GERMANIA

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

GERMANIA (XXXII, p. 667)

Pino FORTINI
Clarice EMILIANI
Alberto BALDINI
Carlo DE ANGELIS
Ugo FISCHETTI
Anna Maria RATTI
Carlo ANTONI
Ernst RABEL

Il 13 marzo 1938 i territorî della repubblica austriaca sono passati a far parte, come un Land, del Reich tedesco. In base ai risultati del convegno di Monaco del 29 settembre 1938, sono entrati a far parte del Reich anche i territorî sudetici. I dati che seguono aggiornano la voce germania per i territorî spettanti al Reich prima di queste annessioni.

Popolazione (p. 681). - Secondo il censimento del 1933 la popolazione del Reich ammontava a 66.029.000 ab., con un aumento assoluto, rispetto al precedente censimento (1925) di 2.848.741 persone ed un aumento percentuale annuo del 0,56%. Alla fine del 1937 si calcolava che la Germania avesse ormai raggiunto i 68.000.000 di abitanti, quanti cioè ne contava alla vigilia della guerra mondiale, su una superficie di 540.854 kmq. Dalle cifre precedenti appare chiaramente che, superato il periodo di assestamento dovuto alla guerra mondiale, durante il quale il ritmo demografico si era molto abbassato, l'incremento della popolazione torna di nuovo ad essere notevole. In quanto al movimento naturale del popolo tedesco va ricordato che, in seguito alla crisi economica, la natalità, che già nell'immediato dopoguerra aveva subito una forte contrazione, si ridusse ancora in maniera allarmante. Per combattere la denatalità il governo adottò un piano di rieducazione sociale, ispirato a concetti etico-razzisti, al quale piano collegò poi varî provvedimenti di carattere economico, atti a facilitare la creazione di nuove famiglie (prestiti nuziali) e ad incoraggiare la natalità. In seguito a ciò si nota una sensibile ripresa nel numero delle nascite che dal 14,7‰ nel 1933 sale al 18 nel 1934, al 18,9 nel 1935, al 19,0 nel nel 1936. Di conseguenza, l'incremento naturale risultò per gli stessi anni anch'esso in aumento (7,00‰; 7,1; 7,2), ma non in proporzione alle nascite, poiché nello stesso periodo si innalzò anche la percentuale di mortalità (10,9‰; 11,8; 11,8). Per quanto riguarda le confessioni, al censimento del 1933 il 62,7% della popolazione era protestante, il 32,5% cattolico, il 0,7% era rappresentato da Ebrei, nel numero dei quali, per i noti provvedimenti antisemiti, si è verificata tra il 1933 e il 1935 una diminuzione di 64.697 ab.

Condizioni economiche (p. 693). - Com'è noto, una delle parti più importanti del piano autarchico tedesco si rivolge all'agricoltura. Numerose leggi, tra cui l'inalienabilità delle proprietà da 7 a 125 ha., il vincolo alla forma agricola, il conferire obbligatoriamente i varî prodotti agli ammassi governativi, l'imposizione dei prezzi di vendita, tendono a mettere sotto la tutela dello stato l'agricoltura che è inoltre incoraggiata da provvedimenti di vario genere. Tutto ciò ha recato un notevole impulso alla già progredita agricoltura che, grazie a metodi sempre più razionali, cerca di aumentare al massimo la quantità dei prodotti (v. tab.).

In aumento sensibile risulta la produzione delle patate, che dai 400.771 q. nel 1929 ha raggiunto nel 1937 i 553.098 q., e del frumento (44.269 q. nel 1937 contro 33.492 del 1929); mentre in lieve diminuzione sono l'avena e la segale. D'importanza uguale a quella dell'agricoltura è per la Germania l'allevamento del bestiame, che per quanto intensivo e razionale, risulta insufficiente a soddisfare le necessità di una sempre maggiore popolazione. Nel 1935 il patrimonio zootecnico consisteva in:

Di capitale importanza per la vita economica tedesca sono le attività industriali che dànno lavoro a circa 2/3 della popolazione con 1.903.420 stabilimenti (cens. 1933). La crisi mondiale ha duramente colpito l'industria tedesca, che, già molto provata nel dopoguerra, cominciava appena allora ad assestarsi. In seguito alla crisi diminuisce la produzione mineraria sia del carbone, il quale da 163.441 tonn. nel 1929 scende a 136.856 nel 1934, sia della lignite (174.456 tonn. nel 1929 contro 137.274 nel 1934). Una ancor più grave contrazione si verifica nella produzione del ferro che da 6374 tonn. (1929) passa a 4343 tonn. nel 1934. Ma col 1935 si nota una sensibile ripresa, come può vedersi dall'annessa tabella; ripresa che si verifica anche nelle altre industrie, soprattutto nella tessile, nella metallurgica e nella chimica.

Va ricordato inoltre lo sforzo tentato dalla Germania per sostituire alcune materie prime che le difettano con succedanei. Notevolissima è ormai la produzione di carburante sintetico, ottenuto per idrogenazione dal carbone e dalla lignite, il quale ormai fornisce un terzo circa del consumo nazionale (760.000 tonn.). Si prevede anzi tra non molto, che la Germania potrà liberarsi del tutto dall'importazione dei carburanti liquidi. Importante è inoltre la produzione di lana e cotone sintetici e del caucciù.

La struttura economica germanica s'impernia dunque sulla necessità di far vivere una popolazione di 68 milioni di ab., dediti principalmente alle industrie, su un territorio troppo piccolo in proporzione al numero di abitanti, di fertilità mediocre e non ricco di materie prime. Il governo ha tentato di compensare questa situazione sfavorevole con i già ricordati provvedimenti di controllo sull'agricoltura e sulle industrie. Gli sforzi tendenti a migliorare la situazione economica si volgono come si è detto all'alimentazione, per cui i Tedeschi dipesero sempre per valore notevolissimo dall'estero, e alle materie prime necessarie alle industrie. Le importazioni di generi alimentari furono gradatamente compresse negli ultimi dieci anni. Segnano infatti una fortissima diminuzione i cereali, che da 652 milioni di marchi nel 1925 sono scesi a 42 milioni nel 1935, la carne (da 379 a 39), gli olî vegetali, le uova e i latticini, mentre i legumi, le frutta e i grassi s'importano ancora per quantità considerevoli. Si calcola che oggi la produzione agricola tedesca fornisca l'85 per cento dei viveri necessarî. Tale produzione notevolissima, se si considerano le non troppo favorevoli condizioni di suolo e di clima, è stata raggiunta grazie all'impiego di sistemi di coltura sempre più razionali. Insieme con il problema dell'alimentazione e quant'esso vitale per la politica economica della Germania è il rifornimento necessario alle sue industrie. Il piano quadriennale tende a rendere minima la dipendenza della Germania da una serie di materie prime tra cui principali gli olî minerali e i prodotti destinati all'industria tessile. La crisi economica mondiale e i prezzi piuttosto elevati dei prodotti tedeschi hanno ridotto di molto le esportazioni, mentre i provvedimenti autarchici tendono a ridurre le importazioni. Di conseguenza il commercio con l'estero dai 29 miliardi del 1929 è sceso a meno di 9 miliardi nel 1935. Le importazioni e le esportazioni in milioni di marchi risultano dalla seguente tabella dalla quale appare come la bilancia commerciale dopo il deficit del 1934 è di nuovo in avanzo.

La politica economica nazista in complesso ha procurato negli ultimi 3 anni un forte aumento nell'attività economica tedesca attività che però concerne soprattutto il mercato interno.

Comunicazioni (p. 699). - Le comunicazioní ferroviarie tedesche, la cui rete nel 1937 si stendeva su circa 70.000 km., sono caratterizzate dalle alte velocità, tra le più elevate nel mondo, che si raggiungono nelle principali linee.

Per quanto riguarda l'elettrificazione, si ricorda la Stoccarda-Augusta, compiuta nel 1933, l'Augusta-Norimberga e la Halle-Colonia-Magdeburgo. Il vasto piano per la costruzione di 7800 km. di autostrade è già a buon punto: al principio del 1937 erano aperti al traffico 1200 km. (tronchi Magdeburgo-Berlino-Stettino; Hannover-Brunswick; Gotha-Weimar; Francoforte-Mannheim, ecc.).

Le comunicazioni per via d'acqua, di grande importanza per il trasporto di materie pesanti, hanno subito non lievi modifiche poiché la rete delle vie navigabili è stata non solo estesa ma anche migliorata. Il completamento del piano di lavori che in parte è già compiuto, renderà ancora più efficiente la rete di vie d'acqua della Germania. Sono in corso i lavori per allacciare la Weser all'Elba prolungando il già esistente Mittellandkanal nel quale si è inaugurato nel 1935 il nuovo porto di Brunswick. È in progetto una nuova sistemazione del Canale di Ludovico, il più antico canale della Germania, che unirà il Reno al Danubio. Dall'Oder si dipartirà il nuovo canale Adolfo Hitler, mentre dal Reno avranno origine il Canale di Aquisgrana e il Canale Saar-Palatinato. In relazione a ciò il traffico fluviale è in notevole aumento come appare dalla seguente tabella.

Marina mercantile (p. 700). - Al 30 giugno 1937 il naviglio tedesco era costituito di 2191 navi per tonn. lorde 3.937.241; si ha pertanto una breve riduzione in confronto alla consistenza del 1930: 2157 navi per tonn. lorde 4.229.235. Predominano in questa flotta i piroscafi: 1470 per 3.050.546 tonn.; esistono 715 motonavi per 877.370 tonn. lorde e solo 6 velieri per 9325 tonn. (fra queste navi un numero non grande di cisterne: 27 di stazza unitaria superiore a 1000 tonn. per un complesso di 159.995 tonn. lorde; sotto questo punto di vista la marina mercantile tedesca è al 10° posto nel mondo mentre per la consistenza occupa il 50). La quota di navi di età minore di cinque anni ascende al 12,7% (in confronto al 18,3% del Giappone che occupa il primo posto).

Nel 1934 è stato creato un Consiglio del traffico presieduto dal ministro dei Trasporti e composto dei delegati di tutte le federazioni che rappresentano i diversi sistemi di comunicazione: ferrovie, poste, aviazione, agenzie di spedizione, navigazione interna e navigazione marittima. Le due navigazioni sono state nettamente separate; alla rappresentanza della sezione marittima fanno capo diversi gruppi di specialità: armatori; armatori al cabotaggio; agenti e spedizionieri; piloti; gestori portuali, ecc.; ogni gruppo ha la propria organizzazione protettiva. La rappresentanza si propone di spingere verso l'aumento il naviglio nazionale, eliminare la concorrenza interna, sviluppare il tramping tedesco che è rimasto ritardatario nei confronti delle altre marine; si proponeva altresì di attuare quell'ulteriore decentramento delle grandi compagnie che è poi stato portato a compimento. Difatti nel 1933 gl'introiti lordi della marina germanica rappresentavano il 42% circa della cifra del 1929; questo elemento ne indicava la situazione non lieta; le gigantesche aziende create dimostravano luminosamente la loro scarsa vitalità. Cosicché si concretava mano mano l'idea di ridare indipendenza ad alcuni servizî gestiti dal gruppo Hapag Lloyd, idea che nel corso del 1931 veniva gradatamente attuata, affidando tutti i servizî del Sud America alla Hamburg Süd, quelli dell'Africa alla Deutsche Afrika Linie; quelli del Levante alla Deutsche Levant Linie di Amburgo e alla Atlas-Levant Linie di Brema. Anche quelli del Nord Atlantico venivano infine decentrati.

Notevole lo sviluppo dell'assistenza sociale in favore della gente di mare; più alte paghe, migliori alloggi, più elevato livello di vita. L'organizzazione "Kraft durch Freude" ha creato una flotta speciale da crociere per i dopolavoristi; la prima nave varata è la Wilhelm Gustloff di 24.000 tonnellate.

Attivissimo è stato lo sviluppo delle costruzioni navali; da una media trimestrale (naviglio varato) di 101.594 tonn. nel 1925 si era gradualmente passati a 10.549 tonn. nel 1933; ma l'anno dopo la media risaliva a 18.433 e quindi, negli anni successivi, a 56.586,94.995, 107.454 tonn. La ripresa è dovuta principalmente alle ordinazioni dell'armamento estero, tenute presenti le note restrizioni valutarie; solo in questo modo riesce possibile scongelare i crediti.

Dell'assistenza erariale non molto è noto. Nei settembre 1932,12 milioni di marchi furono concessi per premî di demolizione; nel marzo 1933, altri 20 milioni per compensare gli effetti della svalutazione delle monete inglese e scandinava; nel settembre 1933, partecipazione erariale, nella misura del 20% del costo, nel limite massimo di 20 milioni di marchi, ai lavori di rimodernamento delle navi.

Aviazione civile (p. 703). - Il progresso della già efficiente rete aerea tedesca viene indicato dalle cifre dei km. di volo, che da 9.728.134 nel 1934 sono saliti a 16.376.102 nel 1935, e dei passeggeri trasportati (94.872 nel 1933; 231.000 nel 1935. La rete interna si è naturalmente infittita, ma gli sforzi della politica di navigazione aerea commerciale della Germania si indirizzano verso l'America Meridionale e l'Estremo Oriente. Dal 1934 la Luft-Hansa ha inaugurato un regolare servizio postale aereo per l'America Meridionale, mentre nell'Estremo Oriente esercita la linea Shanghai-Nanchino-Shan-fu-Pao-tow e la Pechino-Hanow.

Divisione amministrativa. - La Germania prosegue la sua opera di unificazione territoriale togliendo, a poco a poco, la loro ragion d'essere agli antichi stati. Nell'ottobre del 1933 vennero riuniti i due stati di Meclemburgo Strelitz e Meclemburgo Schwerin in uno solo avente una superficie di 16.056 kmq. con una popolazione di 805.213 ab. Nel 1937 sono state soppresse le provincie di Starkenburg, dell'Alta Assia e dell'Assia Renana e la loro amministrazione si è unificata a quella delle provincie vicine. Come pure è stata soppressa la qualifica di città libera alle città anseatiche e tra queste Lubecca fa ormai parte amministrativamente della Prussia. In seguito al plebiscito del 13 gennaio 1935 il territorio della Saar venne restituito alla Germania che con l'annessione del 13 marzo 1938 si è incorporata, come si è accennato, la repubblica austriaca, oggi uno dei Länder del Reich col nome di Ostmark. Entro questi nuovi confini la Germania ha all'incirca una superficie di 552.654 kmq. con una popolazione di 75.000.000 di ab. (stima al dicembre 1937).

Ordinamento.

Forze armate. - Esercito (p. 706). - Il governo del Reich con la legge del 16 marzo 1935 ha ristabilito il servizio militare obbligatorio e una nuova organizzazione delle forze armate, dichiarando decadute le clausole militari del trattato di Versailles. Secondo il nuovo ordinamento l'esercito tedesco si compone di: 4 comandi di gruppo d'esercito, con sedi a Berlino, Kassel, Dresda e Monaco, (ogni gruppo d'esercito è costituito di 2 a 4 corpi d'armata); 12 corpi d'armata su 2-3 divisioni di fanteria; 36 divisioni di fanteria; 6 divisioni corazzate; 3 divisioni di cavalleria; 1 brigata alpina.

La divisione di fanteria è formata di 3 reggimenti di fanteria (su tre battaglioni), 1 reggimento di artiglieria leggiera ippotrainata (su 3 gruppi di 3 batterie d'obici da 105 mm.), 1 reggimento di artiglieria pesante (su 2 gruppi, 1 ippotrainato e l'altro autotrasportato, comprendenti ciascuno 1 batteria di cannoni da 105 e 2 di obici da 150), 1 distaccamento anticarro (3 compagnie di cannoni da 37), 1 battaglione genio (su 3 compagnie: zappatori, pontieri), i reparto trasmettitori.

La divisione corazzata comprende 2 reggimenti carristi, 2 reggimenti di fanteria meccanizzata e motorizzata, 2 reggimenti di artiglieria motorizzata, 1 battaglione genieri, 1 battaglione trasmettitori e 1 squadriglia d'aeroplani.

La divisione di cavalleria è formata di 2 brigate su 3 reggimenti ciascuna, 1 gruppo di artiglieria a cavallo, 1 battaglione ciclisti e servizî.

La brigata alpina è su 2 reggimenti cacciatori e comprende i reggimento di artiglieria da montagna (2 gruppi da 75 mm.), 1 battaglione del genio e una compagnia trasmettitori.

