GIANNINI, Giovanni

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 54 (2000)

GIANNINI, Giovanni

Valeria Ribeiro Corossacz

Nacque a Tereglio di Coreglia Antelminelli, in Garfagnana, il 25 dic. 1867, da Gustavo e da Marianna Grisanti. Compì gli studi universitari a Pisa, formandosi alla scuola di A. D'Ancona, la cui influenza fu determinante sia nella scelta del campo di studi (la raccolta di canti e poesie popolari), sia per il metodo, caratterizzato da un'attenta ricostruzione filologica del materiale.

Al 1887 risale la sua prima pubblicazione, il Saggio di canti popolari della montagna lucchese, apparso sull'Archivio per lo studio delle tradizioni popolari, diretto da G. Pitrè, su cui il G. pubblicò diversi articoli negli anni successivi. Come appare sin da questo primo contributo, il lavoro del G. fu prevalentemente di raccolta e documentazione di canti e poesie della Toscana. In particolare dedicò parte importante delle sue ricerche alle tradizioni popolari del territorio intorno a Lucca.

Pitrè, i cui interessi non si limitavano alla poesia, volgendosi anche a tutte le manifestazioni della vita tradizionale popolare, fu, accanto a D'Ancona, lo studioso che più segnò la formazione e l'attività del G.: entrambi lo incoraggiarono e lo guidarono nei primi anni di studio, e ne indirizzarono la produzione.

Sin dagli inizi il G. si distinse per l'onestà intellettuale, la serietà e l'impegno nella produzione scientifica, qualità accompagnate a una profonda fede cattolica, che si espresse anche nella dedizione alle opere di carità. Il rapporto tra cattolicesimo e positivismo resta, anzi, un aspetto controverso della sua figura di studioso, pur se il G. riuscì, in certo modo, a farli convivere rilevando, del positivismo, esclusivamente la base metodologica, quale fondamento dell'indagine scientifica e mezzo attraverso cui recuperare la documentazione relativa a quel mondo rurale cui principalmente si rivolsero i suoi interessi (Lapucci).

Nel 1889, nella sezione affidata al G. nell'ambito della collezione "Canti e racconti del popolo italiano", diretta da D. Comparetti e dal D'Ancona, apparvero i Canti popolari della montagna lucchese raccolti e annotati (Torino).

Coadiuvato dalle sorelle Felicina e Zaira, ricordate con affetto nell'introduzione (dove sono anche accuratamente descritte la storia del territorio e la vita dei contadini delle montagne lucchesi), il G. trascrisse "colla massima fedeltà" i canti, accompagnandoli con note di carattere storico e filologico.

Nel 1892, questa volta nella collezione di Inventari di manoscritti delle biblioteche d'Italia diretta da G. Mazzatinti, pubblicò a Forlì Inventario dei manoscritti della biblioteca Guarnacci di Volterra, lavoro che attesta il suo appassionato interesse anche per i documenti storici e letterari. Nel 1895 curò il volume Teatro popolare lucchese (Torino), nella collana "Curiosità popolari tradizionali", fondata dal Pitrè.

L'opera raccoglie le forme tradizionali di teatro del mondo contadino lucchese, tra cui i "maggi", le befanate e le zingaresche. Nella prefazione il G. ricostruisce l'origine e l'evoluzione di queste forme di teatro popolare, in cui si intrecciano elementi classici e religiosi. Anche in questo caso egli si limitò a copiare il contenuto dei manoscritti originali, di cui corresse solo l'ortografia e gli errori che "sembrano doversi attribuire all'imperizia di chi li trascrisse", mantenendo in nota la versione originale: secondo un metodo che conferma, dunque, il giudizio di L. Sorrento (1938), secondo cui il G. fa parte di quella generazione di allievi e seguaci di Pitrè, che "non si distinse per forza di pensiero speculativo e si attardò e irretì in una concezione separatistica della scienza, ma acquistò tuttavia meriti insigni negli studi sia storici che in quelli delle tradizioni popolari".

Di questi anni sono anche numerose pubblicazioni, apparse in periodici e giornali di provincia, su argomenti di vario genere, tra cui I giorni della settimana nella letteratura popolare e in una poesia di G. Mazzoni (1896) e I soprannomi dei "bravi" nei Promessi sposi (1898). Del 1902 è Canti popolari toscani scelti e annotati (Firenze), che ebbe altre due edizioni (ibid. 1921 e Palermo 1981).

