MERCATI, Giovanni

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 73 (2009)

MERCATI, Giovanni

Paolo Vian

– Nacque a Villa Gaida (Reggio nell’Emilia) il 17 dic. 1866, terzo dei sette figli di Domenico, veterinario, e Giuseppina Montipò.

Il padre, amico dei redentoristi della Madonna dell’Olmo in Montecchio d’Emilia, ospitò in casa buona parte della biblioteca del convento chiuso nel 1859. La lettura delle opere di Alfonso de’ Liguori, pratica diffusa nella famiglia, lasciò un segno nella vita del M.; importante nei suoi primi anni fu anche il rapporto con uno zio paterno, Giuseppe, parroco a Roteglia, piccola frazione a pochi chilometri da Reggio Emilia, il quale favorì gli studi dei nipoti maschi e li accolse nella canonica durante le vacanze estive.

Dopo gli studi ginnasiali e liceali (1878-85) come alunno interno del seminario vescovile di Marola – interrotti da un anno (1882-83) nel liceo-ginnasio L. Spallanzani di Reggio Emilia – e la frequenza, come alunno esterno, del seminario urbano di Reggio (1885-89), segnata dall’influsso dei sacerdoti insegnanti F. Gregori e G. Saccani, il M. fu ordinato sacerdote il 21 sett. 1889 nella cattedrale di Reggio Emilia dal vescovo V. Manicardi. Subito dopo fu inviato a Roma dove, come alunno del seminario lombardo, seguì per un biennio i corsi dell’Università Gregoriana (ove si laureò in teologia nel 1891) e soprattutto partecipò, con il fratello Angelo anch’egli a Roma, alle molteplici iniziative allora promosse nel campo degli studi biblici e dell’archeologia cristiana, nel favorevole clima del pontificato di Leone XIII.

Particolarmente importante fu la frequenza alle sedute pubbliche dell’Accademia di conferenze storico-giuridiche, animata da G.B. De Rossi che mostrò subito benevolenza per i due fratelli Mercati e fu il primo consigliere scientifico del M., la cui formazione era stata, e rimase, soprattutto quella di un autodidatta.

Dopo un anno di servizio militare come soldato di sanità presso l’ospedale militare di Firenze (1891-92) il M. tornò in diocesi, dove per un anno (1892-93) fu insegnante di materie letterarie nel seminario urbano di Reggio Emilia. A questi anni risalgono i primi due scritti del M.: su un manoscritto vaticano, Un antico catalogo greco de’ romani pontefici inedito (in Studi e documenti di storia e diritto, XII [1891], pp. 325-343); e su L’età di Simmaco l’interprete e s. Epifanio ossia S. Simmaco tradusse in greco la Bibbia sotto M. Aurelio il filosofo. Dissertazione storico-critica (Modena 1892), notevoli per la maturità tecnico-scientifica dimostrata dall’autore.

Del Natale 1893 è una lettera del M. a S. Minocchi nella quale egli, poco dopo l’enciclica di Leone XIII Providentissimus Deus sugli studi biblici (18 nov. 1893), affermava di sentirsi iniziato «a una missione sacro-scientifica», alla quale avrebbe voluto dedicare la vita.

Con Minocchi il M., insieme con il fratello Angelo, collaborò attivamente, fra il 1896 e il 1899, alla Rivista bibliografica italiana, dalla quale con il tempo prese le distanze, anche per dissensi sulla linea impressa al periodico dal direttore ben prima della sua sospensione a divinis (1908). Furono, comunque, i primi due scritti degli anni 1891-92 a segnalarlo ad A. Ceriani, prefetto della Biblioteca Ambrosiana, che lo volle «dottore» (9 ott. 1893) nell’istituzione milanese. All’Ambrosiana il M. si legò in amicizia con il collega A. Ratti, poi papa Pio XI dal 1922, e soprattutto intraprese un vasto programma di ricerche erudite, subito inaugurato dalla scoperta, nel manoscritto palinsesto ambrosiano O.39 sup., di frammenti del Salterio esaplo di Origene.

