Màcchia, Giovanni

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Critico e saggista italiano (Trani 1912 - Roma 2001). Ha curato edizioni di autori italiani e francesi, e ha pubblicato numerosi saggi di solida impostazione storica e di fine penetrazione critica e psicologica, nei quali alla acuta perizia esegetica ha sempre accompagnato una esemplare qualità narrativa. Significativi anche gli studi sul teatro europeo, che delineano temi, personaggi e profili ideologico-culturali sostanzialmente inediti.

Vita

Professore di letteratura francese alla Scuola normale superiore di Pisa (1938-47), poi nell'università di Catania e dal 1949 nell'università di Roma, presso la quale fondò (1952) l'Istituto di storia del teatro e dello spettacolo. Socio nazionale dei Lincei (1978). Ha assolto con costanza il suo impegno di militanza critica anche sulle pagine di riviste e quotidiani (in particolare sul Corriere della Sera dal 1962). Nel 2000 ricevette il Grand prix de la francophonie, premio istituito nel 1986 dall'Académie française e destinato a coloro che abbiano contribuito con la loro opera a illustrare e diffondere la lingua e la cultura francese nel mondo.

Opere

Dedicò studi fondamentali a Ch. Baudelaire (Baudelaire critico, 1939, ed. ampl. 1988; Baudelaire e la poetica della malinconia, 1946, ed. defin. 1992) e a M. Proust (L'angelo della notte, 1979; Proust e dintorni, 1989) e approfondì e rinnovò nel loro svolgimento storico i principali problemi della letteratura francese (vari voll. poi rifusi in La letteratura francese, I. Dal Medioevo al Settecento, 1987), con particolare attenzione agli aspetti "anticartesiani", alle zone d'ombra, alle rivolte, ai miti, ai poeti satirici e irregolari (Il paradiso della ragione, 1960; La scuola dei sentimenti, 1963; Il mito di Parigi, 1965; I fantasmi dell'opera, 1971; Le rovine di Parigi, 1985). Gli stessi interessi prevalsero negli studi di letteratura italiana (ed. delle Piacevoli notti di G. Straparola, 1943; delle Rime di F. Berni, 1945; ed., da lui diretta, delle Opere di L. Pirandello, 1973 e segg.; Saggi italiani, 1983) e in altri saggi, aperti all'indagine comparativa (I moralisti classici, 1961, ed. ampl. 1988; La caduta della luna, 1973; Tra Don Giovanni e Don Rodrigo. Scenari secenteschi, 1989; Elogio della luce, 1990). Vivissimo amore per il teatro e la musica rivelano Il teatro francese del grande secolo (1960), Vita, avventure e morte di Don Giovanni (1966, ed. ampl. 1991), Il silenzio di Molière (1975), Pirandello o la stanza della tortura (1981), mentre Il principe di Palagonia (1978) esplora i confini tra arte e follia. Pubblicò un volume di ricordi (Gli anni dell'attesa, 1987) e curò un'antologia dei suoi scritti (Il teatro delle passioni, 1993). Del coltissimo ed elegante saggista vanno ancora ricordati gli studi raccolti in Il naufragio della speranza: la letteratura francese dall'illuminismo all'età romantica (1994, con prefaz. di I. Calvino) e in Scrittori al tramonto: saggi e frammenti autobiografici (1999), libro in cui M. si sofferma sul sentimento della fine indagato nelle pagine di alcuni grandi scrittori, nonché il volume La stanza delle passioni: dialoghi sulla letteratura francese e italiana (in collab. con D. Fasoli, 1997). L'intero percorso critico dello studioso è ricostruito nel volume dal titolo Ritratti, personaggi, fantasmi (a cura di M. Bongiovanni Bertini, 1997), in cui sono riuniti i principali studi via via pubblicati da M., mentre i suoi contributi sull'opera di M. Proust sono raccolti in Tutti gli scritti su Proust (1997).

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