BRITTO, Giovanni

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 14 (1972)

BRITTO (Brito), Giovanni

Fabia Borroni

Mancano dati biografici di questo xilografo di origine tedesca (Brit o Breit dovette essere il suo cognome originario), operante a Venezia dopo il 1530 ed ancora nel 1550.

In Francesco Marcolini, venuto a Venezia dalla natia Forlì già dal 1527, e nei suoi amici, Tiziano, Sansovino, Tintoretto, Sebastiano del Piombo, Pietro Aretino, che ne frequentavano la bottega, trovò un gruppo intellettualmente avanzato e aperto alle nuove esperienze estetiche. Per le edizioni del Marcolini, anch'egli quasi sicuramente incisore e di ingegno multiforme e vivace, collaborò alla creazione dei caratteri (particolarmente belli i corsivi di ispirazione vicentiniana) e alle illustrazioni xilografiche, sì che è opinione del Servolini (in Casali) che il B. abbia diretto la bottega d'intaglio del Marcolini.

Non è facile identificare la produzione xilografica del B. sia per l'anonimato della maggior parte delle illustrazioni delle edizioni ma coliniane sia per la mancanza di documentazione, in quanto molte edizioni di carattere licenzioso (dell'Aretino, Tansilio, Mezzabarba, ecc.) furono distrutte per ordine dell'Inquisizione.

Delle edizioni del Marcolini (sono 150 quelle descritte dal Casali), è sicuro che il B. collaborò a due (Biblioteca Nazionale di Firenze); per il Petrarcha spirituale di Gerolamo Malipiero, stampato nel novembre 1536 "appresso la Chiesa della Trinità" dove l'officina marcoliniana si era appena trasferita dalla "Contrada di Santo Apostolo", intagliò la vignetta nel verso del frontespizio raffigurante il Petrarca a colloquio con l'autore, con Arquà nello sfondo (siglata con il monogramma B alla tedesca, attraversata da una I orizzontale); per La congiuratione de Gheldresi contra la città d'Anversa di Joannes Servilius, volgarizzata da F. Strozzi, stampata in eleganti caratteri italici dal Marcolini (del quale c'è la marca tipografica e non il nome) e uscita nell'ottobre 1543 (che, contrariamente a quanto asserito dall'Hollstein, non ha alcuna illustrazione), diede la sua collaborazione convalidata dal colophon "InVinegia per Giovanni Britto Intagliatore".

Il monogramma B attraversato dalla I può con quasi certezza essere considerato del B. in quanto due xilografi non usavano mai la medesima sigla (e per di più alla tedesca) nello stesso ambiente ed epoca, e pertanto le, diversità di stile sono da giustificarsi coi, le diverse epoche di produzione (Mauroner). Possono quindi essere ascritte al B. alcune stampe di soggetto cavalleresco, come Il paladin Astolfo e Ricciardetto fratello di Rinaldo di Montalbano (esempl. del Kupferstichkabinett di Berlino Ovest) e l'Adorazione dei Pastori dal dipinto del Tiziano ora a Pitti, databile verso il 1532-31 un tempo attribuita al Boldrini che non ha mai usato questo monogramma (contrariamente a quanto in Brulliot): questa stampa ha "parti eccellenti e del tutto tizianesche, per quanto in alcune parti il segno sia un po' monotono" e presenta affinità tecniche con la Contadina che munge del Boldrini, quasi sicuramente allievo del B. (Mauroner) e con altre stampe boldrinesche da Tiziano. Come gli altri artisti della cerchia del Tiziano, e lo stesso Marcolini, anche il B. utilizzò disegni e dipinti tizianeschi; sono identificati due ritratti di Carlo V e un Autoritratto di Tiziano, intagliati con grande maestria e riusciti interamente tizianeschi per composizione e per segno.

