NANINO, Giovanni Maria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 77 (2012)

NANINO, Giovanni Maria

Saverio Franchi

NANINO (Nanini, Nannini), Giovanni Maria. – Nacque probabilmente nel 1543 o 1544. Ignoti i nomi dei genitori, scarse le notizie su infanzia e giovinezza.

Il cognome è presente all’epoca a Roma e in vari luoghi del Viterbese, tra cui Orte, dove un Francesco e un Giovanni Bernardino Nanino fecero parte del Consiglio di Credenza, rispettivamente nel 1575 e 1588. Circa il luogo di nascita, la tradizione più antica (Antimo Liberati, seguito da Andrea Adami e Giuseppe Ottavio Pitoni) lo diceva di Vallerano, nel Viterbese, ma in base a un documento del 1594 della Cappella pontificia Franz Xaver Haberl lo ritenne nativo di Tivoli; e a Tivoli potrebbe aver ricevuto la prima formazione, come puer cantus in duomo (Pastori, 2005, p. 58 s.). Una conferma decisiva circa l’origine dà il Liber Mortuorum della parrocchia romana di S. Luigi dei Francesi, dove il 12 marzo 1607 è registrata la morte, occorsa il giorno prima, del sessantatreenne «dominus Johannes Maria Naninus Tiburtinen[sis]».

Verso il 1555 la famiglia si stabilì a Vallerano, dove nacque il fratello Giovanni Bernardino e dove Giovanni Maria continuò lo studio della musica, come afferma nel 1627 il compositore valleranese Paolo Agostini, allievo e genero di Bernardino; lì sarebbe stato anche maestro di cappella (Pitoni 1713, p. 113).

Vallerano faceva parte del ducato farnesiano di Castro e Ronciglione, governato dal cardinal Alessandro Farnese. Può darsi che il padre di Nanino abbia lavorato per quella casata, dapprima nel Tiburtino, poi a Vallerano: presso Tivoli i Farnese erano signori di Castel Madama, dove potrebbe essere nato Nanino (l’annotazione nell’atto di morte andrebbe allora intesa come «Tiburtinensis dioecesis»).

Nel marzo 1562 figura come «cantore» in un documento contabile del cardinal Ippolito II d’Este (Pugliese, 2006, pp. 99 s.). Secondo Liberati, avrebbe studiato composizione a Roma come allievo del fiammingo Gaudio Mell insieme con Giovanni Pierluigi da Palestrina: ma la notizia è ritenuta infondata, mentre è credibile che negli anni 1561-66 abbia avuto lezioni di contrappunto dal Palestrina, allora maestro di cappella in S. Maria Maggiore, dove Nanino fu per qualche anno cantore e forse maestro dei pueri cantus. Di sicuro divenne a sua volta maestro di cappella in S. Maria Maggiore entro il 1569, e forse già nel 1567, quando il Palestrina lasciò l’incarico. Dal settembre 1566 all’ottobre 1568 fece parte della Cappella Giulia in S. Pietro (Ferruti, 2008, p. 41).

A quell’epoca era un apprezzato insegnante: lo Status animarum del 1567 della parrocchia di S. Agnese in Agone registra un magister Giovanni Maria «maestro de canto», con lui identificabile, abitante in via dell’Anima nella casa del signor Ferrante Farnese, insieme a un Michelangelo suo «putto» e a un magister Antonio Darmisano «sonatore».

Il supposto legame coi Farnese trova così conferma: Nanino era al servizio di Ferrante Farnese, legatissimo al cardinal Alessandro; il «putto» potrebbe essere identificato col viterbese Michelangelo Cancineo, all’epoca circa dodicenne, poi maestro di cappella nel duomo di Viterbo.

Nell’aprile 1575 lasciò S. Maria Maggiore – qualche mese dopo gli subentrò Ippolito Tartaglino – e passò a dirigere la cappella di S. Luigi dei Francesi. Poco più di due anni dopo fu assunto come tenore nella Cappella pontificia (28 ottobre 1577): vi rimase per tutta la vita, assumendo nel 1586 e nel 1596 l’incarico di «puntatore» e più volte (dopo il 1586) di maestro pro tempore, in precedenza sempre data a un ecclesiastico. Nel novembre 1586 fu mandato a Mantova a ringraziare il duca Guglielmo Gonzaga per aver favorito i cantori papali. Del 1589 è un breve viaggio a Perugia.

