COLOMBO, Giovanni

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 27 (1982)

COLOMBO, Giovanni

Giovanna Bonasegale

Nacque a Palazzolo sull'Oglio (Brescia); il 2 genn. 1804 si iscrisse all'Accademia di belle arti di Vienna, in età di venti anni, come risulta dal protocollo di ammissione (Howitt, 1886, I, p. 150): si può quindi ritenere che sia nato attorno al 1784. Dell'Accademia di Vienna era allora direttore H. F. Fúger, ritrattista e pittore di soggetti classici, molto legato a schemi tradizionali di insegnamento. Ben presto però il C. fraternizzò con F. Pforr e F. Overbeck, giunti a Vienna nel 1806, trovandoli concordi con lui nel rifiutare gli schematismi accademici. Nel 1808 cominciò a frequentare le riunioni settimanali nelle quali Overbeck, Pforr, J. Wintergerst, gli svizzeri J. K. Hottinger e L. Vogel e il viennese J. Sutter leggevano la Bibbia e riflettevano sullo scopo dell'arte, ravvisandolo nella fedeltà al vero. In particolare, durante queste riunioni, si rinsaldò l'amicizia del C. con Overbeck il quale, più tardi, scrivendo di lui al proprio fratello, lodava il suo amore per la Bibbia e la sua modestia (lettera del 19 luglio 1810, in Howitt, 1886, I, p. 149).

Nel 1809 era a Roma, dove sposò Angelica, la figlia del pittore Franz Riegel. Il 20 giugno 1810 arrivarono a Roma Overbeck, Pforr, Vogel e Hottinger che l'anno precedente, a Vienna, insieme con Sutter (rimasto in quella città) avevano costituito il "Lukasbund" (confraternita di S. Luca). A Roma, andarono a vivere nel convento abbandonato di S. Isidoro dove, nel settembre dello stesso anno, si trasferì anche il C. insieme con la moglie. Nel novembre anche il C. aderì al "Lukasbund". Nella lettera a Sutter e Wintergerst del 10 nov. 1810 (Howitt, 1886, I, pp. 163 s.), in cui Overbeck da notizia di questo avvenimento, il pittore rassicura i suoi amici sul fatto che il nuovo confratello "è del tutto degno di diventare membro della nostra confraternita", è infatti "pieno di profondo amore per tutto ciò che è nobile e in particolare per l'antica vera arte, ... di puri principi sulla religione e la virtù...": sono qui enunciati i requisiti necessari per far parte del "Lukasbund". Nell'ambito della confraternita, i cui membri vennero poi chiamatì nazareni, il ruolo del C. non è molto chiaro: i problemi teorici della pittura lo attraevano forse più che quelli pratici, e Overbeck, nel suo diario, il 14 sett. 1811 annotava: C. "ritiene che siamo da biasimare perché diamo troppa importanza all'esecuzione" (Howitt, 1886, I, p. 176). E anzi la Howitt avanza l'ipotesi che possa essere il C. l'autore di un breve scritto sull'arte che si trovava, senza firma né data., fra le carte di Overbeck.

In esso si sosteneva il principio estetico della "Seelenmalerei", cioè di una pittura che privilegiasse i valori dello spirito piuttosto che quelli meramente formali, principio che era stato di Carstens e che, mediato da Eberhard Wachter, era in qualche modo rifluito nelle discussioni dei nazareni e nel loro atteggiamento verso l'arte: il giovane che vuole affrontare lo studio dell'arte, poco può imparare nelle accademie che sono assolutamente insufficienti come scuole; è bene perciò che egli si rivolga ad altri maestri: la natura e i grandi del passato e, fra questi, soprattutto, ovviamente, Raffaello e Michelangelo. Non si può avere la certezza che il brano riportato dalla Howitt (1886, I, pp. 152 s.) sia stato scritto proprio dal C.; certo è che, se i giovani artisti nutrivano allora una vera venerazione per Carstens e Wachter, in particolare il C. era con quest'ultimo in rapporti di amicizia e aderiva rigorosamente ai suoi orientamenti artistici, tanto che la Howitt (1886, I, p. 151) ritiene possibile che egli sia stato suo allievo.

