici, 2 tubi di lancio binati da 533; 6 tipo Leander di cui 2 in costruzione, da 6700-7000 tonn. e 32,5 nodi, armati con 8-152, 4-100, 6 mitragliere, e 1 in progetto da 5000 t., armato con 152; 4 tipo Frobisher, varati nel 1917-21, da 9900 tonn. e 30 nodi, armati con 7-190, 3-102, 10 mitragliatrici e 6 tubi di lancio da 533 (uno di essi, il Vindictive, può portare 6 aerei); 2 (Emerald, Enterprise) mrati nel 1919-20, da 7700 tonn. e 33 nodi, armati con 7-152 e 4 tubi di lancio tripli da 533; 8 tipo D (perché tutti i loro nomi cominciano con questa lettera), varati nel 1917-19, da 4700-4800 tonn. e 29 nodi, armati con 6-152 e 4 tubi di lancio tripli da 533; 13 tipo C migliorato, varati nel 1916-19, da 4250 tonn. e 29 nodi, armati con 5-152 e 4 tubi di lancio binati da 533; 8 tipo C, varati nel 1914-16, da 3800-4800 tonn. e z6-28 nodi, armati con 4-152 e 2-4 tubi da 533. - Conduttort di flottiglia: 6 in costruzione e 1 in progetto, 1 tipo Codrington varato nel 1929, da 1550 tonn. e 35 nodi, armato con 5-120 e 8 tubi di lancio da 533; 12 tipo Broke, varati nel 1917-20, da 1500-2000 tonn. e 31-36 nodi, armati con 5-120, 7 mitragliatrici e 2 tubi tripli da 533; 4 tipo Seymour, varati nel 1915-17, da 1700 tonn. e 34 nodi, armati con 4-102, 7 mitragliere e 2 tubi di lancio binati da 533. Uno di essi, l'Abdiel, armato solo con 3-102, può portare 65 torpedini. - Cacciatorpediniere: 8 in progetto e 8 tipo D (perché con nomi che cominciano per D), in costruzione, da 1350 tonn. e 35 nodi, armati con 4-120 e 5 mitragliere; 20 (8 tipo A, 8 tipo B, 4 tipo C), varati nel 1920-32, dalle caratteristiche simili a quelle dei precedenti, con 8 tubi di lancio da 533; 2 tipo A originali (Amazon, Ambuscade), varati nel 1926, sui risultati dei quali si sono costruiti gli altri 8 di cui sopra, armati come i successivi meno 2 tubi di lancio; 64 tipo V e W, varati nel 1917-19, da 1300-1500 tonn. e 31-35 nodi, armati con 4-102 o 120 e 2 tubi tripli da 533 (11 di essi sono attrezzati per portare 20 torpedini); 57 tipo R, S, T, varati nel 1917-19, da 1100 tonn., 32-35 nodi, armati con 3-102, 6 mitragliere e 2 tubi di lancio binati da 533. - Sommergibili: in costruzione 5 tipo Starfish in allestimento, 15 (6 tipo D, 5 tipo P, 4 tipo R) varati nel 1928-32, da 16002075 tonn., 19,9 nodi, armati con 1-102e 8 tubi da 533; 1 (Oberon) varato nel 1926, assai simile ai 15 tipo O, P, R; 1 tipo X, varato nel 1923, da 2500-3600 tonn. 19,5/9 nodi, armato con 4-132 e 6 tubi di lancio prodieri da 533; 1 R 4, varato nel 1918, da 430-520 tonn.; 1 tipo M, sperimentale, varato nel 1918-20, da 1600-1900 tonn., armato con 4 tubi di lancio da 450, portava originariamente1-305; 25 tipo L, varati nel 1918-19, da 815-1100 tonn. e 17,5/10 nodi, armati con1/2-102 e 4/6 tubi da 533; 1 K 26, varato nel 1919, da 2170-2800 tonn., 23,5/10 nodi, armato con 3-102 e 10-533; 14 tipo H, varati nel 1917-1919, da 450-510 tonn. e 13/10,5 nodi, armati con 4-533.

Oltre tutte queste unità la marina inglese conta un forte numero di posamine (di cui il piú importante, l'Adventure varato nel 1924, da 6850-7380 tonn. e 27 nodi, armato con 4-120, 14 mitragliatrici e capace di portare 1000 torpedini, è munito di bulges), dragamine, sloops, cannoniere, motoscafi, navi-scuola, appoggio, officine, ospedali, cisterne, ecc.

Le unità armate della marina inglese sono suddivise nelle flotte dell'Atlantico, del Mediterraneo e di riserva, e nelle squadre delle Indie Orientali, Africa, Estremo Oriente, America e Indie Occidentali. A queste formazioni sono da aggiungere le unità delle marine dell'Australia, Nuova Zelanda, Canada e India.

Il personale della marina inglese, efficientissimo, conta 99.800 uomini, tutti volontarî.

Aviazione militare. - La Gran Bretagna fu la prima nazione che costituì il Ministero dell'aria (1918). Da esso dipendono l'aeronautica militare, quella navale e quella civile; comprende il consiglio dell'aria (Air Council), lo stato maggiore dell'aria (Royal Air Force), una direzione del personale, una direzione del materiale e delle ricerche tecniche, una direzione dell'aviazione civile, un dipartimento del segretariato generale (che tratta tutte le questioni circa il bilancio dell'aeronautica militare e civile). Ogni direzione è formata da un certo numero di sottodirezioni ed eventualmente da alcune divisioni e reparti.