L’edizione, annunciata nel 1896 (D’un palimpsesto ambrosiano contenente i Salmi esapli e di un’antica versione latina del commentario perduto di Teodoro di Mopsuestia al Salterio, in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, XXXI [1895-96], pp. 655-676), vide tuttavia la luce solo postuma: Psalterii Hexapli reliquiae, cura et studio I. card. Mercati, I-II, Città del Vaticano 1958-65.

Negli anni del soggiorno milanese il M. collaborò con G. Toniolo alla costituzione di una società scientifica cattolica italiana, che avrebbe operato sino al 1910. Il 14 apr. 1898 (ma il trasferimento effettivo avvenne solo alla fine di settembre) il M. fu nominato «scrittore» per la lingua greca presso la Biblioteca apostolica Vaticana.

Il passaggio fu occasione non solo per il suo ritorno nella Roma ecclesiastica e nella biblioteca dei papi, nell’ambiente allora rinnovato dal prefetto F. Ehrle, ma soprattutto rappresentò la condizione per la conferma di quel progressivo allargamento di interessi e di orizzonti che si era già profilato nel quinquennio trascorso all’Ambrosiana. Alle ricerche di filologia biblica e di letteratura patristica, agli studi liturgici, il M. affiancò con gli anni altri campi di lavoro erudito; a questi iniziali filoni dopo lo scoppio della prima guerra mondiale si aggiunsero, anche in ragione della disponibilità dei fondi manoscritti vaticani, gli interessi per la letteratura e la teologia bizantina, per l’umanesimo (con lavori allora pionieristici su umanisti italiani, inaugurati dal volume su N. Perotti – Per la cronologia della vita e degli scritti di Niccolò Perotti arcivescovo di Siponto, Roma 1925 –, e greci, come M. Crisolora, Isidoro di Kiev, Bessarione, G. Argiropulo, G. Lascaris), per la storia delle biblioteche e in particolare di quella biblioteca così squisitamente umanistica nelle sue origini e nei suoi fondi che è la Vaticana.

Su tutti i temi, eccettuati forse gli studi liturgici, il M. tornò e ritornò, dominato da un’invincibile «incontentabilità crescente per il già fatto» (come ebbe a esprimersi in un testo autobiografico del 1947, cfr. Vian, 2000, p. 469). La sua fu una produzione varia, estesa in molteplici direzioni, composita e scabra; restio a comporre opere generali e quadri di sintesi, il M. non offrì mai edizioni critiche di testi lunghi e di tradizione complessa, ma avrebbe presentato sempre lavori nuovi e originali, fondati sull’evidenza manoscritta, «di robusta erudizione e di ardua filologia» (Campana, 1961, p. 31) e formulati in uno stile particolare, specchio della sua personalità.

Dopo l’esaurimento della collaborazione alla Rivista bibliografica italiana, il M., già noto per interventi in riviste francesi, inglesi e tedesche (Revue biblique, Journal of theological studies, Byzantinische Zeitschrift, Theologische Revue), incominciò a pubblicare frequentemente (dal 1902) con la Rassegna Gregoriana e (dal 1914) con Bessarione. Nell’ambito della S. Sede, il 28 nov. 1902 fu nominato membro della Commissione storico-liturgica della congregazione dei Riti (divenendone segretario, mentre ne era presidente L. Duchesne) e poco dopo (31 genn. 1903) consultore della Commissione pontificia per gli studi biblici (istituita il 30 ott. 1902), occupandosi fra l’altro, con Ehrle, della costituzione di una biblioteca speciale, sita in un ambiente della Vaticana, a disposizione dei membri e dei consultori della Commissione. Dal 1902 il M. collaborò anche intensamente col missionario del S. Cuore G. Genocchi nell’iniziativa della Pia Società di S. Girolamo per la diffusione dei Santi Vangeli, della quale fu segretario; e quindi si prestò per una revisione linguistica del catechismo di Pio X.

