Acèrbo, Giacomo

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Uomo politico (Loreto Aprutino 1888 - Roma 1969), prof. di economia e politica agraria nell'univ. di Roma (dal 1927). Più volte decorato al valor militare, deputato fascista (1921), dopo la marcia su Roma fu sottosegretario alla presidenza del Consiglio fino al 1924 (in quell'anno fu creato barone dell'Aterno), quindi vicepresidente della Camera (1920), ministro dell'Agricoltura e Foreste (1929-35) e delle Finanze (dal 5 febbraio al 25 luglio 1943). Membro del Gran Consiglio del fascismo, il 25 luglio 1943 votò contro Mussolini, onde fu condannato a morte in contumacia dal tribunale fascista di Verona (genn. 1944), arrestato sotto il governo Bonomi, fu condannato a 30 anni per "atti rilevanti", ma poi amnistiato. Op. princ.: Storia e ordinamento del credito agrario nei diversi paesi (1929), Le riforme agrarie del dopoguerra in Europa (1931), La cooperazione agraria in Italia (1932), La economia dei cereali nell'Italia e nel mondo (1934), I cereali, studio storico-economico (1954), Proposta di legge sulla riforma fondiaria, integralità della bonifica e formazione delle proprietà contadine (1956). Ha lasciato anche un volume di ricordi autobiografici (Tra due plotoni di esecuzione, 1968).

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