TOLOMEI, Giovanni Battista

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 96 (2019)

TOLOMEI, Giovanni Battista

Vincenzo Tedesco

– Nacque il 3 dicembre 1653 in una villa nella località di Gamberaia, presso Firenze, da Iacopo di Giovambattista, discendente del ramo pistoiese della nobile famiglia senese dei Tolomei, e dalla nobildonna fiorentina Maria Pulicciani. Ebbe come fratelli minori Maria Maddalena, badessa del monastero pistoiese di S. Maria delle Grazie, e Salvatore Francesco, che fu commissario a Cortona e a Firenze e perpetuò il ramo pistoiese della famiglia (Salomoni, 1727, pp. 9 s.).

Ricevette la sua prima formazione a Firenze dai padri gesuiti di S. Giovannino degli Scolopi; nel 1668 venne condotto a Pisa per essere avviato allo studio del diritto e seguire le orme paterne ma, stando a quanto afferma il suo principale biografo, proprio in questi anni maturò la propria vocazione religiosa, che inizialmente non trovò l’appoggio dei genitori (p. 12). Studiò poi filosofia nel Collegio Clementino di Roma, quindi di nuovo diritto, questa volta presso lo Studium di Siena, ma nella patria della sua famiglia si accostò anche alla teologia e all’Ordine dei gesuiti, maturando definitivamente il desiderio di farsi chierico, tanto che prese la tonsura e l’ostiariato e ricevette due benefici semplici.

Morto il padre intorno al 1672 (Prosopographie..., 2010, p. 1250), si recò di nuovo a Roma, dove venne accolto come novizio nella Compagnia di Gesù il 18 febbraio 1673 per poi prendere i voti semplici due anni dopo. Nel frattempo affinò la propria conoscenza della retorica e delle lingue (in particolare del greco) e, nel 1677, frequentò il corso di metafisica al Collegio romano. Nello stesso anno venne inviato a Ragusa come maestro di scuola e vi rimase fino alla fine del 1679; qui apprese la lingua locale e si distinse non solo per l’insegnamento di grammatica e retorica, ma anche per la composizione di un’orazione funebre per il patrizio Niccolò Bona, data alle stampe ad Ancona qualche anno più tardi.

Rientrato a Roma proseguì nella carriera religiosa, divenendo sacerdote nel 1684 e ricoprendo dal 1688 al 1692 la carica di «Procurator generale della sua religione», al termine della quale «fece la solenne professione de’ quattro voti» (Salomoni, 1727, p. 26); riprese, inoltre, la propria attività prima da studente e poi – soprattutto – da docente al Collegio romano, che più di ogni altra cosa lo impegnò negli anni successivi, come dimostrano i numerosi insegnamenti che tenne in diverse discipline: figura infatti nelle liste dei professori di Logica dal 1692 al 1693, di Physica dal 1693 al 1694, di Lingua Hebraica dal 1693 al 1696, di Metaphysica dal 1694 al 1695, di Ethica dal 1695 al 1696, di Controversiae dal 1698 al 1706 (Villoslada, 1954, pp. 325-334).

Come professore di filosofia, il suo insegnamento fu caratterizzato da un’innovativa interpretazione del pensiero aristotelico e dall’«apertura verso le problematiche filosofiche contemporanee, non solo dal punto di vista della fisica particolare e della sperimentazione, ma soprattutto per lo spazio teorico attribuito ai diversi sistemi filosofici, quali quello cartesiano» (Capoccia, 1999, p. 506, e 2009, passim). Le sue lezioni furono talmente apprezzate da essere edite, nel 1696, con il titolo Philosophia mentis, et sensuum; il testo ebbe poi diverse riedizioni.

Se come filosofo meritò una grande fama presso i contemporanei, tanto da essere apprezzato da intellettuali della caratura di Gottfried Wilhelm von Leibniz (cfr. von Leibniz, 1768), nel mondo cattolico godette di un prestigio anche maggiore come controversista, tanto da essere ricordato con l’appellativo di «maestro di controversie» (Villoslada, 1954, p. 229). Dopo i fasti del periodo dell’insegnamento di Roberto Bellarmino, a lungo andare la cattedra di Controversiae presso il Collegio romano era stata dismessa e fu proprio Tolomei a rinvigorire l’insegnamento di questa disciplina, battendosi e ottenendo dal preposito generale dei gesuiti Tirso Gonzalez de Santalla la restaurazione della cattedra, che gli venne affidata nel 1698.

Da Bellarmino Tolomei trasse spunto per la propria attività controversistica, rivedendo, ampliando e aggiornando con vindicationes e additiones (rimaste perlopiù manoscritte, come anche altre opere polemiche) le Disputationes de Controversiis Christianae Fidei adversus hujus temporis haereticos (Romae 1607) del suo illustre predecessore. Dieci dissertazioni di Tolomei vennero date alle stampe solo nel 1867 a cura di Giuseppe Paria.