In questi organismi, come in seguito in altri uffici e dicasteri della S. Sede, il M. svolse un discreto, poco appariscente ma impegnativo e decisivo lavoro per affermare, durante e dopo il periodo della repressione antimodernista, le esigenze delle ricerche storico-critiche, rivelandosi, insieme con Duchesne, come l’erede migliore e più fedele della lezione di De Rossi.

Nell’ambito specifico della Biblioteca Vaticana il M. andò progressivamente affermandosi come la personalità scientifica più rilevante.

Accanto alla catalogazione dei manoscritti greci che gli competeva ex officio (solo nel 1923 vide la luce il suo catalogo dei Vat. gr. 1-329, preparato insieme con P. Franchi de’ Cavalieri, ma già nel 1902 aveva collaborato con la descrizione di 49 codici di contenuto patristico al catalogo dei Vat. lat. 1-678, allestito da M. Vattasso e dallo stesso Franchi de’ Cavalieri), il M. nel corso degli anni pubblicò nella maggiore collana editoriale della Biblioteca, «Studi e testi», sorta nel 1900, ben venti volumi, a partire dalle Note di letteratura biblica e cristiana antica (Roma 1901).

Al momento di trovare un successore a Ratti – prefetto della Vaticana dal 1914 al 30 apr. 1918 – s’impose il nome del M., il quale fu nominato proprefetto in maggio e, il 23 ott. 1919, prefetto. La responsabilità del governo dell’istituzione – che visse proprio fra gli anni Venti e Trenta del XX secolo un’ulteriore fase di modernizzazione– non distrasse completamente il M. dalla produzione scientifica.

I lavori più cospicui furono: Scritti d’Isidoro il Cardinale Ruteno e codici a lui appartenuti che si conservano nella Biblioteca apostolica Vaticana (Roma 1926); Notizie di Procoro e Demetrio Cidone, Manuele Caleca e Teodoro Meliteniota ed altri appunti per la storia della teologia e della letteratura bizantina del secolo XIV (Città del Vaticano 1931). Altre ricerche nacquero come introduzioni (o collaborazioni a introduzioni altrui) a edizioni facsimilari di codici vaticani, come quelle dell’Urb. gr. 82 (1932) e del Vat. lat. 5757 (per la quale il M. pubblicò nel 1934 i Prolegomena de fatis bibliothecae monasterii S. Columbani Bobiensis et de codice ipso Vat. lat. 5757, ibid.; la sua opera più unitaria). Ai prolegomeni dell’edizione fototipica del Vat. gr. 1209, il celebre manoscritto completo della Bibbia greca risalente al IV secolo, uscita fra il 1904 e il 1907, lavorò sino alla morte senza però giungere alla pubblicazione.

Nel 1930, per motivi di salute, il M. venne sollevato dalle più dirette responsabilità del governo della Biblioteca e, pur conservando il titolo di prefetto, gli fu affiancato un proprefetto nella persona di E. Tisserant. Dopo la morte, nel 1934, del cardinale bibliotecario e archivista di S. Romana Chiesa Ehrle (il M. era stato tra i protagonisti e gli artefici dei sei volumi della Miscellanea Francesco Ehrle, Roma 1924), PioXI lo chiamò a succedergli. La creazione cardinalizia avvenne il 15 giugno 1936, immediatamente seguita dalla nomina a bibliotecario e archivista il 18 giugno.

Come ulteriore segno di stima e considerazione, il 28 nov. 1937 Pio XI consegnò personalmente al M., per il settantesimo compleanno, il primo esemplare delle sue Opere minori (Città del Vaticano 1937-41) raccolte, a insaputa dell’autore, dalla Biblioteca Vaticana.

Al momento dell’imposizione della berretta cardinalizia (17 giugno 1936) il M. ebbe severe parole di chiaro sapore antitotalitario le quali, insieme con quelle pronunciate contro l’«orgoglio» e l’«esclusivismo ingeneroso o di razza o di nazione», gli costarono il seggio all’Accademia d’Italia. Ma già dagli inizi degli anni Trenta, dall’avvento al potere del nazismo in Germania, il M. aveva fatto della Biblioteca Vaticana un rifugio e spesso un ponte di passaggio per altre destinazioni per numerosi studiosi ebrei o di origine ebraica.