L'opera, dedicata al D'Ancona, è una selezione di documenti della poesia popolare toscana, tratta da precedenti raccolte e da materiali catalogati dal G. stesso. Nell'introduzione egli sottolinea come alcuni dei canti riportati si incontrino anche in altre zone d'Italia, documentandone la provenienza e le variazioni regionali. Il testo dei canti è commentato da note di carattere filologico e fu recensito, un anno dopo, dallo stesso D'Ancona che, pur con alcuni commenti critici, lo definì "un buon contributo alle discipline demopsicologiche, o folkloriche, come più generalmente si dice". C. Lapucci, nella sua introduzione all'edizione del 1981, afferma che la scelta è lacunosa, in quanto risultano assenti, in particolare, i canti di protesta: il G., dunque, secondo Lapucci, presenterebbe il mondo contadino in "una prospettiva che si potrebbe chiamare arcadico-letteraria", da cui era omesso qualsiasi riferimento alle condizioni sociali ed economiche.

Nel 1904 il G. fondò la rivista Niccolò Tommaseo. Rivista mensile delle tradizioni popolari d'Italia, da lui diretta, con l'intento di promuovere la raccolta e il recupero di materiali relativi alle tradizioni popolari italiane e diffonderne lo studio, affiancando così il più noto periodico di Pitrè; la rivista, definita dal G. "un giornale demopsicologico", raccolse, nei due anni in cui restò in vita, i contributi di vari studiosi di tradizioni popolari. Del 1910 è Sulla forma primitiva dello strambotto siciliano. Nuove osservazioni (Lucca), in cui il G. riprende il principale tema di ricerca del suo maestro D'Ancona.

All'attività di studioso di tradizioni popolari il G. affiancò quella di professore negli istituti tecnici e in questa veste pubblicò numerosi scritti a carattere didattico, tra cui si ricorda, in particolare, Scioglilingua, indovinelli, giuochi fanciulleschi, canzonette, filastrocche e storielle popolari da servire alla educazione del bambino, con una prefazione di C. Musatti (Firenze 1907; 2ª ed., ibid. 1924). Nel 1920, su Il Giornalino della domenica di Firenze, apparvero alcuni articoli in cui il G. presentava al giovane pubblico esempi di usi e costumi popolari.

Nel 1922 il G. andò in pensione, ritirandosi a Tereglio. Continuò comunque a interessarsi alla didattica, come testimonia la pubblicazione del volume Il popolo toscano (Milano 1926), testo per le scuole medie scritto insieme con A. Parducci, apparso nella collezione "Canti, novelle e tradizioni delle regioni d'Italia", diretta da L. Sorrento. Oltre alle opere compilative e ai testi scolastici, il G., tra gli anni Venti e Trenta, pubblicò i risultati di gran parte delle sue ricerche su periodici, giornali e fogli di provincia, tra cui il Bollettino storico lucchese e l'Archivio storico per la Dalmazia.

Nel 1938 apparve a Udine la sua ultima opera, in due volumi, La poesia popolare a stampa nel secolo XIX nella collezione "Le arti e le tradizioni popolari d'Italia", a cura del Comitato nazionale italiano per le arti popolari, con una prefazione di L. Sorrento.

Il testo nasceva da un antico progetto del D'Ancona, che a lungo si era proposto di pubblicare una bibliografia ragionata della poesia popolare italiana a stampa nel secolo XIX. A vent'anni dalla morte di D'Ancona, il G. si assunse l'incarico di ordinare il materiale in parte già raccolto dal maestro, seguendone le indicazioni e gli appunti, e portando così a termine il suo progetto. Nella prefazione a quest'ultima fatica del G., Sorrento indica i cambiamenti che avevano caratterizzato il panorama degli studi delle tradizioni popolari in quegli anni, affermando che si era prodotto "un contrasto tra la nuova corrente estetica, derivante dall'idealismo crociano, e la vecchia corrente positivista degli studi, ossequente al cosiddetto metodo storico". L'opera del G., segnata fino all'ultimo dall'impostazione del D'Ancona, rappresentava dunque una fase ormai conclusa degli studi folklorici italiani, conservando tuttavia rigore scientifico e metodologico.

Il G. morì a Lucca il 20 giugno 1940.

Fonti e Bibl.: Necr. in Lares, n.s., XI (1940), n. 4-5; A. D'Ancona, G. G., Canti popolari toscani scelti e annotati, in Rassegna bibliografica della letteratura italiana, X (1902), p. 11; L. Sorrento, Prefazione, in G. Giannini, La poesia popolare a stampa nel secolo XIX, Udine 1938, p. VI; Id., G. G., in Aevum, XV (1941), 4, p. 593; C. Lapucci, Prefazione, in G. Giannini, Canti popolari toscani, Palermo 1981, p. XV.

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