SCELSI, Giacinto Ignazio Maria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 91 (2018)

SCELSI, Giacinto Ignazio Maria

Manfredi Alberti

– Nacque, penultimo di dodici figli, il 30 luglio 1825 a Collesano, nel Palermitano, da Benedetto, fabbro, e da Rosa D’Agostino.

Uno dei suoi fratelli, il canonico Giuseppe Nicolò, lo accolse a Palermo e lo seguì nel percorso liceale. Intraprese quindi gli studi di legge presso l’Università di Palermo, conseguendo la laurea nell’aprile del 1847 e divenendo successivamente avvocato. Durante il periodo universitario frequentò Francesco Crispi, stringendo con lui un’amicizia destinata a durare. Non ebbe modo di intraprendere la professione in quanto partecipò alla rivoluzione del 1848, durante la quale ricoprì l’ufficio di commissario straordinario di Cefalù. In quel periodo diresse il giornale satirico-politico La Forbice, dalle cui colonne coniò il soprannome di Re Bomba riferito a Ferdinando II di Borbone.

Nel 1849, fallita la rivoluzione, dovette imbarcarsi per Marsiglia, da dove raggiunse Genova per poi trasferirsi a Torino. Qui insegnò economia all’istituto di commercio, dedicandosi anche ad alcuni lavori di carattere letterario e storico, per lo più rimasti inediti. Nel 1854, insieme ad Agostino Depretis, Cesare Correnti e altri, concorse alla fondazione del quotidiano progressista Il Diritto, anche se le sue posizioni politiche, fino ad allora moderatamente democratiche, si sarebbero avvicinate di lì a poco a quelle cavouriane. Nel 1858 iniziò a collaborare con il periodico temperato L’Unione, e l’anno seguente diede alle stampe il fortunato libretto Il conte di Cavour e l’Italia (Torino 1859), in cui rimarcava le capacità diplomatiche dello statista piemontese; nel giugno dello stesso anno fu poi inviato a Firenze per una missione segreta presso il presidente del governo toscano Bettino Ricasoli.

Nel maggio 1860 Scelsi rientrò in Sicilia clandestinamente sotto falso nome, e dopo la conquista di Palermo ricevette da Giuseppe Garibaldi, su indicazione di Crispi, l’incarico di commissario straordinario di Cefalù. Ad agosto, dopo la liberazione dell’isola, il prodittatore Depretis lo nominò commissario straordinario di Noto. La buona reputazione maturata sul campo gli consentì così un precoce inizio della carriera prefettizia: subito dopo la proclamazione del Regno d’Italia fu nominato prefetto di Agrigento, divenendo a soli trentasei anni il più giovane prefetto d’Italia. In Sicilia ricevette violenti attacchi da parte dei notabili locali a seguito dello stile efficientista e modernizzante che provava a imporre nell’amministrazione. Nel 1862 fu trasferito ad Ascoli Piceno, dove si distinse per la lotta al brigantaggio e i buoni rapporti con le autorità ecclesiastiche.

In quella sede pubblicò la prima di una lunga serie di monografie statistiche, Condizioni economiche, morali e politiche della provincia di Ascoli Piceno esposte al Consiglio Provinciale nella sessione ordinaria del 1864 (Ascoli Piceno 1864), cui fecero seguito: Statistica generale della provincia di Sondrio (Milano 1866); Statistica generale della provincia di Capitanata (Milano 1867); Condizioni economiche e morali della provincia di Como (Como 1869); Statistica generale della provincia di Reggio nell’Emilia (Milano 1870); Statistica della provincia di Ferrara (Ferrara 1875); Statistica della provincia di Pesaro e Urbino (Pesaro 1881). I volumi avevano una chiara omogeneità d’impianto, ed erano costruiti sulla base di rilevazioni approntate per l’occasione, su aspetti geografici, economici, demografici, sociali, scolastici e sanitari. Tali inchieste nascevano dall’attività di rendicontazione annuale imposta ai prefetti dalla legge comunale e provinciale, e rispondevano a una concezione della statistica, di ascendenza napoleonica, come strumento per il buon governo e il progresso economico. Per questi lavori, originali e innovativi nel panorama dell’epoca, già nel 1869 Scelsi ricevette dal ministero dell’Agricoltura una medaglia d’argento.

