MAZZETTI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 72 (2008)

MAZZETTI, Giuseppe

Ilaria Gorini

– Nacque a Peccioli, presso Pisa, da Leopoldo e Rigoletta Adorni Braccesi il 25 nov. 1898. Conseguita la maturità classica presso il liceo ginnasio Michelangelo di Firenze nel 1916, quando già divampava il primo conflitto mondiale, fu chiamato alle armi e inviato al fronte con il grado di tenente di artiglieria. Dopo il congedo iniziò lo studio della medicina dapprima presso l’Università di Pisa, poi nel R. Istituto di studi superiori e di perfezionamento di Firenze, dove si laureò nel 1923.

Si recò poi in Germania, a visitare alcuni importanti istituti di igiene, all’epoca veri centri di orientamento e di sviluppo di una disciplina in fase di radicale rinnovamento; quindi entrò nell’istituto di igiene dell’Università di Siena diretto da A. Sclavo. Sotto la guida di quest’ultimo si avviò alla carriera scientifica e accademica: fu nominato aiuto nel 1926 e incaricato dell’insegnamento di batteriologia e immunologia. Superato il relativo concorso, il 1° dic. 1935 divenne professore straordinario e direttore dell’istituto di igiene dell’ateneo senese.

Nel primo periodo della sua attività scientifica il M. si occupò di alcune modalità tecniche di batteriologia, del potere battericida dell’olio di lino cotto, di igiene ambientale; descrisse una singolare localizzazione batterica a livello renale (Localizzazione renale di un bacillo acido-alcool-resistente simulante una tubercolosi renale, in Atti della R. Acc. dei Fisiocritici in Siena [Sezione medico-fisica] e studi della facoltà medica senese, s. 11, II [1934], pp. 215-233, in collab. con L. D’Antona), condusse osservazioni di particolare interesse sulla dissociazione del bacillo del carbonchio (Contributo alla conoscenza dei fenomeni dissociativi del «Bacillus anthracis», in Boll. dell’Ist. sieroterapico milanese, XI [1932], pp. 767-804) e brillanti ricerche sperimentali sulla trasmissibilità della malaria (Ricerche sulla trasmissione della malaria per mezzo del liquido cefalo-rachidiano, dei suoi «filtrati» e dei «filtrati» di sangue di malarizzati, in Rass. di studi psichiatrici, XXIII [1934], pp. 1364-1392, in collab. con E. Broggi; Ulteriori ricerche sulla trasmissibilità della malaria per mezzo del L.C.R., dei suoi «filtrati» e dei «filtrati» di sangue di individui malarizzati, ibid., XXV [1936], pp. 541-553, ancora in collab. con Broggi).

Nell’anno accademico 1936-37 il M. fu chiamato dalla facoltà medica dell’Università di Firenze come professore ordinario e direttore del relativo istituto. Avviò allora una energica e decisa azione di riorganizzazione delle strutture e di promozione dello sviluppo scientifico della disciplina: trasferì la sede delle attività didattiche e scientifiche dai modesti locali nei quali era ospitata presso l’ospedale di S. Maria Nuova nel nuovo ampio edificio di Careggi, del quale curò dettagliatamente disposizioni e attrezzature e che fu denominato istituto di igiene e microbiologia (fino al 1954, quando la nascita di un istituto autonomo di microbiologia, la cui direzione fu affidata a R. Davoli, allievo del M., ne determinò il ritorno alla primitiva denominazione); delineò un razionale piano di ricerche in importanti settori della specialità privilegiando l’approfondimento e lo sviluppo dell’epidemiologia e della profilassi, la demografia e la statistica sanitaria. Nell’ateneo fiorentino, avvalendosi della collaborazione di gruppi di lavoro, istituì gli insegnamenti autonomi di igiene anche per le facoltà di scienze, di farmacia, di magistero e di architettura; nell’ambito della facoltà medica diede vita ai corsi ufficiali di microbiologia e di statistica sanitaria e alla scuola di specializzazione in igiene; diresse i corsi di perfezionamento per laureati civili aspiranti al ruolo di ufficiali sanitari e per gli allievi della Scuola di applicazione di sanità militare; inoltre, insegnò nell’istituto per infermiere Principessa di Piemonte di Firenze e fu tra i soci fondatori dell’Istituto superiore di educazione fisica (ISEF) e della Scuola per assistenti sanitarie visitatrici.

