BARONZIO, Giovanni

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1992)

BARONZIO, Giovanni

D. Benati

Pittore riminese attivo nella prima metà del 14° secolo. Nel 1345 firmò ("Anno D(omi)ni mill(esim)o CCC XL q(uin)to t(em)p(or)e Clementis p(a)p(e) oc opus fecit Iohannes Barontius de Arimino") il polittico raffigurante la Madonna con il Bambino in trono, santi e Storie di Cristo già nel refettorio del convento dei Frati Minori conventuali di Macerata Feltria e ora nella Gall. Naz. delle Marche di Urbino (inv. nr. 125). La sua morte avvenne prima del 1362, poiché il registro delle sepolture già esistenti entro la chiesa di S. Francesco a Rimini riporta sotto questa data l'iscrizione, in cui B. risulta già morto, apposta sulla tomba dei suoi tre figli ("Joh(ann)is Barontii, et Deutacomandi Barontii, et Comandi filii quondam Magistri Johannis Barontii Pictoris de cont. S. Agnetis"; Tonini, 1880, p. 397).Dopo il favore goduto presso la letteratura critica più antica, propensa ad assegnargli la quasi totalità dei reperti riminesi superstiti (Berenson, 1932), gli studi recenti hanno ridimensionato la portata storica di B. distinguendo la sua figura, secondo quanto propose per primo Longhi (in Brandi, 1937, p. 193), da quella del più antico omonimo al quale si deve la croce tuttora nella chiesa di S. Francesco a Mercatello, firmata e datata 1309 (Volpe, 1965, p. 62). Il catalogo delle opere di B. redatto da Volpe (1965, pp. 41-43), sul quale sostanzialmente concorda la critica successiva, assomma a pochi numeri, dai quali traspare la fisionomia di un artista cresciuto accanto a Pietro da Rimini ma propenso a una normalizzazione in senso giottesco del suo eloquio. La cifra stilistica di B., sostanzialmente arcaizzante, non manca altresì di una certa vivezza narrativa, soprattutto nelle Storie di Cristo del polittico ora a Urbino, e di una piacevole vena coloristica. Secondo Volpe, a quel polittico se ne avvicina un altro, raffigurante la Madonna in trono e otto santi, in S. Francesco a Mercatello, ritenuto talora (Sirén, 1916, p. 314; Toesca, 1951b, p. 730) opera di un suo seguace; spettano ancora a B. lo sportello di dittico con Storie di Cristo del Metropolitan Mus. of Art di New York e l'Incoronazione della Vergine già nella Coll. Hurd a New York. Più problematico appare l'inserimento entro il catalogo dello stesso artista, prospettato in termini ipotetici da Volpe (1965, p. 42), del gruppo stilistico facente capo all'Adorazione dei Magi della Coll. Gambier-Parry nella Courtauld Inst. Gall. di Londra (Storie di Cristo, Berlino, Staatl. Mus., Pr. Kulturbesitz, Gemäldegal., inv. nr. 1110; Cristo in Pietà, Avignone, Mus. du Petit Palais, inv. nr. 125; Storie di Cristo, Venezia, Gall. dell'Accademia, inv. nr. 559).Il problema degli inizi di B. è stato altresì ipoteticamente affrontato da Zeri (1958, p. 53), propenso a riferirgli l'ala di dossale con Storie di Cristo, già Corvisieri e ora nella Gall. Naz. d'Arte antica di Roma. Tale possibilità è tuttavia posta in dubbio da Volpe (1965, p. 49), che, rendendo nota la valva compagna dello stesso dossale (Valdagno, Coll. Marzotto), vi rileva un maggior livello qualitativo e propone di riferire il dossale e altre opere affini, già variamente poste in rapporto con B. (Crocifissione e santi, Roma, Mus. Vaticani, Pinacoteca, inv. nr. 54; Crocifissione, Deposizione, Discesa al limbo e santi, Bologna, Pinacoteca Naz., inv. nr. 231; Adorazione dei Magi, Crocifissione e santi, Vaduz, Coll. Liechtenstein), a un anonimo artista denominato provvisoriamente pseudoBaronzio. Più di recente questo stesso problema è stato riesaminato da Boskovits (1987, p. 17), che, notando la forte matrice giottesca presente ancora nel polittico di Urbino, ha avanzato una proposta di ricostruzione secondo la quale il percorso di B. sarebbe da articolare attraverso le fasi rappresentate dalle opere riunite sotto le denominazioni di Maestro dell'Adorazione Gambier-Parry, di Maestro della Vita del Battista e di Maestro della Santa Colomba, lungo un arco cronologico che copre tutto il secondo quarto del 14° secolo.