Mantenne però rapporti con S. Luigi, dov’era maestro dei putti, e alimentò in tal modo la sua rinomanza di didatta. Il rapporto con S. Luigi si rafforzò quando il fratello Giovanni Bernardino ne divenne maestro (1591); i due Nanino, che vivevano in una casa vicina alla chiesa, insegnavano entrambi ai pueri cantus ed ebbero per allievi musicisti poi famosi: Gregorio e Domenico Allegri, Vincenzo Ugolini, Antonio Cifra, Domenico Massenzio, Paolo Agostini, Pier Francesco Valentini. Altri allievi illustri di Nanino sarebbero stati Felice Anerio, puer cantus in S. Maria Maggiore dal dicembre 1568 al dicembre 1574, Francesco Soriano, suo discepolo negli anni Settanta, e Antonio Brunelli, che con lui studiò dal 1591. Restano diversi contratti di affidamento di fanciulli a Nanino per l’insegnamento della musica e del canto.

Questa lunga carriera musicale e didattica s’intreccia con le vicende della Compagnia de’ Musici di Roma sotto l’invocazione di santa Cecilia, ufficialmente eretta nel 1584 ma già operante da alcuni anni, volta proprio a garantire l’attività (e la mutualità) degli iscritti.

Al riguardo, il più antico documento datato nel Fondo accademico della Biblioteca di S. Cecilia è proprio una ricevuta di Nanino per la musica fatta la vigilia della festa della Trinità del 1576 nell’Arciconfraternita della Trinità dei Pellegrini: logico ritenere che Nanino facesse parte del sodalizio fin da allora e che ne sia stato figura eminente, come risulta dalla collettanea Le gioie, pubblicata nel 1589 e contenente composizioni dei soli congregati: il brano d’apertura è suo. La «scuola di musica» che, secondo Liberati (1685, pp. 22, 24 s.), Nanino avrebbe tenuto insieme al Palestrina fin dal 1570 circa sarà dunque sfociata nel sodalizio ceciliano. In un’altra occasione rifulse il suo prestigio: avendo il cavaliere spagnolo Sebastián Raval affermato che in tutt’Italia non c’era alcun musico suo pari, Nanino, col suo più dotto allievo (Soriano), fu scelto per difendere la reputazione della scuola romana nel contrappunto (1593): l’esito della disputa fu indiscutibile, talché lo spagnolo si rivolse da allora a Nanino con l’appellativo di «signor maestro» (Pitoni, 1713, p. 155).

Nell’aprile 1594 andò in pellegrinaggio a Loreto; nel 1597 fu maestro di cappella nell’Oratorio del SS. Crocifisso per la quaresima; nei primi anni del Seicento scrisse musiche sacre per il duca Giovanni Angelo Altemps. Il suo servizio come cantore pontificio cessò probabilmente nell’ottobre 1602 con la giubilazione dopo 25 anni.

Morì l’11 marzo 1607 nella sua casa a S. Luigi; fu sepolto in quella chiesa, sul pavimento davanti alla cappella di S. Matteo, dove sono le celebri tele del Caravaggio. Erede e prosecutore della sua scuola fu il fratello Giovanni Bernardino, primo nella serie dei suoi discepoli.