Le forze aeree della Gran Bretagna si possono calcolare a circa 100 squadriglie con un totale di 1200 apparecchi; il personale è di circa 3500 ufficiali e 28.500 comuni. L'aviazione terrestre comprende in totale 56 squadriglie delle quali 19 dislocate nelle colonie. Il bilancio a disposizione del Ministero dell'aria per l'anno 1931-32 è di circa 21.197.000 sterline, di cui 547.000 per l'aviazione civile.

Ordinamento scolastico. - Caratteristica fondamentale della scuola inglese è quella di una grande libertà, che solo da pochi decennî ha cominciato a uniformarsi a disposizioni generali. Sino al 1870 lo stato non aveva quasi nessun influsso sull'organizzazione delle scuole, lasciata ai privati e in particolare alle comunità religiose: il Forster Educational Act, emanato in quell'anno, volle appunto provvedere a una limitazione del predominio della Chiesa anglicana rispetto alle altre istituzioni scolastiche, richiamando a una maggior tolleranza l'insegnamento religioso. Nel 1867, con l'Elementary School Act, lo stato sancì l'obbligatorietà dell'insegnamento elementare, garantendone il carattere gratuito e assumendosene quindi la cura; nel 1902 l'Education Act stabilì la necessità del riconoscimento e quindi del controllo delle scuole private; nel 1918 la legge di Lord Fisher dispose norme unitarie per tutto il complesso dell'organizzazione scolastica inglese. Con tutto ciò, l'influenza del Ministero dell'educazione (Board of Education: istituito del resto solo nel 1899) sugli organi locali è assai relativa, e si restringe a indicazioni generali, la non obbedienza alle quali può importare al massimo la sospensione delle sovvenzioni statali.

La scuola elementare, obbligatoria dal 6° fino al 14° anno di età, non esclude l'organizzazione privata: anzi la scuola di stato serve soprattutto ad assicurare l'insegnamento gratuito alle classi meno abbienti, preferendo le classi più agiate la scuola privata per il forte senso di distinzione dai ceti inferiori. Particolarmente forte, per quanto in un certo regresso, è accanto alla scuola governativa (council school) l'organizzazione scolastica delle chiese, anglicana e cattolica (voluntary school). All'educazione complementare e di avviamento al lavoro provvedono le continuation schools, di recente istituzione e in via di sviluppo.

La scuola media è assai irregolare e varia di forme, non essendo a rigore richiesto, per l'accesso alle università, un determinato corso di studî e di esami. Per tale ingresso è richiesto infatti solo un "esame d'immatricolazione", che può essere compiuto anche da chi, dopo la scuola elementare, non abbia formalmente frequentato alcun'altra scuola, e che, fatto dagl'insegnanti di ciascuna università, non è tenuto a troppo alto livello per la necessità d'immettere nelle università, il cui bilancio è autonomo, un numero possibilmente grande di studenti. A ciò si aggiunge la generale concezione inglese del compito della scuola, considerata come fonte non tanto d'istruzione quanto d'educazione, e quindi orientata piuttosto verso la formazione del carattere, secondo gl'ideali tradizionali della borghesia inglese (abito della lealtà, della sincerità con sé stessi, capacità d'iniziativa, attitudine alla lotta per la vita) che verso l'acquisto d'un complesso ben definito di conoscenze. Questa tradizione educativa essendo soprattutto conservata nei vecchi collegi (public schools: celebri tra essi quelli di Eton, Harrow, St. Paul, Westminster, ecc.) è a questi che la ricca borghesia inglese preferisce affidare i proprî figli, i quali trascorrono così fuori della famiglia i tre periodi di dieci settimane, separati dalle vacanze, in cui si divide l'anno scolastico. Ma l'alto prezzo di tale sistema d'educazione fa sì che molte famiglie preferiscano scuole locali in cui gli alunni restano solo durante la giornata (day schools). Dal 1902 molte di tali scuole hanno, sotto determinate condizioni, sovvenzioni statali (state-aided secondary schools). Gli esami finali (che valgono per l'ammissione all'università, ma non sono per essa strettamente necessarî, potendo, come si è detto, bastare per ciò anche il solo esame d'immatricolazione) sono compiuti da professori universitari. Solo alcune delle materie d'esame sono obbligatorie. L'esame più semplice (first school examination), per i giovani sui sedici anni, può, reso un po' più grave, dare anche adito senz'altro all'università; l'esame superiore (second school examination), per i giovani sui diciotto anni, normale per l'ammissione all'università, può, se superato in modo particolammente buono, ammettere al secondo anno del corso universitario.

La preparazione dei maestri si effettua nei training colleges (scuole magistrali), e si può completare nei corsi pedagogici delle università, per quanto rari siano i maestri che possiedano titoli universitarî, e il grado dottorale non sia richiesto neppure per i professori di scuole medie (schoolmasters, il titolo di professor essendo riservato ai soli docenti universitarî di ruolo). Del resto anche la scelta e la nomina degl'insegnanti è in Inghilterra assai libera, e determinata piuttosto dall'individuale giudizio circa la persona e le sue attitudini al posto da occupare che da particolari norme di carriera. In tale giudizio, conformemente al ricordato ideale inglese dell'educazione, è tenuta maggiormente in conto la capacità educativa e didattica dell'insegnante che il valore della sua cultura e della sua produzione scientifica, in sé considerata.