Autore di numerosi, originali studi nei vari campi dell’igiene, si impose all’attenzione della comunità scientifica soprattutto per le ricerche sulla profilassi antitubercolare, sulla brucellosi, sull’inquinamento atmosferico, oltre che per l’introduzione di innovativi metodi di vaccinazione. La sua azione nella campagna antitubercolare fu di grande rilievo: sostenitore dell’impiego dell’anatubercolina integrale di Petragnani, le cui capacità allergizzanti e protettive aveva studiato sperimentalmente e che preferiva per il carattere attenuato dei fenomeni locali conseguenti alla sua inoculazione (Basi sperimentali per la somministrazione dell’anatubercolina integrale [Petragnani] per multipuntura dermica, in Lotta contro la tubercolosi, XIX [1949], pp. 538-545, in collab. con F. Kircheis; Ulteriori dati sperimentali sull’azione allergizzante e protettiva dell’anatubercolina integrale di Petragnani somministrata per multipuntura dermica, ibid., XX [1950], pp. 12-20, sempre in collab. con Kircheis; Basi sperimentali per la somministrazione dell’anatubercolina integrale [Petragnani] per multipuntura dermica e per scarificazione cutanea, in Lo Sperimentale, 1950, vol. 100, pp. 114-118), nel 1950 istituì il centro per la vaccinazione antitubercolare in Toscana, del quale assunse la direzione, la cui principale finalità dispose che fosse indirizzata, oltre che a praticare la vaccinazione con l’impiego dei vaccini uccisi secondo le direttive degli istituti universitari di igiene di Pisa e di Firenze, a diffonderne la conoscenza nella classe medica e nel pubblico (Per una maggiore estensione della vaccinazione antitubercolare con bacilli uccisi, in Annali della sanità pubblica, IX [1948], pp. 14-37; Sulla vaccinazione contro la tubercolosi, in Minerva medica, XLI [1950], pp. 1183-1189; La vaccinazione antitubercolare in Toscana, in Annali della sanità pubblica, XIV [1953], pp. 887-968, in collab. con G. Buonomini et al.); tornò ripetutamente sulla necessità di procedere a una radicale lotta antitubercolare mediante profilassi vaccinica (B.C.G. e anatubercolina, in Lotta contro la tubercolosi, XXI [1951], pp. 363-370; Considerazioni sulla vaccinazione contro la tubercolosi, in Minerva medica, XLV [1954], pp. 223-226; Sulla profilassi della tubercolosi mediante vaccini vivi e vaccini uccisi, in Rass. internazionale di clinica e terapia, XXXV [1955], pp. 41-49; Preliminary results of vaccination in man with killed Mycobacteria (Anatubercolina integrale Petragnani) carried out with the multipuncture method, in Acta tuberculosea et pneumologica Scandinavica. Supplementum, n. 58, 1964, pp.105-114, in collab. con Signorini), decisi interventi farmacologici (La lotta contro la tubercolosi alla luce delle nuove conoscenze sull’attività dei farmaci antitubercolari, in Lo Sperimentale, 1957, vol. 107, pp. 510-513 e in Rass. clinico scientifica, XXXIV [1958], pp. 209-216), cura dell’igiene ambientale (Casa e tubercolosi, in Lotta contro la tubercolosi, XXII [1952], pp. 863-869), adeguate misure di prevenzione attraverso l’impiego delle reazioni tubercoliniche e delle indagini schermografiche (Il valore e il significato della reazione tubercolinica nell’età scolare, ibid., pp. 314-328; Osservazioni sull’attività dei consorzi provinciali antitubercolari, in Annali della sanità pubblica, XVI [1955], pp. 1315-1323), approfondimento delle conoscenze sui fenomeni reattivo-immunitari peculiari dell’affezione tubercolare (Ricerche sulla deviazione del complemento nell’infezione tubercolare, in Boll. dell’Ist. sieroterapico milanese, XI [1932], pp. 311-325, in collab. con S. Vanni - G. Daddi; Sull’impiego dell’«Anatubercolina» come antigene nella reazione di fissazione del complemento nella tubercolosi, ibid., pp. 326-330).

Di pari valore dottrinale e pratico furono le ricerche che il M. condusse sulle brucellosi e altrettanto decisa la lotta per contrastarne la diffusione che intraprese in modo radicale sul piano epidemiologico e profilattico. Studiò le caratteristiche biologiche degli agenti patogeni e la virulenza dei loro diversi stipiti (Attualità sulla biologia e sulla epidemiologia delle brucelle, in Lo Sperimentale, 1948, vol. 99, pp. 262-269; Sulla persistenza in circolo delle brucelle inoculate per via endovenosa nella cavia e sul suo significato in relazione alla virulenza, alla tossicità e ai fenomeni di variazione degli stipiti, ibid., 1950, vol. 100, pp. 132-137, in collab. con G. Biffi-Gentili - A. Romagnoli; Su una metodica per lo studio sperimentale dell’efficacia protettiva dei vaccini batterici, in Boll. dell’Ist. sieroterapico milanese, XXX [1951], pp. 45-51); fondò un centro per lo studio delle brucellosi in Toscana (Il Centro per lo studio delle brucellosi di Firenze, in Annali della sanità pubblica, IX [1948], pp. 417-422, in collab. con E. Greppi) che dal 1952 divenne Centro italiano delle brucellosi ed estese le sue ricerche su tutto il territorio nazionale (Relazione sull’attività svolta dal Centro italiano delle brucellosi, ibid., XIV [1953], pp. 655-670).

