GOMME

Enciclopedia Italiana (1933)

GOMME (gr. κόμμι; lat. gummi; fr. gommes; sp. gomas; ted. Gummi; ingl. gums)

Mario BETTI
Alberico BENEDICENTI

Le gomme si distinguono in naturali e artificiali. Queste si ottengono come prodotto intermedio nella graduale scissione idrolitica dei carboidrati amilacei e s'indicano generalmente col nome di destrine (v. destrina).

Le gomme propriamente dette, o gomme naturali, sono carboidrati polimeri, chimicamente poco definiti, che si formano nelle piante di solito in seguito a processi patologici (v. gommosi) e che non partecipano più al ricambio materiale. Membrane cellulari, ammassi di cellule ripiene di amido, raggi midollari, ecc., in seguito alla fermentazione gommosa causata dalla cosiddetta gommasi e dovuta talora ad azioni batteriche, si trasformano in prodotti liquidi, densi, che tendono a uscire dai tessuti nei quali si sono formati e che in contatto con l'aria rapidamente induriscono. Lesioni del cambio dovute a qualsiasi causa, p. es. al calore solare che specialmente dopo piogge prolungate può fare screpolare qua e là la corteccia, o alla puntura di qualche insetto, o a incisioni espressamente praticate, favoriscono l'uscita del liquido gommoso, che la pianta secerne come mezzo di difesa, per chiudere la ferita, e attivano il processo della gommificazione.

Le gomme sono sostanze solide, compatte, più o meno trasparenti, che si presentano ora in masse o in granuli rotondeggianti, come la gomma arabica, ora in vermi o nastri o lamelle come la gomma adragante, ecc. Sono incolore se molto pure, altrimenti hanno color giallognolo o anche bruno. Non hanno odore e sono quasi insipide o hanno sapore mucillagginoso, talvolta un po' amaro. Alcune sono fragili, altre coriacee e difficili a polverizzarsi. Alcune gomme si sciolgono nell'acqua dando liquidi collosi e appiccicaticci, altre si rigonfiano senza sciogliersi, formando delle gelatine. Sono insolubili nell'alcool, nell'etere e in genere nei comuni solventi organici. Nella soluzione di cloralio idrato al 60% le gomme solubili nell'acqua si sciolgono completamente, quelle che con l'acqua dànno gelatine si sciolgono solo in parte. Le soluzioni delle gomme hanno debole reazione acida e potere rotatorio ottico, di solito levogiro, ma talvolta anche destrogiro.

Per la loro natura chimica le gomme stanno fra l'amido e le sostanze zuccherine più complesse. Non sono cristallizzate come queste, né a struttura organizzata come l'amido.

Forniscono per idrolisi non soltanto esosî (di solito galattosio; il glucosio pare che manchi), ma assai frequentemente anche pentosî (arabinosio, metilpentosio, ecc.) e inoltre sostanze di natura acida fra le quali è stato identificato l'acido galattoronico:

che pare vi si trovi eterificato col residuo di uno zucchero. Non riducono il liquido di Fehling, a meno che non contengano tracce di sostanze zuccherine. Con acido nitrico dànno acido mucico:

Le conoscenze chimiche riguardanti le gomme, le mucillaggini e le sostanze pectiche o pectine, sono finora così limitate che non è possibile inquadrarle nella sistematica dei carboidrati polimeri. Per poter approfondire la conoscenza di queste sostanze sarebbe in primo luogo necessario un preliminare studio analitico che permettesse d'isolare da esse dei veri e proprî individui chimici, ciò che peraltro è sommamente difficile, trattandosi di corpi amorfi, di natura colloide e mal definita.

Per la classificazione delle gomme naturali ci si riferisce alla sostanza che ne è il costituente principale e che per le gomme delle Acacie (gomma arabica, gomma del Senegal) è la arabina, per le gomme delle Rosacee amigdalee (gomma di ciliegio e gomme indigene in genere) è la cerasina e per le gomme degli Astragali (gomma adragante, ecc.) è la bassorina. L'arabina nelle gomme da acacia si trova combinata a calcio, potassio e magnesio, è solubile nell'acqua e per idrolisi con gli acidi diluiti dà pentosî, esosî e acidi gommici. L'arabina ha reazione acida e con le basi forma dei sali: quelli dei metalli alcalini e alcalino-terrosi sono solubili nell'acqua. Per riscaldamento a 100°-120° l'arabina si trasforma in una massa di aspetto vetroso che nell'acqua non si scioglie ma forma una gelatina. La metarabina o cerasina, la quale sotto forma di composto calcico è il costituente della gomma del ciliegio, del pesco, del susino, ecc., si scioglie nei carbonati alcalini dando luogo a precipitazione di carbonato di calcio. La bassorina della gomma adragante è pure poco solubile nell'acqua e gelatinizza facilmente. Oltre a queste sostanze si trovano nelle gomme piccole quantità anche di altri corpi e tra questi un'ossidasi, capace di colorare in azzurro la soluzione alcoolica di resina di guaiaco. Si ha una colorazione azzurra più rapida e più intensa per aggiunta di un po' di soluzione alcoolica di benzidina e di alcune gocce d'acqua ossigenata al 3%. Essiccando la gomma a 120° questo enzima viene reso inattivo. Le gomme naturali contengono poi tracce di sostanze tanniche, zuccherine, coloranti, ecc.