L'istruzione superiore è rappresentata dalle università, che compiono anche la funzione di scuole superiori di commercio e d'ingegneria e d'istituti superiori di magistero. Le due università di antica tradizione sono quelle di Oxford (fondata nel 1168) e di Cambridge (fondata nel 1209): e in esse si è particolarmente conservato tanto il classico orientamento ideale dell'educazione superiore inglese, diretta a formare piuttosto il gentleman che il libero studioso e professionista, quanto la forma quasi monastica dell'organizzazione, onde gli studenti appartengono all'università abitando uno dei convitti, colleges, che la compongono. Relativamente antiche sono anche le quattro università della Scozia: St Andrews (1411), Glasgow (1455), Aberdeen (1494) e Edimburgo (1582). Tutte le altre invece sono più recenti: Londra, Durham, Manchester, Bristol, Liverpool, Birmingham, Leeds, Shelfield, oltre alle due università irlandesi di Dublino e Belfast e all'università del Galles costituita dai colleges di Cardiff, Swansea, Aberystwith e Bangor. Tra queste, l'università di Londra, fondata nel 1827, è la più antica, ma insieme quella di costituzione più recente e moderna, perché rielaborata nel 1926: oltre che la più grandiosa, componendosi di 22 istituti. Le università hanno vita del tutto autonoma, e sono sovvenzionate dallo stato soltanto in misura assai ristretta: di qui il livello assai alto delle tasse di frequenza, che deve anche compensare le forti spese del mantenimento del corpo insegnante, pagato in Inghilterra più che in ogni altro paese europeo. A tale difficoltà di accesso allo studio universitario per le classi meno abbienti provvedono numerose possibilità di esenzione e di borse di studio: d'altronde il titolo superiore di studî, per quanto ora sia sempre più ricercato, non è necessario per la maggior parte delle professioni libere.

Una forma di università popolare è costituita dalla University extension, che, lavorando insieme con la Workers' Educational Association, organizza corsi serali degl'insegnanti universitarî per la divulgazione della cultura tra il popolo.

Bibl.: Indicazioni ufficiali in relazioni (Reports) e annuarî (Yearbooks) del Ministero dell'educazione. In generale: G. Hermes, Die geistigen Grundlagen der englischen Erwachsenenbildung, Crimmitschau 1927; Norwood, The English educational System, 1928; B. Dressler, Geschichte der englischen Erziehung, Lipsia 1928. Per l'organizzazione universitaria v. anche università.

Finanze. - Le finanze della Gran Bretagna dal 1914. - Il costo della guerra che si calcola fosse progressivamente salito da 1 milione di lire sterline al giorno nei primi mesi fino a 7 milioni nel novembre 1918, gravò enormemente il bilancio della Gran Bretagna tanto che le spese aumentarono da 200 milioni nell'ultimo esercizio prebellico a oltre 2½ miliardi nell'esercizio 1918-19. Nonostante l'inasprimento delle imposte esistenti (soprattutto dell'income tax e della supertax) e la creazione di nuovi tributi (excess profits duty e alcuni dazî d'importazione conosciuti sotto il nome di McKenna duties), assai inferiore fu invece l'aumento delle entrate, che, nei due esercizî considerati, passarono da 198 a 889 milioni e ammontarono complessivamente dal 1° agosto 1914 al 31 marzo 1919 a 2678 milioni, riuscendo a coprire appena il 28% del totale delle spese sopportate nello stesso periodo (9539 milioni di Lst.), così che si rese necessario un largo ricorso a varie forme d'indebitamento dello stato (prestiti nazionali, buoni del tesoro, certificati nazionali di risparmio, obbligazioni nazionali di guerra, anticipi della Banca d'Inghilterra, ecc.). Per colmare l'aumentato deficit della sua bilancia commerciale e per sostenere nello stesso tempo il cambio, fin dall'inizio delle ostilità la Gran Bretagna fu d'altra parte obbligata, oltre che a esportare oro e vendere titoli, anche a contrarre prestiti all'estero, specie sul mercato americano (oltre 150 milioni di Lst. dall'agosto 1914 all'aprile 1917) e approfittò poi largamente (per un ammontare complessivo di 900 milioni di Lst.) dei crediti che il governo degli Stati Uniti aprì agli alleati dopo la sua dichiarazione di guerra alla Germania (aprile 1917). Al 31 marzo 1919 il debito pubblico netto che al 31 marzo 1914 era appena di 650 milioni, aveva raggiunto così la cifra di 7435 milioni, di cui 1339 di debito fluttuante e 1365 di debito estero. Bisogna tener conto però che la Gran Bretagna stessa aveva concesso durante la guerra crediti all'estero per un ammontare complessivo che al 31 marzo 1919 raggiungeva 1739 milioni di cui 171 ai Dominions e alle colonie e 1568 agli alleati, soprattutto alla Russia (568), alla Francia (434) e all'Italia (413).

Anche nel campo monetario la situazione si era negli anni di guerra notevolmente alterata per effetto soprattutto dell'emissione di biglietti di stato che il governo inglese aveva adottato come misura eccezionale (Currency and bank notes act 1914) durante la crisi finanziaria dell'agosto 1914, per assicurare al pubblico la moneta divisionale di cui aveva bisogno e per pemiettere alle banche di fronteggiare il ritiro dei depositi, senza modificare il regolamento dell'emissione della Banca d'Inghilterra e senza comprometterne le riserve; ma cui aveva seguitato poi a ricorrere largamente, saldando così una parte delle sue spese e affiancando alla circolazione normale della Banca d'Inghilterra una circolazione fiduciaria di stato solo nominalmente convertibile. La circolazione cartacea, che nel 1913 ammontava a 34,6 milioni di sterline (29,6 in biglietti della Banca d'Inghilterra, 5,0 delle banche di Scozia e Irlanda), alla fine del '18 raggiunse così 399,2 milioni, di cui soltanto 76 erano di biglietti di banca e 323,2 invece di biglietti di stato o currency notes, coperti solo in minima parte (28,5 milioni) da oro e per il resto da titoli di stato. A questa inflazione monetaria si aggiungeva un'ancor più notevole inflazione creditizia per il fatto che i prestiti pubblici erano stati solo parzialmente sottoscritti dal risparmio privato e si erano tradotti, come pure gran parte degli anticipi concessi dalla Banca d'Inghilterra allo stato, in una pura creazione di credito e di nuovo potere di acquisto, come chiaramente risulta dall'aumento dei depositi nelle banche commerciali, saliti da 1070,7 milioni alla fine del 1913 a 2102 alla fine del 1918.

