TAGLIAFERRI, Giuseppe Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019)

TAGLIAFERRI, Giuseppe Luigi.

Simone Bianchi

– Nacque a Luco di Mugello (frazione di Borgo S. Lorenzo, Firenze) il 14 novembre 1924, primogenito di Amedeo, bottaio e carpentiere, e di Marianna Sterpos.

A dodici anni fu ammesso al seminario fiorentino, dove ebbe come compagni di studio Silvano Piovanelli, futuro arcivescovo di Firenze, e Lorenzo Milani. Insieme a loro e altri seminaristi, fu ordinato sacerdote il 13 luglio 1947.

Dopo aver brevemente esercitato il ministero come vicario cooperatore, tornò agli studi. Nel 1950 ottenne la maturità classica e si iscrisse al corso di laurea in fisica matematica dell’Università di Firenze; passò poi a matematica nel 1957. Si laureò nel 1960 con una tesi sulla correlazione statistica fra i brillamenti solari e il rumore radio in banda VLF (Very Low Frequency). Relatore fu Guglielmo Righini, direttore dell’osservatorio astrofisico di Arcetri. Ad Arcetri continuò poi le sue ricerche. Nel 1961 venne nominato assistente volontario alla cattedra di astronomia della facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università di Firenze.

L’attività scientifica di Tagliaferri riguardò principalmente gli effetti del Sole sulla ionosfera terrestre. In occasione di un aumento temporaneo dell’attività solare, la densità elettronica della fascia più bassa della ionosfera (strato D a circa 70 km di altezza) aumenta. Intensificata così la riflettività dello strato, il rumore atmosferico in banda VLF, prodotto dall’attività temporalesca, subisce un brusco aumento (SEA, Sudden Enhancement of Atmospherics) per il contributo delle scariche elettriche più lontane. Nel suo lavoro di tesi Tagliaferri evidenziò come i fenomeni SEA sono più frequentemente associati ai brillamenti solari più intensi, a loro volta collegati ad aumenti dell’emissione a raggi X (Sulla correlazione tra i brillamenti solari e gli atmosferici a 27 KHz, in Rendiconti dell’Accademia nazionale dei Lincei, s. 8, XXX (1961), 5, pp. 622-625, con G. Righini). Grazie a nuovi ricevitori VLF, un monitoraggio continuo venne effettuato ad Arcetri dal 1962 (Studio della bassa ionosfera mediante misure di rumore nella banda VLF, in Supplemento al nuovo Cimento, s. 1, III (1965), 3, pp. 2-8).

Dal 1963 (e fino al 1971) Tagliaferri fu incaricato di un corso di fisica terrestre per geologi. Nel 1964 vennero installate ad Arcetri delle antenne per la ricezione delle osservazioni solari in banda X e ultravioletta condotte dai satelliti artificiali della serie Solrad (Solar radiation). Tagliaferri partecipò all’analisi dati e all’interpretazione delle osservazioni satellitari, fra cui: gli studi della densità atmosferica negli strati intermedi della ionosfera (Atmospheric density in the 120-190 km region derived from the X-ray extinction measured by the U.S. Naval research laboratory satellite 1964-01-D, in Nature, 1965, vol. 206, pp. 173 s., con M. Landini - D. Russo); le osservazioni ad alta risoluzione di regioni X solari in occasione di un’eclisse (Solar eclipse of may 20, 1966, observed by the Solrad 8 Satellite in X-ray and ultra-violet bands, ibid., 1966, vol. 211, pp. 393 s., con M. Landini - D. Russo); la misura del minimo dell’attività solare nel campo dei raggi X (Solar X-ray flux measured by the 1964-01-D solar radiation satellite during the I.Q.S.Y., in Planetary and space science, 1967, vol. 15, pp. 231-237, con M. Landini - D. Russo).

Nel 1968 Tagliaferri conseguì la libera docenza in fisica solare e nel 1969 vinse il concorso come professore aggregato per il gruppo di discipline astronomiche all’Università di Firenze. A partire dal 1971 tenne il corso di ‘cosmologia’, in realtà un corso volto a fornire una cultura astronomica di base agli studenti che non seguivano l’indirizzo astrofisico. In seguito al successo delle lezioni, che videro la frequenza di insegnanti di scuole secondarie, nel 1973 fu nominato professore straordinario di cosmologia (ordinario dal 1976).