Ad Ascoli Piceno nel 1862 sposò Corinna Sidoli, che aveva conosciuto a Torino frequentando il salotto della madre Giuditta Bellerio, compagna e poi amore romantico di Giuseppe Mazzini. Dal matrimonio con Corinna nacque nel 1863 una figlia alla quale venne dato il nome della nonna. Corinna morì nel 1867, e solo nel 1876 Scelsi avrebbe sposato in seconde nozze la milanese Gina Guicciardi, con la quale avrebbe avuto tre figli maschi: Benedetto, anch’egli avviato alla carriera prefettizia, Lionello, futuro diplomatico e direttore del Credito Italiano, e Guido, destinato alla carriera militare.

Dopo Ascoli Piceno Scelsi continuò la carriera prefettizia nelle province di Sondrio, Foggia, Como, Reggio Emilia, Messina, Ferrara, Mantova, Brescia, Pesaro e Urbino, Livorno, Modena, Bologna e Firenze.

A Foggia, dove restò dal novembre 1865 all’aprile 1867, approvò un complesso piano di bonifica e irrigazione, ottenendo anche la concessione di contributi per la costruzione di strade comunali nell’area del Gargano. Significativa fu anche la sua esperienza a Reggio Emilia (ottobre 1868-luglio 1872): in campo scolastico promosse l’istruzione femminile e tecnico-professionale, mentre sul terreno economico-sociale sostenne lo sviluppo dell’industria e del credito, convincendo i dirigenti della locale Cassa di Risparmio a investire il 5,5% dei depositi nello sviluppo della manifattura. Si interessò inoltre al rafforzamento delle società di mutuo soccorso e delle cooperative, sostenendo la creazione della Banca Mutua Popolare, avvenuta nel 1870.

Negli anni successivi fu accusato di scarsa fermezza nella gestione dell’ordine pubblico: così accadde a Messina, dove fu in servizio dal luglio 1872 all’agosto 1873, e più tardi a Livorno (agosto 1881-luglio 1882), specialmente in occasione dei disordini scoppiati dopo la morte di Garibaldi. Nel gennaio 1884 giunse a Modena, dove affrontò con provvedimenti di carattere eccezionale la gravissima emergenza provocata dal colera. Nell’agosto 1885 fu posto in aspettativa per problemi di carattere psichico, che lo portarono a entrare in cura presso un manicomio.

Ripresosi dalla malattia e desideroso di ritornare in servizio, Scelsi visse l’ultima parte della carriera sotto l’influenza delle alterne fortune politiche dell’amico Crispi: nel maggio 1887 venne richiamato in servizio e nominato prefetto di Bologna, dove riuscì ad affrontare la situazione di tensione provocata dagli scioperi nel settore edilizio. Durante i quattro anni di permanenza intervenne attivamente nelle elezioni a sostegno dei candidati ministeriali, e non a caso nel dicembre 1890, quasi a premiarlo per l’appoggio al governo, Crispi sostenne la sua nomina a senatore. Lasciò la carica di prefetto nel settembre 1891, dopo la caduta del secondo governo Crispi.

Nella veste di senatore Scelsi fu relatore di diversi progetti di legge, fra cui quello sulle strade comunali obbligatorie, quello sulle guardie di pubblica sicurezza, e, di particolare importanza, quello relativo agli infortuni sul lavoro.

La sua ultima esperienza da prefetto, a Firenze, si concluse nel 1896 in coincidenza con le dimissioni del quarto governo Crispi.

Socio corrispondente di molte accademie scientifiche e letterarie, nel corso della carriera Scelsi ricevette anche diverse onorificenze per le campagne risorgimentali. Fu nominato grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia, commendatore dell’Ordine Mauriziano, grande ufficiale dell’Ordine di San Stanislao di Russia e gran cordone dell’Ordine della Corona d’Italia.

Morì a Roma il 6 maggio 1902.