Tra il 1698 e il 1701 ricoprì anche la carica di rettore del Collegio romano (Villoslada, 1954, p. 322), adoperandosi attivamente per lo sviluppo della Biblioteca (di cui fu anche bibliotecario), che incrementò con nuove acquisizioni (cfr. Roma, Archivio della Pontificia Università Gregoriana, Mss., 578), e del Museo Kircheriano, che dotò di «una luminosa e ricca galleria» (Salomoni, 1727, p. 41); in seguito, anche per via della sua profonda conoscenza della situazione confessionale dell’area germanica – maturata con la pratica controversistica – fu rettore del Collegio germanico-ungarico di Roma dal 1710 al 1712 (Steinhuber, 1906, p. 150).

Un personaggio così dotto e impegnato non poteva non far cadere su di sé l’occhio dei pontefici, che lo vollero promuovere ai vertici della Chiesa romana: il 18 maggio 1712, infatti, Clemente XI lo nominò cardinale con il titolo di S. Stefano al Monte Celio (cfr. Roma, Archivum romanum Societatis Iesu, Hist. Soc., 56, cc. 271r-272v) e lo inserì all’interno di alcuni prestigiosi dicasteri: a partire dal 1712 fu membro della congregazione dei Riti (di cui era consultore dal 1709) e di quella per l’Esame dei vescovi (di cui era esaminatore dal 1709), della congregazione per le Indulgenze e le sacre reliquie e di quella dell’Indice e, dal 1715, anche del S. Uffizio (Prosopographie..., 2010, p. 1251). Tra i non pochi lavori intrapresi negli anni successivi come componente degli organi centrali della Chiesa, va segnalata in particolare la presidenza di una commissione creata dal pontefice per la revisione dei libri liturgici greci (Roma, Archivio della Congregazione per la dottrina della fede, Archivum Sancti Officii Romani, Res Doctrinales, Censurae librorum ab anno 1715 ad annum 1717, cc. 433r-719v; APUG, Mss., 803). Dalle numerose relazioni che venne chiamato a redigere in questo periodo traspare una profonda conoscenza non soltanto delle discipline filosofiche e teologiche, ma anche della variegata situazione sociale e religiosa del mondo a lui contemporaneo. Come esempio ulteriore della poliedricità degli interessi di Tolomei, basti ricordare che fu anche arcade acclamato con il nome Filoteo Aridio (Gli arcadi..., 1977).

Il 14 dicembre 1725 il suo stato di salute peggiorò rapidamente a causa di una disuria che lo rese infermo in un breve lasso di tempo. Morì a Roma il 19 gennaio 1726 (Salomoni, 1727, pp. 89-97). Per sua disposizione testamentaria, fu seppellito «nella sepoltura comune de Padri del Collegio Romano» e quasi tutti i suoi beni vennero donati al Collegio romano, dove aveva vissuto per gran parte della sua vita, anche da porporato (Archivio di Stato di Roma, Notai Auditor Camerae, Joseph Peruginus, vol. 5817, cc. 68r-71v, 76v).

Opere. Puteus veritatis seu In universam Problemata [...] publice propugnata, Romae 1671; In funere Illustrissimi Domini Nicolai Bona, Joannis filii, Patritii Ragusini, Legati ad Bossinatum Proregem, qui tandem catenatus occubuit. Oratio habita Ragusii in Ducali S. Blasii templo, Anconae 1679; Philosophia mentis, et sensuum. Secundum utramque Aristotelis methodum pertractata metaphysicè, et empiricè, Romae 1696; De Christo Deo. Polemico-dogmaticae conclusiones, Romae 1698; Preces quotidianae ad impetrandam bonam mortem, Romae 1713; De Romano B. Petri Pontificatu dissertationes polemicae. Accedunt: I. Conradi Iannigii e S. I. de die martyrii b. Petri ad Io. Bapt. Ptolemaeum epistola. II. De la primauté de l’Église romaine par messire Iacques Goussault docteur de la Maison de Sorbonne a S. A. R. le Régent. Omnia bx mss. codd. Bibliothecae Collegii Romani S. I. nunc primum vulgata, Romae 1867.

Fonti e Bibl.: Roma, Archivio della Congregazione per la dottrina della fede, Archivum Sancti Officii Romani, Res Doctrinales, Censurae librorum ab anno 1715 ad annum 1717, cc. 433r-719v; Dubia, Materiae Diversae 1701-1724, cc. 626-637; Dubia Varia 1708-1730, cc. 396r-488v, 613r-705v; Dubia Varia 1754-1760, cc. 1r-157v; Archivio della Pontificia Università Gregoriana (APUG), Mss., 134, pp. 6-8, foto 12-17; 212, cc. 182r-185v; 250, pp. 206, 210-227, 394-444, 606, 610-612; 302, cc. 89r-90v, 102r-103r; 366; 367; 368; 369; 400; 404; 407; 407A; 407B; 407C; 408; 409; 410; 411; 412; 414; 415; 500; 578; 733, cc. 1r-12v; 803; 2387; Archivum romanum Societatis Iesu (ARSI), Fondo gesuitico, 526 (Informationes 186), cc. 26r-27v; 552 (Informationes 214), cc. 506r-531r; Congr., 86, cc. 19r-20/5r; Hist. Soc., 56, cc. 265r-275v; Instit., 156 (Facult. P. Generalis 1721-1767), pp. 111 s.; 181, I (Collect. de Instit. IV), c. 17rv; Rom., 119, cc. 34r-38v; 187, cc. 175v-176v; Archivio di Stato di Roma, Notai Auditor Camerae, Joseph Peruginus, 5817, cc. 68r-71v, 76v (in copia: APUG, Mss., 134, cc. 130r-132v; ARSI, Hist. Soc., 56, cc. 273r-275v); Città del Vaticano, Biblioteca apostolica Vaticana, Card. Folio.6, 2, fol. 86; Vat. lat., 8070-8074; 12885, cc. 61v-68v, 253r; Siena, Biblioteca comunale, Mss., B.X.8, cc. 311r-312v.

