BASSANI, Giorgio

Enciclopedia del Cinema (2003)

Bassani, Giorgio

Raffaele Manica

Narratore, poeta e saggista, nato a Bologna il 4 marzo 1916 e morto a Roma il 13 aprile 2000. L'origine ebraica di B. e l'amata Ferrara, città di famiglia, furono sempre presenti nell'impianto delle sue narrazioni, e così la comunità dell'alta borghesia ebraica venne da lui rappresentata nell'ambito della realtà socialmente varia della stessa Ferrara. La sua prosa di impostazione classica, 'marmorea', come la critica l'ha più volte definita, ma tuttavia attenta alle vicende del 'cuore', non gli impedì di cimentarsi con i particolari codici della scrittura cinematografica in cui trasferì il suo rigore espressivo, sorretto da una memoria che a un tempo evoca e giudica. L'andamento dei suoi scritti, di tipo analitico, sia nella ricostruzione degli ambienti sia nella trattazione dei personaggi, generò la ribadita insoddisfazione per le versioni cinematografiche delle sue opere, attenuata solo quando intervenne la mano, anch'essa ferrarese, di Florestano Vancini. B. sentiva infatti tradita la particolare impostazione della sua pagina di perfezionista, destinata a non essere resa nella sua completezza nella versione cinematografica. Di agiata famiglia, B. si formò nell'ambiente dell'Università di Bologna, dove fu studente pendolare da Ferrara. Ebbe come maestri lo storico e critico d'arte R. Longhi e lo storico della letteratura italiana C. Calcaterra, frequentando una cerchia di amici destinati a farsi valere nel campo degli studi già allora prediletti: tra gli altri, L. Caretti, A. Bertolucci, F. Arcangeli, A. Frassinetti. Da quegli anni, B. ammirò l'arte di G. Morandi e la poesia di E. Montale. Fu invece un altro studioso d'arte, C.L. Ragghianti, che contribuì alla sua formazione politica, avvicinandolo all'antifascismo. La consapevolezza del fondamentale intreccio tra cultura, storia e politica si formò in B. sul finire degli anni Trenta, sollecitata dalla promulgazione, nel 1938, delle leggi razziali: da allora nacque l'idea di una letteratura a forte impronta memorialistica (più ancora civile che individuale) e morale. Collaboratore di quotidiani e riviste, nel 1940 pubblicò il suo primo volume di racconti Una città di pianura, cui seguirono alcune raccolte di versi. Fu arrestato per antifascismo nel maggio del 1943 e dal dicembre dello stesso anno visse a Roma. La sua fama è legata a romanzi e a racconti prima composti separatamente, poi più volte riscritti e infine sistemati organicamente, rielaborandoli profondamente nello stile, sotto il titolo complessivo Il romanzo di Ferrara (1974, in edizione parziale, e 1980). Tra i romanzi del ciclo ferrarese divenne popolare Il giardino dei Finzi Contini, da cui Vittorio De Sica trasse un film con lo stesso titolo (1970). Primo, comunque ad avere l'idea di fare un adattamento cinematografico del romanzo era stato Valerio Zurlini, ma per dissidi sulla sceneggiatura il progetto fu abbandonato nel 1966. Fu in seguito ripreso da De Sica con la sceneggiatura di Vittorio Bonicelli e poi di Ugo Pirro, ma il progetto non fu condiviso da B., che sentì il romanzo tradito nella 'sostanza'. Altri due film furono ispirati dalle storie ferraresi, La lunga notte del '43 (1960), sceneggiato da Ennio De Concini e Pier Paolo Pasolini per la regia di Vancini e Gli occhiali d'oro (1987) diretto da Giuliano Montaldo. Anche in quest'ultimo caso B. rimase insoddisfatto, nonostante riconoscesse i meriti formali dell'opera di Montaldo. Attivo in prima persona nel cinema, B. interpretò una piccola parte in Le ragazze di piazza di Spagna (1952) di Luciano Emmer, per poi iniziare la carriera di sceneggiatore con Le avventure di Mandrin (1952) di Mario Soldati e con I nostri figli (poi rimaneggiato nel 1953 per motivi di censura, con il titolo I vinti) di Michelangelo Antonioni. In seguito B. ideò due episodi (Pi-greco e Il paraninfo) per il film Villa Borghese (1953) di Gianni Franciolini e collaborò a La provinciale (1953), tratto dal racconto di A. Moravia, e a La mano dello straniero (1954), dal racconto di G. Greene, entrambi diretti da Soldati. Sempre nel 1954 collaborò con Ennio Flaiano, Vasco Pratolini, Age e Scarpelli a Tempi nostri ‒ Zibaldone n. 2 di Alessandro Blasetti, e scrisse l'episodio Il ventaglio firmato da Soldati nel film Questa è la vita di Luigi Zampa, Soldati, Giorgio Pastina, Aldo Fabrizi. Sempre in quell'anno partecipò inoltre alle sceneggiature di La romana di Zampa, dall'omonimo romanzo di Moravia, di Senso di Luchino Visconti, e di La donna del fiume ancora di Soldati, e nel 1955 di Il prigioniero della montagna di Luis Trenker. Nel 1963 doppiò Orson Welles in La ricotta, episodio di RO.GO.PA.G. di Pasolini.

Bibliografia

Giorgio Bassani. L'homme, l'artiste, l'intellectuel engagé. Actes des Journées d'études Bassani de Rennes, des 10 et 11 février 1999, publiés sous la direction de M.P. Granisso et G. Maschio, Rennes 2000 (in partic. F.S. Gérard, Littérature et cinéma: allers et retours, pp. 33-41).

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE
TAG

Michelangelo antonioni

Alessandro blasetti

Pier paolo pasolini

Lunga notte del '43

Gianni franciolini