Geti

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(gr. Γέται) Antica popolazione di stirpe tracia della bassa valle del Danubio, che alcuni autori antichi (Plinio il Vecchio, Appiano) identificano con i Daci, mentre altri, come Strabone,  dicono essere da essi distinti pur se senz’altro connessi (seguendo le sue indicazioni si possono localizzare i G.  nelle regioni comprese fra il Mar Nero e i Carpazi - Dobrugia, Valacchia e Moldavia -, mentre i Daci vanno identificati con il ramo della Transilvania). Nomadi e pastori, con un’ottima cavalleria, furono sottomessi da Dario nella spedizione scitica (513 a.C.); fecero poi parte del regno tracio degli Odrisi e di quello di Lisimaco. Durante le guerre mitridatiche Lucullo ne occupò il territorio e, dopo l’effimero regno dacio-getico di Burebista (65-44), i G. entrarono definitivamente nell’orbita romana.

La civiltà geto-dacica, la cui definizione è applicabile alla tarda età del Ferro, nacque dalla fusione di apporti scitici, celtici ed ellenistici. La sua fioritura iniziò con il 2° sec. a.C. e culminò nei due secoli precedenti la conquista romana (106 d.C.). La cultura materiale è costituita prevalentemente da oggetti in ferro (armi, utensili, attrezzi agricoli) e dalla ceramica (in forme sia locali sia di imitazione ellenistica). L’aspetto saliente di questa civiltà sono gli insediamenti fortificati situati su alture, talvolta con santuario annesso. Tali impianti si addensavano sulle Alpi Transilvaniche occidentali, dove una fortezza principale, identificata con Sarmizegetusa (od. Grădiştea Muncelului), era contornata da una serie di poderose cittadelle che ne assicuravano la protezione (Bildaru, Costeşti, Bănița, Piatra Roşie, Fețele Albe, Căpîlna). Strutture analoghe e complessi palaziali con santuario sono attestati anche a Cozla e Bîtca-Doamnei (Moldavia), Popeşti (nei pressi di Bucarest), Ocnița (Oltenia). Lo sviluppo della toreutica, nonostante le notizie del favoloso bottino di Traiano, appare invece modesto. Gli oggetti più lussuosi (coppe del tesoro di Sîncrăieni) sono in argento, come pure gli ornamenti personali di maggior pregio. Il rito funerario prevalente era la cremazione, che continuò in età romana nella grande necropoli di Soporul de Cîmpie e altrove.

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