GOTHA

Enciclopedia Italiana (1933)

GOTHA (A. T., 53-54-55)

Elio MIGLIORINI
Hans MOHLE
Fedor SCHNEIDER
Ermanno LOEVINSON

Città della Germania, in Turingia, 30 km. E. di Eisenach e 19 O da Erfurt, fra il Harz e la Selva di Turingia, appoggiata a quest'ultima, 308 m. s. m., proprio di fronte alla parte più alta di essa. La città è sorta su un'antica importante strada, che congiungendo Francoforte a Breslavia doveva attraversare una sella tra due colline calcaree (Seeberg e Krahnberg). La piazza del mercato (Hauptmarkt) che è il centro della città, di forma allungata, con strade che si dipartono regolarmente da essa tagliandosi ad angolo retto, è ai piedi settentrionali dell'antico più volte distrutto castello di Grimmenstein (occupato ora dal castello Friedenstein, 328 m. s. m.). Gotha è stata tuttavia più volte danneggiata da incendî ed ha carattere moderno; perduta quasi ogni importanza commerciale, si è abbellita con parchi, giardini, edifici monumentali, musei, istituti scientifici. Tra gli stabilimenti scientifici ed editoriali (per l'almanacco di Gotha, v. almanacco; II, p. 572), primeggia quello geografico fondato nel 1785 da Justus Perthes. Note anche le fabbriche di ceramica. Di recente la città si è poi sviluppata con strade larghe e molti giardini soprattutto nelle direzioni di NE. e SO. La stazione ferroviaria è a sud. Gotha è ora anche importante mercato d'un ricco contado agricolo (confezione di rinomate salsicce) e ha antica fama come sede di solide compagnie d'assicurazione (già nel 1821 è stata fondata quella contro gl'incendî e nel 1827 quella sulla vita, la più importante della Germania). Gli abitanti, che erano 24 mila nel 1875 e 42.889 nel 1910, sono ora 45.780.

Monumenti. - Delle chiese antiche le principali sono: quella degli Agostiniani (sec. XIV), con chiostro restaurato, e quella di S. Margherita (circa 1500), di stile gotico. Il castello di Friedenstein (1643-1654), di Andrea Rudolfi, per le dimensioni colossali e per le forme fredde e pesanti dà l'impressione d'una fortezza. La pomposa decorazione interna fu eseguita nel 1685 e negli anni seguenti; l'Orangerie venne edificata da G. H. Krohne nel secolo XVIII. Il castello di Friedrichstal (1711) presenta forme semplici di gusto francese. Il Palazzo municipale ha un portale nello stile del primo rinascimento francese (circa 1567-1574). La Biblioteca regionale contiene tra l'altro una raccolta grande e pregevole di manoscritti. Nel museo regionale, fondato nel 1650 come gabinetto ducale d'oggetti d'arte, oltre a disegni, sculture e oggetti di arti minori, si trova una notevole collezione di pitture tedesche (secoli XV e XVI) e olandesi.

Storia. - È ricordata per la prima volta nel 930, come villaggio di dominio del monastero di Hersfeld. In quell'anno appunto venne cinto di mura dall'abate Gothard. Dal 1200 circa viene designata come città, in dominio del langravio di Turingia. Passò poì nel 1440 alla casa di Wettin e nel 1485 alla linea ernestina di essa; ma nel 1567-72 passò alla linea albertina, e di qui s'iniziò la sua fortuna. Il duca Ernesto il Pio ne fece infatti la sua residenza, costruendovi il castello di Friedenstein. All'estinguersi della linea di Sassonia, Gotha passò ai duchi di Sassonia-Coburgo-Gotha che risiedettero alternativamente a Coburgo e a Gotha (v. sassonia). Dopo la rivoluzione del 1918 anche Gotha si riunì con gli altri stati turingici nella repubblica di Turingia.

Il congresso di Gotha. - Fondato nel 1863 da Ferdinando Lassalle l'Allgemeine Deutsche Arbeiterverein (Società generale degli operai tedeschi), rappresentante la prima organizzazione accentratrice del partito socialdemocratico, i partigiani tedeschi di Carlo Marx crearono poco dopo un partito opposto alla società di Lassalle, denominato partito operaio socialdemocratico, il cui programma, fissato nel 1869 a Eisenach, si atteneva strettamente alle massime di Marx, e in cui si distinguevano specialmente Augusto Bebel e Guglielmo Liebknecht. Questi due gruppi si accordarono nel congresso di Gotha, dal 22 al 27 maggio 1875, redigendo un compromesso noto col nome di programma di Gotha (Gothaer Programm), contenente, oltre ad aspirazioni d'indole comunista, concessioni alle idee di Lassalle. Difatti, il programma dichiarò, tra le altre cose, che la liberazione del lavoro esige la trasformazione dei mezzi di lavoro in patrimonio comune della società e l'ordinamento sindacale del lavoro intiero con impiego per pubblica utilità e con distribuzione giusta del prodotto del lavoro. La liberazione del lavoro dovrà essere opera della classe operaia. Gli altri punti del programma erano, quanto al presente, su per giù i medesimi dei programmi antecedenti, rappresentando così una vittoria dell'idea internazionale su quella nazionale. In tal modo la socialdemocrazia della Germania era diventata esclusivamente marxista, benché Marx e Engels trovassero molto a ridire contro il programma di Gotha. Tuttavia la forma e lo spirito dell'organizzazione si avvicinavano da allora in poi a quelli della Società generale degli operai tedeschi. Dopo le elezioni al Reichstag del 1877, che procurarono al partito un aumento ingentissimo di voti, e dopo la promulgazione, in seguito a due attentati contro l'imperatore Guglielmo I, dell'apposita legge antisocialista, il programma di Gotha fu modificato in senso radicale dal congresso di Wyden, in Svizzera, nell'agosto 1880. Infatti, allo stato libero e alla società socialista non si tenderebbe più, come prima, con tutti i mezzi "legali", ma con tutti i mezzi. Scaduto il 10 ottobre 1890 il termine della legge antisocialista, il programma di Gotha fu modificato completamente in senso marxista, il 14 ottobre 1891, dal programma di Erfurt.

Bibl.: A. Beck, Geschichte der Stadt Gotha, Gotha 1870; P. Lehfeld e G. Voss, Bau- und Kunstdenkmäler des Herzogthums Sachsen-Coburg-Gotha, Jena 1891; Gotha, pubblicazione del Municipio di Gotha, Berlino 1922; G. Sarges, Gotha. Ein Heimatbuch, Mülhausen di Turingia 1925; H. T. Kühne, Beiträge zur Geschichte d. Entwickelung d. socialen Zustände der Stadt u. des Herzogthums Gotha, Gotha 1862; R. Hollstein, K. Schmidt e H. Steinmeyer, Gotha und seine Umgebung, Gotha 1925.