GERUSALEMME

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

Vedi GERUSALEMME dell'anno: 1960 - 1994

GERUSALEMME (v. vol. III, p. 850 e S 1970, p. 581, s.v. Palestina)

G. Palumbo

Gli scavi nel quartiere ebraico, diretti da N. Avigad, sono proseguiti negli anni '70 e '80. Dal 1978 alla sua morte (1987), Y. Shiloh ha diretto gli scavi della Città di David per conto dell'Università Ebraica di Gerusalemme. Numerosi scavi sono stati inoltre effettuati in altre zone della città: nel quartiere cristiano, in quello armeno, nella Cittadella, nella Chiesa del Santo Sepolcro e sulla «Collina francese», presso il Monte Scopus.

Quartiere ebraico. - Gli scavi sono proseguiti in numerose aree, in relazione al piàno di ricostruzione del quartiere da parte della municipalità di Gerusalemme. Secondo gli archeologi israeliani, i ritrovamenti più importanti sono relativi agli strati dell'Età del Ferro II, che poggiano sul terreno vergine o direttamente sulla roccia. Resti di fortificazioni databili all'VIII-VII sec. a.C. sono venuti alla luce in diverse aree: in quella W, presso la Jews' Street, segni di distruzione e numerose punte di freccia sono forse ricollegabili alla battaglia per la conquista della città da parte dei Babilonesi, nel 587 a.C. Al di sopra di queste fortificazioni ne sono state rinvenute altre, comprendenti anche una torre, del periodo asmoneo (II sec. a.C.). I pochi resti del periodo romano nell'area W sono forse da attribuire all'accampamento della X legione, presente in quest'area fra il 70 e il 132 d.C., cioè fra la distruzione di G. da parte di Tito e la fondazione di Aelia Capitolina.

Nell'area X sono stati scavati c.a 80 m del cardo maximus di epoca bizantina, che in questo punto è molto largo (22,5 m), fiancheggiato da portici colonnati (rappresentati sulla «mappa» di G. del mosaico di Madaba). Nell'area T2 la sequenza stratigrafica è simile a quella riscontrata in altre aree: gli strati dell'Età del Ferro II (VIII-VII sec. a.C.) testimoniano l'occupazione della collina occidentale di G. anteriormente alla conquista babilonese; vi è poi un'interruzione dell'occupazione fino al periodo asmoneo (II sec. a.C.). Durante il regno di Erode e dei suoi successori, nell'intera area del quartiere ebraico furono costruite lussuose case private, molte delle quali sono state scavate, rivelando ricchi mosaici e muri con intonaci dipinti. Gli scarsi resti di epoca romana sono seguiti da notevoli strutture di epoca bizantina. Edifici islamici e crociati sono presenti negli strati superiori di numerose aree degli scavi.

Città di David. - Gli scavi diretti da Y. Shiloh hanno avuto come scopo principale quello di chiarire l'estensione e la consistenza dell'insediamento durante l'Età del Ferro, come anche di stabilire un'accurata sequenza stratigrafica dell'occupazione in quest'area. Per la prima volta sono venute alla luce ceramiche calcolitiche in contesti esclusivamente di questo periodo; al Bronzo Antico I, noto fino a poco tempo fa solo attraverso ceramiche rinvenute sporadicamente, sono da attribuire alcune strutture domestiche, appartenenti a un insediamento non fortificato. Oltre al riesame di strutture già conosciute attraverso scavi e studi precedenti, le recenti esplorazioni hanno portato alla luce nuovi importanti elementi: nell'area E1 sono stati rinvenuti tratti delle fortificazioni del Bronzo Medio IIB, che furono incorporate più tardi nelle mura dell'Età del Ferro. Nell'area G sono state scavate grandi sezioni di una piattaforma in pietra che doveva costituire la base per la fortezza del Bronzo Tardo II. Nel 1982 l'area D ha rivelato - nell'ambito di una precisa stratigrafia - un chiaro contesto dell'Età del Ferro I (XII-X sec. a.C.). Un grande muro in pietra, a gradoni, alto oltre 17 m e largo 16 m, datato al X sec. a.C., è stato scavato nell'area G: probabilmente esso faceva parte dei sistemi di rinforzo alla base dell'acropoli. Al di sotto di questa grande struttura sono stati rinvenuti resti della fortezza del Bronzo Tardo, e, ai suoi piedi, case dell'Età del Ferro II, costruite su due terrazze: su quella superiore la casa meglio conservata, detta «di Aḥiel», è costituita da alcune stanze, la più grande delle quali era dotata di quattro colonne; una casa vicina (la «Casa bruciata») conteneva ceramica, oggetti vari, tasselli di avorio per intarsi e parti di legno carbonizzato, intagliati in rilievo con motivi simili a quelli degli avori. Nella terrazza inferiore i resti architettonici hanno subito maggiori danni. Da un angolo di una delle abitazioni (la «Casa delle cretule»), tuttavia, proviene un gruppo di cretule con impronte di sigilli raffiguranti semplici disegni e brevi iscrizioni, che generalmente indicano il nome del proprietario del sigillo e il suo patronimico. Queste cretule sigillavano dei rotoli di papiro: questo motivo e il raro ripetersi di uno stesso nome sui sigilli fanno pensare che gli ambienti facessero parte di un edificio amministrativo. Tutte le case scavate sulle terrazze dell'area G sono datate alla fine dell'Età del Ferro II, e la loro distruzione è dovuta alla conquista babilonese del 587 a.C.