Opere. Oltre ai testi editi già menzionati e agli interventi parlamentari vanno ricordati: Novelle. Odi cavate dai lamenti di Geremia ed altre poesie, Palermo 1845; diverse biografie per i due volumi del Panteon dei martiri della libertà italiana, Torino 1851; Discorso al Consiglio Provinciale di Ascoli-Piceno, Ascoli-Piceno 1862.

Fonti e Bibl.: Documenti relativi all’attività di Scelsi, tra cui alcune lettere a lui indirizzate da parte di Crispi, Urbano Rattazzi e Nino Bixio, sono conservati tra le carte del nipote compositore Giacinto, presso l’Archivio della Fondazione Isabella Scelsi di Roma. Lettere di Scelsi sono altresì presenti negli epistolari dei personaggi con i quali fu in contatto. Presso l’Archivio centrale dello Stato a Roma, all’interno del fondo del ministero dell’Interno, oltre alla documentazione riferita alla sua attività di prefetto, è possibile consultare un fascicolo personale a lui intestato (Direzione generale degli affari generali e del personale, Personale fuori servizio, I serie, f. 91306, ‘Scelsi’); all’interno delle Carte Crispi-Roma (scatola 29, f. 225, s.f. I, reg. Prefetti del Regno, 1887, ‘Giacinto Scelsi’), conservate presso l’Archivio centrale dello Stato, è altresì presente una biografia di Scelsi, pubblicata da E. Gustapane, I prefetti dell’unificazione amministrativa nelle biografie dell’Archivio di Francesco Crispi, in Rivista trimestrale di diritto pubblico, XXXIV (1984), 4, pp. 1061 s. Inoltre: G. Stopiti, S. comm. G. senatore del Regno, Roma 1891; Confederazione fascista dei professionisti e degli artisti, Dizionario dei Siciliani Illustri, Palermo 1939, pp. 408 s.; G. De Giorgio, Figure di grandi siciliani scomparsi: G. S., Palermo 1940; L. Gambi, Le “statistiche” di un prefetto del Regno, in Quaderni storici, 1980, vol. 45, pp. 823-866; A. Preti, Caratteri e limiti dello sviluppo industriale, in Storia dell’Emilia Romagna, a cura di A. Berselli, III, Bologna 1980, pp. 335 s.; P. Di Cicco, G. S. e la sua indagine sulla Capitanata, in Archivio di Stato di Foggia, 1860-1870. I problemi dell’Unità in Capitanata (catal.), Foggia 1983, pp. 13-24; M. Missori, Governi, alte cariche dello Stato, alti magistrati e prefetti del Regno d’Italia, Roma 1989; G. Melis, Storia dell’amministrazione italiana (1861-1993), Bologna 1996, pp. 81, 149; P. Sorcinelli, La scuola in una realtà provinciale: l’inchiesta del prefetto G. S. (1881), in Atti del Convegno..., Alghero... 1994, a cura di L. Romaniello, Milano 1996, pp. 137-144; C. Duggan, Creare la nazione. Vita di Francesco Crispi, Roma-Bari 2000, pp. 118, 859; L. Cucchiella, Prefetti politici e prefetti di carriera: G. S. ed Efisio Salaris, in La moralità dello storico. Indagine storica e libertà di ricerca. Saggi in onore di Fausto Fonzi, a cura di A. Ciampani - C.M. Fiorentino - V.G. Pacifici, Soveria Mannelli 2004, pp. 183-203;Tra Stato e società civile. Ministero dell’Interno, prefetture, autonomie locali, a cura di M. De Nicolò, Bologna 2006, pp. 30, 105, 126, 142-144; Repertorio biografico dei Senatori dell’Italia liberale 1861-1922, a cura di F. Grassi Orsini - E. Campochiaro, Roma 2009; L. Martinis, G. S.: rivoluzionario e uomo d’ordine, in I suoni, le onde... Rivista della Fondazione Isabella Scelsi, 2011, vol. 26, pp. 3-7; R. Scelsi, G. S., senatore del Regno d’Italia. Una biografia, ibid., pp. 8-10; Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale I senatori d’Italia, II, Senatori dell’Italia liberale, http://notes9.senato.it/ web/senregno. nsf/S_l2?OpenPage.

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