Nonostante che già nell'agosto 1918 la Commissione speciale presieduta da lord Cunliffe e incaricata di esaminare il problema della circolazione e del cambio, avesse segnalato la necessità di porre fine all'indebitamento dello stato, di rialzare l'interesse dei crediti bancarî, di limitare l'emissione di currency notes e di procedere quindi in un secondo tempo all'unificazione della circolazione, l'inflazione nella circolazione e nel credito continuò anche dopo l'armistizio. Per quanto si fosse tornati a una procedura normale d' autorizzazione e di controllo sulle spese, allontanandosi da quella eccezionale dei votes of credit, per cui durante gli anni di guerra erano stati accordati al governo crediti in blocco sottratti ad ulteriori controlli del Parlamento e tali quindi da incoraggiare lo sperpero nell'amministrazione dello stato, nessuna contrazione si ebbe infatti nelle spese pubbliche, tanto che l'esercizio 1919-20 si chiuse con un forte deficit. Nessuna diminuzione fu d'altra parte apportata al costo del denaro e nessun rallentamento si ebbe nella vendita dei buoni del tesoro, nell'emissione di currency notes e nell'aumento dei depositi. Il costo della vita continuò a salire in proporzione, causando scioperi e disordini sociali, mentre, cessata nel marzo 1919 la solidarietà interalleata, il gold standard veniva praticamente abbandonato con la proibizione dell'esportazione dell'oro e il cambio, non più sostenuto dai crediti della tesoreria americana peggiorava sensibilmente.

Già fin dai primi mesi del 1919 l'opinione pubblica aveva cominciato frattanto a preoccuparsi dell'incerta situazione e a muovere aspre critiche alla gestione finanziaria degli ultimi anni, tanto che il prestito di liquidazione emesso nel giugno-luglio per far fronte alle pesanti scadenze di debito fluttuante, non ottenne che uno scarso successo, per la sfiducia appunto nell'irresoluta politica del governo e per protesta contro lo sperpero nelle spese pubbliche. Solo però a partire dall'agosto il governo cominciò a orientarsi verso una seria contrazione delle spese e solo nell'ottobre si decise ad adottare la prima misura di restrizione del credito, rialzando l'interesse dei buoni del tesoro a tre mesi. Nel dicembre poi seguendo finalmente le raccomandazioni Cunliffe, fu posto un freno all'emissione delle currency notes, stabilendo che l'emissione fiduciaria delle stesse (quella cioè non coperta da oro o da biglietti della Banca d'Inghilterra) non dovesse superare in ogni anno il massimo raggiunto nell'anno precedente (limite corrispondente per il 1920 alla cifra di 320,6 milioni e che discese poi negli anni successivi fino a 244,9 per il 1928). L'inflazione attraverso il credito bancario continuò tuttavia per qualche mese ancora, il cambio seguitò a ribassare, raggiungendo il 4 febbraio 1920 il suo corso più basso (3,20 dollari per una sterlina, corrispondente a una perdita del 34% rispetto alla parità aurea), e il livello dei prezzi a crescere (313 nell'aprile 1920 contro 217 nell'aprile 1919). Il governo (nonostante che per la difficoltà di collocare buoni del tesoro fosse stato costretto a ricorrere ancora una volta, nell'aprile, ad anticipi della Banca d'Inghilterra) si era però ormai decisamente indirizzato verso una rigida politica di economie, di non indebitamento e di alto prezzo del denaro. Grazie anche a un notevole aggravamento dell'imposizione (nonostante che una importante semplificazione del sistema dell'income tax avesse causato una diminuzione di 30 milioni nelle entrate fiscali) già alla fine dell'esercizio 1920-21 l'equilibrio del bilancio era raggiunto e l'avanzo ottenuto (230 milioni) permetteva di rimborsare parte del debito estero (compresi i 250 milioni di dollari dell'Anglo-French Loan contratto nel 1915 e venuto a maturazione nell'ottobre) e parte dei buoni del tesoro. Al 31 marzo 1921 il debito estero era disceso così a 1161 milioni e il debito fluttuante a 1243. Con successivi graduali rialzi dal 5 al 7% del tasso di sconto (che era stato mantenuto quasi costante negli anni di guerra) fu frattanto frenata l'inflazione creditizia tanto che nell'aprile 1921 la tesoreria poté tornare al sistema prebellico di offrire i buoni del tesoro al miglior offerente, cessando di fissame il saggio precedentemente e riprendendo così a seguire piuttosto che a guidare l'andamento del mercato. E da questa linea di condotta il governo britannico non si allontanò neppure negli anni seguenti, nonostante che la deflazione si fosse tradotta sulle prime in una forte caduta dei prezzi e avesse causato uno stato generale di depressione, fallimenti e disoccupazione.

