CIPELLI, Giambattista

Enciclopedia Italiana (1931)

CIPELLI, Giambattista (detto Egnazio)

Emilio SANTINI

Nacque a Venezia circa il 1473. Amico del Bembo e di Erasmo, insegnò privatamente lettere latine a Venezia sin dal 1496, di che nacque una polemica accanita con Marco Antonio Sabellico, pubblico professore, la quale durò finché il Sabellico prossimo a morte (1506) non volle riconciliarsi col suo avversario, che disse di lui l'elogio funebre. Indossato l'abito ecclesiastico, l'Egnazio fu eletto piovano di S. Basso nel 1511 e priore dell'ospedale di S. Marco, e già prima aveva ottenuto dalla repubblica il titolo di notaio. Nel 1515 fu inviato a complimentare a Milano il re Francesco I, missione che gli attirò l'odio di Carlo V. Infine nel 1520 ebbe la pubblica cattedra di eloquenza, che tenne con grande plauso fino al 1549, quando gli fu concesso il chiesto riposo. Morì nel 1553.

L'Egnazio attese principalmente a curare e commentare le edizioni di classici pubblicate da Aldo Manuzio; ma molto anche scrisse di suo: orazioni, epistole, versi, un'opera De Caesaribus, che va da Giulio Cesare a Massimiliano (1516), e un De exemplis virorum illustrium venetae civitatis a imitazione di Valerio Massimo.

Bibl.: G. Degli Agostini, Notizie storiche spettanti alla vita e agli scritti di B. E., in Calogerà, Raccolta degli opuscoli, XXXIII, 1745, p. 1 segg.; Japanni, Notizia breve di G. B. C., Treviso 1836.

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