In questo periodo Tagliaferri propose di utilizzare la bassa ionosfera come strumento per misurare gli impulsi X nello spettro solare a lunghezze d’onda minori di 3 Å, e quelli associati ai gamma ray burst, sorgenti cosmologiche scoperte alla fine degli anni Sessanta. Il confronto fra osservazioni e modelli dello stato elettronico dello strato D da una parte, e misure X dai satelliti Solrad dall’altra, avrebbe permesso di calibrare il metodo. Il fine ultimo era quello di dedurre le variazioni dello spettro X, osservabili solo dallo spazio, dalle misure in banda VLF accessibili da Terra (v., per es., The solar X-rays and the sudden phase anomalies (SPA), in Annales de geophysique, 1982, vol. 38, pp. 533-536, con R. Barletti).

Nel corso della sua carriera, Tagliaferri pubblicò circa settanta lavori scientifici.

Grazie alle sue capacità organizzative ottenne numerosi incarichi di responsabilità. Dal 1969 al 1971 la facoltà gli affidò la direzione del gruppo di ricerca Attività solare in radiazione X e suoi effetti geofisici. Dal 1971 al 1976 fu responsabile dell’unità di ricerca di Arcetri nell’ambito del Gruppo nazionale di astronomia del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). Fu membro del consiglio scientifico del Gruppo e presidente nel 1973-74. Fra le attività finanziate dal CNR ad Arcetri si ricordano: la cooperazione italo-americana all’analisi degli spettri X ottenuti dalla stazione orbitale Skylab (The USA-Italy collaboration program on the S-054 Skylab experiment, in Osservazioni e memorie dell’osservatorio astrofisico di Arcetri, 1975, vol. 104, pp. 48 s.); la creazione di un laboratorio XUV (Extreme UltraViolet) di supporto all’interpretazione dati e alla costruzione di strumenti per missioni spaziali; l’installazione di una stazione telemetrica per la ricezione dei dati dai satelliti Solrad 11 lanciati nel 1976. A fine anni Settanta Tagliaferri fu fra i promotori dell’Istituto di analisi ambientale e telerilevamento applicati all’agricoltura (IATA) del CNR. Nello IATA fu membro del consiglio scientifico e responsabile delle misure di irraggiamento solare di interesse per le coltivazioni.

Fu inoltre rappresentante italiano del comitato consultivo internazionale per le radiocomunicazioni (dal 1980); delegato italiano nel consiglio direttivo dello European southern observatory (dal 1983); membro del Consiglio delle ricerche astronomiche; membro del consiglio di amministrazione, del consiglio direttivo e vicedirettore dell’osservatorio di Arcetri; segretario (dal 1977) e poi presidente (dal 1981) della Società astronomica italiana. Durante la sua presidenza si adoperò per assicurare la partecipazione degli astronomi professionisti alla Società, insieme a quella di astrofili e insegnanti. In questo periodo intensificò l’attività di didattica e divulgazione: fu conferenziere arguto e brillante, apprezzato per il suo atteggiamento aperto e la semplicità nell’esposizione.

Pur mostrando di sé un aspetto laico, Tagliaferri mantenne le sue prerogative di sacerdote. Fu membro del consiglio presbiteriale della diocesi di Firenze. Insegnò religione alle scuole medie e matematica e fisica ai corsi liceali del seminario. Dal 1976 tenne un corso su Temi e metodi della scienza allo Studio teologico fiorentino, con l’intento di dare al futuro clero una solida formazione scientifica e predisporlo ad accettare le sfide della modernità.

Morì in una clinica privata di Borgo S. Lorenzo il 9 settembre 1984.

Fonti e Bibl.: Firenze, Seminario arcivescovile maggiore, Archivio storico, Fascicoli seminaristi; Università degli studi di Firenze, Archivio storico, Fascicoli studenti e docenti; Giacomo Tagliaferri (nipote di Giuseppe), comunicazioni personali.

C.C. Calzolai, Don G. T. Prete e scienziato, in Bollettino diocesano. Arcidiocesi di Firenze, 1984, vol. 17, pp. 251-254; M.G. Fracastoro, In Memoriam of G. T., in Memorie della Società astronomica italiana, LV (1984), 55, pp. 517-520; S. Piovanelli, Commemorazione di Don G. T., in Giornale di astronomia, 1984, vol. 10, pp. 145 s.; R. Barletti, La SAI ha perso il suo presidente, in L’Astronomia, 1985, vol. 7, n. 40, pp. 14-16.

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