Le gomme più importanti sono:

Gomme arabiche o gomme di acacia. - Sono gomme totalmente solubili nell'acqua e si ottengono incidendo il tronco o i rami delle acacie gommifere. Spesso dopo le lunghe piogge, quando succede la siccità, nella corteccia delle acacie si formano spontaneamente delle screpolature e da queste scola la gomma che quando si è rappresa e indurita all'aria si stacca facilmente. Se ne conoscono diverse qualità.

Gomma arabica propriamente detta o gomma del Nilo. - Proviene dall'Africa nord-orientale. Sembra che fosse nota agli Egizî già 17 secoli prima dell'era cristiana. La parola greca κόμμι sembra infatti che derivi dall'egiziano. Si ricava principalmente dall'Acacia verek Guill. e Perr. (fam. Leguminose-Mimosoidee) chiamata localmente hashab. Le varietà della gomma arabica traggono il nome dai paesi di origine. Si ha così la gomma del Kordofan, che viene esportata da Dongola, Mandiura, Khartum e spedita ai porti dell'Egitto o del Mar Rosso; la gomma del Sennār; la gomma dell'Eritrea, proveniente dalle regioni verso il Sudan; la gomma della Somalia che si ricava dall'Acacia abyssinica Hochst. e dall'A. glaucophylla Steud. La gomma del Kordofan, che è la migliore di tutte, si presenta in masse rotonde, della grossezza che varia da quella di una noce a quella di un pisello. È di color bianco o appena giallo paglierino, è friabile, rugosa, screpolata, di frattura concoide. Le soluzioni sono debolmente levogire.

Gomma del Senegal. - Si ricava dall'Acacia verek nella Senegambia (Africa occidentale); si esporta da Saint Louis e da Rufisque e di là a Bordeaux. È in pezzi giallicci o rossastri, duri, trasparenti, di frattura vetrosa. Ha meno pregio di quella del Nilo.

Gomma dell'India. - Si ricava dall'Acacia arabica Willd. e dall'Acacia catechu Willd. È di qualità scadente e non completamente solubile nell'acqua.

Gomma dell'Australia. - Proviene dall'A. pycnantha Benth. e dall'A. decurrens Willd.

Gomma americana. - Si ricava dall'A. angico Mart. del Brasile.

Le gomme del Nilo vengono già sottoposte a cernita a Omdurman e a El-Obeid e si hanno così le qualità: natural, sifted and clained, bleached, selected, pickings, granular, ecc. Quelle del Senegal vengono pure classificate a seconda della grossezza dei pezzi, del colore, della trasparenza, ecc. Quelle non scelte vengono nominate gomme in sorte.

Le buone gomme arabiche trovano uso in farmacia per pastiglie, sciroppi, ecc. Quelle più scadenti servono nell'industria per dare l'appretto ai tessuti, e in genere come sostanze adesive.

La produzione di gomma arabica è ingente nel Sudan e nel Senegal. Le colonie italiane, Eritrea e Somalia, ne dànno alcune migliaia di quintali.

Gomme indigene (fr. gommes indigènes; sp. gomas indígenas; ted. Kirschgummi; ingl. Cherrygums). - Provengono da diverse piante della famiglia delle Rosacee amigdalee, come il ciliegio, il susino, il mandorlo, il pesco, ecc. S'indicano anche col nome di Cerasina, Orichicco. Hanno aspetto di masse rotondeggianti, lucide, leggermente opache, di colore aranciato o rossastro, di frattura concoide. Spesso contengono frammenti di corteccia. Hanno consistenza cornea, sono difficili a polverizzarsi. Si sciolgono incompiutamente nell'acqua lasciando una massa gelatinosa rigonfiata che può rappresentare dal 10% (gomma d'albicocco) fino al 70% (gomma di mandorlo) della gomma totale. Servono per l'appretto dei tessuti e in genere a sostituire la gomma arabica nelle sue applicazioni tecniche.