Come compositore, Nanino fu autore di rilievo nel genere sia sacro sia profano; ma nel primo la sua fama è eclissata dal Palestrina e nel secondo dalle più divulgate opere di Luca Marenzio: sicché egli rimane il meno indagato tra i maggiori madrigalisti coevi (Newcomb, 2001). In proprio pubblicò solo cinque libri (uno di essi a mezzadria con Annibale Stabile), ma il gran numero di composizioni sue apparse in edizioni collettive, in opere altrui e in florilegi pubblicati in Italia e oltralpe ne attesta la rinomanza. Nei mottetti e ancor più nei madrigali s’incontrano soluzioni salde e forbite nel contrappunto, mirate nelle situazioni espressive che spaziano dal serio al faceto, dal gusto descrittivo a quello intimistico. I committenti cui si indirizzò furono in un primo tempo d’ambito romano, indi signori dell’Italia settentrionale. Tramite tra le due aree saranno forse stati i Farnese, duchi di Parma e ben presenti a Roma e nel Lazio. La piena fama raggiunta già da giovane e mantenuta fino alla morte era legata a un mondo e a un gusto che molto mutarono all’inizio del Seicento: grande stima di lui ebbero tuttavia anche in quel secolo autori legati alla tradizione, come Agostini, Romano Micheli, Liberati. Nella prima metà dell’Ottocento il rilancio di Nanino mosse da Roma con Fortunato Santini e Pietro Alfieri, per approdare speditamente negli ambienti ‘ceciliani’ tedeschi e da lì in tutt’Europa; ma l’impostazione storiografica poi prevalente ha posto il compositore nel rigido quadro della scuola romana di musica sacra, trascurando la fama goduta in vita come autore di madrigali, oltre che come didatta di canto.

Opere: i cinque libri di musiche di Nanino apparvero tutti a Venezia presso Angelo Gardano: Il primo libro de Madrigali a cinque voci (ed. originale perduta, databile al 1570-71, forse dedicata al cardinal Carlo di Lorena, cfr. Boenicke, 2004B, pp. 89-93; varie rist. dal 1579 al 1605; ed. moderna a cura di M. Pastori, Roma 2011); Madrigali a cinque voci di Gio. Maria Nanino et di Annibal Stabile (1581; ded. al canonico di S. Maria Maggiore Lelio Pasqualini; rist. 1587); Il terzo libro de Madrigali a cinque voci (1586; ded. al gentiluomo genovese Gironimo Spinola); Motecta, ut vulgo appellantur, varie et nova inventione elaborata (1586; ded. al duca Guglielmo Gonzaga; mottetti a 3 e 5 voci); Il primo libro delle Canzonette a tre voci (1593; ded. di Alessandro Nanino, fratello dell’autore, al conte Alfonso Sanvitale di Parma, gentiluomo dei Farnese; rist. 1599).