Le armi della fanteria sono: fucile Mauser mod. 1924, fucile automatico, mitragliatrice leggiera Bergmann-Schmeisser, mitragliatrice Madsen, mortaio Rheinmetall, cannoni mitragliatori anticarro e contraerei da 20 mm.

In complesso l'esercito tedesco dispone di: 110 reggimenti di fanteria, 3 reggimenti fucilieri motorizzati, 10 battaglioni mitraglieri motorizzati, 3 battaglioni motociclisti, 76 reggimenti di artiglieria delle varie specialità, 18 reggimenti di cavalleria, 50 battaglioni del genio, 2000 carri armati.

Marina militare (p. 707). - In seguito alla denunzia del trattato di Versailles e agli accordi intervenuti con la Gran Bretagna, la Germania ha adottato un programma navale che comprende a tutt'oggi: Navi da battaglia: 2 da 35.000 tonn., in costruzione; 2 (Sharnhorst e Gneisenau) in allestimento, da 26.000 tonn., armate con 9/280 e 12/150, oltre ad un numero ancora imprecisato di armi antiaeree. Corazzate: Admiral Scheer e Admiral Graf Spee, da 10.000 tonn. e 26 nodi, armate con 6/280, 8/152, 8 tubi di lancio da 533, del tipo Deutschland, costruite in base alle clausole di Versailles. Navi portaerei: 2 in costruzione da 19.250 tonn. Incrociatori: 3 da 10.000 tonn., di cui 1 sullo scalo e 2 (Admiral Hipper e Blücher) in allestimento, armati con 8/203 e 12/105 antiaerei; 1, Nürnberg, da 6000 tonn., varato nel 1934, tipo Leipzig. Cacciatorpediniere: 6 in costruzione da 1811 tonn.; 16 in servizio da 1625 tonn. e 36 nodi, armati con 5/127 e 2 tubi di lancio quadrupli da 533. Torpediniere: 6 in progetto e 12 in costruzione da 600 tonn. Avvisi scorta: 10 varati nel 1935-36 da 600 tonn. e 28 nodi, armati con 2/105. Sommergibili: 8 da 740 tonn. in costruzione, 7 da 517 tonn. in costruzione, 4 da 517 tonn. in progetto, 6 da 250 tonn. in progetto; 2 varati nel 1936, da 712 tonn. e 18/8 nodi armati con tubi da 533 e un 105;10 da 500 tonn. e 16,5/8 nodi, armati con 5 tubi da 533 e 1/88; 24 varati nel 1935-36, da 250 tonn. e 13,7 nodi, armati con 3 tubi da 533 e 1 mitragliera. Dragamine: 24 in costruzione da 600 tonn., armati con 2/105 e 4 di piccolo tonnellaggio, pure in costruzione. Motoscafi: 6 in progetto, 2 in costruzione e 12 varati nel 1934-37

Un certo numero di navi ausiliarie (appoggio sommergibili, appoggio M.A.S., appoggio dragamine), 2 nuove navi scuola (Horst Wessel e Leo Schlageter) a vela, ecc.

Inoltre tutti gl'incrociatori già in servizio e le tre corazzate tipo Deutschland sono stati dotati di catapulte ed aerei.

Di pari passo con questo sviluppo del materiale navale è andato quello del personale e dei relativi impianti a terra.

Aeronautica militare. - L'aeronautica militare tedesca, costituita ufficialmente il 10 marzo 1935, dipende dal Ministero dell'aria, tramite 7 comandi di zona (Luftkreise). Essa comprende: l'arma aerea; l'artiglieria contraerea (Flak-Artillerie); le truppe delle telecomunicazioni (Luftnachrichtentruppen).

a) L'arma aerea propriamente detta è organizzata in: Geschwader, Gruppen e Staffeln, corrispondenti grosso modo agli stormi, gruppi e squadriglie italiani poiché constano rispettivamente di 108, 36 e 12 apparecchi.

b) L'artiglieria contraerea è organizzata in gruppi e reggimenti dipendenti, tramite i comandi di zona, dall'Ispettorato dell'artiglieria c. a. del Ministero dell'aria. Situazione: 27 reggimenti pesanti, 9 reggimenti leggieri.

c) Truppe delle telecomunicazioni: dipendono dall'ufficio di stato maggiore. Presso ogni comando di aeroporto e presso ogni reparto esiste una compagnia o un plotone di tali truppe.

In seguito all'enorme lavoro relativo all'organizzazione degli aeroporti si contano in Germania (10 gennaio 1938): 154 aeroporti militari; 68 aeroporti civili; 307 aeroporti di fortuna; 24 aeroporti industriali.

Finanze (p. 708).

Il programma nazionalsocialista nel suo 25° articolo reclamava la creazione di camere sociali e professionali incaricate di eseguire nei varî stati federati le leggi fondamentali del Reich; fu questa rivendicazione che, subito dopo l'avvento al potere, diede pretesto a un'ondata di cartellizzazione, tendente di fatto a elevare i prezzi e tradottasi in un grave disordine della vita economica. Ad ovviare appunto a questa preoccupante situazione e a dare una base organica all'economia tedesca, pur lasciando alle imprese private libertà d'azione nei limiti della leale concorrenza, il ministro dell'Economia nazionale (Schmitt) fu autorizzato con legge del 27 febbraio 1934 a riconoscere la rappresentanza esclusiva di alcune associazioni di imprenditori e di lavoratori e a fondere, sciogliere, modificare in conseguenza le associazioni esistenti. La realizzazione di questo programma iniziata da Kessler e compiuta da Schacht, successo nel luglio 1934 a Schmitt e di fatto anche a Kessler, sboccò nella creazione di un'organizzazione ufficiale obbligatoria, sia professionale sia regionale, incaricata principalmente di informare il potere centrale della situazione economica e di trasmettere alle imprese le decisioni governative. In seguito all'ordinanza fondamentale del 27 novembre 1934 l'economia tedesca risulta infatti divisa in 12 branche di attività o Reichsgruppen (per l'industria, che abbraccia a sua volta 7 Hauptguppen, l'artigianato, il commercio, il credito, l'assicurazione e energia elettrica) con capi nominati dal ministro dell'Economia nazionale, e in 13 distretti territoriali, corrispondenti ai 13 distretti in cui era diviso, in seguito alla legge 20 gennaio 1934 sull'ordinamento del lavoro nazionale (v. corporativismo, App.), il Fronte del lavoro (le prime e i secondi suddivisi a loro volta in organizzazioni minori), mentre le camere economiche regionali e al centro la Reichswirtschaftskammer (il cui presidente è pure di nomina governativa e le cui direttive sono obbligatorie) assicurano il collegamento tra la cosiddetta organizzazione corporativa e quella regionale. Restano escluse solo l'agricoltura, già facente capo alla corporazione alimentare, organizzazione gerarchica e regionale sottoposta a energico controllo del ministro dell'Agricoltura (la Reichsnährstand fu tuttavia autorizzata a farsi rappresentare nelle camere suddette per partecipare alle deliberazioni economiche generali) e le professioni liberali organizzate dal novembre 1933 in una Reichskulturkammer.

Con la fusione poi della Reichswirtschaftskammer e del Reichsarbeitrat e conseguente sottomissione del Fronte del lavoro al controllo del ministro dell'Economia nazionale (accordo di Lipsia, 21-26 marzo 1935), con l'incorporazione nella stessa R.W.K. dell'assemblea generale delle Industrie-und-Handelskammer (24 luglio 1935) e con la creazione di una 13ª organizzazione professionale, quella dei trasporti (25 settembre 1935), l'edificio può dirsi compiuto e tale da permettere un'efficace azione sia diretta sia indiretta dello stato sull'organizzazione economica, ad esclusione della regolazione dei prezzi, riservata ai cartelli (cartelli però che possono essere anche vietati o imposti), e sui rapporti di lavoro. Un ulteriore rimaneggiamento si è avuto poi nel luglio 1937 per cui le funzioni dell'organizzazione, essenzialmente di studio, rappresentanza e consultazione, sono state ancor più precisate.

Contemporaneamente, pur mantenendo netta la separazione fra stato e banche, con la legge 5 dicembre 1934 fu rafforzato e reso sistematico e uniforme il contrnllo statale sugl'istituti di credito. La crisi bancaria del luglio 1931 aveva infatti reso necessario un largo intervento dello stato a favore del sistema creditizio e gli sviluppi della situazione economica, specie la contrazione dei crediti esteri a breve scadenza (ridottisi al 10 marzo 1934, dopo 3 anni cioè dall'inizio del regime di moratoria, da 8 a 2,6 miliardi di marchi) avevano ostacolato il rimborso dei crediti concessi provvisoriamente dallo stato alle banche, facendo abbandonare il programma di reprivatizzazione degl'istituti bancarî e inducendo anzi a proseguire sulla via iniziata con la creazione di speciali istituti per la smobilizzazione del portafoglio bancario e il finanziamento della lotta contro la disoccupazione (Deutsches Finanzierungs-Institut e Tilgungskasse für gewerbliche Kredite, entrambi della fine del 1932). Un riordinamento s'imponeva per rendere possibile una politica monetaria e creditizia unitaria, come mise chiaramente in luce l'inchiesta iniziata nel 1933 e condotta a termine da Schacht alla fine del 1934, e la riforma suddetta, assoggettando tutte le banche (ad eccezione della Reichsbank, della Golddiskontobank e delle casse di risparmio e società finanziatrici di costruzioni per abitazioni) allo stretto controllo di un consiglio di sorveglianza presieduto dal presidente della Reichsbank e di un apposito commissario del Reich, stabilì varie norme tendenti ad assicurare una maggiore liquidità bancaria, una netta separazione dei depositi secondo la loro natura e delle operazioni a breve e a lungo termine e una limitazione dei crediti speculativi. Da ultimo poi (12 febbraio 1937) la Reichsbank, divenuta l'unico istituto di emissione con lo scadere alla fine del 1935 dei privilegi accordati alle Banche di Baviera, Sassonia, Württenberg e Baden, fu posta sotto l'esclusiva sovranità dello stato; già però dalla fine del 1933, soppresso il consiglio generale, la direzione era nominata dal capo dello stato.

Condizionata dalle difficoltà tecniche di ottenere crediti all'estero e dalla generale situazione economica e politica, la volontà d'autarchia s'andava frattanto sempre più affermando e concorreva a rafforzare l'intervento e il controllo statale, ché autarchia ed economia programmatica sono termini naturalmente connessi. Dal settembre 1934, con l'entrata in vigore del cosiddetto "nuovo piano" destinato a discriminare tra le importazioni necessarie e le rinunciabili per proporzionare gli acquisti alle disponibilità in divise e a sviluppare le esportazioni per accrescere la riserva monetaria e accelerare il pagamento dei debiti internazionali, virtualmente lo stato assunse il monopolio del commercio con l'estero. Accresciutasi poi la necessità di intensificare gli scambî, per il rialzo dei prezzi mondiali delle materie prime necessarie alla Germania e l'andamento costante di quelli dei suoi prodotti fabbricati, al momento in cui si imponeva la politica del riarmo, si creò nel giugno 1935 una Cassa di sovvenzione per le esportazioni (alimentata dalla Golddiskonto e da varie industrie in proporzione alle ordinazioni ricevute dallo stato), tradottasi di fatto in un nuovo dumping dell'industria tedesca, e si ricorse a sempre nuovi mezzi di pagamento, come obbligazioni tedesche livellate in valuta estera, varie categorie di averi bloccati, conti speciali esteri ("Aski"). Ne seguì naturalmente una sempre più drastica legislazione sulle divise (supremo organo coordinatore la Reichstelle für Devisenbewirtschaftung, creata il 10 gennaio 1934) e il controllo dei cambî, energicamente adottato fin dal luglio 1931 e rafforzato dalla legge fondamentale del 4 febbraio 1935, fu via via completato e parzialmente modificato con misure sempre più severe (specie divieto d'importazione dei biglietti di banca e delle monete divisionali tedesche rispettivamente sanciti con decreti del dicembre 1935 e maggio 1936) fino alla prescrizione della pena di morte e confisca dei beni per le frodi in divise e atti di sabotaggio economico (dicembre 1936). Venne così a verificarsi una quasi assoluta sospensione dei movimenti di capitali con l'estero e il Reichsmark cessò, si può dire, del tutto dalla sua funzione di valuta internazionale.

Ciò non influì tuttavia sulla stabilità interna del marco, premessa inderogabile per la riuscita della lotta contro la disoccupazione su cui s'imperniò fin dall'inizio la politica economica nazionalsocialista (lotta iniziata però già da von Papen, con cui ebbe fine la rigorosa politica deflazionistica adottata da Brüning dopo la crisi del 1935). Per finanziare il gigantesco programma di lavori pubblici connesso all'Arbeitbeschaffung e, dal 1935, anche per fronteggiare le enormi spese di riarmo, fu infatti necessario determinare una formazione di risparmio forzato attraverso un graduale processo di espansione monetaria e creditizia ma fu ugualmente necessario comprimere la conseguente tendenza dei prezzi al rialzo che traducendosi in un aggravamento di costi non avrebbe mancato di ripercuotersi sfavorevolmente sull'occupazione e sulle esportazioni. E solo però dall'ottobre 1936, con la nomina di un Preisbildungkommissar alle dirette dipendenze del generale Göring, incaricato della direzione del piano quadriennale, che il problema dei prezzi è stato affrontato in modo generale in connessione con quello di tutta l'attività economica e il controllo parzialmente e saltuariamente in vigore dal dicembre 1931 (solo nel settore agrario fu sempre rigorosamente mantenuto facendo parte del piano di regolamentazione ufficiale del ministro Darré) è stato reso sistematico ed esteso anche ai costi.

Non sono note le cifre relative alle spese di bilancio degli ultimi anni e alle variazioni complessive del debito fluttuante, ma è certo che per procurarsi i fondi necessarî alla creazione di lavoro per i disoccupati e al potenziamento militare lo stato ha mobilitato tutto il risparmio disponibile della nazione (si parla di oltre 30 miliardi di marchi di carta emessi dallo stato sotto diversi titoli) sia ricorrendo all'emissione diretta di tratte e buoni scontabili (Sonderwechsel) in vario modo secondo la natura delle spese, sia facendo emettere carta finanziaria allo stesso scopo da istituti di credito speciale, di carattere parastatale (soprattutto l'"Offa" o Deutsche Gesellschaft für öffentliche Arbeiten, e attorno a questa la Deutsche Verkehrs B., la B. für deutsche Industrie-Obligationen, la Deutsche Rentenbank-Creditanstalt; la Deutsche Bodenkultur-Aktiengesellschaft, ecc.) creati appositamente per assumere rischi cui non potrebbero sobbarcarsi le banche ordinarie. In concreto, l'onere di questo complesso finanziamento è venuto a gravare sulle grandi banche, acquirenti dei titoli emessi dai suddetti istituti, sulla Reichsbank, autorizzata dal 1933 a fare operazioni di mercato aperto, e quindi, in seguito all'intervento nel 1935 della Golddiskontobank allo scopo appunto di sollevare la Reichsbank, di nuovo sulle banche private, di cui fu definitivamente abbandonata la reprivatizzazione. Prestiti più o meno forzosi furono anche imposti all'industria privata, alle casse di risparmio e alle società di assicurazione, e ciò mentre le possibilità di investimento privato venivano in vario modo ristrette (limitazione delle emissioni e dei dividendi nel 1934; radiazione dalle borse dei valori esteri, nel febbraio 1937; riforma del 30 gennaio 1937 della legislazione sulle società anonime che ha praticamente allontanato dal mercato delle azioni il piccolo risparmio) e la posizione basilare assunta dallo stato nella vita economica determinava spontaneamente un crescente interesse del portafoglio privato verso le emissioni statali, il che spiega il largo collocamento dei prestiti di consolidazione negli ultimi anni.

È, d'altra parte, a questo impulso ufficiale che l'economia tedesca deve soprattutto la sua attività, specie dopo che, col 1936, è entrato in vigore il piano quadriennale per lo sviluppo autarchico, le cui migliaia di provvedimenti possono raggrupparsi in cinque categorie fondamentali: aumento della produzione delle materie prime per cui la Germania è tributaria dell'estero, e sfruttamento delle risorse naturali; restrizioni e controllo dell'uso delle materie prime di cui è insufficientemente provvista; ricupero dei rifiuti; fabbricazione di succedanei e nuovi prodotti; lotta contro gli sprechi di ogni genere. In connessione col piano, come si è già detto, il controllo dei prezzi è stato affidato a un alto commissario dipendente da Göring, cui già nell'aprile era stato deferito il potere supremo in materia di divise, e dal novembre 1937, in seguito alle dimissioni di Schacht da ministro dell'Economia nazionale, può dirsi realizzata di fatto la direzione unitaria della vita economica tedesca, sebbene dal gennaio 1938 sia stato nominato il nuovo ministro dell'Economia (Funck) e dall'aprile sia stato ad esso attribuito anche il potere in materia di divise.