Gomma dragante o adragante (lat. gummi tragacanthae; fr. gomme adragante; sp. tragacanto, alquitira; ted. Tragant; ingl. tragacanth). - La gomma adragante è nota fino da tempo antico. Teofrasto ne parlava già 300 anni avanti l'era cristiana. Fu portata in Europa nel Medioevo. È il prodotto fornito da alcuni Astragalus della famiglia Leguminose-Papilionate. Le più importanti specie sono A. verus Oliv., A. adscendens Boiss. et Haussk., A. gummifer Labill., A. microcephalus Willd., A. Kurdicus Boiss. che vivono nella Turchia asiatica, nel Kurdistan persiano e alcune si spingono fino alla Persia occidentale. A essa si avvicina per la composizione e per gli usi la gomma di Bassora costituita da draganti di qualità inferiore, raccolte in Siria e in Persia e fornite specialmente dall'A. gummifer Labill., A. Kurdicus Boiss., A. stromatodes Bunge.

La gomma adragante deriva dalla trasformazione delle cellule del midollo e dei raggi midollari. Tagliando trasversalmente un ramo di Astragalo si può seguire le successive trasformazioni che dalle cellule normali conducono a quelle divenute completamente mucillagginose. Durante la siccità, per la pressione a cui è sottoposto questo tessuto metamorfosato e molle, esso esce dalle screpolature naturali della pianta o da fori praticativi espressamente presso la base del fusto, e in contatto dell'aria si solidifica in capo a tre o quattro giorni. Si ha così in forma di lamelle o piastre o di piccole strisce vermicolari. Quella in lamelle, che scola naturalmente, è più pura e più pregiata perché dȧ una mucillaggine più trasparente e più densa. Ha la forma di pezzi piatti o concavi lunghi da 1 a 4 cm., larghi da ½ a 1 cm., bianchi o giallognoli, inodori, insipidi. Contiene tracce di amido e con lo iodio si colora qua e là di chiazze azzurre. Dall'Armenia, dall'interno dell'Asia Minore, dal Kurdistan, dalla Persia viene portata a Smirne, mercato principale, dove si fa la cernita separando quella in placche da quella in filamenti.

Di questa gomma si trovano in commercio diversi tipi: gomma adragante di Smirne in lamelle piatte, che è la più pregiata, gomma adragante di Siria, gomma adragante persiana in pezzi giallognoli, dragantone, qualità scadente in pezzi rotondeggianti.

Altre gomme. - Altre gomme di minore importanza sono: la gomma di anacardio, di proprietà simili alla gomma arabica, ma che talora si presenta in forma di stalattiti; la gomma di cocco, dalla corteccia del Cocos nucifera, pure in masse stalattitiche; la gomma di feronia, dalla Feronia elephantum Corr., ecc.

Farmacologia.

Le gomme s'adoperano in farmacia per sospendere ed emulsionare farmachi non solubili o non miscibili con acqua e per dare la necessaria consistenza e coesione a forme medicamentose varie (pillole, pastiglie, ecc.). In medicina in forma di pozione (5%) o sciroppi (10%) s'usano le gomme come emollienti nelle laringiti; come protettive, assorbenti nei catarri intestinali. È stato proposto di unire al siero fisiologico da iniettare nei vasi sanguigni, la gomma arabica come colloide idrofilo allo scopo di prolungarne la permanenza in circolo, ma per i sintomi di grave collasso talora osservati, questa pratica è abbandonata.

La nostra Farmacopea (1929), oltre la gomma arabica, la gomma adragante, la gomma ammoniaco e la gomma gutta, registra anche la gomma benzoe (benzoino del Siam, belgioino). Questa che si ricava dalla corteccia dello Styrax benzoin Dryander, albero del Siam della famiglia Stiracacee, principalmente in due qualità: benzoino in lagrime e benzoino amigdaloide (v. benzoino). La gomma gutta (v. Gommoresine) è un purgante drastico violento: gr. o,05-0, 1 producono scariche poltacee; dosi maggiori (0,2-0,3) provocano dolori colici, tenesmo e talora vomito. Dosi ancora maggiori dànno origine a gastroenteriti gravissime; 4 gr. sarebbero mortali per l'uomo (A. Hasselt). Somministrata per bocca, s'elimina in parte con le feci e assai scarsamente con le urine. S'usa anche nelle idropisie e nell'elmintiasi associata all'aloe, scammonea, podofillo, ecc., con l'aggiunta di giusquiamo o belladonna per mitigarne l'azione irritante sullo stomaco. È controindicata negli stati flogistici dell'intestino, nelle lesioni renali, nella debolezza cardiaca. Oggi è poco usata.

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