Lascaris, Giano

Enciclopedia machiavelliana (2014)

Lascaris, Giano

Maria Agata Pincelli

Nato nel 1445 a Costantinopoli da famiglia di stirpe imperiale, L. trascorse i primi anni di vita seguendo le peregrinazioni del padre Giorgio. Da Venezia, dove sembra giungesse intorno al 1464, si trasferì a Padova dove fu allievo di Demetrio Calcondila. Forse su invito di quest’ultimo, L. si recò a Firenze dove, entrato nella cerchia di Lorenzo de’ Medici, fu incaricato di delicate missioni diplomatico-erudite in Oriente: oltre a cercare codici greci per la biblioteca medicea, L. doveva raccogliere informazioni sulla situazione politica e militare dell’impero ottomano. Per conto del Magnifico compì due viaggi nel 1490 e nel 1492; rientrato a Firenze, dove nel frattempo Piero de’ Medici era succeduto al padre, ottenne la cattedra di greco allo Studio dove ebbe come collega il Poliziano con cui i rapporti furono sempre piuttosto tesi. A Firenze pubblicò nel 1494 la prima edizione dell’Antologia Planudea, stampata da Lorenzo d’Alopa utilizzando una scrittura maiuscola di ispirazione epigrafica, con cui L. intendeva proporre una riforma grafica in linea con quella che gli umanisti avevano realizzato sul fronte latino. Con la discesa dell’esercito francese in Italia e la caduta dei Medici, L. passò al servizio di Carlo VIII in cui confidava per la liberazione di Costantinopoli dai turchi. Trasferitosi in Francia, si guadagnò la stima e la protezione del potente cardinale di Rouen, Georges d’Amboise, grazie al quale Luigi XII, succeduto a Carlo VIII, lo ammise nella sua corte. L. accompagnò il nuovo re di Francia in Italia nella campagna per la conquista del ducato di Milano negli anni 1499-1500; fece ritorno in Italia nel 1503 per una missione diplomatica a Venezia e poi per il conclave che elesse Pio III. Dal 1504 al 1509 fu ambasciatore francese presso la Serenissima, alternando l’attività diplomatica agli studi eruditi; nel 1511 fu nominato oratore presso Giulio II, ma maggior fortuna ebbe con il successore Leone X, di cui divenne un fidato collaboratore: il papa Medici, infatti, gli affidò non solo incarichi diplomatici, ma anche l’organizzazione del Collegio greco del Quirinale. L. si trattenne a Roma fino al 1518; si trasferì quindi in Francia e poi a Milano, dove intendeva istituire un Collegio greco sotto gli auspici di Francesco I. Dopo diverse peregrinazioni, tra il 1529 e il 1530 fece ritorno a Roma, accolto dagli amici eruditi e sotto la protezione del cardinale Niccolò Ridolfi, e qui morì il 7 dicembre 1534.

In una lettera ai Dieci del 6 settembre 1506 (LCSG, 5° t., pp. 450-51), M. cita le missive inviate da L. da Venezia in cui l’erudito bizantino comunicava l’arrivo nella città lagunare di quattro oratori inviati dall’imperatore.

A Lascar, il ms. Vaticano lat. 2968 (del 16° sec.), c. 1r, attribuisce una versione latina di frammenti del sesto libro polibiano.

Bibliografia: A. Pontani, Per la biografia, le lettere, i codici, le versioni di G. Lascaris, in Dotti bizantini e libri greci nell’Italia del secolo XV, a cura di M. Cortesi, V. Maltese, Napoli 1992, pp. 363-433; M. Ceresa, Lascaris Giano, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 63° vol., Roma 2004, ad vocem.

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