Non si hanno notizie complete e particolareggiate sui risultati raggiunti ma in complesso il governo si dimostra soddisfatto come risulta dai discorsi ufficiali tenuti in occasione del quinquennale del regime nazionalsocialista.

Da questi e dalle pubblicazioni accreditate a carattere semiufficiale si può infatti ricavare come il valore lordo della produzione industriale nel 1937 sia stato di 75 miliardi di marchi contro 38 nel 1932 (è stata soprattutto la produzione dei beni strumentali che è fortemente cresciuta, mentre l'aumento dei beni di consumo è stato più lento) e quello della produzione agricola di 12 miliardi contro 8,7 negli stessi anni. Continua ascesa si è avuta nella curva degl'investimenti, da 4,2 miliardi nel 1932, anno della massima depressione, a 16 nel 1937: in complesso tra il 1933 e il 1937 sono stati investiti nell'industria 54-55 miliardi di cui 24 in nuovi impianti (che sono soggetti, s'intende, ad approvazione ufficiale).

In connessione con la depressione dei costi (resa possibile dallo sviluppo della produzione) e degl'interessi (per la diminuzione di tutti i saggi e la liquidità verificatasi in seguito alla riduzione dei debiti) e con la stabilità dei salarî, le imprese hanno potuto realizzare crescenti utili che in parte sono stati utilizzati per finanziare gli allargamenti e rinnovamenti imposti dal piano e in parte sono stati assorbiti dallo stato. Il numero dei disoccupati che nel gennaio 1933 aveva toccato il culmine (7 milioni) è sceso a 995.000 alla fine del 1937 e 423.000 nell'aprile 1938. I prezzi all'ingrosso sono rimasti in complesso stabili (105,5 nel novembre 1937 rispetto al 1913 = 100) e il loro aumento dal 1933 si può dire all'incirca del 10%. Il costo della vita è leggermente aumentato, il consumo è però strettamente regolamentato e contingentato (nel luglio 1937 fu stabilito anche l'obbligo della consegna di tutto il raccolto di cereali panificabili ad eccezione di quel che occorre per l'alimentazione dei produttori e per le semine). Il commercio estero, ormai interamente regolato da accordi di clearing, grazie soprattutto alla favorevole congiuntura mondiale, ha pure realizzato nel 1937 un certo miglioramento (5,5 e 5,9 miliardi di importazioni e di esportazioni contro 4,2 e 4,9 nel 1933). Il reddito nazionale è passato da 45,2 miliardi nel 1932 a 68 (di cui 39 è la parte corrispondente ai salarî) e grazie a questo aumento della materia imponibile, oltre all'accentuata pressione, il gettito fiscale, che era di 6,6 miliardi nel 1932-33, si ritiene possa dare, nel 1937-38,14 miliardi elevabili a 18, se si tien conto delle entrate delle provincie e dei comuni. Non sono pubblicate invece dal 1935 le spese di bilancio e anche per gli anni precedenti sono note solo parzialmente.

Il mercato monetario è assai liquido e il tasso di sconto ufficiale è del 4%, mentre quello libero oscilla tra il 2,5% e il 3%. Il portafoglio delle banche (in gran parte costituito da cambiali del Tesoro) è cresciuto di circa 8 miliardi tra il 1932 e il 1937; il portafoglio titoli è poi aumentato da 3,6 miliardi alla fine del 1932 a 8,6 nell'ottobre 1937, il che dimostra la parte essenziale avuta dalle banche nell'opera di consolidamento finanziario. I depositi nelle banche commerciali e nelle casse di risparmio sono saliti da 21 miliardi alla fine del 1922 a 32 alla fine del 1937. La circolazione dei biglietti è passata da 3,6 miliardi di Rm. alla fine del 1932 a 5,9 alla fine del 1937 e la circolazione complessiva (compresi i biglietti della Rentenbank e le monete divisionali) a 7,5; tale aumento rivela però solo in parte l'effettiva espansione della circolazione, per il continuo estendersi dei pagamenti per assegni sottopostì dal dicembre 1934 al controllo della Reichsbank. La riserva aurea della Reichsbank, scesa da 806 milioni di marchi alla fine del 1932 a 79 alla fine del 1934 e 66 alla fine del 1936 e risalita a 70 alla fine del 1937; quella in divise alla fine del 1937 era di 188 milioni. Si deve avvertire però che ingenti e non precisate quantità d'oro sono detenute dalla Golddiskontobank.

Il debito pubblico interno al 31 marzo 1938 ha raggiunto i 16,3 miliardi (negli ultimi tre anni più di 8 miliardi di nuovi prestiti), tenendo conto solo di quello consolidato e di quello fluttuante ufficialmente noto; le valutazioni di quest'ultimo oscillano tra i 25 e i 30 miliardi. L'onere del debito estero postbellico si è però frattanto considerevolmente ridotto, sia per effetto della svalutazione della sterlina e del dollaro, sia in seguito alle successive proroghe dell'accordo di tregua stipulato il 1° marzo 1931 per i debiti a breve termine congelati, che prevedeva un loro parziale e graduale rimborso in averi registrati (Registermarkguthaben) da utilizzare in impieghi a lungo termine in Germania o per scopi turistici o per esportazioni addizionali (al 30 settembre 1937 da 8 miliardi tali debiti si erano perciò contratti a 1), come pure all'estensione (1° luglio 1933) del regime di moratoria alle obbligazioni a lungo termine (esclusi i prestiti internazionali Dawes e Young); mentre d'altra parte il servizio del debito per riparazioni (ridotto a soli 3 miliardi dall'accordo di Losanna) non è stato ripreso.

Bibl.: G. Halm, Geld, Kredit, Banken, Monaco 1935; M. de Saint Jean, La politique économique et financière du IIIe Reich, Parigi 1936; H. E. Priester, Das deutsche Wirtschaftswunder, Amsterdam 1936; K. Schiller, Arbeitsbeschaffung und Finanzordnung in Deutschland, Berlino 1936; C. Kraemer, L'état de la politique du crédit en Allemagne depuis 1930, e F. Terhalle, Objectifs, mesures et résultats de la nouvelle politique financière en Allemagne, in Revue économique internationale, ottobre 1936; R. Wagenfuhr, L'économie industrielle allemande au cours des 25 dernières années, ibid., dicembre 1937; K. Groth, Die Reichsfinanzverwaltung, Berlino 1937; G. Mancini, L'attuale organizzazione monetaria della Germania, in Giornale degli Economisti, giugno 1937; Deutsche wirtschaftliche Lage an der Jahreswende 1937-38, a cura della Reichskredit Gesellschaft, Berlino 1938. V. inoltre l'annuario della Soc. delle nazioni.

Storia (p. 715)

(p. 751). - Durante la guerra di Crimea l'Austria non si lasciò sfuggire l'occasione di occupare momentaneamente i principati danubiani, pur senza partecipare ad essa a fianco delle potenze occidentali, contro la Russia, sua potente rivale nei Balcani. Fu umiliata nel congresso di Parigi, in cui invano tentò opporsi a che vi si parlasse dell'Italia, come invano tentò, durante la guerra austro-franco-piemontese del 1859, di trascinare nella lotta anche la Prussia.

La nuova Germania. - La crisi. - Le elezioni del 5 novembre 1932, che nel pensiero del presidente von Hindenburg avrebbero dovuto dare la possibilità di un ritorno, dopo due anni e mezzo di regime d'eccezione, alle norme costituzionali, non portarono ad alcun pratico risultato. La formazione di una maggioranza parlamentare restava esclusa. Il partito nazionalsocialista, abbandonato dagli elementi conservatori allarmati dal contenuto sociale ed economico del suo programma, perdette una trentina di mandati. Al contrario, i comunisti portarono a cento il numero dei loro deputati, in conseguenza del fermento provocato nelle masse operaie dalle riduzioni dei salarî autorizzate dal governo di F. von Papen. Gli altri partiti mantennero press'a poco le loro antiche posizioni.

In tali condizioni, il gabinetto d'autorità del von Papen continuava a restare in carica, avversato da tutti i grandi partiti a eccezione della frazione tedesco-nazionale di A. Hugenberg. La situazione personale del cancelliere appariva però precaria, nonostante la fiducia ripetutamente manifestatagli dal presidente del Reich: gli stessi industriali lo abbandonarono a cagione della sua politica di favore all'agricoltura, mentre tra le masse la sua impopolarità cresceva man mano che risultavano evidenti i suoi legami con il Herren-Club, il circolo dell'aristocrazia guglielmina e dell'alta borghesia. Tuttavia il Hindenburg volle che il von Papen si accertasse sulle possibilità d'un gabinetto di concentrazione. Tutti i maggiori partiti rifiutarono di trattare e persino il Reichsrat, col cui appoggio il von Papen sperava di poter applicare una riforma costituzionale ed elettorale, gli espresse la sua sfiducia. Di fronte a un tale plebiscito d'ostilità non rimase al von Papen che presentare le dimissioni (17 novembre 1932).

Le sorti della lotta politica in Germania dipendevano ormai dal duello delle destre, ché la socialdemocrazia, già potente, era ridotta, nonostante l'appoggio dei sindacati operai e la sua complessa organizzazione, a una resistenza passiva. Solamente i conservatori del Hugenberg contrastavano seriamente il passo al movimento di A. Hitler. Però anche costoro riconoscevano che ormai era impossibile governare contro di esso. Si pensò quindi a una manovra per indurre i nazionalsocialisti a una politica di compromesso: il 21 novembre il Hindenburg affidava al Hitler l'incarico ufficiale di costituire un gabinetto basato su una maggioranza parlamentare "sicura e fattiva". Ciò significava, per il capo nazionalsocialista, l'obbligo di governare entro i limiti imposti dai conservatori e dal centro cattolico. Poiché alla richiesta del Hitler d'esser nominato, come già il Brüning e il von Papen, cancelliere senza vincoli parlamentari, il presidente oppose un netto rifiuto, l'incarico fu declinato e la lotta ripresa in pieno.

Con l'approssimarsi dell'inverno, la situazione economica si faceva sempre più grave. Un gabinetto di battaglia von Papen avrebbe aperto un'era di torbidi con esito imprevedibile. L'uomo nuovo che per un istante sembrò promettere una tregua e una distensione degli animi, fu il ministro della Reichswehr, K. von Schleicher. Il 2 dicembre egli era nominato cancelliere col compito di costituire un governo imparziale, che guidasse il paese a superare l'inverno. Rappresentava una battuta d'aspetto, se non una soluzione, tanto più che il momento appariva particolarmente favorevole a questo generale che si dichiarava estraneo ai partiti e aveva con sé le forze armate (aveva mantenuto nelle sue mani il Ministero della Reichswehr): mentre i socialdemocratici, i cattolici, i moderati salutavano il suo avvento come un successo contro la reazione, il partito nazionalsocialista, suo principale avversario, era in crisi. Le ultime vicende avevano infatti scosso il prestigio del Hitler e determinato un tentativo di secessione del triumviro Gregorio Strasser, proclive a una politica di collaborazione.

Pur differenziandosi poco dal precedente, il gabinetto del von Schleicher revocò subito le ordinanze del von Papen sui salarî e concesse un'amnistia politica. Il Reichstag, riunitosi il 6 dicembre, approvò queste misure e si aggiornò. A questo primo successo interno s'aggiunse pochi giorni dopo un grande successo di politica estera. I rappresentanti delle potenze a Ginevra dichiaravano che uno dei principî della Conferenza del disarmo doveva essere l'uguaglianza dei diritti della Germania (11 dicembre 1932). In tal modo la Germania, che sotto il governo del von Papen, ma per influenza del von Schleicher, allora ministro della Reichswehr, aveva abbandonato la Conferenza del disarmo, vi poteva rientrare con la garanzia che il suo ordinamento militare non dipendeva più dal Trattato di Versailles, ma da libere contrattazioni: la nuova delegazione tedesca a Ginevra, capeggiata dall'ambasciatore Nadomy, chiedeva la sicurezza per la Germania, il disarmo per le altre potenze, la facoltà di riformare la Reichswehr.

Ma contro l'aspettativa generale ben presto fu evidente che il nuovo gabinetto aveva una consistenza assai fragile. Nel suo seno stesso risorgevano i contrasti. Un'ordinanza sull'impiego del burro nella margarina assurse a questione di stato, ebbe la virtù di aprire un dissidio tra i ministri e di provocare una levata di scudi di tutti i partiti. D'altra parte le misure in favore della classe operaia e le prese di contatto del von Schleicher con i sindacati diedero l'impressione che questo generale volesse galvanizzare la democrazia. S'incominciava a intuire che il suo piano era di ricondurre le sinistre sul terreno nazionale per portarle a collaborare col Centro e con l'ala sinistra nazionalsocialista. Ma era un piano troppo vasto e fondato su un calcolo errato: le elezioni per la dieta del Lippe, il 15 gennaio, mostrarono che il partito nazionalsocialista restava compatto agli ordini del Hitler e stava riprendendosi. I sondaggi presso i sindacati e presso il Centro non approdarono a nulla di concreto, ma acuirono le diffidenze dei circoli conservatori. Industriali e agrarî, pur in fiera polemica tra loro, furono concordi nell'attaccare "l'inerzia" del governo; il von Papen si pose all'opera per ricostituire l'antico "fronte di Harzburg", l'intesa di tutte le destre; e il Hugenberg, capo dei tedesco-nazionali, dichiarava guerra al generale colpevole di "scivolare verso correnti d'idee socialiste-internazionali". Giunto alla vigilia della riapertura del Reichstag senza aver nulla concluso, il von Schleicher chiese al presidente i pieni poteri, e al rifiuto del Hindenburg, presentava le dimissioni (28 gennaio 1933).

Questa volta la crisi si risolse rapidamente. Voci di mene nella Reichswehr, dove alcuni generali fedeli al von Schleicher pare progettassero un pronunciamento, indussero il presidente a rompere gl'indugi e a compiere il gran passo: il 30 gennaio 1933 Adolfo Hitler era nominato cancelliere del Reich.

A. Hitler al potere. - Nel governo di concentrazione, cui era messo a capo il Hitler, i portafogli non erano distribuiti secondo la proporzione delle forze rappresentate: il von Papen, l'uomo di fiducia del presidente del Reich, pur non avendo seguito alcuno nel paese, assumeva, oltre la carica di vicecancelliere, la reggenza del governo di Prussia, che nel precedente gabinetto era prerogativa del cancelliere; Alfredo Hugenberg, il capo dei tedesco-nazionali, riuniva nelle sue mani i ministeri dell'Economia e dell'Agricoltura; Franz Seldte, il presidente degli "Elmetti d'acciaio" associazione di combattenti, diveniva ministro del Lavoro; il generale W. von Blomberg assumeva la direzione della Reichswehr; del gabinetto precedente erano confermati il ministro degli Esteri, von Neurath, e i ministri delle Finanze e delle Comunicazioni. Nazionalsocialisti erano solamente il ministro degl'Interni W. Frick e H. W. Göring, ministro senza portafoglio, commissario per il Traffico aereo. Al Göring, risoluto e audace luogotenente del Hitler, era però affidato anche il Ministero degl'interni di Prussia.

Il 1° febbraio nuovo colpo di scena: il Reichstag era sciolto. Per scrupolo costituzionale il Hindenburg aveva voluto che il popolo prendesse posizione di fronte al nuovo governo. Per il Hitler, invece, l'appello al popolo significava la possibilità di liberarsi subito dalla posizione di minorità creatagli dalla struttura del suo gabinetto e dalla sua qualità di cancelliere per investitura presidenziale. Sempre per questa ragione, egli respinse l'offerta dei conservatori di formare un blocco elettorale unico: confondendo le sue forze con quelle dei suoi alleati, egli avrebbe rinunciato a un ulteriore sviluppo della situazione in suo favore e sarebbe rimasto definitivamente prigioniero del suo gabinetto. Sotto gli auspici del von Papen, i tedesco-nazionali, decisi a tenergli testa, costituirono con gli "Elmetti" un blocco elettorale "nero-bianco-rosso" (colori dell'antico impero).

