Geróne I tiranno di Siracusa

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Secondogenito di Dinomene, dopo essere stato posto al governo di Gela dal fratello Gelone, gli succedette nel 478-77 a. C. nella signoria di Siracusa. Venuto in conflitto con il fratello minore Polizelo, mosse contro Terone di Agrigento che aveva accolto presso di sé Polizelo; ma il poeta Simonide scongiurò il conflitto (476). Quindi Gerone, trasportati a Leontini gli abitanti di Nasso e di Catana, stanziò in quest'ultima città una colonia militare dorica dando alla nuova fondazione il nome di Etna. Intervenne anche nelle faccende della Magna Grecia, compiendo un passo diplomatico per proteggere Locri da Anassilao di Reggio (477-76) e difendendo Scidro e Lao da Crotone (476). Nel 474 accorse in aiuto dei Cumani minacciati dagli Etruschi, contro i quali riportò, nelle acque di Cuma, una splendida vittoria, esaltata da Pindaro e attestataci, tra l'altro, da due elmi di bronzo con dedica, inviati e ritrovati a Olimpia; in seguito ad essa, G. dedusse una colonia a Pitecusa e vi costruì un castello. Nel 472 sconfisse al f. Akràgas il successore di Terone, Trasideo. Morì nel 466 e fu sepolto in Etna. Ebbe una corte splendida ove convennero Eschilo, Pindaro, Simonide, Bacchilide, Epicarmo. Partecipò ai giochi di Delfi e d'Olimpia, in cui i suoi cavalli riportarono vittorie celebrate dagli inni di Pindaro e di Bacchilide.

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