Stesse date di costruzione e distruzione sono state assegnate a un grande edificio del tipo «a quattro vani» rinvenuto nell'area El («Ashlar building»), il cui muro meridionale è conservato per oltre due metri di altezza, e i cui angoli sono costruiti con blocchi di pietra di dimensioni inusuali.

Al di fuori della cinta muraria sono alcuni gruppi di modeste case appartenenti esclusivamente allo strato 12 (VIII sec. a.C.).

Altre ricerche nell'area della Città di David hanno rivelato la presenza di una notevole opera di terrazzamento di periodo asmoneo (II sec. a.C.) nell'area D; si è condotto, inoltre, un riesame accurato dei sistemi di approvvigionamento idrico, soprattutto per quanto riguarda il sistema di pozzi e gallerie comprendenti le gallerie di Siloe, Giḥon ed Ezechia e il c.d. pozzo di Warren.

Altre aree. - Nella Chiesa del Santo Sepolcro uno spazio messo in luce sul retro della Cappella di S. Elena è forse ciò che resta di una cava sotterranea. Vi sono stati rinvenuti frammenti ceramici dell'Età del Ferro II, e alcuni muri di epoca romana e bizantina. Su uno di questi era ben visibile il disegno di una nave da trasporto romana, affiancato dall'iscrizione domine ivimus, forse il disegno di un pellegrino, eseguito al tempo della costruzione della basilica costantiniana.

Gli scavi nell'area della Cittadella, diretti da H. Geva, hanno rivelato tracce di muri dell'Età del Ferro IIC, forse fortificazioni, che, assieme alle scoperte nel quartiere ebraico, secondo gli archeologi israeliani testimoniano l'espansione della città di questo periodo sulla collina occidentale; gli archeologi inglesi contestano tuttavia la validità di queste conclusioni e continuano a ritenere che G. si estese sulla collina occidentale solo con Erode. Gli strati successivi mostrano fortificazioni di periodo asmoneo ed erodiano. Gli scarsi resti di epoca romana sono forse da attribuire alla presenza degli accampamenti della X legione dopo la distruzione del 70 d.C., ricalcando la situazione già osservata nell'area del quartiere ebraico. In periodo bizantino le fortificazioni furono potenziate, mentre in periodo islamico venne costruito un nuovo sistema di difesa, che comprendeva una torre circolare, forse parte del muro di cinta di una cittadella, che venne infine rafforzata e ingrandita in epoca crociata.

Presso la Porta di Damasco sono venute alla luce diverse tombe di epoca bizantina, e alcune dell'Età del Ferro II.

Tombe con ossuari di periodo ellenistico ed erodiano sono infine state scoperte sulla «Collina francese» presso il Monte Scopus: i ritrovamenti comprendono ceramiche, unguentari e ossuari in pietra talvolta decorati in bassorilievo con motivi floreali e geometrici. Nella stessa area sono state scavate installazioni industriali del I sec. d.C. comprendenti frantoi per la produzione dell'olio d'oliva.

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Santo Sepolcro: V. C. Corbo, II Santo Sepolcro di Gerusalemme, Gerusalemme 1982; M. Broshi, G. Barkay, Excavations in the Chapel of St. Vartan in the Holy Sepulchre, in IsrExplJ, XXXV, 1985, pp. 108-128.

Altre aree: J. F. Strange, Late Hellenistic and Herodian Tombs at French Hill, Jerusalem, in BASOR, 219, 1975, pp. 39-67; L. T. Geraty, A Thrice Repeated Ossuary Inscription from French Hill, Jerusalem, ibid., pp. 73-78; G. Barkay, A. Kloner, Burial Caves North of Damascus Gate, Jerusalem, in IsrExplJ, XXVI, 1976, pp. 55-57; A. Kloner, A Tomb of the Second Temple Period at French Hill, Jerusalem, ibid., XXX, 1980, pp. 99-108.