BRANCA, Giovanni Battista

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)

BRANCA, Giovanni Battista

Armando Petrucci

Nato a Brissago, nel Canton Ticino, il 7 febbr. 1722 da Salvatore, fu avviato alla carriera ecclesiastica. Studiò teologia nel Seminario maggiore di Milano ed ivi nel 1746 recitò una dissertazione sull'utilità delle discipline epigrafiche e numismatiche (De usu in re civili,litteraria et ecclesiastica nummariae et lapidariae eruditionis, Mediolani 1746). L'anno appresso, divenuto sacerdote, si diede all'insegnamento, che esercitò prima nel seminario di Monza, poi in quello di Milano e infine nel Collegio Elvetico di quella città, ove tenne un lettorato di lingue orientali. Il 23 ag. 1764 fu fatto dottore della Biblioteca Ambrosiana, di cui tre anni dopo divenne viceprefetto.

Dall'ingresso all'Ambrosiana il B., abbandonato l'insegnamento, si dedicò a due diversi campi di studio, perseguiti con particolare fervore: la tradizione manoscritta delle Sacre Scritture e l'antica liturgia ambrosiana. Ebraista di notevoli capacità tecniche, egli incominciò nel 1766 circa, anche per invito del grande biblista di Oxford B. Kennicott, a studiare i codici biblici ebraici dell'Ambrosiana ed a raccoglierne le varianti. Per questo egli venne in contatto con altri, noti ebraisti europei, quali P. J. Bruns, C. J. Ringold, Chr. F. Schnurrer, ed anche con il massimo esponente di questa disciplina in Italia, il parmense G. B. De Rossi, il quale si avvalse ampiamente del B. per controlli sui codici ambrosiani. Ben presto il B. da un semplice lavoro di catalogazione e di collazione passò ad uno studio critico complessivo di tutta la tradizione testuale della Bibbia e soprattutto del testo ebraico in rapporto ed in confronto con la Volgata, studio per il quale si avvalse anche di collazioni di codici fiorentini e romani compiute per lui fra il 1784 ed il 1785 da G. Bugati.

Nel 1781 il B. pubblicò a Milano la prima parte, comprendente due libri, di un monumentale trattato: De sacrorum librorum latinae Vulgatae editionis auctoritate ex perpetuo in Ecclesiae usu disputatio..., Mediolani 1781. La seconda parte rimase interrotta al cap: VII del l. III: vedi la nota manoscritta di A. Mai nell'esemplare della Biblioteca Apostolica Vaticana già di sua proprietà, Mai I.XI.K.VIII.28: "L'opera non fu terminata ma restò quale è qui, perché l'Autore perdette la vista". Nella Biblioteca Ambrosiana sono conservati i materiali preparatori dell'opera, ms. A.294, e l'autografo della parte edita, ms. S.30. inf. Basate su fonti e testimonianze più di carattere indiretto, e cioè storico-letterario, che non diretto, e cioè testuale-filologico, le prolisse argomentazioni del B. finiscono per ridursi ad un'indiscriminata esaltazione del principio di autorità della Chiesa e della validità assoluta del criterio dell'uso continuato come garanzia di eccellenza testuale. In particolare, il B. intendeva affermare la autenticità del testo della Volgata in confronto ed in contrasto con il testo ebraico, di cui denunciava la scarsa attendibilità e la discendenza da un unico archetipo tardo e corrotto. In ciò egli si muoveva, con minore originalità e minor frutto, sulla stessa linea su cui contemporaneamente operavano il Kennicott e il De Rossi.

Oltre a minori opere di carattere liturgico, rimaste inedite (Memorie intorno alla Comunione dei Venerdì di Quaresima, Bibl. Ambrosiana, s. 8. Inf.; Dissertazione in occasione della ristampa del Messale sotto Filippo Visconti,affinché si tolga dal Prefazio... l'espressione "Bethlemitica rura", Ibid., P. 271, sup. 5 e S. 9. inf. 5), il B. diede anche mano ad una dissertazione polemica contro l'opera Educazione ed istruzione cristiana del teologo filogiansenista francese P. S. Gourlin, edita a Napoli in italiano nel 1776, ma non riuscì a completarla.

Negli ultimi anni di vita il B. dovette rallentare e sospendere ogni attività di studio per le cagionevoli condizioni di salute e la sopravvenuta cecità; ciononostante nel maggio del 1796 accompagnò a Pavia l'arcivescovo di Milano F. Visconti, ivi inviato da Napoleone Bonaparte per contribuire a sedare i tumulti antifrancesi scoppiati dopo l'occupazione della città. Il 13 nov. 1797, alla morte di B. Oltrocchi, di cui dettò l'epitaffio, fu fatto prefetto dell'Ambrosiana.

Il B. morì il 20 dic. 1799.

Fonti e Bibl.: Nel ms. Ambros. Sussidio H. 159 sono conservati documenti relativi al B. ed anche Alcune mem. intorno agli studi del sac.... G. B. B. raccolte nel mese di marzo del 1798, redatte da G. Bugati e P. Cighera; i mss. Ambros. Y. 178. sup. e R. 242. inf. contengono lettere sue ed a lui dirette. Vedi inoltre: G. A. Oldelli, Diz. storico-ragionato degli uomini ill. del Canton Ticino, Lugano 1807, pp. 44-47; C. R. Gregory, Textkritik des Neuen Testamentes, Leipzig 1909, p. 1332; C. Castiglioni, I prefetti della Biblioteca Ambrosiana, in Misc. G. Galbiati, II, Milano 1951, pp. 413-15.

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