Un numero inusitato di madrigali e canzonette di Nanino vide la luce in edizioni collettive (pubblicate a Venezia, salvo diversa indicazione), segno tangibile della stima in cui era tenuto. Si segnalano le più importanti: Il quarto libro delle Muse a 5 voci (1574; autori romani); Musica di XIII autori illustri a 5 voci (1576; dedica al duca di Baviera); Dolci affetti […] de diversi eccellenti musici di Roma a 5 voci (1582); Il lauro verde a 6 voci (Ferrara 1583; in onore di Laura Peperara); Liamorosi ardori a 5 voci (1583); Il secondo libro de madrigali a 4 voci del romano Giovan Battista Moscaglia (1585); Diletto spirituale (Roma 1586; canzonette a 3-4 voci di autori romani); Armonia di scelti autori a 6 voci (1586); il libro III De floridi virtuosi d’Italia a 5 voci (1586); Corona di dodici sonetti a 5 voci (1586; in onore di Bianca Capello); Fiori musicali di diversi auttori a 3 voci (1587); L’amorosa Ero a 4 voci (Brescia 1588; un componimento del dedicatario, il conte Marcantonio Martinengo, intonato da 18 diversi autori); Giardinetto de madrigali et canzonette a 3 voci (1588; dedica al conte Marco Verità); Le gioie […] di diversi eccel.mi musici della Compagnia di Roma a 5 voci (1589); Ghirlanda di fioretti musicali (Roma 1589; canzonette a 3 voci di autori romani); Dialoghi musicali de diversi (1590); Novi frutti musicali a 5 voci (1590); Canzonette […] con l’intavolatura del cimbalo e del liuto a 4 voci (Roma 1591); Florindo e Armilla a 5 voci (1593; una canzone erotica di Maffeo Venier suddivisa tra 18 compositori); Madrigali pastorali [...] intitolati il Bon Bacio a 6 voci (1594; 21 madrigali di altrettanti poeti e musicisti sul tema del bacio); Di XII autori vaghi e dilettevoli madrigali a 4 voci (1595); Lodi della musica a 3 voci (Roma 1595; autori romani); Le risa a vicenda a 5 voci (1598; dedica al cardinal Francesco Maria del Monte); I diporti della villa in ogni stagione a 5 voci (1601); una serie di laude nel Tempio armonico di Giovenale Ancina (Roma 1599). Numerose anche le ristampe di madrigali in antologie pubblicate in Italia e oltralpe (ad Anversa, Erfurt, Norimberga, Londra, Colonia, Leida, Passau, Francoforte sul Meno, Monaco di Baviera), anche in intavolature (Vincenzo Galilei, 1584; Giovanni Antonio Terzi, 1593, 1599; Johannes Rudenius, 1600; Joachim van den Hove, 1601, 1612) e come contrafacta spirituali (elenco completo in Boenicke, 2004B, pp. 281-290). Anche le composizioni sacre trovarono generosa accoglienza in edizioni collettive e antologiche: Psalmi, motecta [...] octo vocibus (Roma 1592; a cura di Giovanni Luca Conforti); Motetti et salmi a otto voci composti da otto eccellentiss. autori (1599); Motetti a 5 voci di Orfeo Vecchi (Milano 1603); Missa, motecta, Magnificat et litaniae di Salvatore Sacchi (Roma 1607); Selectae cantiones (Roma 1614; a cura di Fabio Costantini; nuova ed. Anversa 1621); Raccolta de’ salmi a otto (Napoli 1615; a cura dello stesso); Musica vaga et artificiosa di Romano Micheli (1615); Sacrorum cantuum liber III di Domenico Massenzio (Ronciglione 1616); Scelta de salmi a 8 (Orvieto 1620; a cura di F. Costantini); Salmi vespertini postumi del fratello Giovanni Bernardino (Roma 1620). Le sue Ligature a 4 furono risolte da Paolo Agostini nel mottetto Benedicam Dominum (Roma 1627).

Varie composizioni sacre manoscritte sono nel Fondo Cappella Sistina della Biblioteca Apostolica Vaticana (la messa a 5 voci Vestiva i colli, salmi e Magnificat a 8, inni a 4-5, mottetti a 4-8 voci), mentre nel Fondo Cappella Giulia (ibid.) vi sono lamentazioni a 4 voci, litanie a 8 e 12, mottetti a 4 e 8, un’antifona, un salmo e un Magnificat a 8. Nell’archivio musicale di S. Giovanni in Laterano sono un mottetto a 4 e una messa a 8, con l’aggiunta secentesca dell’organo. Altri manoscritti sono in biblioteche di Roma, Bologna, Vienna, Berlino, Dresda, Monaco di Baviera, Zwickau, Breslavia (cfr. Newcomb, 2001). Al cantore pontificio Orazio Griffi va forse accreditata la compilazione del manoscritto Regole di contrappunto (Bologna, Museo della Musica, mss. B.124 e 125), attribuite fin dal sec. XVIII a Nanino e al fratello (Hill, 1997; Sabaino, 1998).

