BELLUCCI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)

BELLUCCI, Giuseppe

Bianca Maria Galanti

Nato a Perugia il 25 aprile 1844, si dedicò a studi di chimica e di paletnologia, etnografia e folclore; nel 1874 divenne titolare della cattedra di chimica organica e inorganica nell'università di Perugia, di cui fu anche per un certo periodo rettore. Fra i suoi lavori di chimica il più importante è Sull'ozono: note e riflessioni (Prato 1869), nel quale egli delineava la storia della conoscenza dell'ozono e ne illustrava le proprietà fisiche e chimiche, la sua azione sugli organismi, la sua preparazione secondo vari metodi, dando insomma una sistemazione critica a tutto il materiale bibliografico relativo all'argomento. Altri lavori di chimica sono: Sulle opinioni ed esperienze del prof. Antonio Selmi relative all'ozono (Perugia 1873) e Sulla pretesa esistenza dell'acqua ossigenata nell'organismo delle piante (Roma 1878).

L'attività di studioso di etnografia del B. ebbe inizio nel 1870 con un saggio sugli Avanzi dell'epoca preistorica dell'uomo nel territorio di Terni (in Atti d. Soc. ital. di scienze naturali, XIII [1870], pp. 149-165) e continuò con una serie di saggi sulla interpretazione di feticci e amuleti nelle epoche primitive e nell'età moderna, saggi condotti sulla scia dell'insegnamento del grande antropologo ed etnologo E. B. Taylor, in particolare della sua opera Primitive culture (1871).

La scuola antropologica inglese, di cui il Taylor era il maggiore esponente, sosteneva in quegli anni la necessità di passare dallo studio della documentazione, relativa a popolazioni primitive, alla ricerca, corredata dalla raccolta di oggetti e dalla diffusione di questionari, sulle abitudini e le tradizioni delle popolazioni attuali, e la necessità di istituire raffronti e accostamenti tra le manifestazioni delle abitudini dei popoli primitivi e quelle delle popolazioni attuali, fra cui gli amuleti.

In La grandine nell'Umbria: leggende (Perugia 1903) il B. prendeva in esame le credenze popolari inerenti alla formazione della grandine e i vari tipi di amuleti che hanno il privilegio di allontanarne il pericolo; in Il feticismo primitivo in Italia e le sue forme di adattamento (Perugia 1907), che è forse la sua opera più compiuta, il B. si avvalse, oltre che delle sue conoscenze di antropologia preistorica, di esplorazioni dirette e metodiche da lui compiute e della conoscenza acquisita dei popoli selvaggi e semi-selvaggi viventi. Approfondendo lo studio delle origini degli amuleti, egli, nel saggio Un capitolo di psicologia popolare: gli amuleti (Perugia 1908), sottolineava come il termine "feticcio" (dal portoghese feitiço, dal latino faeticius) venisse usato dai Portoghesi per designare oggetti vari ai quali i negri dell'Africa occidentale tributavano sacrifici e preghiere per ottenere aiuto e protezione e, raffrontando gli amuleti dei negri africani con gli amuleti delle popolazioni attuali delle regioni italiane, mostrava come agli uni e agli altri venisse attribuito un potere preventivo, non curativo, spiegabile sulla base di una concezione animistica e del timore di essere sopraffatti e vinti da esseri e cause superiori; in Paralléles ethnographiques: amulettes, Libie actuelle, Italie ancienne (Perugia 1915), poi, dava degli amuleti una interpretazione più ampia, non più solo animistica, ma magico-animistica. Altro studio del B. è I chiodi nell'etnografia antica e contemporanea (Perugia 1919), in cui egli esaminava i chiodi nella loro funzione di amuleti, nel quadro più ampio dei "monumenti chiodati", che rappresentano "il concetto unico determinante un voto, un proponimento".

Il B. morì a Perugia il 3 genn. 1921.

Nel corso della sua vita aveva riunito circa duemila amuleti antichi e moderni, in massima parte raccolti in Italia; la collezione è attualmente conservata nel palazzo Gallenga a Perugia.

Bibl.: Necrol. di R. Corso, in Folklore, VII (1921), p. 20; Bullett. di paletnologia ital., XLIII (1923), p. 116; R. Corso, La rinascita della superstiz. nell'ultima guerra, in Bilychnis, XXXI (1928), pp. 148-151; G. Cocchiara, Storia degli studi delle tradiz. popolari in Italia, Palermo 1947, pp. 265-268, 328; R. Corso, Folklore. Storia, obbietto, metodo, bibliografia, Napoli 1953, pp. 158-161, 169, G. Cocchiara, Popolo e letteratura in Italia, Torino 1959, pp. 434-436.

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