Capisaldi del programma elettorale del Hitler erano la riorganizzazione dell'economia tedesca in un quadriennio, la lotta a fondo contro la disoccupazione, il servizio obbligatorio di lavoro per la gioventù, la colonizzazione interna, la difesa della valuta, l'eliminazione del marxismo e della lotta di classe; per la politica estera, la revisione del trattato di Versailles, il disarmo effettivo, la parità completa dei diritti e l'abolizione del corridoio polacco.

Severe misure venivano intanto prese contro le opposizioni, specialmente in Prussia, dove il ministro Göring riorganizzava la polizia rafforzandola con reparti di Camicie brune e di Elmetti d'acciaio. Il 28 febbraio il palazzo del Reichstag era in fiamme: immediatamente la "Casa di Liebknecht", quartier generale comunista, era occupata da squadre hitleriane; un'ordinanza "per la difesa contro il comunismo" revocò gli articoli della costituzione relativi alle libertà di stampa, riunione, propaganda e al segreto postale, comminò la pena di morte per i reati di sabotaggio e rivolta armata, autorizzò il governo centrale a subentrare nelle facoltà di polizia dei governi regionali. I capi comunisti erano arrestati in massa.

Le elezioni del 5 marzo segnarono la vittoria decisiva del nazionalsocialismo. Su 39 milioni di voti il partito del Hitler ne raccolse 17.269.529, con un aumento di oltre 5 milioni rispetto alle elezioni del novembre e con una percentuale del 44%. Gli altri partiti, nonostante l'aumento di 4 milioni di votanti sulle precedenti elezioni, non ottennero vantaggi: il "fronte nero-bianco-rosso" raccolse 3.133.938 voti (8%), i socialdemocratici" 7.177.294 (18,8%), il Centro 4.429.319 (11%), i popolari bavaresi 1.073.815 (2,7%). I comunisti riuscirono a riunirne 4.845.654 (12%) con una perdita di un milione di voti. Il successo del governo fu confermato dalle elezioni per la Dieta di Prussia, svoltesi nel medesimo giorno. Complessivamente, i voti delle destre sommavano al 53%. Il Hitler poteva dichiarare, alla sera stessa, che la Germania di Weimar era morta e che era nato il terzo Reich.

La rivoluzione nazionalsocialista. - Cominciò allora la vera e propria rivoluzione nazionalsocialista, che travolse non solamente le ultime resistenze degli avversari - aggressioni e attentati individuali da parte comunista, proteste formali da parte dei socialdemocratici e del Centro - ma anche gli stessi alleati di governo, i tedesco-nazionali. Nella sera stessa delle elezioni i municipî delle maggiori città tedesche erano occupati dalle Camicie brune; il ministro degli Interni Frick avocava a sé i poteri di polizia nei Länder; in Baviera, antica roccaforte del federalismo cattolico, veniva insediato un commissario del Reich; dovunque gli avversarî del regime erano arrestati e inviati in campi di concentramento.

Il 21 marzo, nella luterana chiesa della guarnigione di Potsdam, centro della tradizione prussiana, si aprì il nuovo Reichstag. Con i voti di tutti i partiti, eccettuato il socialdemocratico (i comunisti erano stati esclusi), fu approvata una legge speciale che affidava al cancelliere i pieni poteri per quattro anni: la facoltà cioè di emanare leggi e di abrogare articoli della costituzione fino al 1° aprile 1937. Al presidente del Reich era tolto il diritto d'intervento nella legislazione; Reichstag e Reichsrat perdevano ogni prerogativa ed erano mantenuti soltanto come istituzioni.

Uno dei primi atti della dittatura fu di dare il colpo di grazia al federalismo. Il governo dei Länder, era già, nel corso delle ultime settimane, nelle mani del Hitler; il 7 aprile una legge sanzionò questo stato di fatto con la nomina di luogotenenti (Reichsstatthalter), aventi il compito di fare osservare nei Länder le direttive del governo centrale, di nominare e congedare i capi e membri dei governi regionali, di indire le elezioni per le diete. Il Hitler, nominato dal presidente del Reich luogotenente per la Prussia, ne approfittò per eliminarvi l'influenza dei conservatori: il posto del von Papen fu affidato al Göring, che conservò, accanto alla carica di presidente dei ministri di Prussia, quella di ministro degl'Interni, mentre il Hugenberg che dal von Papen teneva i ministeri prussiani dell'Agricoltura e dell'Economia, non fu confermato in queste cariche.

Il dissidio tra nazionalsocialisti e conservatori giunse rapidamente alla fase critica. Era chiaro che nel nuovo regime, mentre tutti gli altri partiti si stavano sfasciando, il partito tedesco-nazionale non poteva sopravvivere a lungo. Dalle sue stesse file si moltiplicavano le diserzioni. Il "partito dell'economia", il tedesco-popolare, le leghe agrarie invitavano i loro aderenti a passare nelle file dei vincitori. Il capo degli Elmetti di acciaio, Seldte, si dichiarò a sua volta fedele al Hitler, e inserì la sua associazione nel movimento delle Camicie brune. Invano il Hugenberg cercò di salvare il suo partito ribattezzandolo in extremis "Fronte tedesco-nazionale", atteggiandosi per di più a difensore dell'ordine giuridico e delle libertà individuali. Gli agrarî hitleriani lo attaccarono sul suo stesso terreno, nella politica economica. Una vasta azione di polizia colpì le associazioni giovanili del suo partito. Ormai isolato, il 27 giugno il Hugenberg si dimetteva da ministro e lo stesso giorno il suo "fronte" si scioglieva. Scompariva così l'ultimo residuo dell'antica Germania imperiale.

Pochi giorni prima era stata sciolta e vietata la socialdemocrazia. Restava in piedi ancora il Centro cattolico. Date le delicate interferenze di natura religiosa, che implicava una sua eliminazione, il governo del Hitler preferì accordarsi anzitutto col Vaticano. Il von Papen, che già ai primi di aprile aveva preso contatti con la curia, concluse senza difficoltà un concordato con la Santa Sede, che, estendendo a tutto il territorio del Reich quanto era pattuito nei precedenti concordati conclusi dai singoli Länder, dava garanzie per la libertà religiosa (8 luglio 1933). Qualche giormo prima il Centro si era sciolto. Il 10 luglio il Hitler dichiarava che la rivoluzione era chiusa e che cominciava l'era della ricostruzione.

Il terzo Reich. - Il terzo Reich, secondo la concezione del Hitler, deve essere una comunità nazionale accentrata, fondata sui principî d'autorità e di responsabilità verso l'alto, in cui devono scomparire gli antagonismi di casta e di classe e il vecchio particolarismo tedesco. A tal fine, oltre a porre i luogotenenti del Reich alla dipendenza strettissima del cancelliere, si è soprasseduto alla rielezione delle diete dei Länder. Si è inoltre iniziata, con la creazione di un apposito commissariato, la formazione di un diritto nazionale unitario, in cui, esclusa ogni influenza del diritto romano, sarebbero ripristinate le vecchie tradizioni germaniche. Criterio fondamentale di tale diritto, il principio di razza, per cui i cittadini "non-arî" sarebbero esclusi dalla comunità nazionale e i matrimonî, o comunque la mescolanza, con persone di sangue ebraico considerati attentati all'integrità della razza. La teoria razzista è anch'essa tra i presupposti di una legge, entrata in vigore il 1° gennaio 1934, che impone la sterilizzazione artificiale (decisa da un "tribunale per la sanità ereditaria") in casi di imbecillità, epilessia, follia, cecità o sordità ereditaria, grandi deformità, alcoolismo, ecc

Questa politica razzista ha trovato vivissima eco nell'antisemitismo delle masse tedesche, acuito nel dopoguerra dalla crisi economica e che già nel marzo si era manifestato con attacchi di folla contro gli emporî ebraici, seguiti il 1° aprile da un sistematico boicottaggio. A sua volta il governo collocò in pensione i funzionarî "non-arî" facendo eccezione per i reduci e i figli dei caduti, introdusse il numerus clausus nelle scuole, escluse dagli uffici e dalle professioni liberali quanti avessero un nonno "non-ario" o fossero coniugati con persona "non-aria".

L'unificazione fu perseguita anche sul terreno religioso. Come si è visto, con la chiesa cattolica fu stipulato un concordato unico per tutto il Reich. Con le varie chiese evangeliche la sistemazione dei rapporti fu molto più ardua. Ai fini dell'unità il governo aveva creato, subito dopo il suo avvento al potere, la carica di vescovo evangelico del Reich, suprema autorità ecclesiastica. Sotto la pressione del regime, i rappresentanti delle chiese si riunirono in un sinodo per procedere all'elezione del vescovo, ma l'eletto non risultò persona grata al governo, sicché per alcuni mesi perdurò uno stato di latente ostilità, troncato dal governo con la nomina d'un suo commissario per le chiese prussiane. Il 4 settembre il sinodo di tali chiese deliberava la creazione d'un arcivescovo prussiano, di dieci diocesi vescovili e d'un senato composto dai vescovi e da delegati governativi. Alcune settimane più tardi il gran sinodo delle chiese evangeliche tedesche, riunitosi a Wittenberg, trasformava radicalmente la struttura del protestantesimo in Germania deliberando la riunione di tutte le chiese e sette in un'unica chiesa nazionale tedesca ed eleggendo a vescovo del Reich (carica di nuova istituzione) il pastore L. Müller, fiduciario di Hitler. Il Müller aveva in un primo tempo assunto il patronato dei "Tedeschi cristiani", ma le dottrine di questi, ritenute in contrasto con la dogmatica del luteranesimo, suscitarono proteste: Hitler ordinò che lo stato e il partito nazionalsocialista si astenessero dall'intervenire in questioni dogmatiche.

Sull'esempio fascista, il regime hitleriano si accinse a combattere la disoccupazione con la politica dei grandi lavori pubblici: tre milioni e mezzo di ettari di terreno paludoso furono affidati per la bonifica ai giovani del servizio obbligatorio di lavoro, furono progettati nuovi impianti ferroviarî e iniziati i lavori per una grande rete di autostrade. Furono inoltre prese misure per sollevare l'agricoltura (fissazione dei prezzi e limitazione delle colture) e in genere per salvaguardare la piccola proprietà rurale (limitazioni alle vendite dei fondi rustici). A opera di Hjalmar Schacht, presidente della Reichsbank, si proclamò una parziale moratoria per i debiti verso l'estero. Si cercò pure di salvare la bilancia commerciale, colpita da una paurosa contrazione delle esportazioni, mercé una rigida politica doganale, indulgendo in generale alle tendenze della cosiddetta "autarchia" economica. Fu creato un Consiglio economico del Reich, di 17 membri.

Anche nel campo sociale il nuovo regime ha seguito il modello fascista ponendo sotto il suo controllo le associazioni professionali. Nel maggio 1933 tutte le sedi dei sindacati operai erano occupate e i capi sostituiti con commissarî governativi. Analogamente, alla testa delle federazioni industriali, commerciali e bancarie erano posti uomini di fiducia del governo. Al congresso del "Fronte operaio", il 10 maggio, Hitler si pronunciava per lo stato corporativo (Ständestaat) e nominava intanto i "fiduciarî del lavoro" col compito di fissare in forma giuridicamente impegnativa i patti di lavoro. Sempre sul modello italiano, si iniziò un'attiva campagna demografica procedendo all'istituzione di un'Opera per la madre; si creò un Dopolavoro; si organizzarono associazioni giovanili; si istituì un commissariato per lo sport. La stampa, la radio, il teatro, il cinematografo vennero posti sotto il controllo del Ministero dell'educazione popolare e della propaganda.

L'avvento al potere di Hitler aveva suscitato vivo allarme nel mondo e determinato l'isolamento della Germania, che fu rotto solamente, ad opera di Benito Mussolini, con la stipulazione del Patto a quattro" (7 giugno 1933). Le relazioni con gli stati confinanti, Francia, Cecoslovacchia, Polonia, rimasero tuttavia tese; carattere addirittura drammatico assunsero i rapporti con l'Austria dove il cancelliere E. Dollfuss, deciso a salvaguardare l'indipendenza del suo paese, sciolse il partito nazionalsocialista, provocando una serie di attentati di giovani hitleriani e rappresaglie da parte del Reich tedesco.

Più difficile ancora la situazione delineatasi a Ginevra, in seno alla Società delle nazioni e alla Conferenza del disarmo. Già il 17 maggio, davanti al Reichstag, Hitler riaffermò solennemente la sua volontà di ottenere la parità completa e immediata nei riguardi degli armamenti, sicché quandi, ai primi di ottobre, i delegati francesi e inglesi a Ginevra avanzarono la proposta di un periodo di prova, caddero le speranze in un compromesso. Il 14 ottobre Hitler dichiarava che la Germania cessava di far parte della Società delle nazioni e abbandonava la Conferenza del disarmo. Contemporaneamente il presidente Hindenburg ordinava lo scioglimento del Reichstag e indiceva nuove elezioni per dare all'azione del governo l'appoggio del suffragio popolare.

Per calmare le apprensioni suscitate dalla sua brusca mossa, Hitler insistette in varie dichiarazioni sulla volontà di pace della nuova Germania e iniziò trattative per un patto di non aggressione con la Polonia, mentre negava qualsiasi proposito di rivincita: su questo punto s'imperniò anche la campagna elettorale in grande stile, diretta dal ministro della Propaganda, J. Goebbels. Il plebiscito del 12 novembre 1933 diede questi risultati: su 43.452.613 voti si ebbero 40.601.577 favorevoli (95%), 2.100.765 contrarî e 750.271 nulli. Aveva votato il 95% degli aventi diritto. La simultanea elezione del nuovo Reichstag su una lista unica di dieci nomi (comprendente oltre i nomi dei capi nazionalsocialisti anche quelli di F. von Papen e di A. Hugenberg), diede risultati analoghi. Salvo una decina di deputati provenienti dagli antichi partiti di destra, il nuovo Reichstag era tutto nazionalsocialista.

Dopo il plebiscito la politica estera tedesca mirò evidentemente a uscire dall'isolamento. Pur rifiutando di partecipare alle discussioni a Ginevra relative alla questione della Saar, il governo germanico prese l'iniziativa di trattative dirette con la Francia sulla questione del disarmo: trattative che, se non condussero ad un accordo, servirono, almeno, a determinare i punti sostanziali della controversia: durata della convenzione, computo degli effettivi, richiesta tedesca di possedere subito armi difensive.

Il riavvicinamento con la Polonia portò il 26 gennaio 1934 a una nuova convenzione, per la quale i due governi si impegnarono per 10 anni a risolvere direttamente e pacificamente le questioni pendenti. Con l'Austria invece i rapporti divennero ancora più tesi; alle lagnanze del governo austriaco per le inframmettenze nazionalsocialiste e alla minaccia di un appello alla Società delle nazioni, A. Hitler il 30 gennaio rispose in tono polemico e in maniera sostanzialmente negativa. Dopo altre proteste austriache e le sanguinose giornate viennesi del febbraio, Francia, Inghilterra e Italia pubblicarono il 17 una dichiarazione comune in cui ribadivano il proposito di salvaguardare l'indipendenza dell'Austria.

Nei riguardi interni, accanto all'opera d'assistenza invernale, si svolse una politica di assestamento. Alcune mene dei monarchici furono rapidamente liquidate e le loro associazioni sciolte e vietate. Il Reichstag, convocato il 30 gennaio 1934, approvò una legge con cui erano sospese le rappresentanze legislative dei Länder e il governo centrale era autorizzato a decretare nuove leggi costituzionali. In base a tale legge il Reichsrat, il consiglio federale del Reich, nel quale i singoli stati erano rappresentati in proporzione della loro popolazione, venne soppresso. Pure soppresse furono le rappresentanze diplomatiche dei Länder a Berlino.

Il provvedimento più importante nel campo sociale per la sistemazione dei rapporti di lavoro fu la legge del 20 gennaio 1934, che, applicando anche in questo campo oltre i principî di onore, fedeltà, responsabilità, gerarchia, solidarietà, anche gli antichi concetti germanici di condottiero (Führer) e di seguito dei fedeli (Gefolgschaft), volle dare alla vita delle aziende un carattere etico.

