GOSKINO

Enciclopedia del Cinema (2003)

GOSKINO

Vivia Benini

Sigla del Gosudarstvennyj Komitet SSSR po Kinematografii (Comitato statale dell'URSS per la cinematografia), costituito come ente autonomo di Stato nel 1963 per dirigere e controllare, sotto il profilo culturale, ideologico e a qualsiasi livello economico-tecnico-produttivo, tutte le attività riguardanti il cinema prodotto in Unione Sovietica. Il G., in realtà, esisteva sin dal 1922 all'interno del Ministero della cultura, come settore preposto all'industria cinematografica, nazionalizzata nel 1919 con decreto di Lenin. Molti storici film a partire dagli anni Venti fino ai primi anni Cinquanta portano già la sua sigla.

Durante tutto il periodo sovietico nell'istituzione era inalienabile il principio secondo cui il cinema doveva essere un potente mezzo educativo e di propaganda per la diffusione del marxismo-leninismo. Ma negli anni Settanta il G. si ammalò di quella superfetazione burocratico-amministrativa comune a tutto l'apparato statale sovietico: dal vertice, che veniva nominato dal Soviet supremo dell'URSS di cui il G. restava alle dirette dipendenze, fino ai numerosi sotto-comitati addetti ognuno a un settore specifico. Il più importante e prestigioso era quello che vagliava soggetti e sceneggiature. Figure chiave di tutto il sistema erano i redaktory: alcuni, veri e propri censori, altri, colti e sensibili, avevano il delicato compito di mediare fra le necessità artistiche e creative degli autori e le pesanti limitazioni imposte dalla ferrea ideologia di partito. Erano i redaktory a scegliere chi e cosa poteva essere sottoposto al vertice, cui spettava la decisione finale. Il secondo settore era quello amministrativo per la distribuzione dei fondi agli studi cinematografici delle Repubbliche dell'URSS, dalla Mosfil′m alla storica Lenfil′m, agli studi del Sud, la Gruzija-fil′m, per citare solo alcuni fra i più famosi. Una terza sezione era preposta alla distribuzione dei film, alla gestione delle sale cinematografiche di tutta l'URSS e ai rapporti con l'estero. A tali rapporti sovrintendevano tre enti diversi. Il primo, il Soveksportfil′m, con sedi in settanta Paesi del mondo, gestiva la distribuzione internazionale di film sovietici e l'acquisto, l'oculata riedizione e diffusione di quelli stranieri in patria, nonché la redazione di "Sovet fil′m" e "Sovetskij fil′m", due importanti pubblicazioni, la prima delle quali edita in varie lingue allo scopo di diffondere notizie, resoconti e soprattutto un'immagine pianificata della produzione cinematografica sovietica. Il secondo ente, ambitissimo centro di potere, oltre che di fruttuosi scambi fra maestri del cinema del mondo slavo e dei Paesi occidentali, fu il Sovinterfest fondato nel 1975. Si sceglievano qui i film sovietici da mandare ai festival stranieri e si organizzavano i festival internazionali di Mosca e di Taškent. Il terzo istituto infine, anch'esso fonte di contatti fra gli ambienti cinematografici di vari Paesi era il Sovinfil′m (1969), preposto al finanziamento, all'organizzazione e al controllo delle produzioni e coproduzioni internazionali operanti in territorio sovietico. Al G. facevano capo anche istituzioni prestigiose come la cineteca di stato (Gosfil′mofond), l'archivio nazionale di fotografia (TSAKFD) e altre, come il Girpokino, impegnate su tutto il territorio dell'URSS, negli aspetti tecnici di manutenzione, costruzione e ammodernamento di studi e sale cinematografiche. All'interno dello sterminato apparato del G., erano inseriti importanti centri culturali e ideologici come il VGIK, la scuola di cinematografia di Stato, famosa per aver diplomato fin dal 1919 generazioni di registi, attori e operatori più o meno celebri e l'Institut kinoiskusstva (Istituto di arte cinematografica), attivo dal 1973 nell'ambito degli studi di teoria e storia del cinema. Numerose le sue riviste, almanacchi e pubblicazioni editoriali, come "Ekran" (Lo schermo), "Sovetskij ekran" (Schermo sovietico), Mity i real′nost′ (Miti e realtà), Iz istorii kino (Dalla storia del cinema). Direttamente dal G. dipendeva anche la più famosa rivista mensile "Iskusstvo kino" (Arte cinematografica), fondata nel 1931 e, senza dubbio, una delle fonti d'informazione più interessanti sul cinema sovietico. Gli anni Settanta, sotto la presidenza di F. Ermas, molto vicino a L.I. Brežnev, videro il G. aperto a un genere più commerciale, ribattezzato per l'occasione popolare, per contrapporlo ai film d'autore, prodotti in minore quantità e considerati adatti a una ristretta élite. Si produssero dunque in quegli anni film nei quali dovevano essere salvaguardati l'ideologia ortodossa e i valori del socialismo, ma più patinati e di cassetta, per un pubblico che andava modificando i propri gusti e aspirazioni.

Negli anni Ottanta il G. fu coinvolto nell'inesorabile crisi delle istituzioni sovietiche, perdendo progressivamente il suo potere sotto le spinte riformatrici della perestrojka ("rinnovamento"). Contemporaneamente uscirono dai suoi depositi ed entrarono in distribuzione film del ventennio brežneviano, mai arrivati al grande pubblico, per veto della ferrea censura governativa. Nel 1991, dopo la fine dell'URSS, il G. è entrato prima in una fase di smantellamento per poi essere ricostituito, dietro pressione degli stessi cineasti, come ente autonomo, necessario alla sopravvivenza dell'industria cinematografica nazionale che successivamente, pur nel caos di nuove regole dovute all'introduzione dell'economia di mercato, ha mostrato una netta ripresa. Una forte crisi per i tagli di budget e per l'invasione di film stranieri ha progressivamente limitato le funzioni del G. riducendole alla formulazione di progetti di modifica delle leggi sui diritti cinematografici per film sovietici, russi e stranieri. A partire dal 1992 il G. divide la storica sede di Mosca con il Roskomkino (Comitato della Federazione russa per la cinematografia), entrambi sotto la presidenza di A. Medvedev. A metà del 2000 il presidente V. Putin ha decretato il rientro dopo quasi quarant'anni del G. nel Ministero della cultura, suscitando accese e roventi proteste da parte dei cineasti russi e degli studi cinematografici, che hanno visto in quest'azione di riaccentramento del potere governativo, una seria minaccia all'indipendenza economica e culturale della storica istituzione.

Bibliografia

Kino. Enciklopedičeskij slovar′, Moskva 1987, sub voce: Gosudarstvennyj komitet SSSR po kinematografii.

CATEGORIE
TAG

Industria cinematografica

Economia di mercato

Superfetazione

Perestrojka

Socialismo