Il M. recò validi contributi all’igiene ambientale individuando zone urbane da risanare (Sul risanamento degli antichi rioni cittadini, in Riv. italiana d’igiene, VII [1947], pp. 405-411; Il problema del risanamento delle zone intorno al Ponte Vecchio di Firenze, ibid., pp. 412-430), studiando le modalità di smaltimento dei liquami luridi domestici (Lo smaltimento dei liquami dalle case isolate e dai piccoli agglomerati di abitazioni, in Annali della sanità pubblica, XVIII [1957], pp. 759-763) e il loro riutilizzo in agricoltura dopo depurazione, a scopo irriguo (Les installations de traitement des eaux-vannes et l’emploi des eaux-vannes dans l’agriculture, in Bulletin of the World Health Organization, X [1954], pp. 181-194), conducendo indagini sull’inquinamento atmosferico alla cui realizzazione dimostrò, tra i primi, la partecipazione delle polveri di cemento (Ricerche sul contributo delle polveri di cemento all’inquinamento atmosferico ed alla patologia dell’apparato respiratorio, in Lavoro umano, XIII [1961], pp. 1-34, in collab. con Signorini - T. Sannini), mettendo in evidenza la necessità di misure preventive nelle attività lavorative (I compiti degli ufficiali sanitari nella tutela dell’igiene delle fabbriche con particolare riguardo al benzolismo, in Riv. italiana d’igiene, XXV [1965], pp. 133-137).

Il M. dedicò una particolare attenzione allo studio della preparazione e della somministrazione dei vaccini: incaricato dalla Direzione generale di sanità militare di individuare, tramite indagini sperimentali, un vaccino polivalente somministrabile in unica inoculazione in grado di sostituire quello a triplice innesto usato dalle forze armate italiane fin dal 1938, preparò, in collaborazione con la Scuola di applicazione di sanità militare di Firenze, il vaccino «Tab Te», precipitato con allume, immunizzante contro il tifo, il paratifo A e B, il tetano (Ricerche sperimentali sulla preparazione di un vaccino T.A.B.Te. precipitato con allume per il trattamento immunizzante in un’unica iniezione; preparazione del vaccino e controllo sull’animale del suo potere antigene e della sua innocuità, in Lo Sperimentale, 1951, vol. 100, pp. 569-581, in collab. con Piazza - M. Ciciani; La vaccinazione antitifoidea in un’unica inoculazione, in Riv. italiana d’igiene, XIV [1954], pp. 389-415; Il nuovo metodo di vaccinazione antitifo-paratifo-tetano in corso di esperimento nell’Esercito, in Minerva medica, XLV [1954], pp. 1260-1266, in collab. con Piazza et al.; Sull’attività antiendotessica dei vaccini antitifoidei, in Nuovi Annali di igiene e microbiologia, VI [1955], pp. 234-244, in collab. con F. Massone). Importanti furono anche i suoi tentativi di immunizzazione nei confronti di Candida albicans, micosi divenuta particolarmente frequente a seguito dei trattamenti antibiotici (Primi tentativi sperimentali di immunizzazione con «Candida albicans», in Lo Sperimentale, 1956, n. 106, pp. 177-180; Il problema delle micosi da «Candida» secondarie a terapia antibiotica, in Recenti progressi in medicina, XXIV [1958], pp. 1-17).

Il M. concluse la sua attività didattica e scientifica nell’ateneo fiorentino: fuori ruolo dal 1° nov. 1969, proseguì tuttavia la sua attività accademica e per il triennio 1971-74 fu eletto preside di facoltà. Per le sue benemerenze scientifiche in settori tanto importanti del campo igienico-sanitario gli venne riconosciuto il ruolo di esperto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Sposò Giuseppina Serafini, dalla quale ebbe l’unico figlio Leopoldo.

Il M. morì a Firenze il 13 sett. 1992.

Fonti e Bibl.: Annuario dell’Università degli studi di Siena, a.a. 1926-27 - 1935-36; Annuario dell’Università degli studi di Firenze, a.a. 1936-37 - 1973-74; F. Spirito, Storia della facoltà medica senese, Siena 1935, p. 24; L.F. Signorini - G. Gargani - N. Comodo, L’igiene a Firenze. Note di cronaca su 125 anni di didattica e di ricerca, Firenze 2002, pp. 227-230; G.G. Neri Serneri - D. Lippi, La scuola medica dell’Università di Firenze, in L’Università degli studi di Firenze. 1924-2004, I, Firenze 2004, pp. 275 s.

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