Risanato il bilancio e ridotto anzi il carico fiscale (abolizione dell'excess profits duty nel 1921 e della corporation profits tax nel 1924; riduzioni dell'aliquota dell'income tax nel 1922, 1923 e 1924 e di varie imposte indirette e dazî), diminuito l'ammontare dei biglietti in circolazione (da 486,4 milioni alla fine del 1920 a 389,1 al 31 marzo 1925) e mantenuta quasi costante la riserva aurea della Banca d'Inghilterra (elevata durante il 1920 da 91,3 a 128,3 milioni) e quella del Tesoro (complessivamente, al 31 marzo 1925, 155,7 milioni), rimborsato in parte e in parte consolidato il debito fluttuante, convertita una parte del debito consolidato 5% con conseguente riduzione degli oneri d'interessi, sistemato nel marzo 1923 il debito con gli Stati Uniti (il cui capitale, compresi gl'interessi scaduti, fu fissato a 4600 milioni di dollari, il cui interesse originariamente del 5%, fu ridotto al 3% per i primi dieci anni e al 3½% per i successivi e il cui pagamento, ripartito in 62 annualità fu stabilito in monete d'oro degli Stati Uniti, verghe metalliche o buoni degli Stati Uniti) e istituito, sempre nel 1923, un nuovo fondo d'ammortamento del debito pubblico (alimentato da speciali stanziamenti di bilancio e da eventuali avanzi), il 28 aprile 1925 la Gran Bretagna poté tomare a una circolazione aurea sulla base dell'antica parità prebellica (i Lst. - $ 4,86653 = g. 7,32238 di oro fino). Alla Banca d'Inghilterra non fu imposto però l'obbligo di convertire i biglietti in moneta aurea ma solo di vendere, dietro corrispettivo del prezzo in valuta legale, oro in verga a chi ne faccia richiesta alla sede centrale per un minimo di 400 once Troy (i oncia Troy = g. 31, 10), pari a un valore di 4700 sterline circa, e fu d'altra parte limitata alla sola Banca d'Inghilterra la facoltà di richiedere alla zecca la coniazione di moneta aurea. Caratteristiche queste che differenziano notevolmente dall'antico il nuovo gold standard, più propriamente detto gold bullion standard, e impediscono praticamente la circolazione dell'oro all'intemo, riservandolo per le operazioni con l'estero. Per lo stesso Gold standard act 1925 la Banca d'Inghilterra fu inoltre autorizzata a esportare oro in moneta e in verga, nonostante che il Gold and silver control act 192o (che aveva sostituito il provvedimento del marzo 1919) rimanesse ancora nominalmente in vigore fino alla fine del 1925.

L'equilibrio tra prezzi e costi non era però ancora stato raggiunto, e il ritorno all'oro, implicando la necessità di adattare ai prezzi aurei quelli in sterline, accentuò certamente le difficoltà in cui l'anomiale situazione creata dalla guerra e la liquidazione della breve fase di boom dell'immediato dopoguerra avevano posto il commercio e l'industria britannica. Gravi conflitti si verificarono nel campo industriale, specie in quello dell'industria mineraria del carbone, durante il 1926 e il 1927, abbassando ancor più il livello della produzione, incidendo fortemente sul bilancio dello stato e destando anche serie preoccupazioni per il mantenimento della parità internazionale della sterlina. La situazione generale europea andava però frattanto migliorando e fu il concorso appunto di varie circostanze internazionali (adozione del piano Dawes, riforma monetaria tedesca, intrapresa ricostruzione finanziaria dell'Austria, dell'Ungheria, della Grecia e della Bulgaria, stabilizzazione del franco, della lira e del belga, ecc.), insieme eon l'abile tecnica con cui fu manovrato il gold standard, che favorì in complesso durante gli anni 1925-28 il progresso economico e il ripristino del prestigio finanziario della Gran Bretagna.

La depressione industriale e la disoccupazione erano però già alla fine del 1929 tali da destare serie preoccupazioni; ad aggravare la difficile situazione interna sopravvenne poi la crisi mondiale. Il ribasso dei prezzi e la generale contrazione del commercio si ripercossero anche sull'esportazione britannica, già notevolmente ridotta in seguito agli spostamenti verificatisi nel dopoguerra nella domanda dei suoi principali prodotti (per lo sviluppo dell'industria del cotone in Oriente, per la graduale sostituzione degli olî minerali e dell'energia elettrica al carbone in molte industrie, per la diminuita richiesta di manufatti da parte dei paesi agricoli in crisi, ecc.) come pure in seguito alla disorganizzazione del commercio con la Cina e con l'India, per la caduta dei prezzi dell'argento, e al crescente protezionismo doganale. Né il popolo britannico rinuneiò per questo al suo alto standard di vita, ma continuò ad importare largamente, a danno anche qualche volta della produzione nazionale. L'eccesso delle importazioni aumentò infatti da 147 milioni di sterline nel 1929 a 192 nel 1930 e a 275 nel 1931, mentre, d'altra parte, per il diminuito profitto degl'investimenti all'estero, si ridusse progressivamente negli stessi anni da 250 a 220 e a 165 il saldo attivo della partita movimento di capitali, per cui la Gran Bretagna aveva sempre avuto una bilancia dei pagamenti favorevole. Nonostante ciò, la Gran Bretagna aveva seguitato a prestare all'estero quasi nella stessa proporzione di prima, mentre la politica del denaro caro (per quanto non in misura tale da condurre a un definitivo aggiustamento dei prezzi alla parità adottata) seguita dal 1925 dalla Banca d'Inghilterra, continuava ad attrarre larghi investimenti stranieri a breve termine. Per l'imponente ammontare di questi impegni a breve scadenza (che l'inchiesta Mac Millan valutò avesse raggiunto dal 1925 alla metȧ del 1931 un totale di 400-450 milioni e che il Keynes ritiene ascendesse a 600-800), e per la possibilità di fronteggiarli solo per una terza parte con attività rapidamente realizzabili, la situazione del mercato londinese era divenuta sempre più vulnerabile, tanto che, allorché la crisi mondiale sboccò in una fase essenzialmente finanziaria e s'iniziò un accelerato ritiro dei fondi da parte dei creditori esteri (luglio 1931), la Banca d'Inghilterra si trovò in gravi difficoltà. Esauriti in breve tempo i crediti ottenuti a New York e a Parigi (130 milioni, 50 contratti direttamente dalla Banca, 80 dal governo) e volendo evitare un ulteriore assottigliamento delle riserve (già ridotte da 152 milioni alla fine di maggio a 134 alla fine di agosto) il governo inglese fu quindi costretto, il 20 settembre 1931, a sospendere la convertibilità in oro dei biglietti, esonerando a tempo indefinito la Banca d'Inghilterna dall'obbligo impostole dal Gold standard act 1925.