La vita dei "Lukasbrüder" a S. Isidoro era legata ad una stretta osservanza monastica: i confratelli vivevano ognuno nella propria cella, mangiavano tutti insieme, le loro discussioni vertevano sui principi dell'arte e su temi religiosi. Nel 1811 il C. andò a Nemi, per raggiungere Pforr malato, e vi si trattenne per undici giorni durante i quali si dedicò soprattutto a studi di paesaggio (Lehr, 1924, pp. 190, 284). Nello stesso anno Overbeck eseguì il Ritratto di Giovanni Colombo (Lubecca, Museen für Kunst und Kulturgeschichte der Hansestadt), un giusto tributo all'amico che lo aiutava anche a preparare i quadri e a sceglierne l'iconografia. Non si esclude che Overbeck stesso abbia subito il fascino intellettuale del C. quando, nel 1813, decise di convertirsi al cattolicesimo: fu la moglie del C. a portare la notizia di questa conversione a Sutter, il quale dichiarò di considerare questo giorno uno dei più importanti della sua vita (Howitt, 1886, I, p. 279 nota). La morte di Pforr, nel giugno del 1812, provocò una profonda crisi nell'ambito del "Lukasbund" ed i confratelli decisero di lasciare il convento di S. Isidoro per traaferirsi a palazzo Guarnieri., presso la famiglia Pulini, dove già abitava Johannes Veit. Il C. vi si trasferì nel settembre di quello stesso anno insieme con la moglie ed il figlio Raffaello. Nel 1812-13, per un breve periodo, soggiornò di nuovo a Vienna, dove viveva una sua sorella (Howitt, 1886, I, p. 150; ma J. Schnorr von Carolsfeld, Briefe aus Italien... 1817 bis 1827, Gotha 1886, p. 340, parla di una cognata, presso la quale il C. aveva lasciato un pacco di disegni e stampe).

Nel 1816 J. Wintergerst eseguì il dipinto Riconciliazione di Ludovico di Baviera con Filippo il Bello (Lubecca, Museen für Kunst und Kulturgeschichte der Hansestadt), nel quale raffigurò il C. insieme con Overbeck, Pforr e se stesso nelle vesti di religiosi. Nel 1817 al gruppo dei nazareni furono commissionati gli affreschi per il casino Massimo, a Roma, e il C. aiutò Overbeck nei disegni preparatori per la Stanza del Tasso.

Nello stesso anno fu tra i pittori incaricati di affrescare nel museo Chiaramonti in Vaticano le lunette con le gesta di Pio VII che il Canova volle far eseguire a sue spese per esternare al papa la propria gratitudine (Antonio D'Este Memorie di A. Canova, Firenze 1864, pp. 253 s.): il C. raffigurò nella sua lunetta, terminata nel 1818, L'unione dell'accademia archeologica con quella di S. Luca. Da questo momento che corrisponde anche ad una evoluzione della concezione di vita del gruppo dei nazareni, basata su una maggiore libertà individuale, le notizie sul C. si perdono. Sappiamo soltanto che abbandonò progressivamente la pittura per dedicarsi al restauro.

Morì a Roma il 19 febbr. 1853.

Bibl.:M.Howitt, F. Overbeck. Sein Leben und Schaffen, Freiburg im Br. 1886, I-II, ad Indicem (riporta ampi brani dei diari di Overbeck e numerose sue lettere); S. Fenaroli, Diz. degli artisti bresciani, Bologna 1887, p. 102; F. H.Lehr, Die Blütezeit romantischer Bildkunst. F. Pforr. Der Meister des Lukasbundes, Marburg an der Lahn 1924, pp. 168, 190, 284; F. Noack, Das Deutschtum in Rom seit dem Ausgang des Mittelalters, Stuttgart-Berlin-Leipzig 1927, I, p. 466; II, pp. 129 s.; K. Gerstenberg-P. O. Rave, Die Wandgemälde der deutschen Romantiker im Casino Massimo zu Rom, Berlin 1934, pp. 132 ss.; L. Grote, Die Brüder Olivier und die deutsche Romantik, Berlin 1938, pp. 120, 219; H. Robels, Sehnsucht nach Italien..., München 1974, pp. 17, 27, 37, 52; Stadelsches Kunstinst. u. Stadtische Galerie, "Die Nazarener"(catal.), Frankfurt am Main 1977, pp. 202, 238 (fig. E 55: Risveglio della figlia di Iairo, 1810, dis. a matita, coll. Muñoz, Roma). 389; U. lesinger, Canova... Galleria Chiaramonti, in The Burlington Mag., CXX(1978), pp. 656, 658, 660 s., 665; G. Metken, in I Nazareni a Roma (catal.), Roma 1981, p. 186; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, pp. 248 s.

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