G. Gigli, Diario sanese, I, Lucca 1723, pp. 302 s.; C. Contucci, Oratio habita in funere Eminentissimi, ac Reverendissimi Joannis Baptistae Card. Ptolomaei Prid. kal. Februarii MDCCXXVI. in aula maxima Collegii Romani, coram Eminentissimis S. R. E. Cardinalibus, Romae 1726; P.M. Salomoni, Elogio di Giovambattista Tolomei, della Compagnia di Gesù, prete cardinale del titolo di S. Stefano Rotondo su ’l monte Celio, in Giornale de’ letterati d’Italia, XXXVIII (1727), 1, pp. 1-98; G.A. Patrignani, Menologio di pie memorie d’alcuni religiosi della Compagnia di Gesù [...]. Dall’anno 1538 fino all’anno 1728, I, Venezia 1730, pp. 186-196 (ed. aggiornata: Id. - G. Boero, Menologio di pie memorie d’alcuni religiosi della Compagnia di Gesù [...] e continuate fino ai dì nostri, I, Roma 1859, pp. 372-381); F.A. Zaccaria, Bibliotheca Pistoriensis, II, Augustae Taurinorum 1752, pp. 336-378; G.W. von Leibniz, Opera omnia, nunc primum collecta, in classes distributa, praefationibus & indicibus exornata, studio Ludovici Dutens, V, Genevae 1768, p. 561, VI, pp. 173-177, 191 s.; V. Capponi, Bibliografia pistoiese, Pistoia 1874, pp. 327 s.; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, VIII, Bruxelles-Paris 1898, coll. 86-89; A. Steinhuber, Geschichte des Kollegium Germanikum Hungarikum in Rom, II, Freiburg im Breisgau 1906, pp. 150-152; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae theologos exhibens aetate, natione, disciplinis distinctos. Editio tertia, emendata et aucta, IV, Oeniponte 1910, coll. 1034-1038; B. Jansen, Die Pflege der Philosophie im Jesuitenorden während des 17./18. Jahrhunderts, Fulda 1938, pp. 57-65; J.A. Reddington, The act of faith in the theology of Suarez according to the tenets of an unedited manuscript attributed to John Baptist cardinal Tolomei, S.J., Romae 1939 (Roma, Biblioteca della Pontificia Università Gregoriana, S.L.Tesi.PUG.29; Mag.7.BC.13); H. Jalabert, Tolomei Jean-Baptiste, in Dictionnaire de théologie catholique, XV, Paris 1946, coll. 1225 s.; R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia Catholica medii et recentioris aevi, V, Patavii 1952, p. 28; R.G. Villoslada, Storia del Collegio Romano dal suo inizio (1551) alla soppressione della Compagnia di Gesù (1773), Roma 1954, ad ind.; Enciclopedia filosofica. Seconda edizione interamente rielaborata, VI, Firenze 1967, coll. 501 s.; Gli arcadi dal 1690 al 1800. Onomasticon, a cura di A.M. Giorgetti Vichi, Roma 1977, p. 128; A. Santos Hernandez, Jesuitas y obispados, I, Madrid 1998, pp. 176-179; A.R. Capoccia, L’insegnamento della filosofia cartesiana nel Collegio Romano agli inizi del XVIII secolo, in Roma moderna e contemporanea, VII (1999), 3, pp. 499-535 (in partic. pp. 506-511); C.E. O’Neill - J.M. Domínguez, Diccionario histórico de la Compañía de Jesús, IV, Roma-Madrid 2001, pp. 3809 s.; A.R. Capoccia, Modernità e ortodossia: strategie di conciliazione e dissidenza nell’insegnamento della filosofia nei collegi gesuitici del primo Settecento, in Les Dossiers du Grihl, 2009, n. 2, pp. 1-89; Prosopographie von Römischer Inquisition und Indexkongregation 1701-1813, a cura di H. Wolf, III, 2, M-Z, Paderborn-München-Wien-Zürich-Schöningh 2010, pp. 1250-1253; I testamenti dei cardinali: G.B. T. (1653-1726), a cura di M.G. Paviolo, s.l. 2018.

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