Fra gli altri si ricordano: R. Almagià, H. ­Bloch, U. Cassuto, A.M. Enriques, G. Falco, H. Jedin, P.O. Kristeller, S. Kuttner, G.B. Ladner, F. Lenz, G. Levi Della Vida, A. Turyn, R. Walzer.

Fu il M., con il consenso del neoeletto PioXII, a trasmettere a G. De Sanctis, privato dal fascismo della cattedra e dello stipendio, una somma mensile affinché potesse proseguire i suoi studi. Inoltre, il 15 dic. 1938, il M. stese un appello alle Università americane perché anch’esse accogliessero gli studiosi ebrei esuli dall’Europa; essendo il testo quasi casualmente giunto a conoscenza di Pio XI, il papa, il 10 genn. 1939, dispose che, leggermente modificato e tradotto, venisse trasmesso, con sue parole di accompagnamento, ai cardinali nordamericani.

Nel corso degli anni Trenta il M. rivestì un ruolo di rilievo nella politica culturale della S. Sede, non solo nell’ambito degli archivi e delle biblioteche.

Tra l’altro, fra il 1935 e il 1936, forte dell’esperienza maturata nella Pontificia Accademia romana di archeologia, collaborò nella preparazione dello statuto e nella scelta dei membri della Pontificia Accademia delle scienze, fondata da Pio XI nel 1936.

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale gli sforzi del M. si orientarono soprattutto verso la salvaguardia e la tutela dei beni archivistici e librari, ecclesiastici e non.

Il 1° nov. 1942, come cardinale bibliotecario e archivista, il M. scrisse ai vescovi italiani per promuovere un censimento degli archivi e delle biblioteche ecclesiastiche; nel novembre 1943 la Segreteria di Stato vaticana inviò ai vescovi laziali e delle regioni vicine (Abruzzi, Marche, Umbria e Toscana) istruzioni per assicurare sul posto la tutela degli oggetti preziosi o per curarne il trasporto e il deposito temporaneo in Vaticano. In particolare, fra il 9 e il 13 dic. 1943 furono consegnati alla Vaticana manoscritti e pergamene dell’abbazia di Montecassino che erano stati inizialmente trasferiti alla Rocca di Spoleto, mentre il 29 genn. 1944 la Vaticana accolse in deposito temporaneo il materiale più prezioso e raro delle biblioteche pubbliche romane. Dopo l’entrata degli Alleati a Roma, i sopralluoghi ripresero e fra il luglio 1944 e il febbraio 1945 vennero approntate varie iniziative per le riparazioni dei danni bellici, il recupero dei depositi rimasti sotto gli edifici crollati, la protezione dei documenti superstiti. Nel 1948 il M. fu, inoltre, estensore del nuovo Regolamento della Biblioteca Ambrosiana, inviato dalla S. Sede per favorire la ripresa dell’istituzione.

A consacrazione di questo impegno, il 5 apr. 1955 il M. fu nominato presidente della Pontificia Commissione per gli archivi ecclesiastici d’Italia, creata nello stesso anno. Anche durante il cardinalato il M. non interruppe le sue ricerche scientifiche, per quanto rallentate dall’età e dalla progressiva diminuzione delle capacità visive.