Anche la situazione del bilancio era però ormai tale da imporre come necessità assoluta l'adozione di rigorosi provvedimenti di contrazione delle spese e di aumento delle entrate tributarie. La depressione economica incideva infatti fortemente sul reddito nazionale, e quindi sulle entrate, mentre i sussidî per la disoccupazione gravavano le spese pubbliche, accentuandone quel ritmo di ascesa che già si era in esse manifestato fin dal 1924 per il sostituirsi di una politica di espansione alla politica di raccoglimento degli anni precedenti. La moratoria Hoover aveva, d'altra parte, ridotto le entrate del saldo attivo delle riparazioni tedesche, cosicché nel settembre si poteva prevedere per l'esercizio 1931-32 un deficit di 74,7 milioni.

Delegata al governo per un mese la facoltà legislativa (National economy act, 30 settembre 1931) questo provvide quindi a una diminuzione generale degli stipendî e assegni varî (dal 10 al 20%), e degli stanziamenti per l'assicurazione contro la disoccupazione, per l'educazione pubblica e per i servizî stradali, che erano i capitoli di spesa appunto in cui più forte si era verificato l'aumento, come pure a una riduzione dell'assegnazione alla Cassa di ammortamento del debito pubblico. Ricorse inoltre alla creazione di nuovi cespiti fiscali e all'inasprimento di quelli esistenti, elevando soprattutto le aliquote della income tax e della supertax e ricorrendo all'adozione di nuovi dazî doganali.

Mentre il cancelliere Snowden faceva così fronte allo squilibrio del bilancio e si preoecupava nello stesso tempo di evitare le possibili ripercussioni patologiche della crisi sul costo della vita e di tutelare la produzione interna mediante un elevamento di barriere doganali, i debitori esteri approfittavano del basso corso della valuta inglese (la più bassa media mensile del cambio col dollaro si è avuta nel dicembre: 337,4 contro 486,2) per pagare i loro debiti e alla loro richiesta di sterline si aggiungeva quella degli speculatori del rialzo. La cauta e ferma politica finanziaria e monetaria del governo e della Banca d'Inghilterra, e soprattutto la decisa volontà antinflazionista, chiaramente manifestata dal progressivo contrarsi della circolazione, condussero infatti ben presto a un rovesciamento della situazione psicologica internazionale nei riguardi della sterlina, e per il ritorno della fiducia, oltre che per alcune favorevoli congiunture, i capitali stranieri tornarono ad affluire sul mercato londinese, influendo favorevolmente sui cambî, permettendo alla Banca d'Inghilterra di rafforzare le sue riserve e di rimborsare anche parte dei debiti contratti per la difesa della valuta (rimborso che continuò nei mesi successivi tanto che il 9 settembre il ministro del Tesoro poteva annunciare pubblicamente che tutti i debiti contratti con l'estero nell'agosto e settembre 1931 erano stati estinti in precedenza o alla data della loro scadenza). L'afflusso degl'investimenti stranieri a breve temiine e il movimento speculativo assunsero anzi nei primi mesi del 1932 tali proporzioni da indurre la Banea d'Inghilterra a porvi un freno mediante riduzioni del tasso ufficiale di sconto. Provvedimento questo che, oltre a consolidare gli avvenuti progressi della sterlina, ha avuto anche l'effetto d'inaugurare una nuova fase di denaro a buon mercato (dal 18 febbraio al 30 giugno il tasso di sconto è diminuito progressivamente dal 6 al 2%), dopo il periodo di denaro caro provocato dal corso forzoso e dell'evasione dei capitali, aiutando così le industrie con crediti a migliori condizioni e invogliando nello stesso tempo il capitale a cercare in esse investimenti più redditizî dei semplici depositi bancarî.

La stabilità della sterlina, fu così difesa anche contro i pericoli di un'eccessiva rivalutazione; essa non fu però formalmente riconosciuta ché i molti elementi d'incertezza della situazione intemazionale sconsigliavano il governo inglese dal ripristinare l'obbligo della convertibilità in oro dei biglietti. Durante il mese d'aprile si è provveduto inoltre a istituire uno speciale fondo per la stabilizzazione del cambio della sterlina (Exchange equalisation account), per porre a disposizione della tesoreria, senza vincoli di pubblicità e rendiconti, un'ingente massa di manovra (175 milioni di sterline) con cui neutralizzare le oscillazioni del cambio di origine speculativa e borsistica. Fondo che ha mostrato la sua utilità in occasione del nuovo ribasso che la sterlina ha subito nell'autunno 1932, sia per ragioni stagionali, sia soprattutto per l'incertezza circa la soluzione della questione dei debiti di guerra con gli Stati Uniti. Effettuato infatti da parte della Gran Bretagna il pagamento della quota 15 dicembre (19,5 milioni di sterline), nonostante che il versamento sia stato accompagnato da riserve circa le relazioni future e non debba quindi considerarsi come una ripresa dei pagamenti annuali secondo la sistemazione del 1923, una lenta ma sicura tendenza al rialzo si è di nuovo verificata nel corso della valuta inglese.