Fonti e Bibl.: Roma, Arch. storico del Vicariato, Parr. S. Agnese in Agone, Stato delle Anime 1567, c. 135; Parr. S. Luigi de’ Francesi, Morti, IV, addiem 12 marzo 1607; A. Liberati, Lettera [...] in risposta ad una del sig. OvidioPersapegi, Roma 1685, p. 22, 24-25; A. Adami, Osservazioni per ben regolare il coro della Cappella Pontificia, Roma 1711, pp. 180 s.; G.O. Pitoni, Notitia de’ contrapuntisti e compositori di musica [1713], a cura di C. Ruini, Firenze 1988, pp. 113, 155; F.X. Haberl, G.M. N., in Kirchenmusikalisches Jahrbuch, VI (1891), pp. 81-97; E. Celani, I cantoridella Cappella pontificia nei secoli XVI-XVIII, in Rivista musicale italiana, XIV (1907), p. 759; A. Cametti, La scuola dei«pueri cantus» di S. Luigi dei Francesi in Roma, ibid., XXII (1915), passim; R. Casimiri, Sebastian Raval musicista spagnolodel sec. XVI, in Note d’archivio per la storia musicale, VIII (1931), pp. 1-20; J.M. Llorens, Capellae Sixtinae codices musicis notis instructi, Città del Vaticano 1960, ad ind.; H.W. Frey, Die Kapellmeister an der französischen Nationalkirche San Luigi dei Francesi in Rom im 16. Jahrhundert, in Archiv für Musikwissenschaft, XXII (1965), pp. 272-293; XXIII (1966), pp. 32-60; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, Roma 1970, I, p. 40 e passim; J.M. Llorens, Le opere musicali della Cappella Giulia, I, Città del Vaticano 1971, ad ind.; J. Lionnet, La musique à Saint-Louis des Français de Rome au XVIIe siècle, suppl. a Note d’archivio per la storia musicale, n.s., III (1985), pp. 10 s., 23, 26, 42, 45; M. Manfredi, Vallerano e la musica, Vallerano 1990, pp. 49-107; I musici di Roma e ilmadrigale, a cura di N. Pirrotta, Lucca 1993, passim; V. Vita Spagnuolo, Gli atti notarili dell’Arch. di Stato di Roma […] l’anno 1590, inLa musica a Roma attraverso le fonti d’archivio, a cura di B.M. Antolini - A. Morelli - V. Vita Spagnuolo, Lucca 1994, pp. 25, 32-34, 37 s., 43, 45; N. O’Regan, Institutional patronage in post-Tridentine Rome, London 1995, p. 103 etpassim; J.W. Hill, Roman monody, cantata, and opera from the circles around cardinal Montalto, I-II, Oxford 1997, ad ind.; Ruggero Giovannelli, a cura di C. Bongiovanni - G. Rostirolla, Palestrina 1998, ad ind. (in particolare D. Sabaino, Aspetti della teoria contrappuntistica e della didattica della composizione nella Roma di Giovannelli: i precetti teorici manoscritti attribuiti a G.M. e Bernardino N. …, pp. 363 s.); A. Newcomb, in The new Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVII, pp. 610 s.; C. Boenicke, in Die Musik in Gesch. und Gegenwart. Personenteil, XII, 2004A, coll. 901-903; Id., G.M. Nanino (1543/44 - 1607): Madrigalvertonung zwischen «dolci affetti» und «dolorosi accenti», Berlin 2004B; M. Pastori, La cappella musicale del duomo di Tivoli dalle origini al 1824, in Atti e Memorie della Società tiburtina di storia e d’arte, LXXVIII (2005), pp. 58 s.; S. Franchi, Annali della stampa musicale romana dei secoli XVI-XVIII, I,1, Roma 2006, pp. 45, 181, 239, 361, 383, 384, 528, 531; A. Pugliese, Dizionario dei musicisti alla corte del cardinale Ippolito II d’Este negli anni 1565-1572, inPalestrina e l’Europa, a cura di G. Rostirolla - S. Soldati - E. Zomparelli, Palestrina 2006, pp. 99 s.; Musici e istituzioni musicali a Roma e nello Stato pontificio nel tardo Rinascimento: attorno a G.M. N., a cura di G. Monari - F. Vizzaccaro, Tivoli 2008 (in particolare F. Ferruti, I rapporti artistici e culturali tra Roma e Tivoli, p. 41); S. Franchi, in Diz. storico biografico del Lazio, III, Roma 2009, pp. 1347-1349; C. Annibaldi, La Cappella musicale pontificia nel Seicento, I, Palestrina 2011, ad ind.; C. Boenicke - A. Newcomb, prefazione a G.M. N.: Complete madrigals, I, Middleton 2012.

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