Giubileo

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

giubileo

Raffaele Savigni

L'anno santo dei cattolici

La Bibbia aveva fissato una ricorrenza speciale, ogni cinquant'anni, per ricordare che la Terra è di Dio e che gli uomini la possiedono solo in modo temporaneo. Nel Medioevo i papi hanno attribuito al termine giubileo un nuovo significato, concedendo ai pellegrini che si recavano a Roma durante gli anni santi un condono straordinario delle pene per i loro peccati

Il giubileo secondo la Bibbia

Il termine giubileo deriva dall'ebraico yobel, che significa "capro" e richiama più precisamente il corno del capro, cioè lo strumento col quale veniva annunziato l'inizio dell'anno giubilare, che si celebrava ogni cinquant'anni, mentre ogni sette anni ricorreva l'anno sabbatico, durante il quale si lasciava riposare la terra: "Conterai pure sette settimane di anni, sette volte sette, cioè quarantanove anni; [...] santificherai l'anno cinquantesimo, e annunzierai la remissione a tutti gli abitanti del paese" (Levitico, 25).

Durante l'anno del giubileo i terreni dovevano rimanere incolti e i debitori rientravano in possesso del patrimonio che avevano perduto, mentre i servi venivano liberati. Si trattava di una sorta di ritorno alle origini e di un nuovo inizio della storia umana: il giubileo ricordava il primato di Dio, che "il settimo giorno si riposò" e al quale appartiene la Terra, mentre l'uomo deve anzitutto lodarlo e ringraziarlo e condividere i beni terreni con gli altri uomini. Gli studiosi ritengono che esso abbia costituito un ideale utopico di giustizia e che le norme del Levitico sul condono dei debiti non siano mai state concretamente applicate. Esse evocavano comunque l'ideale messianico, poi richiamato dai profeti e da Gesù, che ‒ con le parole del profeta Isaia contenute nel libro omonimo (61,1-3) ‒ disse di essere venuto a ridare la libertà agli schiavi e ai prigionieri e a "predicare un anno di grazia del Signore" (Luca 4,18-19).

Il perdono generale dei peccati

La Chiesa cattolica, a partire da papa Bonifacio VIII nel 1300, attribuì al giubileo un nuovo significato, non più politico-sociale ma spirituale: si trattava ora di un anno santo ‒ che ricorreva inizialmente ogni cento anni, poi ridotti a cinquanta, a trentatré e infine a venticinque nel 1470 ‒ durante il quale veniva concesso un perdono generale ai cristiani che ricevevano la confessione e la comunione, visitando le tombe degli apostoli Pietro e Paolo e le principali chiese di Roma. Per i cristiani la vera liberazione era infatti quella che cancellava i peccati e le pene ultraterrene. Questa concezione si fondava sul principio della comunione dei santi: i meriti acquisiti dai santi dinanzi a Dio potevano essere utilizzati dalla Chiesa a vantaggio di tutti i cristiani per liberarli dei loro peccati. Questo avveniva mediante la concessione di indulgenze parziali o plenarie (ossia totali), che consistevano nel condono delle pene del Purgatorio che i fedeli o i loro cari avrebbero dovuto subire nell'aldilà a causa dei loro peccati. Questa pratica venne però condannata da Lutero e dai protestanti, che la consideravano un deplorevole commercio.

Nel 1750 papa Benedetto XIV precisò le condizioni richieste per ottenere l'indulgenza plenaria: ricevere i sacramenti della confessione e della comunione, visitare le quattro basiliche romane di S. Pietro, S. Giovanni in Laterano, S. Paolo fuori le mura, S. Maria Maggiore e pregare secondo le indicazioni del papa.

Il giubileo dell'anno Duemila

Anche gli ultimi pontefici hanno proclamato periodicamente vari giubilei, cercando però di approfondirne il contenuto spirituale e di evitare che si riducessero a pratiche esteriori. Il più recente è stato quello celebrato da Giovanni Paolo II nell'anno 2000: il papa ha organizzato grandi manifestazioni, come il raduno dei giovani, ma ha anche chiesto perdono agli ebrei e a tutta l'umanità per le colpe commesse dai cattolici nei secoli passati, quali la persecuzione nei confronti degli ebrei e degli eretici e la tratta degli schiavi neri.

Sono state inoltre promosse altre iniziative per il condono degli enormi debiti maturati dagli Stati più poveri nei confronti di quelli ricchi e per la concessione di un'amnistia ‒ un provvedimento di clemenza e di condono delle pene ‒ a favore dei carcerati. In questo modo il giubileo cristiano ha recuperato un dialogo con l'ebraismo e ha cercato di rispondere ad alcune esigenze forti del nostro tempo, come l'aspirazione alla pace, alla giustizia sociale e alla salvaguardia degli equilibri ambientali del Pianeta.

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