Giunone

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Giunone

Emanuele Lelli

Protettrice della vita femminile e sposa di Giove

Antica patrona del mondo femminile e custode del matrimonio, Giunone è sposa di Giove e, come tale, regina degli dei. Ma le continue avventure amorose del marito con altre dee e persino con donne mortali suscitarono, a detta dei poeti, numerosi episodi di gelosia. Originariamente diverse, benché con molte analogie, la dea greca Era e la romana Giunone vennero infine identificate e molti loro attributi furono trasferiti, più tardi, a figure del culto cristiano

La Era dei Greci

Non c'è, nel mondo antico, una dea che, come Era (la latina Giunone), abbia ricevuto un trattamento così diverso nella tradizione letteraria e nel culto quotidiano. Amata e venerata a livello popolare come dea protettrice delle donne e della procreazione, Era appare nelle testimonianze letterarie continuamente presa a bersaglio per la sua gelosia nei confronti del marito divino, Zeus (Giove).

Figlia di Crono e Rea (titani nati da Gea e Urano), dopo lo spodestamento di Crono a opera di Zeus, Era diviene la sposa celeste del nuovo sovrano divino. Il suo nome, di cui non è chiarissima l'origine, significa probabilmente "signora". Venerata già in età molto antica, le si attribuiscono diverse caratteristiche positive: dea custode del matrimonio, protettrice dei parti e delle nascite. È, in fondo, la dea della femminilità materna e legittima, così come Afrodite (Venere) lo è della sensualità e della passione.

Figli e gelosia della dea

Era è la sposa di Zeus, non è però la madre della maggior parte dei figli del sovrano celeste. Quasi tutte le divinità olimpiche, infatti, sono il frutto della relazione tra Zeus e altre figure divine. L'unico figlio che Era ha concepito con Zeus è Ares (Marte), che il padre non esita a definire "il più detestabile dei figli" ‒ così Omero nell'Iliade ‒, in quanto dio della guerra e dell'inimicizia. Un altro figlio, secondo alcune tradizioni interamente concepito e nato da Era, Efesto (Vulcano), è anch'egli un dio collegato a un mondo duro e faticoso: quello del lavoro manuale.

Le continue manifestazioni mitiche del potere e della presenza di Zeus, attraverso la sua unione con dee simboleggianti elementi naturali nonché con donne mortali, diedero vita alla tradizione della violenta gelosia di Era per i tradimenti del marito. Tradizione, però, che non fece mai presa nella religiosità popolare, ma rimase quasi esclusivamente confinata nelle testimonianze dei poeti. Sono i poeti, infatti, che amano narrare le vicende della gelosia di Era. La giovane Io, per esempio, sacerdotessa proprio nel tempio di Era a Micene, è bramata da Zeus, che muta il giorno in notte affinché la sposa non si accorga del tradimento: ma Era trasforma Io in giovenca e la fa custodire da Argo, mostro dai cento occhi. Ermes (Mercurio), però, addormenta Argo e Zeus può finalmente unirsi a Io, in forma di toro. Era, infuriata, invia un tafano destinato a dare il tormento a Io, che vagherà per tutto il Mediterraneo.

La bellissima Callisto, invece, dopo essersi unita a Zeus e aver partorito il figlio Arcade, viene trasformata in orsa dalla gelosa Era. Ma Zeus, per rendere onore a entrambi, li trasporta in cielo: nascono le costellazioni dell'Orsa maggiore e dell'Orsa minore.

Giunone latina

Originariamente entità animistica, personificazione del vigore giovanile della donna, Giunone fu tra le divinità romane più amate, soprattutto dalle donne.

Era invocata al momento del parto nella veste di Giunone Lucina, cioè "colei che fa vedere la luce al neonato". Il 7 di luglio, invece, si celebrava in suo onore la festa di Giunone Caprotina ("del fico selvatico", in latino caprificus), dal nome della pianta intorno a cui le donne si disponevano scambiandosi battute spiritose e anche spinte: era un'antichissima cerimonia della fertilità e della libertà femminile, cui potevano partecipare anche le schiave.

Il primo di marzo, nelle feste Matronali, si ricordavano le donne sabine che, nella leggenda, avevano riconciliato i Romani e i Sabini dopo la famosa vicenda del loro rapimento organizzato da Romolo.

Con la progressiva assimilazione delle divinità greche da parte dei Romani, anche Giunone riceve le caratteristiche della Era greca, e diviene una sorta di regina degli dei in quanto sposa di Giove. Sostituisce anche, insieme a Minerva, le più antiche e romane divinità Marte e Quirino nella triade capitolina, accanto a Giove. Con l'affermazione del cristianesimo, molte caratteristiche di questa regina degli dei sono trasferite a particolari culti della Madonna, soprattutto nelle zone agricole.

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