Il nuovo ordinamento concepisce l'impresa come una comunità gerarchica retta da un capo responsabile, l'imprenditore, coadiuvato, per quel che riguarda la vita interna dell'azienda, da un "consiglio di fiducia" (Vertrauensrat). Il capo decide di fronte alle maestranze, che gli devono fedeltà; ma egli deve occuparsi del loro benessere, come deve tener presente l'interesse della collettività nazionale. Il "consiglio di fiducia", nominato dai dipendenti su una lista proposta dal capo e dal fiduciario dei gruppi aziendali nazionalsocialisti e composto di elementi iscritti al Fronte del lavoro e di sicura fede nazionale, deve dirimere le controversie, assistere i lavoratori, suggerire le misure atte a migliorare l'attività produttiva e le condizioni del lavoro. Contro le disposizioni del capo il consiglio può ricorrere al fiduciario distrettuale del lavoro, che ha il potere di modificarle. In ogni distretto un tribunale d'onore, presieduto da un magistrato, funzionerà da tribunale del lavoro. Tra le pene previste vi è pure il disconoscimento della capacità di essere capo di azienda. In generale il punto più importante nei rapporti tra imprenditore e dipendenti è quello dell'onore.

Nel corso del 1934 il regime nazista affrontò alcune crisi di assestamento, che si risolsero in un ulteriore accentramento dei poteri e in un rafforzamento della sua compagine. La lotta politica tra destra e sinistra si era trasferita nel seno del partito stesso e delle sue organizzazioni: un conflitto di tendenze e d'ambizioni, connesso anche a fenomeni di corruzione, sboccò il 30 giugno nell'arresto e nella fucilazione di Ernst Röhm, capo di stato maggiore dei reparti S. A., d'un notevole numero di alti gerarchi legati al Röhm stesso, dell'ex-cancelliere K. von Schleicher e di alcune personalità dell'antica destra e del centro cattolico. Della repressione Hitler assunse la piena responsabilità. In conseguenza della crisi i reparti S. A. furono ridotti di numero, mentre acquistarono importanza le formazioni S. S. (Staffette di protezione), promosse a reparto autonomo, e il loro capo H. Himmler, posto alla testa della polizia tedesca. La Reichswehr, per bocca del ministro W. von Blomberg, espresse la sua gratitudine per la repressione d'un moto essenzialmente diretto contro di essa.

Il 2 agosto si spegneva il vecchio maresciallo von Hindenhurg, presidente del Reich. Hitler assumeva immediatamente il potere supremo, unificando nella propria persona la carica di capo dello stato e quella di cancelliere, ma sostituendo il titolo di presidente del Reich con quello di Reichsführer. Per ordine del ministro von Blomberg l'esercito e la marina prestarono immediato giuramento di fedeltà al nuovo capo dello stato. Il 19 agosto un plebiscito sanzionò la decisione con 38 milioni di voti su 43 milioni di votanti.

Questo accentramento di poteri corrispondeva al processo di unificazione dell'intera vita nazionale. Il 7 febbraio era stata soppressa la nazionalità dei Länder, nel senso che ormai non esistevano che cittadini diretti del Reich. Poco dopo si procedeva all'unificazione dell'amministrazione finanziaria e di quella postale. Il 7 dicembre era tolta agli stati la sovranità giudiziaria con la soppressione dei loro ministeri della Giustizia. Infine una legge sui luogotenenti del Reich abolì le funzioni dei presidenti dei ministri degli stati, che furono affidate ai luogotenenti. Costoro furono però assimilati ai presidenti superiori di provincia della Prussia, cioè ad amministratori degli stati in nome del Reich. La Germania venne in tal modo ad esser divisa in 22 distretti: 12 provincie prussiane e 10 Länder (Baviera, Sassonia, Württemberg, Turingia, Assia Renana, Amburgo, Mecklemburgo-Lubecea, Oldenburgo-Brema, Brunswick-Anhalt, Lippe-Schaumburg-Lippe). Un regime speciale era mantenuto in Prussia, dove il Führer aveva direttamente delegato il presidente dei ministri H. Göring, ma dove una serie di ministeri fu senz'altro fusa con i corrispondenti ministeri del Reich.

Accanto alle crisi politiche si era pure verificata, o meglio accentuata, una crisi economico-finanziaria in conseguenza della deficienza di materie prime e di divise per l'importazione. La nomina, il 2 agosto 1934, del presidente della Reichsbank Schacht a ministro dell'Economia segnò l'inizio d'una severa politica di controllo e regolamentazione: si limitarono le importazioni nella misura consentita dalla disponibilità delle divise, si cercò dì sviluppare la produzione interna di materie prime; si appoggiarono le esportazioni; si stipularono accordi di compensazione con i paesi produttori di materie prime per lo scambio di merci: si controllò l'industria mediante uffici regolanti l'importazione e la ripartizione delle materie prime. Tutti i pagamenti all'estero furono concentrati nella Reichsbank col compito d'impedire che l'uscita giornaliera di divise superasse l'entrata. Il 15 giugno era dichiarata una moratoria di sei mesi nel servizio dei debiti esteri, che condusse a proteste degli stati interessati, a lunghe trattative con i rappresentanti dei creditori esteri e alla definizione di compromessi. Con siffatto sistema, corredato da misure draconiane contro i trasferimenti di marchi all'estero, si riuscì a tener fermo il marco, nonostante la mancanza di forti riserve auree.

A tali provvedimenti corrisposero quelli diretti alla semplificazione dell'organizzazione industriale sotto controllo dello stato. La "legge per la costiuzione organica della vita economica" del 14 marzo diede alla Germania un sistema d'economia regolata con finalità risolutamente autarchiche. Mentre era interdetta l'istituzione di nuove banche, erano affidati al ministro dell'Economia pieni poteri per lo scioglimento di tutti i gruppi industriali esistenti e la loro sostituzione con altri, per la verifica degli statuti e la conferma dei dirigenti. La produzione veniva divisa in 12 rami e le associazioni di ciascun ramo venivano raggruppate sotto un unico capo (il ramo "miniere e ferriere" fu posto sotto la direzione di G. Krupp von Bohlen). Alla testa dell'intera produzione fu messo un capo supremo, Kessler. Fu istituito un tribunale d'onore per assicurare una concorrenza "decente e leale". Era il vecchio sistema dei cartelli trasformato in istituzione disciplinata dallo stato, giuridicamente obbligatoria e orientata in senso politico-sociale, in quanto doveva servire, oltre che all'eliminazione di sperperi e di fenomeni di sovraproduzione, anche alla lotta contro la disoccupazione.

L'organizzazione periferica veniva costituita nel marzo del 1935 con la divisione del paese in 14 circoscrizioni economiche, a capo di ciascuna delle quali furono poste una camera di commercio e una camera dell'artigianato, con dirigenti nominati per decreto. I rappresentanti delle camere economiche e dei gruppi o rami economici furono riuniti in una camera economica del Reich, alla cui testa fu posto un consiglio come organo consultivo del ministro.

A tale politica economica veniva a corrispondere la politica sociale. Fino dal gennaio 1934, come già detto, era stata promulgata una "carta del lavoro tedesco", che stabiliva l'unità della direzione, la responsabilità personale del capo dell'azienda, il principio della solidarietà tra imprenditore e prestatori d'opera attraverso accordi onorevoli e convenienti.

La politica agraria fu diretta alla formazione d'un solido ceto di contadini proprietarî. Fu deliberata l'istituzione di 845.000 masserie ereditarie, indivisibili e inalienabili, con diritto di primogenitura. La superficie previsia fu in totale di 17 milioni di ettari, cioè il 42% della superficie coltivata e boschiva della Germania. Contemporaneamente si procedeva alla riduzione delle grandi proprietà terriere. Il 4 luglio 1935 venivano istituite sei camere speciali per affrettare la liquidazione dei fidecommessi, che la repubblica di Weimar aveva soppresso solo teoricamente, e si affidavano pieni poteri al ministro della Giustizia per accelerare il procedimento, secondo l'urgenza di nuove terre per la colonizzazione interna.

Per la politica del lavoro fu creato, alle dipendenze del dott. Ley, capo del "Fronte del lavoro", un "Consiglio del lavoro e dell'economia del Reich", raggruppante i capi delle aziende, i capi delle camere del lavoro, delle camere dell'economia e delle differenti organizzazioni economiche. Alle dipendenze dello stesso Ley si sviluppò, in forma grandiosa, l'organizzazione dopolavoristica Kraft durch Freude, che tra altro si formò una propria flotta per crociere marittime. Carattere eminentemente sociale, vòlto cioè all'eliminazione delle differenze di classe e di casta, ebbe l'istituzione del "servizio di lavoro", reso obbligatorio da una legge del giugno 1935 per entrambi i sessi, ma applicato dapprima soltanto ai maschi, per la durata di sei mesi, come preparazione al servizio militare.

L'intero addestramento della gioventù fu affidato ad organizzazioni dipendenti dal partito: i bambini dai 4 ai 9 anni furono assegnati alla Deutsche Kindschaft, i ragazzi dai 10 ai 14 al Deutsches Jungvolk, i giovanetti dai 14 ai 18 alla Hitlerjugend. Il 24 gennaio 1934 Rosenberg, teorico del razzismo, era nominato fiduciario per la formazione dottrinale del partito.

Le relazioni con le Chiese cristiane, già tese in conseguenza della concezione razzista della vita ufficialmente professata dal partito, si resero acute, sul terreno dell'educazione giovanile, con la Chiesa cattolica e, su quello istituzionale, con le Chiese protestanti. Mentre gli organi del partito accusavano il "cattolicismo politico" di conservare nostalgie verso l'antico partito del Centro e di osteggiare larvatamente il regime, la Chiesa lamentava la violazione del Concordato, lo scioglimento di associazioni cattoliche, la soppressione di scuole cattoliche, l'appoggio dato a dottrine e gruppi apertamente paganeggianti. La lotta proseguì anche negli anni successivi, con proteste da parte del cardinale Faulhaber di Monaco e della conferenza episcopale di Fulda, con l'arresto di alti ecclesiastici e di capi della Gioventù cattolica. Fu data larga risonanza ai processi contro ecclesiastici colpevoli di contrabbando di divise e a processi contro il malcostume.

L'azione di unificazione delle Chiese protestanti condotta dal vescovo del Reich Müller e dal suo amministratore giuridico Jäger portò ad uno scisma: il 3 gennaio 1934 si riuniva a Barmen un primo sinodo libero dei gruppi confessionali. Il vescovo rispondeva accusando i pastori ribelli di propaganda contraria al regime e sospendeva le leggi sulla situazione giuridica dei pastori e dei funzionarî. Il 21 marzo il sinodo della Chiesa di Vestfalia si costituiva in sinodo libero confessionale, rifiutando di riconoscere l'autorità del vescovo del Reich ed affidando la direzione spirituale della comunità ad un Consiglio di fratelli. Interveniva allora il ministro del culto sospendendo le misure contro i pastori ribelli e sopprimendo il decreto del vescovo. Questi però poteva ordinare l'unificazione amministrativa della Chiesa del Reich e procedere all'incorporazione delle Chiese regionali. Le Chiese della Baviera e del Württemberg si rifiutarono di lasciarsi assorbire. Il 23 settembre 1934 avveniva la solenne intronizzazione del vescovo del Reich, cui teneva dietro la condanna del Müller da parte d'un secondo sinodo confessionale a Dahlem. L'amministratore Jäger era costretto a dare le dimissioni, mentre il sinodo confessionale nominava un'amministrazione provviso1ia della Chiesa del Reich. Una certa distensione subentrò nel luglio 1935 con la nomina di Kerrl a ministro del Reich per gli Affari Ecclesiastici, che, avuti pieni poteri per la soluzione delle controversie, istituì delle giunte ecclesiastiche. Lentamente la resistenza della Chiesa confessionale andò declinando. Molti aderenti al sinodo finirono con l'accettare nomine dal Kerrl, il vescovo Mahrarens uscì dal Consiglio dei fratelli e il vescovo Meiser riconobbe le giunte. Tuttavia un gruppo si riunì nel febbraio del 1936 in un quarto sinodo confessionale, decidendo di proseguire la lotta per l'integrità della fede. E la lotta infatti proseguì con arresti e processi di pastori e con proteste del Consiglio della Chiesa confessionale contro la scuola laica nazionalsocialista.

Il 15 gennaio 1935 il territorio della Saar decretava con 476.039 voti su 526.942 votanti la propria riannessione alla Germania. L'evento suscitò in tutto il paese un'ondata d'entusiasmo. Il 1° marzo il governo tedesco riprendeva possesso del territorio.

Il plebiscito della Saar segnò l'inizio delle denunce delle clausole militari del trattato di Versailles. Già il 14 marzo il generale Göring dichiarava che la Germania intendeva possedere un'armata aerea, e la sua dichiarazione era seguita da una nota ufficiale presentata in questo senso ai governi di Parigi, Londra e Roma. Il 16 marzo veniva ripristinato il servizio militare obbligatorio e l'esercito tedesco veniva portato a 12 corpi d'armata con 36 divisioni. Il governo inglese, respinta la proposta francese d'una protesta collettiva, si limitò a consegnare una nota, cui tennero dietro note analoghe da parte francese ed italiana. Nel frattempo però il governo tedesco concludeva (18 giugno 1935) un accordo navale con l'Inghilterra, fissando il rapporto della propria flotta con quella inglese al 35%; e in conformità a tale accordo, pubblicava il proprio programma navale comprendente 2 corazzate, 2 incrociatori, 16 cacciatorpediniere e 28 sottomarini.

Un tentativo del ministro inglese Simon, recatosi a Berlino per indurre la Germania alla firma d'un patto aereo, d'un patto danubiano e d'un patto orientale, fallì. Ulteriori insistenze da parte inglese provocarono da parte ufficiosa tedesca la dichiarazione che la Germania era ostile alla formula della sicurezza collettiva, ma era disposta a stipulare patti di amicizia e di non aggressione analoghi a quello tedesco-polacco. La costante pressione nazionalsocialista in Austria provocò nell'aprile 1935 la conferenza di Stresa già preparata dall'incontro Mussolini-Laval nel gennaio a Roma. Italia, Francia e Gran Bretagna si accordarono per consultarsi in caso di ulteriori atti unilaterali della Germania. Ma il "fronte di Stresa" si sfasciò rapidamente in conseguenza dell'atteggiamento assunto dalle potenze occidentali nella questione etiopica. Il governo tedesco non aderì alle "sanzioni" e Hitler dichiarò la sua simpatia verso l'Italia. Profittando della tensione europea, il 7 marzo 1936 il governo tedesco procedeva all'occupazione della zona demilitarizzata della Renania (la riva sinistra e una zona larga 50 km. lungo la riva destra), violando gli articoli del trattato di Versailles, che vietavano in tale territorio le guarnigioni e le fortificazioni. Contemporaneamente denunciava il patto di Locarno, adducendo a motivo la stipulazione del patto franco-sovietico, ma si dichiarava disposto a creare una zona demilitarizzata reciproca con la Francia e col Belgio, a stipulare con questi stati - ed eventualmente anche con l'Olanda - patti di non aggressione garantiti dall'Inghilterra e dall'Italia, a concludere un patto aereo, a rientrare nella Società delle nazioni. Dinnanzi al Reichstag Hitler negava che la Germania avesse altre rivendicazioni territoriali in Europa e dichiarava chiusa la lotta per l'uguaglianza dei diritti della Germania. Un appello francese alla Società delle nazioni, seguito da uno belga, una conferenza a Parigi tra i fimatarî del patto di Locarno, una riunione del consiglio della Società delle nazioni a Londra (17 aprile) si limitavano i constatare la violazione tedesca dei patti, cioè praticamente riconoscevano il fatto compiuto. Né ebbe seguito alcuno un progetto di accordo tra Belgio, Francia, Gran Bretagna e Italia. Al contrario la tenace ostilità inglese alla conquista italiana dell'Etiopia, la protrazione delle sanzioni, l'avvento in Francia del "Fronte popolare" e infine lo scoppio della guerra civile in Spagna determinavano l'Italia a quella stretta collaborazione con la Germania simboleggiata nell'"asse" Roma-Berlino. Il 25 luglio 1936 l'ambasciatore tedesco von Hassell comunicava la decisione del Reich di sopprimere la legazione ad Addis Abeba, ciò che equivaleva al riconoscimento tedesco dell'Impero italiano d'Etiopia. Il 23 ottobre il ministro degli esteri Ciano si recava in visita ufficiale a Berlino e il 24 riceveva a Berchtesgaden da Hitler la comunicazione del riconoscimento formale. A Berlino era stabilita una politica comune, specialmente per quanto riguardava la Spagna. In effetti truppe volontarie tedesche erano inviate in Spagna, mentre la Germania seguiva nel comitato londinese di non intervento un'azione concomitante a quella italiana. Parallelamente avvenne il riconoscimento del governo del generale Franco. La Germania, che aveva assunto il controllo navale in una zona della costa mediterranea della Spagna, passò nel giugno 1937 a misure di rappresaglia in seguito al bombardamento, da parte di aerei di Barcellona, di una sua nave da guerra nella rada di Maiorca. La visita del generale Göring a Roma nel gennaio 1937, quella del ministro degli Esteri von Neurath nel maggio, quella del maresciallo von Blomberg nel giugno e infine, nell'ottobre, quella di Mussolini, ricevuto con onori trionfali da Hitler a Monaco e a Berlino, ribadivano l'intesa delle due potenze autoritarie, che si dichiaravano decise ad affrontare la minaccia bolscevica nel mondo. In questo senso già il 25 novembre 1936 l'ambasciatore von Ribbentrop firmava a Berlino con l'ambasciatore giapponese una convenzione contro l'internazionale comunista, che impegnava i due stati a tenersi reciprocamente informati sull'attività di detta internazionale, a consultarsi sulle misure di difesa e ad eseguirle in stretta collaborazione. A questo patto anticomunista aderiva l'Italia, con un protocollo firmato a Roma il 6 novembre 1937 dal ministro Ciano, da von Ribbentrop e dall'ambasciatore giapponese Hotta. Seguiva il 21 febbraio 1938 il riconoscimento tedesco dell'impero del Man-chu kwo. Il governo tedesco intensificava invece la cordialità dei rapporti con la Polonia, risolvendo con trattative dirette alcune difficoltà insorte a Danzica, e sistemando con accordi bilaterali la posizione delle rispettive minoranze nazionali. In un incontro tra il ministro polacco Beck e Hitler a Berlino il 4 luglio 1935, era riconfermata la dichiarazione tedesco-polacca del gennaio 1934. Una tensione subentrò invece nei rapporti con la Lituania in conseguenza delle misure prese da quest'ultima nel regime di Memel (gennaio 1935). Una visita del reggente d'Ungheria Horthy a Hitler e una visita del presidente dei ministri di Iugoslavia Stojadinović il 18 gennaio 1938 intensificavano i rapporti anche economici tra questi due stati e la Germania. Stojadinović firmava, tra l'altro, un accordo relativo alla stampa, per lo scambio d'informazioni e il divieto della diffusione di notizie suscettibili di nuocere ai buoni rapporti tra i due paesi. Tese invece rimasero le relazioni con la Cecoslovacchia, specialmente dopo la conclusione del patto cecoslovacco-sovietico, e naturalmente si andarono inasprendo i rapporti con la Russia, dove furono chiusi i consolati tedeschi (4 marzo 1938).

