GORIZIA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

GORIZIA (XVII, p. 555; App. I, p. 682; II, 1, p. 682)

Giorgio Valussi

La città isontina si è lentamente ripresa nell'ultimo decennio, con l'aiuto di particolari provvedimenti legislativi, come l'istituzione della zona franca industriale (1948) e del Fondo di Rotazione per lo sviluppo delle iniziative economiche (1955), in comune però con il Territorio di Trieste. Ma soprattutto ha giovato all'economia cittadina la normalizzazione dei rapporti italo-iugoslavi (Memorandum d'Intesa di Londra del 1954) ed in special modo l'accordo di Udine per il piccolo traffico di frontiera di persone e cose (1955), che ha permesso alla città di riprendere, almeno parzialmente, la sua funzione naturale di centro di sbocco del bacino isontino. Non va però trascurato che in territorio iugoslavo, presso Salcano, è sorto il nuovo centro di Nova Gorica, che va rapidamente affermandosi, compromettendo la posizione commerciale goriziana. Alla fine del 1959 è stato concluso un ulteriore accordo per il ripristino del raccordo ferroviario fra la stazione centrale, sulla linea Trieste-Udine, e la stazione iugoslava di Monte Santo, capolinea della ferrovia transalpina, che porta al valico di Piedicolle. La ripresa del transito internazionale dei passeggeri e delle merci potrà così compensare le perdite derivanti dal nuovo tracciato della ferrovia Pontebbana, che raccorcerà le distanze fra Trieste e Udine (da Redipuglia a S. Giovanni al Natisone), senza toccare Gorizia. La città, che ha avuto un moderato sviluppo verso ovest e verso sud, essendole ormai preclusa dal confine la possibilità di espandersi in altre direzioni, aveva nel 1951 una popolazione residente di 34.607 ab., leggermente inferiore a quella prebellica. Il comune, ridotto a soli 4086 ettari, aveva invece una popolazione di 40.627 ab., inferiore del 13% a quella del 1936, ma con una densità di 994 ab. per km2, più che doppia rispetto al comune prebellico. Alla fine del 1959 la popolazione comunale era valutata a 42.456 unità. Grazie alla zona franca sono sorte alcune nuove industrie di media grandezza, soprattutto nel settore dolciario e liquoristico. L'assegnazione di carburanti a prezzo agevolato, ha prodotto inoltre un incremento della motorizzazione e delle attività autotrasportatrici.

La provincia di Gorizia. - Il movimento naturale della popolazione è caratterizzato da una bassa natalità (media del 13%o nel periodo 1947-57), per cui ne risulta uno scarso incremento demografico (3‰). Notevole è stato però l'affflusso dei profughi provenienti dai territorî italiani ceduti alla Iugoslavia, che alla fine del 1956 avevano raggiunto le 11 mila unità. Alla fine del 1959 la popolazione residente era valutata a 139.518 ab. (densità 294), con un aumento di 5968 ab. rispetto all'ultimo censimento.

La struttura economica della nuova provincia è prevalentemente industriale, come risulta dal numero degli addetti alle industrie (36% secondo il cens. ind. 1951). I cantieri navali di Monfalcone, che sono il massimo complesso provinciale, attraversano però una grave crisi congiunturale, per la carenza delle commesse. L'agricoltura, che occupa appena il 17,6% della popolazione attiva, verrà notevolmente potenziata quando saranno ultimate le opere irrigue, che il Consorzio di bonifica dell'Agro Cormonese-Gradiscano ha intrapreso per migliorare le condizioni agrarie di circa 8.000 ettari di terreno.

Bibl.: Camera di commercio, industria ed agricoltura, Indici della vita economica della Provincia di Gorizia - Anni 1952-57, Gorizia 1958; id., La provincia di Gorizia, area depressa, Gorizia 1951; A. Culot, Gorizia e la Regione, in Trieste V (1958), n. 23; D. Depicolzuane, La bonifica dell'Agro Cormonese-Gradiscano, in Julia Gens, I (1959), n. 1; P. Fortuna, I.R.I. Isontina, in Trieste, VI (1959), n. 32; L. Pedrini, Gorizia: Ricerche di geografia urbana, in Annali di ricerche e studî di geografia, X (1954), n. 1; B. Nice, Il Territorio di Monfalcone, in Rivista geografica italiana, LVII (1950), fasc. i.

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