D'altra parte, nonostante che le drastiche misure di economia e di inasprimento delle imposte, deliberate nel settembre 1931, abbiano permesso, insieme col ricorso a mezzi straordinarî, di chiudere l'esercizio 1931-32 con un piccolo avanzo, il governo britannico non ha tuttavia creduto opportuno di allontanarsi dalla sua rigida linea di condotta e anche per l'esercizio 1932-33 le spese saranno rigorosamente contenute né si prevede un alleggerimento del carico fiscale. Il 1° luglio è stata decisa inoltre la conversione del prestito di guerra (war loan) 5% in un nuovo prestito al 3½%, con facoltà per i possessori di titoli che non volessero consentire a tale riduzione dell'interesse di chiedere il rimborso alla pari. Operazione finanziaria di vasta portata (dato che il valore nominale del prestito ammontava a oltre 2 miliardi di lire sterline, a un terzo circa, cioè, del debito interno e a quasi un quarto del debito nazionale complessivo, rispettivamente di 6,5 e 7,5 miliardi), che è stata accolta molto favorevolmente e si può dire integralmente riuscita (il rimborso è stato chiesto infatti solo per 4,4% dell'ammontare complessivo del prestito) e che permetterà allo stato di realizzare, a partire dal 1° gennaio 1933, una sensibile economia (valutata in 23 milioni di sterline l'anno).

Bilanci e debito pubblico. - Per quel che concerne la particolare costituzione del bilancio della Gran Bretagna e la procedura di approvazione e di controllo, v. bilancio, VII, p. 14 segg. Ecco le cifre sull'andamento delle entrate e delle spese in milioni di sterline:

andamento che si può commentare tenendo presenti i lineamenti della politica finanziaria della Gran Bretagna più sopra indicati.

Il deficit degli esercizî 1925-26 e 1926-27 è connesso ai conflitti nel campo della produzione e allo sciopero generale, che imposero allo stato di venire in aiuto con sussidi alle miniere e che si ripercossero anche sfavorevolmente sulle entrate. Le economie cui fu necessario ricorrere durante questo periodo, insieme con l'incremento della tassa di successione e con altri favorevoli elementi, si tradussero in un avanzo di bilancio nei due esercizî seguenti. I bilanci 1929-30 e 1930-31 risentono invece della depressione economica generale oltre che della continuata politica di espansione delle spese. Le energiche misure adottate per tempo hanno ricondotto l'equilibrio nel bilancio 1931-32, permettendo un piccolo avanzo che si prevede potrà leggemente aumentare nell'esercizio in corso (1932-33).

L'income tax, le tasse sul consumo, i dazî d'importazione e le tasse di successione costituiscono i maggiori cespiti di entrata del bilancio della Gran Bretagna; i principali capitoli di spesa sono quelli per il debito pubblico, per la difesa nazionale e per i servizî sociali.

Esistono poi varî fondi speciali, che traggono le loro entrate, ora esclusivamente dal bilancio, ora da fonti estranee ad esso, ora insieme e in varia misura dal primo e dalle seconde. I più importanti sono: 1. il Fondo per i servizî stradali (Road Fund), che ha lo scopo di accordare sovvenzioni e prestiti alle autorità locali per la costruzione e la riparazione di strade, e cui è attualmente riservata gran parte del prodotto delle tasse sugli autoveicoli. Istituito nel 1909 e sospeso durante la guerra, ha avuto un nuovo sviluppo negli ultimi anni, in connessione con la necessità di alleggerire con lavori pubblici la crescente disoccupazione, e ha fornito ai successivi governi una comoda possibilità di finanziare grandiosi programmi senza dover ottenere l'approvazione del Parlamento né dover provvedere al loro costo nel bilancio attuale; 2. il Fondo per la disoccupazione (Unemployment Fund) che, alimentato da contribuzioni dei datori di lavoro, degli assicurati e dello stato, cura il pagamento dei sussidî dovuti agli assicurati; 3. il Fondo per i prestiti agli enti locali (Local loans Fund) che accorda mutui agli enti locali, società di pubblica utilità e privati per scopi di utilità pubblica e che, oltre ad avere una propria dotazione, è anche autorizzato a contrarre prestiti. 4. Il Fondo delle foreste. 5. Il Fondo per i servizî postali, ecc.

Al 31 marzo 1932 il debito pubblico netto della Gran Bretagna ammontava a 7420,8 milioni di sterline, di cui 6329,9 di debito interno (612 fluttuante) e 1090,9 di debito estero. Alla stessa data le annualità dovute dai paesi alleati alla Gran Bretagna in seguito al regolamento dei prestiti di guerra (di cui dal luglio 1932 il pagamento è sospeso) ammontavano a 1115,7 milioni di sterline, il capitale dei prestiti varî di ricostruzione e di soccorso accordati nel dopo guerra raggiungeva 34 milioni e quello dei prestiti concessi ai Dominions e alle colonie era di 114,3 (senza tener conto dei 1067,9 milioni cui ammontavano i prestiti alla Russia e all'Armenia, di cui non è stato ancora regolato il rimborso).

È istituita dal 1923 una nuova Cassa d'ammortamento del debito pubblico (Sinking Fund) cui, oltre agli eventuali avanzi, sono destinati particolari stanziamenti di bilancio.

