Arcimboldi, Giuseppe

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Arcimboldi, Giuseppe

Flaminia Giorgi Rossi

L'artista che gioca con le meraviglie della natura

Arcimboldi, vissuto nel 16° secolo, è celebre per i suoi quadri che rappresentano volti ottenuti accostando frutti, fiori, pesci, libri e altri oggetti. I suoi dipinti possono essere rovesciati e mostrare in un verso un canestro di ortaggi e nell'altro il viso di una persona. Il talento artistico è sempre legato in lui all'interesse per le meraviglie del mondo naturale

Un genio versatile

Fra i desideri dell'immaginazione umana c'è quello di trovare una forma compiuta nelle combinazioni casuali della natura, come si fa quando si guardano le nuvole o le macchie di umidità sul muro e si cerca di individuare in esse delle figure. Il pittore Arcimboldi realizza immagini che combinano elementi della natura e che si possono interpretare da diversi punti di vista. Queste immagini, che possiamo chiamare multiple, sono ancora oggi molto suggestive.

Considerato dai suoi contemporanei "un uomo di acutissimo ingegno" e di "universale cultura", viene apprezzato sia per le sue qualità artistiche sia per i suoi interessi scientifici e tecnici. È un genio versatile: abile persino come ingegnere idraulico, come organizzatore di tornei, addirittura come inventore di linguaggi cifrati.

Nato a Milano nel 1527 in una famiglia di artisti, lavora prima nel cantiere del duomo della sua città e poi al servizio dell'imperatore Ferdinando I d'Asburgo, alle corti di Vienna e di Praga.

Figure umane e prodotti della natura

A Praga l'artista vive per molti anni lavorando come ritrattista di corte al servizio di Ferdinando I e dei suoi successori, soprattutto Rodolfo II, un sovrano molto interessato all'arte. Proprio nella città di Praga, che ancora oggi è nota come 'città magica', si manifesta il suo stile inconfondibile. Osservando la serie delle Stagioni, si nota che si tratta di composizioni antropomorfe, che rappresentano cioè figure umane. Tali figure però sono ottenute mettendo insieme prodotti tipici delle stagioni rappresentate, che si combinano magicamente fino a formare un profilo. Lo sguardo oscilla in continuazione fra i singoli particolari e l'insieme e l'impressione è quella di essere invitati a giocare con l'immagine.

Non si sa di preciso come siano nate queste strane composizioni, ma il loro stile rientra in pieno nel cosiddetto manierismo, una corrente artistica che si diffonde in quegli anni in tutta Europa, caratterizzata dal gusto per l'illusionismo, l'artificio, la bizzarria. In questo clima, le opere di Arcimboldi provocano un grande entusiasmo e i suoi quadri sono usati come doni di pregio.

Dopo molti anni al servizio degli Asburgo torna, carico di gloria, a Milano, dove muore nel 1593.

Dimenticato per molti secoli, viene riscoperto intorno al 1930. I suoi estimatori sono i pittori del movimento artistico detto surrealismo, che cercano di allargare i confini della realtà, di inserire nella pittura elementi del sogno e del fantastico. Le favolose 'teste composte' del pittore milanese sembrano anticipare di quattrocento anni i loro esperimenti. Da allora, la fama di Arcimboldi è andata sempre crescendo.

La camera delle meraviglie

Nel corso del 16° secolo le scoperte geografiche, i traffici commerciali con l'Oriente e lo sviluppo della scienza alimentano l'interesse per gli aspetti più curiosi dei regni animale, vegetale e minerale. I signori dell'epoca custodiscono nei loro castelli veri e propri giardini zoologici e orti botanici. Si diffonde il gusto di collezionare ogni sorta di rarità: nascono in questo modo le cosiddette Wunderkammern (camere delle meraviglie) o Kunstkammern (camere dell'arte). Queste gallerie sono piene di oggetti e macchinari ingegnosi: astrolabi, cannocchiali, orologi astronomici, uccelli impagliati, enormi conchiglie e mummie egiziane. Arcimboldi frequenta volentieri queste collezioni di curiosità, perché può osservarvi da vicino animali e piante che poi dipinge nelle sue composizioni in modo estremamente realistico. Insomma, lo spirito bizzarro che caratterizza le Wunderkammern non è lontano dal principio che anima le teste di Arcimboldi. Molti quadri del maestro, infatti, erano conservati proprio in questi luoghi di meraviglie.

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