Mentre ripetutamente Hitler dichiarava che la Germania non aveva rivendicazioni territoriali con la Francia, verso l'Inghilterra si andò intensificando la propaganda per la restituzione delle colonie. Hitler tuttavia si guardò bene dal ripetere l'errore di Guglielmo II, iniziando una gara navale con l'Inghilterra. Della questione coloniale era incaricato von Ribbentrop, nominato nell'agosto 1936 ambasciatore a Londra, ma le sue conversazioni col ministro inglese Halifax non portavano a pratici risultati. L'Inghilterra si dichiarava disposta a introdurre nelle sue colonie un regime della porta aperta, non al trasferimento di territorî. La propaganda coloniale si intensificò dopo l'incontro di Hitler e Mussolini e a tale scopo venne istituito nell'ottobre del 1937 un ufficio speciale.

Questa politica estera veniva sostenuta da una formidabile preparazione militare. Il generale Göring veniva incaricato il 28 aprile 1936 di controllare, con pieni poteri su tutta l'amministrazione dello stato, tutte le misure relative allo scambio delle divise e all'importazione delle materie prime. Inoltre, ai fini della produzione interna di materie prime e di viveri, Hitler annunciava il 30 gennaio 1937 un piano quadriennale, la cui esecuzione veniva affidata a Göring, nominato commissario (24 marzo 1937).

Nel suo discorso al Reichstag il 20 febbraio 1938 Hitler poteva presentare il seguente quadro delle realizzazioni compiute dal regime nel quinquennio nel campo economico: un reddito nazionale complessivo salito a 68 miliardi di marchi (nel 1932: 45,2 miliardi), mentre il costo della vita era aumentato soltanto del 4%; una produzione industriale superante i 75 miliardi (nel 1932: 37,8); una produzione agraria superante i 12 miliardi (nel 1932: 8,7); la disoccupazione discesa da 6,5 milioni a 470.000; l'importazione salita da 4,2 miliardi a 5,5, l'esportazione da 4,9 a 5,9; i depositi presso le casse di risparmio saliti da 11,4 miliardi a 16,1; il tasso d'interesse dei crediti a breve scadenza portato dal 6,23% al 2,93%, e di quelli a lunga scadenza dall'8,8% al 4,5%; le entrate del Reich portate da 6,6 miliardi a oltre 17; un aumento della produzione del carbon fossile da 104,7 milioni di tonnellate a 184,5, della lignite da 122,65 a 184,07, dell'acciaio da 9660 a 19.207, della ghisa da 1,4 a 3,7, del ferro da 1,3 a 9,6, ecc.; un aumento degli autoveicoli da un milione e mezzo a tre milioni; un aumento del traffico marittimo da 36 milioni di tonnellate a 61 milioni; un aumento del 47% nel traffico merci sulle ferrovie e del 54%, nell'esercizio ferroviario complessivo; uno sviluppo grandioso delle costruzioni stradali per cui nel 1937 furono spesi 1450 milioni di marchi (nel 1932: 440); la costruzione, nel 1937, di 340.000 abitazioni. Nel campo sociale Hitler poteva segnalare: garanzie tariffarie, vacanze pagate, assicurazione del diritto al lavoro, assicurazione d'un guadagno minimo, connessione del guadagno col rendimento, provvedimenti per fronteggiare gli oneri familiari, visite sanitarie ed ispezioni per l'igiene del lavoro, viaggi d'istruzione, manifestazioni artistiche e culturali per il popolo, campeggi, organizzazioni sportive, l'assistenza invernale, l'assistenza alla gioventù, ed infine l'aumento della natalità, che dalle 970.000 nascite del 1932 giunse a 1.270.000 nel 1937.

Una grande riforma scolastica, comprendente tutti i gradi di scuole, dalle elementari alle universitarie, era posta in atto dal ministro Rust.

Una sensazionale riforma nell'alto comando dell'esercito, il 4 febbraio 1938, segnò il definitivo accentramento dei poteri nelle mani di Hitler e l'eliminazione dai posti di comando dei vecchi elementi conservatori. Il maresciallo von Blomberg, ministro della Guerra (la carica era stata ripristinata il 22 maggio 1935) e comandante in capo delle forze armate, e il generale von Fritsch, comandante dell'esercito, si ritirarono. Hitler assunse direttamente il comando supremo, coadiuvato da un "Comando superiore delle forze armate", cui fu posto a capo il generale von Keitel, con rango di ministro e funzioni di ministro della Guerra. Göring, comandante dell'aviazione, fu promosso maresciallo. Nello stesso tempo il ministro degli Esteri von Neurath era sostituito da von Ribbentrop, ma veniva posto a capo, come ministro senza portafoglio, d'un "Consiglio privato" per la politica estera. Il Ministero dell'economia, già tenuto da Schacht, era assunto da Funk. Il movimento fu seguito da una serie di mutamenti negli alti comandi dell'esercito e in importanti sedi diplomatiche. Il 3 marzo i comandanti dell'esercito e della flotta, generale von Brauchitsch e ammiraglio K. Raeder, venivano autorizzati a prender parte, con rango di ministri, alle riunioni del gabinetto.

Il movimento, che dalla stampa estera fu posto in rapporto con pretese congiure di generali, va invece probabilmente posto in relazione con il precipitare della questione austriaca. Sicura ormai da ogni minaccia alla frontiera occidentale, la Germania aveva potuto gravitare verso la zona danubiana. Dopo che Mussolini, gravemente impegnato nel Mediterraneo, ebbe dichiarato che l'Italia non intendeva restar pietrificata al Brennero, il destino dell'Austria sembrò deciso. Tuttavia si giunse all'accordo tedesco-austriaco dell'11 luglio 1936, col quale le due parti dichiaravano di voler ristabilire rapporti amichevoli tra i due stati tedeschi e si garantivano la reciproca non ingerenza negli affari interni. La tensione, che esisteva fin dal tempo del tentativo di putsch nazista in Austria e dell'uccisione del cancelliere austriaco Dollfuss, sembrava doversi attenuare. In realtà l'accordo non diede i frutti sperati: le agitazioni dei nazisti in Austria continuarono, energicamente represse dal governo di Schuschnigg, che tentava di ridestare nelle popolazioni la coscienza austriaca. Il 12 febbraio 1938 si giunse a un tentativo di compromesso: il cancelliere Schuschnigg, incontratosi presso Berchtesgaden con Hitler (v. austria, App.), s'impegnò ad adottare una politica di conciliazione verso gli elementi nazisti austriaci. In effetti, pochi giorni dopo, egli ricostituiva il suo governo, affidando al fiduciario nazista Seyss-Inquart il Ministero degli interni. Tuttavia il discorso dello Schuschnigg stesso alla dieta austriaca il 24 febbraio rivelò che la situazione era tutt'altro che chiarita. Un disperato tentativo del cancelliere austriaco di salvare l'indipendenza mediante un plebiscito, provocò la pronta reazione di Hitler. L'11 marzo, in seguito ad un ultimatum, il cancelliere Schuschnigg abbandonava il governo che veniva assunto dal ministro Seyss-Inquart. Hitler inviava il 12 marzo un messaggio a Mussolini, in cui metteva in rilievo i motivi che avevano spinto la Germania ad agire nei riguardi dell'Austria, e passava il confine. Le truppe tedesche marciavano frattanto alla volta di Vienna, entrando nell'antica capitale il mattino del 13 marzo. Una legge costituzionale austriaca sanciva l'immediata unione dell'Austria al Reich. Il 14 marzo Hitler faceva il suo solenne ingresso a Vienna e riceveva il giuramento di fedeltà dell'esercito austriaco. Il 10 aprile un plebiscito sanzionava il definitivo incorporamento dell'Austria nel grande Reich tedesco (v. anche austria, App.).

Nel maggio 1938 la visita di A. Hitler, accolto con onori trionfali in Italia (a Roma, Napoli e Firenze, 3-9 maggio), ha confermato l'accordo italo-tedesco e l'asse Roma-Berlino. Nell'ultima decade dello stesso mese, una pericolosa tensione è sopravvenuta con la Cecoslovacchia, per la questione dei Tedeschi sudetici (v. cecoslovacchia, App.).

Diritto (XVI, p. 805).

Ai lineamenti di storia del diritto tedesco, aggiungiamo alcuni cenni sul diritto vigente, nelle sue espressioni principali. Sui principî direttivi generali di questo diritto v. germania: Storia, App., e nazionalsocialismo, XXIV, p. 466 segg.).

Diritto civile. - Il codice civile (Bürgerliches Gesetzbuch, BGB.) del 18 agosto 1896, entrato in vigore il 1° gennaio 1900, è il codice più ampio e più dottrinalmente elaborato che sia stato compilato finora. Con i suoi 2385 paragrafi e 218 articoli della legge introduttiva (Einführungsgesetz, EG.), esso abbraccia un campo assai vasto in quanto le singole disposizioni si sforzano di contemplare, con una forte astrazione, il numero più grande possibile di casi e di fissarli con precisione in un linguaggio studiato e originale. Il giudice è così molto legato. Tuttavia i tribunali tedeschi hanno saputo guadagnare col tempo una grande libertà per nuove soluzioni. Il codice stesso fa appello all'apprezzamento del giudice in alcune delle disposizioni generali. E queste sono divenute delle vie di uscita preferite in modo particolare dai giudici per introdurre mutamenti di diritto. Segnatamente: il § 157 "I contratti si devono interpretare come richiede la buona fede avuto riguardo alle consuetudini sociali"; il § 242: "Il debitore è tenuto ad adempiere la prestazione come lo richiede la buona fede avuto riguardo alle consuetudini sociali"; il § 138 c.1: "Un negozio giuridico che urta contro il buon costume è nullo"; il § 826: "Chi deliberatamente reca danno ad altri in un modo contrario al buon costume è tenuto a risarcire il danno".

Il codice, nella sua divisione in cinque parti e relative suddistinzioni, coi suoi concetti (per es., di cosa, persona, eredità, successione universale), coi suoi tipi di contratto (per es., locazione di opere, locazione d'opera, non ancora contratto di lavoro) e numerose singole norme è in stretta relazione coi risultati della più recente dottrina pandettistica; anche se, contrariamente al suo primo progetto, contiene molte altre disposizioni, in parte derivate dal diritto tedesco, in parte nuove. L'idea generale che lo informa è l'obiettività e la neutralità rispetto ai contrastanti interessi privati. Perciò, principî fondamentali per la nuova legislazione erano la libertà di forma dei contratti, nel diritto delle obbligazioni il principio della libertà contrattuale, nel diritto delle cose l'assidua cura per la protezione del commercio. In pari tempo si notano importanti tentativi per proteggere i deboli contro eventuali abusi, p. es., il costante favore accordato alla buona fede e al buon costume; la continua lotta contro l'usura; il postulato della diligenza necessaria nei rapporti sociali (im Verkehr erforderliche Sorgfalt, § 176), la forte limitazione della capacità contrattuale dei minori e degl'infermi di mente; il figlio illegittimo ha sempre azione per gli alimenti contro il padre, il quale ha pur sempre a sua disposizione la exceptio plurium concubentium. La posizione della moglie, oggetto di molte discussioni, è nel codice sostanzialmente elevata, anche se l'amministrazione e l'usufrutto del marito fissato dalla legge, in mancanza di un contratto di matrimonio, senza riguardo all'economia della donna, appare suscettibile di miglioramento.

La "parte generale" del codice contiene, oltre al diritto delle persone noto anche agli altri codici, una serie di dottrine generali del diritto privato, specie quelle relative al negozio giuridico, al termine, alla prescrizione, all'autodifesa, e altre. Questo metodo astratto contrassegna l'aspirazione del BGB. alla più alta organizzazione sistematica della materia. Mentre altre codificazioni si limitano alla dottrina generale dei contratti obbligatorî, qui la disciplina si estende non solo a tutti i contratti (per es., anche nel campo dei diritti reali e in parte nel campo del diritto di famiglia e di successione), ma alla più ampia sfera di tutti i negozî giuridici.

Dal generale il codice passa gradualmente al particolare. Così nel diritto delle obbligazioni esso presenta continui circoli concentrici di disposizioni per tutti i rapporti obbligatorî, per i contratti obbligatorî, per i contratti obbligatorî bilaterali e finalmente per i singoli tipi di contratto, ad es., contratto di compravendita (e qui, di nuovo, per le forme speciali di compravendita). Se però questo metodo offre dei vantaggi, ha anche degl'inconvenienti.

In molti punti il codice porta a compimento istituti insufficientemente sviluppati da Giustiniano, come la rappresentanza, la procura, il contratto a favore di terzi e le azioni di arricchimento, che hanno un campo vasto d'applicazione come in nessun altro codice. Più radicale ancora di Giustiniano, il codice incomincia a considerare i rapporti giuridici non più dal punto di vista processuale, ma in stato di quiete, cosicché non si pone più la domanda: esiste un diritto all'azione? bensì l'altra: esiste un diritto? Gli atti unilaterali extraprocessuali portano modificazione ai diritti, come l'intimazione di pagamento, la disdetta, la dichiarazione di compensazione, la risoluzione del contratto. La norma generale del Code civil, art. 1382 (codice civile italiano art. 1151: "qualunque fatto dell'uomo che arreca danno ad altri, obbliga quello per colpa del quale è avvenuto, a risarcire il danno"), fu abbandonata in favore di singole fattispecie di delitti, che, per quanto ben considerate, sono tuttavia alquanto lacunose.

Caratteristica è poi, ad esempio, la decisa elaborazione del dogma romanistico della colpa; la colpa rende responsabile, non così il caso fortuito. La legge stessa però pone a questo precetto eccezioni e temperamenti. Nel diritto immobiliare il libro fondiario è portato a una posizione dominante e con questo è curata in modo esemplare la pubblicità dei rapporti giuridici relativamente ai beni immobili. Contemporaneamente viene promosso in modo straordinario il credito per mezzo del diritto ipotecario raffinatamente perfezionato. Oggidì, tuttavia, questa tendenza a "mobilizzare" i fondi non incontra più lo stesso favore, specialmente per i fondi rustici. Il divorzio è consentito per più motivi; per troncamento (Zerrüttung) della vita matrimoniale, però solo in caso di colpa di una parte. Il regime patrimoniale dei coniugi può venir mutato per contratto anche durante il matrimonio. Per successione legittima il coniuge superstite, se in concorrenza con discendenti, eredita la quarta parte, altrimenti la metà oppure l'intero. Oltre il testamento, è riconosciuto il patto di successione. La libertà di disporre a causa di morte è solamente limitata dal diritto di legittima della moglie e dei discendenti e, in mancanza di questi, da quello dei genitori del testatore alla metà della porzione ereditaria rispettiva.