Nella collana «Studi e testi» (che durante la sua prefettura si era aperta ad autori esterni alla Biblioteca) uscirono, nell’arco di tredici anni, sette volumi (tutti editi nella Città del Vaticano), di mole e soggetti diversi, che già nei titoli mostrano la varietà e ricchezza degli interessi eruditi del M. e il suo costante legame con i fondi manoscritti; essi tradiscono poi l’evidente intenzione di tornare ai filoni originari della sua attività erudita (studi biblici e patristici), per concludere prima della morte opere intraprese: Codici latini Pico Grimani Pio e di altra biblioteca ignota del sec. XVI esistenti nell’Ottoboniana e i codici greci Pio di Modena con una digressione per la storia dei codici di S. Pietro in Vaticano (1938); Ultimi contributi alla storia degli umanisti (I-II, 1939); Nuove note di letteratura biblica e cristiana antica (1941); Osservazioni a proemi del Salterio di Origene, Ippolito, Eusebio, Cirillo Alessandrino e altri, con frammenti inediti (1948); Il frammento maffeiano di Nestorio e la catena dei Salmi d’onde fu tratto (1950); Alla ricerca dei nomi degli «altri» traduttori nelle omilie sui Salmi di s. Giovanni Crisostomo e variazioni su alcune catene del Salterio (1952); Note per la storia di alcune biblioteche romane dei secoli XVI-XIX (1952).

Il 17 dic. 1946, per l’ottantesimo compleanno, Pio XII gli consegnò il primo esemplare della Miscellanea Giovanni Mercati, (I-VI, Città del Vaticano, con contributi di studiosi di tutto il mondo) e, dieci anni dopo, il 17 dic. 1956, nel novantesimo compleanno fu realizzata un’anticipazione dell’edizione dei frammenti esaplari da lui scoperti nel 1893.

Il M. morì, nella Città del Vaticano, il 22 ag. 1957.