Moneta e Banche. - La Banca d'Inghilterra è un istituto privato di credito, praticamente indipendente da ogni forma di controllo legale, salvo per quel che riguarda la sua facoltà di emettere biglietti e di concedere prestiti allo stato. Fondata nel 1694, essa è tuttora sostanzialmente regolata dalle leggi bancarie del 1844 che sottoposero l'emissione alla disciplina statale, separandola nettamente dalle altre attività della Banca (Issue department e Banking department) e fissarono un limite di 14 milioni di sterline all'emissione di biglietti garantiti da crediti verso lo stato e da altri titoli sicuri, limite oltre il quale la circolazione doveva essere integralmente coperta da oro o anche, per non più di un terzo, da argento (facoltà di cui la Banca non si è più servita a partire dal 1861). Le stesse leggi stabilirono inoltre che il diritto di emissione non potesse da allora in poi essere concesso ad altre banche e che quelle che ne erano già investite l'avrebbero in determinate circostanze perduto a favore della Banca d'Inghilterra, la quale sarebbe stata in tal caso autorizzata ad aumentare la sua circolazione fiduciaria d'un ammontare pari ai due terzi dell'emissione delle banche stesse. Ad eccezione di alcune banche della Scozia e dell'Irlanda del Nord autorizzate ad avere una circolazione fiduciaria entro il limite massimo complessivo di 4.320.350 sterline, e ad emettere, oltre questo limite, biglietti coperti integralmente da biglietti della Banca d'Inghilterra; la Banca d'Inghilterra ha così a mano a mano assorbito il diritto di emissione di tutti gli altri istituti di credito, portando a 19,7 milioni il limite della sua circolazione fiduciaria (1927). Avvenuta poi nel dicembre 1928 la fusione della anormale circolazione dei biglietti di stato con quella dei biglietti di banca, tutta la circolazione della Gran Bretagna si può dire attualmente nelle mani della Banca d'Inghilterra e dipendente dall'ammontare della sua riserva aurea. Il Currency and bank notes act 1928, pur elevando il limite massimo della circolazione fiduciaria della Banca d'Inghilterra a 260 milioni di sterline e conferendo alla Tesoreria la facoltà di autorizzare temporanei aumenti dell'emissione anche oltre questo limite, ha sostanzialmente confermato le leggi del 1844 per cui, superato l'ammontare della circolazione fiduciaria, rigorosamente fissato dallo stato, a ogni emissione deve corrispondere una riserva aurea di pari valore.

I biglietti emessi dalla Banca d'Inghilterra ammontavano alla fine del dicembre 1932 a 394,8 milioni di cui 32,2 nelle casse della banca (Banking department) e 362,6 in circolazione; la riserva aurea alla stessa data era di 119,8 milioni. L'obbligo della convertibilità dei biglietti in oro in verga è attualmente sospeso.

La rete bancaria è in Gran Bretagna da tempo fittissima e negli anni della guerra mondiale e del dopoguerra s'è ancor più accentuata la tendenza a moltiplicare il numero delle filiali e agenzie. Nello stesso periodo si è intensificato però anche il movimento di concentrazione degli organismi bancarî, per cui il mercato inglese si può dire oggi praticamente dominato da cinque potentissimi istituti (the Big five: Barklay Bank, Lloyds Bank, Midland Bank, National Provincial Bank, e Westminster Bank), che da soli hanno in mano (30 giugno 1932) l'84,8% del capitale e delle riserve, l'87,4% dei depositi delle banche inglesi. La suprema regolatrice del volume dei depositi e quindi del credito è però sempre la Banca d'Inghilterra, presso la quale le banche ordinarie tengono i loro conti correnti e che, attraverso il discount market (o mercato dove le disponibilità a breve termine delle banche trovano il loro collocamento) regola il potenziale di credito delle banche stesse. Oltre a essere la banca centrale d'emissione e la tesoreria dello stato (le entrate e le spese pubbliche sono in essa centralizzate e ad essa affluiscono i pubblici depositi) la Banca d'Inghilterra ha quindi anche funzione di banca delle banche (v. banca, VI, p. 35 segg.; compensazione, stanze di, X, p. 1004; emissione, Istituto di, XIII, p. 916 segg.).

Bibl.: H. Higgs, The financial system of the United Kingdom, Londra 1914; G. Lachapelle, Les finances britanniques, Parigi 1920; A.H. Gibson, British finance during and after the war, Londra 1921; H. Higgs, Financial reform, Londra 1924; L. Brentano, Eine Geschichte der wirtschaftlichen Entwickelung Englands, voll. 3, Jena 1927-28; G. Peel, La politique monétaire de la Grande Bretagne, in La politique monétaire de divers pays d'Europe, Parigi 1928; B. Mallet e C. O. George, British Budgets 1913-14, 1920-21, Londra 1929; R. Hopkins, The control and reform of the Bank of England, Londra 1929; F. Heyer, Das britische Finanzsystem, Jena 1930; J. M. Keynes, Reflections on the Sterling Exchange, in Lloyds Bank Limited monthly Review, 1932, p. 143 segg.; Società delle Nazioni, Memorandum sur les monnaies et les banques centrales, Ginevra 1925 e 1926; id., Memorandum sur les finances publiques, Ginevra 1929; id., Banques commerciales, Ginevra 1931; Camera dei deputati, Bollettino parlamentare, II (1928), p. 339; II (1929), p. 313; II (1930), p. 303; II (1931), p. 221; III, pp. 111 e 153; Committee on National Expenditure Report, Londra 1931; Committee on Finance and Industry Report, Londra 1931.

CATEGORIE