Il codice da solo non ci può dare oggi un quadro esatto del diritto vigente. Questo è stato perfezionato in guisa multiforme e profondamente trasformato, avuto riguardo al cambiamento di situazioni, dalla giurisprudenza della suprema corte dell'impero (Reichsgericht), che ha continuato la tradizione dell'eccellente giurisprudenza della corte di commercio dell'impero (Reichsoberhandelsgericht). Tra le innovazioni sono da mettere in primo piano gli istituti, ancora ignoti al codice, introdotti per la prima volta dalla giurisprudenza: il diritto delle associazioni senza personalità giuridica, il trasferimento della proprietà come garanzia di un credito, l'estinzione di diritti non esercitati per lungo tempo e le numerose nuove figure nel campo del diritto delle obbligazioni, come la clausola rebus sic stantibus, la responsabilità per colpa nella conclusione dei contratti e il riconoscimento generale di un'azione diretta a far cessare (Unterlassungsklage) illegali violazioni di diritti o di beni giuridicamente protetti.

Leggi speciali. - Diritto delle persone. - La legge sullo stato civile (Personenstandgesetz) del 3 novembre 1937 ha importanza in quanto disciplina la documentazione di eventi concernenti lo stato civile, quali la nascita, il matrimonio, la morte.

Mezzi di prevenzione contro generazioni affette da malattie ereditarie offre la legge del 14 luglio 1933 (con le modifiche del 26 giugno 1935 e del 4 febbraio 1936), che ammette la sterilizzazione per una serie di malattie mentali ereditarie, per gravi deformazioni corporali trasmissibili e ancora in caso di grave alcoolismo. Questa viene ordinata, su proposta della persona affetta da tali mali o di determinati organi civili, dal tribunale per la sanità della progenitura (Erbgesundheitsgericht); essa è da tener distinta dalla castrazione dei delinquenti abituali introdotta come misura di sicurezza.

Diritto di famiglia. - La legge per il benessere della gioventù (Jugendzwohlfahrtgesetz) del 9 luglio 1922 forma la base per la cura, esplicata da organi pubblici, dei giovani la cui educazione non è sufficientemente garantita dalla famiglia. Sono mezzi di questa educazione la sorveglianza giudiziale protettiva e l'educazione coattiva. L'ufficio della gioventù (Jugendamt) è per legge il tutore di tutti i figli naturali. La legge del 15 luglio 1921 regola l'educazione religiosa dei minorenni.

La legge del 23 novembre 1933 provvede a eventuali abusi nella conclusione del matrimonio e nell'adozione. A completamento delle disposizioni del BGB. sulle nullità matrimoniali, è annullabile anche il matrimonio, contratto esclusivamente o soprattutto al fine di rendere possibile alla moglie l'uso del cognome del marito, senza che debba essere realizzato il consortium omnis vitae (cosiddetta Namensehe). Sotto determinate condizioni è possibile la sanatoria posteriore della nullità. L'azione di nullità può essere promossa soltanto dal Pubblico Ministero (Staatsanwalt). Inoltre la legge si preoccupa di impedire la conclusione di contratti di adozione (Adoptionsverträge), in quanto siano inconciliabili con l'essenza di questo istituto o siano contrarî all'interesse della famiglia dell'adottante o della comunità. Grandemente ampliato è stato il novero degl'impedimenti matrimoniali e delle cause di nullità del matrimonio mediante la legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco (Blutschutzgesetz) del 15 settembre 1935, col relativo primo regolamento del 14 novembre 1936, e mediante la legge per la protezione della sanità ereditaria del popolo tedesco (Ehegesundheitsgesetz) del 18 ottobre 1935, col relativo primo regolamento del 29 novembre 1935 In queste leggi sono determinati gl'impedimenti dirimenti e impedienti, collegati con la diversità di razza - in relazione al pericolo che può derivare al popolo tedesco dall'immissione di sangue ebreo o di razze inferiori - e gl'impedimenti bilaterali della difettosa sanità matrimoniale, nonché le conseguenze giuridiche della loro inosservanza. L'eventuale nullità di un matrimnnio contratto contro il divieto può essere fatta valere soltanto in base ad azione promossa dal Pubblico Ministero. La legge sulla modificazione e sul completamento delle disposizioni del diritto di famiglia (e sulla situazione giuridica degli apolidi) del 12 aprile 1938, col relativo regolamento del 23 aprile 1938, crea la possibilità dello scioglimento dagli impedimenti matrimoniali dell'affinità. La legge porta inoltre una nuovo e significativo regolamento nel campo dell'annullamento della legittimità, mentre. al fine di evitare ingiustizie e palesi violazioni dello stato personale, amplia la possibilità dell'annullamento in base al diritto fin qui vigente e aggiunge l'annullamento da parte del Pubblico Ministero. Ulteriori disposizioni sono relative all'accertamento della discendenza per mezzo di ricerche mediche di carattere ereditario e razzistico, alla dichiarazione di legittimità e alla sua revoca, alla sanatoria di vizî formali dell'adozione e alla revoca giudiziaria dell'adozione.

Diritto ereditario. - Chi in base alle disposizioni della legge 14 luglio 1933 è stato dichiarato privo della cittadinanza tedesca, non può, in base alla legge sulle limitazioni ereditarie per contegno antisociale del 5 novembre 1937, acquistare mortis causa da un cittadino tedesco: così pure il suo coniuge e i suoi figli, qualora anch'essi abbiano perduto la cittadinanza. Secondo la stessa legge, un testatore di nazionalità tedesca e di sangue tedesco o simile (artverwandt) può sottrarre la legittima a un discendente nelle stesse condizioni, se costui ha contratto un matrimonio misto, vietato dalla legge oppure non autorizzato amministrativamente per motivo di diversità di razza.

Diritto delle obbligazioni. - La legge citata del 5 novembre 1937 fa divieto ai cittadini tedeschi di donare a coloro che hanno perduto la cittadinanza per contegno antisociale e ai loro familiari, qualora la perdita della cittadinanza riguardi anche loro. La legge del 16 maggio 1894 fissa alcune disposizioni protettive per i non commercianti sulle compravendite con pagamento rateale. Il Reich, i Länder e le altre corporazioni pubbliche sono responsabili per mancanze commesse dai loro impiegati nell'adempimento degli obblighi di ufficio (legge del Reich del 22 maggio 1910; legge prussiana del 10 agosto 1909; art. 131 della costituzione del 1919). La responsabilità per infortunî è resa più o meno indipendente dall'elemento della colpa nella legge del 7 giugno 1871 (Eisenbahn-Haftpflichtgesetz), nella legge del 3 maggio 1909 (Kraftfahrzeuggesetz) e nella legge del 10 agosto 1922 (Luftverkehrsgesetz, testo del 21 agosto 1936), relative, rispettivamente, alla responsabilità ferroviaria, ai veicoli a trazione meccanica e ai trasporti aerei. Sul contratto di servizio, come pure sulla locazione, vi sono numerose leggi speciali.

Diritti su immobili. - Il decreto sul patrimonio immobiliare del 15 gennaio 1919 (Erbbauverordnung) migliorò la posizione giuridica del superficiario.

La conservazione dello "stato contadino come sorgente di vita del popolo tedesco" e la "protezione delle masserie da sovraccarichi ipotecarî e da frazionamenti per successione" è lo scopo della legge del 29 settembre 1933 (Reichserbhofgesetz). Per questa ogni proprietà fondiaria sfruttata ad economia agricola o a bosco, che sia sufficiente per mantenere una famiglia ma non superi la superficie di 125 ettari, è una "masseria ereditaria" (Erbhof), se essa appartiene a persona capace d'esser contadino; "contadino" può essere ogni onesto cittadino tedesco di sangue tedesco o affine. La masseria ereditaria è per principio inalienabile e non ipotecabile: si trasmette agli eredi prossimi in un modo diverso dal resto della proprietà del contadino, secondo norme speciali stabilite dalla legge. In esecuzione e a completamento della legge fu emanato il regolamento del 21 dicembre 1936 (Erbhofrechtsverordnung).

Nel campo del diritto concernente le miniere e la pesca hanno vigore ancora oggi le molteplici leggi dei Länder tedeschi di un tempo; ora si sta preparando una legge nazionale sul diritto minerario (Reichsberggesetz). Il diritto di caccia è stato regolato in modo unitario dalla legge sulla caccia (Reichsjagügesetz) del 10 luglio 1934 (ampliata il 29 luglio 1936 e modificata con legge 23 aprile 1938) e dal relativo regolamento del 27 marzo 1935 (testo dei regolamenti 24 giugno 1936, 5 febbraio 1937 e 25 aprile 1938)

Diritti su beni immateriali. - La legge sui brevetti (Patentgesetz) del 5 maggio 1936, che è subentrata al posto della legge del 7 aprile 1891 (nuovo testo del 7 dicembre 1923), si distingue, come la precedente, per il fatto che per essa le invenzioni sono sottoposte a un accurato esame preliminare del competentissimo ufficio dei brevetti prima che si accordi il brevetto, valevole per 18 anni. Il diritto di disposizione esclusiva del titolare del brevetto ha tuttavia le sue limitazioni: il § 8 della nuova legge non ammette la validità del brevetto, qualora l'invenzione debba essere utilizzata, per disposizione del governo del Reich, nell'interesse della comunità popolare (Volksgemeinschaft). Il procedimento di concessione dei brevetti è stato semplificato con legge del 9 aprile 1938. Accanto a questa, la legge del 5 maggio 1936 (Gebrauchsmustergesetz) protegge "modelli di attrezzi da lavoro o di oggetti d'uso", in quanto essi debbano servire al loro scopo "sotto una forma, disposizione o congegno nuov" senza sottoporli a uno speciale esame preliminare, per tre anni dalla registrazione presso l'ufficio dei brevetti; è possibile una proroga per tre anni. Per la legge dell'11 gennaio 1870 (Geschmacksmustergesetz) il diritto "di copiare in tutto o in parte un campione o modello industriale" dura da uno a tre anni dopo l'iscrizione nel registro dei modelli (Musterregister); tuttavia questo periodo può essere prorogato fino a 15 anni. Le "opere di arte figurativa o di fotografia" sono invece protette da imitazioni, senza bisogno di registrazione, dalla legge per la protezione delle opere d'arte (Kunstschutzgesetz) del 9 gennaio 1907, per una durata fissata dalla legge del 13 dicembre 1934 in 50 anni dalla morte dell'autore; trattandosi invece di fotografie, per 10 anni dalla loro produzione. Il diritto di autore di opere letterarie e musicali è garantito dalla legge del 19 luglio 1901 (ora parimenti per 50 anni dalla morte dell'autore); i rapporti giuridici tra l'autore di un'opera letteraria o musicale e l'editore sono regolati dalla legge sulla proprietà editoriale (Verlagsgesetz) del 19 giugno 1901. Completa questa serie la legge contro la concorrenza sleale, del 7 giugno 1909, il cui § 1 così si esprime con frase generale e comprensiva: "Chi intraprende in campo commerciale a scopo di concorrenza azioni contrarie alla moralità, può essere costretto ad abbandonare tale attività e a risarcire i danni". I marchî di fabbrica sono protetti (legge 5 maggio 1936) dall'iscrizione in apposito albo (Zeichenrolle).

Diritto commerciale. - Il diritto commerciale in Germania fu unificato dalla legge generale tedesca sulla cambiale (Allgemeine Deutsche Wechselordnung, WO.) del 1848 e dal codice generale tedesco di commercio (Allgemeines deutsches Handelsgesetzbuch, ADHGB.), del 1861. Raccomandato per la sua recezione dalla dieta della confederazione germanica, che non aveva alcun potere legislativo, e introdotto per mezzo di leggi di ogni singolo stato federale, divenne nel 1869 legge della confederazione della Germania del nord e in virtù della costituzione del 1871 legge del Reich. La formazione del codice civile rese necessario un adattamento che si attuò per opera del vigente codice di commercio (Handelsgesetzbuch, HGB.) del 10 maggio 1897. Il codice generale di commercio che ha vigore ancora oggi in Austria, a differenza del Code de commerce, formò un diritto speciale per i commercianti e riconobbe nello stesso tempo anche numerosi negozî di diritto commerciale obiettivi. Le sue norme di diritto comune degli affari aprirono una nuova strada al diritto civile e passarono per la massima parte nel BGB., cosicché il nuovo HGB. poté abbandonare il sistema misto e passare al sistema puramente subiettivo; questo significa che vi è un diritto speciale esclusivamente per i commercianti, la cui portata fu sostanzialmente estesa in confronto all'ADHGB. La perfezione di tecnica legislativa rappresentata dall'ADHGB. con le sue norme chiare e pratiche, le quali diedero libertà di espansione e sicurezza al commercio, è stata conservata dal nuovo HGB. e ancora migliorata. Per conseguenza la legislazione commerciale tedesca continuò a servire di modello. Ad essa si accostarono assai la Svizzera, la Turchia, l'Ungheria, la Bulgaria, il Giappone e la Cina ed è pure rilevante l'influenza che essa esercitò sul codice di commercio italiano del 1882. Appunto per questo i rapporti tra la dottrina commercialistica italiana e quella tedesca hanno assunto grande importanza.

Il HGB. si suddistingue in quattro libri. Il primo, sul ceto dei commercianti, fissa innanzi tutto il concetto preciso del commerciante per l'applicazione della legge. Si distingue tra commercianti in senso pieno e commercianti di grado inferiore (artigiani ed esercenti di piccole industrie), in relazione ai quali certe regole, come quella della procura, della libertà di forma della garanzia, della ditta, del registro di commercio, trattate nel primo libro, non trovano applicazione. La disciplina della rappresentanza commerciale (procura e mandato) apporta una forte protezione della fiducia negli affari, dal momento che queste autorizzazioni non possono essere limitate. Il primo libro si chiude con la disciplina giuridica del commerciante, dei mediatori, degli agenti e dei commessi di negozio e apprendisti, che fanno parte dell'impresa commerciale. In questo la legge è stata completata da disposizioni di protezione sociale che regolano in modo nuovo i divieti di concorrenza (legge del 10 giugno 1914) e che assicurano il diritto allo stipendio in caso di malattia (decreto d'urgenza del 10 dicembre 1930).