Fonti e Bibl.: La corrispondenza, soprattutto passiva, del M. è conservata in Biblioteca apost. Vaticana ed è consultabile sino al 1936: Carteggi del card. Giovanni Mercati, I, 1890-1936, a cura di P. Vian, Città del Vaticano 2003; sempre in Vaticana, in altro fondo, sono conservate le carte erudite del M., mentre la sua biblioteca personale con gli estratti è confluita nei diversi fondi degli stampati; numerosi articoli del M. sono ripubblicati in G. Mercati, Opere minori, cit. (per gli anni 1891-1936), completate da un volume postumo: Id., Opere minori, VI (1937-1957), Città del Vaticano 1984. Per una bibliografia del M. si veda: S.G. M. [S.G. Mercati], Elenco delle pubblicazioni di mons. G. M., in Studi bizantini e neoellenici, III (1931), pp. 231-245; Bibl. degli scritti del card. G. M. (1890-1941), a cura di A. Campana, in G. Mercati, Opere minori, cit., V, pp. 17-54; Bibl. degli scritti (1890-1956), in Nel novantesimo anno del cardinale M., 1866-1956, Città del Vaticano 1956, pp. 57-130 (uscita l’anno successivo anche a parte: Bibl. degli scritti del cardinale G. M. (1890-1956), a cura di A. Campana, ibid. 1957), da integrare, per il periodo 1937-65, con alcune indicazioni raccolte in G. Mercati, Opere minori, cit., VI, pp. IX-XVIII (ove anche, pp. XIX-XXII, un elenco di scritti in memoria pubblicati fra il 1957 e il 1982). Necr., in Liceo ginnasio statale «Lodovico Ariosto», Reggio Emilia. Annuario 1956-1957, Reggio Emilia 1958, pp. 9-48 (P. Simonelli); Almanacco dei bibliotecari italiani 1958, Roma 1958, pp. 117-126 (N. Vian; rist. in Id., Figure della Vaticana e altri scritti. Uomini, libri e biblioteche, a cura di P. Vian, Città del Vaticano 2005, pp. 211-220); Rendiconti della Pontificia Acc. romana di archeologia, XXXIII (1961), pp. 15-38 (A. Campana; rist. in Id., Profili e ricordi, Padova 1996, pp. 48-77). Vedi ancora: E. Tisserant, G. M., 1866-1957. Commemorazione…, Roma 1963; P. Simonelli, Il cardinale G. M. e i fratelli mons. Angelo e prof. Silvio Giuseppe servitori degli studi e gloria di Reggio, in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le antiche province modenesi, s. 10, III (1968), pp. 335-351; J. Bignami Odier, La Bibliothèque Vaticane de Sixte IV à Pie XI. Recherches sur l’histoire des collections de manuscrits, Città del Vaticano 1973, p. 435 (in collab. con J. Ruysschaert); A. Paredi, Storia dell’Ambrosiana, Milano 1981, p. 64; Card. G. M. - mons. Angelo Mercati. Profili biografici, a cura di P. Simonelli, Reggio Emilia s.d. [ma 1984], pp. 5-13; S. Prete, Tra filologi e studiosi della nostra epoca. Dalla corrispondenza di G. Jachmann, Pesaro 1984, pp. 75-94; Card. G. - mons. Angelo Mercati. XXV anniversario della morte del cardinale. Commemorazioni tenute il 23 ott. 1982, Reggio Emilia 1985; M. Maccarrone, Il primo soggiorno romano di G. ed Angelo Mercati e la corrispondenza con G.B. De Rossi, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XLI (1987), pp. 26-78; Il cardinale G. M. bibliotecario archivista di Santa Romana Chiesa, Sassoferrato 1988; R. Ladous, Des Nobel au Vatican. La fondation de l’Académie pontificale des sciences, Paris 1994, pp. 73-75, 78, 80 s.; P. Vian, «Non tam ferro quam calamo, non tam sanguine quam atramento». Un ricordo del card. G. M., in Miscellanea Bibliothecae apostolicae Vaticanae, VII, Città del Vaticano 2000, pp. 393-459 (con ampia bibliogr.: p. 406 n. 24); Id., Un «Lebenslauf» del card. G. M. per l’Accademia austriaca delle scienze di Vienna (agosto 1947), ibid., pp. 461-479; C. Pasini, Il Collegio dei dottori e gli studi all’Ambrosiana sotto i prefetti Ceriani e Ratti, in Storia dell’Ambrosiana. L’Ottocento, Milano 2001, pp. 106-112, 116-118; P. Vian, Il paleografo e il monsignore. Elias Avery Lowe, G. M. e un’esperienza di solidarietà internazionale negli studi umanistici nel primo dopoguerra (1922-1925), in Annuario [dell’]Unione internazionale degli istituti di archeologia, storia e storia dell’arte in Roma, XLIII, 2001-2002, Roma 2001, pp. 217-231; Id., Auguri francescani per il novantesimo compleanno del card. G. M. (17 dic. 1956), in Negotium fidei. Miscellanea di studi offerti a M. D’Alatri…, a cura di P. Maranesi, Roma 2002, pp. 373-405; Id., L’opera del card. G. M. per gli studiosi perseguitati per motivi razziali. L’appello alle Università americane (15 dic. 1938), in Miscellanea Bibliothecae apostolicae Vaticanae, IX, Città del Vaticano 2002, pp. 427-500; Id., Un «provvedimento segreto». La carità di Pio XII per Gaetano De Santis, in Strenna dei Romanisti, LXVII (2006), pp. 669-685; F. Accrocca, «Buono scrittor di parole». S. Minocchi, G. M. e una recensione di G.M. Zampini alla «Vita di san Francesco» di P. Sabatier, in Miscellanea Bibliothecae apostolicae Vaticanae, XV, Città del Vaticano 2008, pp. 7-48; P. Vian, Il cardinale che non amava le mostre. Una lettera del card. G. M. al card. L. Maglione (22 maggio 1939), in Strenna dei Romanisti, LXIX, Roma 2008, pp. 727-740; S. Prete, in New Catholic Encyclopaedia, IX, Washington 1967, p. 669; Ch. Lefebvre, in Catholicisme hier aujourd’hui demain, VIII, Paris 1979, col. 1206; Lexikon für Theologie und Kirche, VII, Freiburg i.B. 1998, col. 140 (K. Ganzer); P. Vian, in J. Mejía - C. Grafinger - B. Jatta, I cardinali bibliotecari di Santa Romana Chiesa. La quadreria nella Biblioteca apost. Vaticana, Città del Vaticano 2006, pp. 324 s.

P. Vian

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