Un primo ritratto di Carlo V, Carolus Imperator Quintus, a mezzo busto, con corazza e spada sguainata, da un disegno posteriore al 1532, è assegnato al B. dal Mauroner: ne esistono due repliche, una rimpicciolita ma copiata con cura meticolosa (Museo Civico di Bassano) ed una in cui l'imperatore è rivestito dei paramenti imperiali (Albertina di Vienna). Del B., e databile al 1550, è un secondo ritratto di Carlo V, Il Gran CarloQuinto Imperatore (ripr. in Hirth), in busto di profilo, con corazza e senza elmo, affine per posa e coevo al dipinto del Prado di Madrid (che è dell'aprile-settembre 1548) e che - oltre ad una copia di Rubens - tramanda il ricordo di un dipinto perduto. Il magnifico Autoritratto di Tiziano, dal dipinto della collezione von Kauffman di Berlino, firmato "In Venetia per Giovanni Britto Intagliatore", con Tiziano nell'atto di disegnare con uno stilo la tavoletta da affidare allo xilografo (esem. all'Albertina, al Kupferstichkab. di Berlino Ovest e al British Museum di Londra), è pure databile al 1550 sulla scorta di una lettera dell'Aretino, "Di luglio, in Vinezia, MDI, ... Al Todesco che intaglia", ad accompagnamento di un sonetto in cui scherzosamente rimprovera "Maestro Giovanni, galante ma non troppo" di averglielo richiesto "due e tre volte il giorno" e che invia "in gratia del ritrato che del mio Titiano ponete come si vede in istampa".

Nel 1550 il B. firmò ancora per esteso la Descrittione di Bologna Maritima tolta per Inglesi à Francesi, pianta xilografica dell'assedio di Boulogne-sur-Mer posto da Enrico II nel 1549, anche importante perché ad essa è affidato il ricordo della celebre torre-faro, alta 60 metri, a 12 piani, di forma ottagonale, fatta costruire da Caligola e poi distrutta (esempl. nell'Atlante Lafréry del Lloyd Triestino, poi Beans, poi Kraus).

Fonti e Bibl.:Oltre a P. Kristeller in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, Leipzig 1911, pp. 31 s., si vedano: P. Aretino, Lettere sull'arte, a cura di E. Camesasca, II, Milano 1957, pp. 340 s. (n. DLXV); III, 2, ibid. 1960, pp. 303 s., 369, 487, 493; F. Brulliot, Dictionnaire dei monogrammes, I, Munich 1832, n. 778 (con attribuzione del monogramma del B. al Boldrini e comprensivo della precedente letteratura sull'argomento); A. Zanetti, Le premier siècle de la calcographie, Venise 1837, p. 31; G. Zaccaria, Catalogo ragionato di opere stampate per Fr. Marcolini con memorie biografiche del medesimo tipografo raccolte dall'avv. R. De Minicis, Fermo 1850; G. Hirth, Kulturgeschichtliches Bilderbuch aus drei Jahrhunderten, Leipzig-München s.d. (1880 c.), tav. 699; R. Almagià, Intorno a una raccolta di carte cinquecentesche di proprietà del Lloyd Triestino, in L'Universo, VIII (1927), p. 292; R. V. Tooley, Maps in Italian Atlases of the XVIth Century, in Imago mundi, III (1939), p. 24 n. 141; F. Mauroner, Le incisioni di Tiziano, Venezia 1941, pp. 17 s., 40-43, 62, nn. 13-16; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina ital., Firenze 1953, ad Indicem;S.Casali, Annali della tipogr. venez. di F. Marcolini da Forlì, Bologna 1953, a cura di L. Servolini, pp. 7, 10 (non num.) dell'introduz., nn. 14, 168; Short-title catal. of books printed in Italy...,in the British Museum, London 1958, pp. 623, 797; A. Choulas, Charles-Quint et le Titien. Les premiers portraits d'apparat, in L'Information de l'histoire de l'art, IX (1964), pp. 213-221; H. P. Kraus, Monumenta cartographica (catalogue 124), New York s.d. [1969], p. 58 n. 35; F. W. H. Hollstein, German engravings,etchings and woodcuts 1400-1700, Amsterdam s.d., IV, p. 207, nn. 1-3.

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