Bibl.: L. Tonini, Storia civile e sacra riminese, IV, Rimini nella signoria de' Malatesti, Rimini 1880, pp. 392-397; G.B. Cavalcaselle, J.A. Crowe, Storia della pittura in Italia dal secolo II al secolo XVI, IV, Firenze 1887 (19002), pp. 47-49; E. Calzini, La galleria annessa all'Istituto di Belle Arti di Urbino, L'Arte 4, 1901, pp. 364-390; A. Brach, Giottos Schule in der Romagna, Strassburg 1902, pp. 69-73; F.H. Hermanin, Gli affreschi di Giovanni Baronzio da Rimini e de' suoi seguaci in Tolentino, Bullettino della Società Filologica Romana 7, 1905, pp. 65-70; Venturi, Storia, V, 1907, pp. 858, 938ss.; L. Venturi, A traverso le Marche, L'Arte 18, 1915, pp. 1-28: 4-5; O. Sirén, Giuliano, Pietro and Giovanni da Rimini, BurlM 29, 1916, pp. 313-320; Van Marle, Development, IV, 1924, pp. 314-328; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932, p. 44 (trad. it. Pitture italiane del Rinascimento, Milano 1936); M. Salmi, La scuola di Rimini, II, RINASA 4, 1932-1933, pp. 145-201: 179-190; Mostra della pittura riminese del Trecento, a cura di C. Brandi, cat., Rimini 1935, pp. 92-94; C. Brandi, Giovanni Baronzio e Giovanni da Rimini, CrArte 2, 1937, pp. 193-199; Pittura italiana del Duecento e Trecento, a cura di G. Sinibaldi, G. Brunetti, cat. (Firenze 1937), Firenze 1943, pp. 569-577; L. Coletti, I primitivi, III, I Padani, Novara 1947, p. XIIIss.; E. Sandberg Vavalá, A Madonna by Giovanni Baronzio, BurlM 89, 1947, pp. 30-32; P. Toesca, Schedula per Giovanni Baronzio da Rimini, in Beiträge für Georg Swarzenski, Berlin 1951a, pp. 67-69; id., Trecento, 1951b, pp. 720, 722, 730; F. Zeri, Una ''Deposizione'' di scuola riminese, Paragone 9, 1958, 99, pp. 46-54: 53-54; C. Guglielmi Faldi, s.v. Baronzio, Giovanni, in DBI, VI, 1964, pp. 483-485 (con bibl.); C. Volpe, La pittura riminese del Trecento, Milano 1965; R. Longhi, La pittura del '300 nell'Italia settentrionale, in id., Opere complete, VI, Lavori in Valpadana, Firenze 1973, pp. 70-72; C. Volpe, Master of the Gambier Parry Adoration, in Early Italian Paintings and Works of Art 1300-1450, cat., London 1983, pp. 37-38; A. Bacchi, Baronzio Giovanni, in La pittura in Italia. Il Duecento e il Trecento, Milano 1986, II, p. 555; D. Benati, Pittura del Trecento in Emilia Romagna, ivi, I, pp. 193-232: 208; G. Donnini, La pittura nel XIV secolo, in Arte e cultura nella provincia di Pesaro e Urbino. Dalle origini a oggi, a cura di F. Battistelli, Venezia 1986, pp. 103-110: 104-105; M. Boskovits, Frühe italienische Malerei (Gemäldegalerie Berlin, Katalog der Gemälde), [Berlin] 1987, pp. 15-18; La pittura fra Romagna e Marche nella prima metà del Trecento. Gli apporti di Rimini e di Fabriano, a cura di R. Budassi, P.G. Pasini, cat., Mercatello 1987, pp. 25-27, 34; P. Zampetti, Pittura nelle Marche, I, Dalle origini al primo Rinascimento, Firenze 1988, p. 115; A. Marchi, L'arte: il Trecento, in Storia illustrata di Rimini, Milano 1990, p. 861; P.G. Pasini, La pittura riminese del Trecento, Milano 1990, pp. 128-142.D. Benati

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