Nel secondo libro, che tratta delle società commerciali, resta immutata l'esperimentata disciplina delle società in nome collettivo, delle società anonime e delle società in accomandita. Invece, al posto dei §§ 278-344 è entrata in vigore, a decorrere dal 10 ottobre 1937, la legge sulle società anonime e sulle società in accomandita per azioni (Aktiengesetz) del 30 gennaio 1937 (con relativa legge di introduzione dello stesso giorno e regolamenti di esecuzione del 29 settembre 1937 e del 19 novembre 1937; v. appresso). Il diritto azionario è regolato, all'infuori del HGB., dalla legge azionaria. Questa materia fu, dopo la promulgazione dell'ADHGB., frequentemente mutata, in seguito allo sviluppo della vita economica. Originariamente valeva ancora il sistema della concessione, ad esso la legge supplementare sulle azioni (Aktiennovelle) in data 11 giugno 1870 sostituì il sistema normativo. Gli abusi dei Gründerjahre successi alla guerra franco-tedesca del 1870-71, condussero alla legge supplementare del 18 luglio 1884, che portò un essenziale inasprimento delle disposizioni concernenti la fondazione delle società e la responsabilità, nonché un ordinamento della loro organizzazione decisamente coattivo. Questo ordinamento fu fondamentalmente recetto nel HGB. e, prescindendo dalle norme relative alla conversione delle società, dopo l'inflazione, sulla base della nuova valuta stabile (Goldbilanzverordnung del 28 dicembre 1923), rimase immutato per circa una generazione. Fuori del diritto scritto, vi furono naturalmente profonde trasformazioni. Creazioni della prassi, come le azioni a voto plurimo, la cessione del voto, le azioni "di riserva" e le obbligazioni di molteplici e svariati tipi, e inoltre il continuo propagarsi delle società ad una sola persona, ritenute legittime, e la sempre più frequente formazione di società a catena (Verschachtelung) hanno allontanato di molto il finanziamento e il governo della società da quei tipi che erano presenti alla mente del legislatore. A un importantissimo intervento del legislatore portò nell'anno 1931 la crisi economica. La disciplina delle azioni, contenuta nel decreto di urgenza del 19 settembre 1931, limitò l'acquisto di azioni proprie e la concessione di crediti per i membri del consiglio di presidenza, riformò il consiglio di sorveglianza, regolò minuziosamente e coattivamente il bilancio, il calcolo dei profitti e delle perdite e il resoconto degli affari e introdusse l'obbligo della revisione annuale mediante speciali esaminatori del bilancio (Wirtschaftsprüfer) o società d'inchiesta. La legge per la prima volta, in seguito a ponderato studio, riuscì a cogliere le misure opportune che, nonostante il progressivo conglobamento di società madri e di società figlie, continuano tuttavia ad operare. Il pagamento di azioni in contanti originariamente prescritto fu facilitato già dal decreto del 24 maggio 1917 e più tardi fu disciplinato in modo nuovo dalla legge del 7 marzo 1935 che, dati determinati presupposti, ammette anche crediti bancarî. Questo regolamento fu accolto fondamentalmente nella nuova legge. Con la legge 30 gennaio 1937 la riforma del diritto azionario ha trovato il suo completamento legislativo. La legge riguarda le società anonime e quelle in accomandita per azioni e contiene disposizioni sulla fusione e sulla trasformazione di ogni sorta di società di capitale. La società anonima sarà in futuro la tipica forma delle grandi imprese (capitale sociale minimo, di regola RM 500.000). L'influenza degli azionisti non personalmente responsabili è stata limitata, mentre invece è stata rafforzata la posizione del consiglio di presidenza, di cui è stata contemporaneamente accentuata la responsabilità. Il numero dei membri del consiglio di sorveglianza è stato, al contrario di prima, notevolmente ristretto. Le entrate degli amministratori che hanno la direzione della società devono essere congruamente proporzionate con le elargizioni volontarie di carattere sociale a favore del personale ("seguito", Gefolgschaft) o di iniziative di pubblica utilità. Sono di regola inammissibili le azioni a voto plurimo. È stato introdotto per la prima volta un diritto di sorveglianza statale, per cui le società anonime e le società in accomandita per azioni potranno essere disciolte coattivamente per ragioni di pubblica utilità. In seguito ad ampie autorizzazioni, il governo del Reich ha in ogni tempo facoltà di evitare inconvenienti che possano presentarsi, emanando regolamenti. Questi regolamenti saranno osservati in futuro, accanto alla legge, come fonti del diritto azionario.

Il terzo libro del HGB. tratta degli atti di commercio. Delle disposizioni generali e di quelle relative alla compravendita sono rimaste fuori del HGB. solamente alcune disposizioni in materia di commercio. Soltanto i contratti di commissione, di spedizione, di magazzinaggio e di noleggio trovano una disciplina completa.

Il quarto libro tratta del diritto marittimo. Il capitolo sul diritto di trasporto marittimo è stato rimaneggiato con legge 10 agosto 1937 sulla base delle regole dell'Aia (Convention internationale pour l'unification de certaines règles en matière de connaissement). Le nuove disposizioni non sono, a tutt'oggi, ancora entrate in vigore.

Accanto al HGB. vi è un'ampia legislazione speciale di data antica e recente. Fu creata in Germania la "società a garanzia limitata" (Gesellschaft mit beschränkter Haftung, legge del 20 aprile 1892 adattata al codice per mezzo della legge del 20 maggio 1898, in singoli punti più volte modificata ed integrata) introdotta negli ultimi tempi nel Portogallo, in Austria, nella Bulgaria, in Francia, nel Liechtenstein, in Polonia, nel Lussemburgo, nel Belgio, in Svizzera. Affinne alla società per azioni, specialmente per la limitazione della garanzia, essa accentua nell'organizzazione l'elemento personale e non è sottoposta alle gravi disposizioni relative alla costituzione e alla pubblicità. Particolarmente adatta per le piccole e medie industrie, ha trovato in Germania una diffusione straordinaria, non scevra da abusi. La scomparsa di società poco benvise, come le molteplici società immobiliari, è favorita dalla politica tributaria.

Sono considerate anche come società commerciali, benché in realtà abbiano poca relazione con l'attività commerciale vera e propria, le società cooperative registrate (eingetragene Genossenschaften). Promosse da H. Schulze-Delitzsch, sorsero le cooperative di consumo e di credito dei piccoli commercianti e dei lavoratori; F. W. Raiffaisen portò il movimento cooperativo nell'agricoltura; più tardi si aggiunsero anche le cooperative di consumo dei lavoratori. Regolate per la prima volta dalla legge prussiana sulle società cooperative (Preussisches Genossenschaftsgesetz) del 27 marzo 1867, che più tardi divenne legge dell'impero, esse sottostanno oggi alla legge sulle società cooperative del 10 maggio 1880 (testo del 20 maggio 1898 con numerose successive modificazioni, specialmente della legge 20 dicembre 1933). Vi sono società a responsabilità limitata e illimitata. Il tipo intermedio di società con illimitato obbligo di nuovi versamenti preveduto ancora dalla legge è stato abolito nel 1933

Un altro vasto campo del diritto commerciale, fuori del HGB., è quello riguardante la cambiale e l'assegno bancario (Scheck). Al posto della legge generale tedesca sulla cambiale, del 1848, cambiata più tardi in certi punti, e della legge 11 marzo 1908, che regolò l'assegno in Germania, sono subentrate ora la legge sulla cambiale del 21 giugno 1933 e quella sull'assegno bancario del 14 agosto 1933 che introducono l'ordinamento internazionale della cambiale e dell'assegno bancario (v. cambiale, App.) nel quale sono passati molti dei buoni e importanti principî delle antiche leggi tedesche.

In questo campo la Germania, l'Italia e altri stati hanno la più importante codificazione comune; cfr. anche la legge sull'assegno postale (Postscheckgesetz) del 26 marzo 1914, nel testo del 22 marzo 1921.

Quanto al diritto di assicurazione, l'assicurazione marittima è regolata nel quarto libro del HGB.; di una legge sulla riassicurazione non è stata sentita finora alcuna necessità. Per il resto vale la legge sul contratto di assicurazione (Gesetz über den Versicherungsvertrag, VVG.) del 30 maggio 1908. La sorveglianza statale su imprese di assicurazione, come pure l'organizzazione della società di mutua assicurazione, forma tipica d'impresa di assicurazione, accanto alla quale praticamente ha importanza solo la società per azioni, è regolata dalla legge sulle imprese private di assicurazione (Gesetz über die Privatversicherungsunternehmungen) del 20 maggio 1900 (nel nuovo testo del 6 giugno 1931, sin oggi più volte modificato, specialmente con legge del 5 marzo 1937). L'assoggettamento delle associazioni di mutua assicurazione al nuovo diritto azionario è avvenuta con il secondo regolamento di esecuzione della legge azionaria, emanato in data 19 novembre 1937. Relativamente alle imprese bancarie e di borsa sono da ricordare la legge sugl'istituti di credito ipotecario (Hypothekenbankgesetz) del 13 luglio 1899 e la legge sul credito (Reichsgesetz über das Kreditwesen) del 5 dicembre 1934 (nel testo della legge 13 dicembre 1935) che è il risultato di un'ampia inchiesta occasionata dagli avvenimenti del 1931. La costituzione di imprese bancarie è sottoposta ad approvazione; esse soggiacciono a un'attenta sorveglianza da parte dello stato e alle norme che regolano minutamente la garanzia del credito e i principî della liquidità del patrimonio. La legge sulle borse (Börsengesetz) del 22 giugno 1896 (testo del 27 maggio 1908), subì successivamente numerose modificazioni, tra le quali è da tenere presente specialmente la legge sul commercio dei titoli (Gesetz über den Wertpapierhandel) del 4 dicembre 1934. I doveri dei commercianti che conservano e acquistano titoli formano oggetto della legge sul deposito (Depotgesetz) del 4 febbraio 1937, la quale, di fronte al diritto di deposito bancario finora vigente (leggi 5 luglio 1896, 21 novembre 1923), mentre accentua la protezione dei clienti, d'altra parte non trascura i fondati interessi del depositario (banca). Nel campo del diritto dei trasporti il HGB. viene completato dal decreto sul traffico ferroviario (Eisenbahnverkehrsordnung) del 16 maggio 1928. Fanno riscontro al diritto di navigazione marittima del HGB. la legge di navigazione interna (Binnenschiffahrtsgesetz del 15 giugno 1895 (testo del 10 maggio 2898) e la legge sulla fluitazione (Flüssereigesetz) del 15 giugno 1895. Il diritto privato di navigazione aerea è disciplinato dalla legge sul traffico aereo (Luftverkehrsgesetz) del 10 agosto 1933 (testo del 21 agosto 1936).

Nel campo dei concentramenti d'imprese industriali che va sempre più estendendosi, si ebbe dapprima il decreto contro l'abuso della forza economica, cosiddetto decreto sui cartelli (Kartellverordnung) del 2 novembre 1923. Esso prescrive una forma per gli accordi in materia di cartelli, concede ai componenti il diritto di disdetta per motivi gravi e assicura al ministro dell'Economia nazionale larghe possibilità d'ingerenza. Di questo decreto fu accentuato ancor più il rigore dal decreto d'urgenza del 26 luglio 1930 e dalla legge supplementare del 15 luglio 1933 che, d'altra parte, ha favorito misure proibitive della concorrenza sleale. Le autorità superiori possono imporre la costituzione coattiva di cartelli (Zwangszusammnenschlüsse e Zwangsbeischlüsse [legge del 15 luglio 1933]).

Diritto del lavoro. - Si è venuto formando lentamente, come un diritto speciale, da circa un secolo. Le più importanti disposizioni relative a questa materia si trovano nella legge sulle industrie e mestieri (Gewerbeordnung) del 21 giugno 1869 (testo del 26 luglio 1900) con numerose leggi supplementari e decreti di esecuzione, nella legge sul lavoro dei fanciulli e sull'orario di lavoro dei minorenni (Gesetz über Kinderarbeit und über die Arbeitszeit der Jugendlichen; Jugendschutzgesetz) del 30 aprile 1938, nella legge sul lavoro prima e dopo il parto (Gesetz über die Beschäftigung vor und nach der Niederkunft) del 16 luglio 1927, nella legge sul lavoro a domicilio (Gesetz über die Heimarbeit) del 23 marzo 1934 e nel decreto sull'orario lavorativo (Arbeitszeitordnung) del 21 dicembre 1923 (testo del 30 aprile 1938).

Preparato dal rescritto imperiale del 17 novembre 1881 provocato dal Bismarck, seguì un altro fatto importante, e cioè la creazione e la progressiva elaborazione delle assicurazioni sociali malattie, 1883; infortunî, 1884; invalidità, 1889; degli impiegati, 1911; alle quali si aggiunse ancora, nel 1927, l'assicurazione contro la disoccupazione). Il risultato del lavoro legislativo di revisione, cominciato intorno al 1890, venne riassunto nella legge dell'impero sulle assicurazioni (Reichsversicherungsordnung, RVO.) del 19 luglio 1911, che nel testo del 15 dicembre 1924, mutato successivamente da numerose leggi supplementari, vale ancora per l'assicurazione contro le malattie, l'invalidità e gl'infortunî. Altre fonti sono la legge di assicurazione degl'impiegati (Angestelltenversicherungsgesetz) del 20 dicembre 1911 (testo del 28 maggio 1924) con leggi supplementari, e la legge sul personale delle miniere (Reichsknappschaftgesetz) del 23 giugno 1923 (testo del 10 luglio 1926), per la quale le società dei minatori, il più antico organismo di assicurazione sociale, da istituzioni facoltative create per i minatori passarono a far parte dell'organismo nazionale di assicurazione del personale delle miniere. L'istituzione e l'attività degli assicuratori per questi rami è stata regolata in modo nuovo, in seguito a diversi decreti d'urgenza, dalla legge sulla costituzione delle assicurazioni sociali (Gesetz über den Aufbau der Sozialversicherung) del 5 luglio 1934. La riforma ha per scopo di rimediare alla dispersione avvenuta e di conservare, nonostante la crisi economica, la capacità di assicurazione. Le istituzioni di previdenza per i disoccupati sono regolate dalla legge sul collocamento e sull'assicurazione dei disoccupati (Gesetz über die Arbeitsvermittlung und Arbeitslosenversicherung, AVAVG.) del 16 luglio 1927 (testo del 12 ottobre 1929; modificata successivamente varie volte). Le più importanti leggi che, accanto alle misure che tendono propriamente a procurare il lavoro e che non sono da ricordare in questa sede, servono a riavviare i disoccupati al lavoro, sono la legge sulla disciplina della distribuzione del lavoro (Gesetz über die Regelung des Arbeitseinsatzes) del 15 maggio 1934, la quale rende possibile lo scambio dei posti di lavoro, favorevole all'agricoltura, la legge del 5 novembre 1935 (Gesetz über Arbeitsvermittlung, Berufsberatung und Lehrstellenvermittlung) e la legge del 26 febbraio 1935 (Gesetz über die Einführung eines Arbeitsbuches).

I campi di più recente applicazione del diritto del lavoro sono quelli del contratto collettivo di lavoro, e dell'organizzazione delle imprese e delle associazioai dei datori di lavoro e dei prestatori d'opera. Dopoché le società operaie, durante e dopo la guerra mondiale, riuscirono ad ottenere il loro riconoscimento (leggi del 1916 e del 1918 e art. 159 della costituzione di Weimar), attraverso continuate discussioni tra le unioni dei datori di lavoro e quelle dei prestatori d'opera si arrivò alla formazione di un autonomo diritto collettivo del lavoro. In seguito all'accordo delle unioni rappresentanti ambedue le categorie, raggiunto il 15 novembre 1918, sulla formazione dei contratti collettivi, si ebbe il decreto sui contratti collettivi di lavoro (Tarifvertragsordnung) del 23 dicembre 1918 che stabilì la loro inderogabilità, la possibilità di dichiarare di generale obbligatorietà i contratti collettivi e inoltre una regolamentazione delle controversie che trovò il suo perfezionamento nel decreto del 30 ottobre 1923 (Schlichtungsordnung). Una rappresentanza dei prestatori d'opera nell'interno delle imprese è stata creata dalla legge sui consigli aziendali (Betriebsrätegesetz) del 4 febbraio 1920. La rivoluzione del 1933 ha soppresso le organizzazioni sia dei prestatori d'opera sia dei datoli di lavoro, che essa ha riunite nel "Fronte del lavoro", e ha regolato questa materia con la legge sull'ordinamento del lavoro nazionale (Gesetz zur Ordnung der nationalen Arbeit, AOG.) del 20 gennaio 1934 (con numerosi regolamenti di esecuzione), alla quale si aggiunge per le industrie pubbliche la legge sull'ordinamento del lavoro in amministrazioni e industrie pubbliche (Gesetz zur Ordnung der Arbeit in öffentlichen Verwaltungen und Betrieben) del 23 marzo 1934. Il nuovo ordinamento (v. anche sopra: Storia), si basa sulla stretta unione tra il dirigente l'impresa (Betriebsführer) e le persone che sono a lui sottoposte, che ne formano il "seguito" (Gefolgschaft), e che eleggono il "consiglio di fiducia" (Vertrauensrat) che assiste il dirigente. Tutti i problemi relativi alle condizionì di lavoro devono essere regolati per principio dalla comunità aziendale (Betriebsgemeinschaft). A questo scopo servono i regolamenti d'azienda (Betriebsordnungen), che il dirigente è tenuto a emanare. Una funzione di sorveglianza esplicano i curatori del lavoro (Treuhänder der Arbeit), il cui ufficio era stato creato preventivamente dalla legge del 19 maggio 1933. Solamente in caso di necessità costoro s'interpongono mediante emanazione di tariffe, inderogabili. L'adempimento dei doveri del dirigente e dei dipendenti è sanzionato da una giurisdizione sociale d'onore. Ultima istanza è il tribunale d'onore nazionale. Alla sicurezza dei dipendenri serve l'ordinamento protettivo relativo al licenziamento, che in parte si riallaccia al Betriebsrätegesetz. Accanto a queste leggi è da ricordare la legge protettiva contro il licenziamento di coloro che si trovano in un impiego da lunghi anni (Gesetz über den Kündigungschutz für langjährige Angestellte) del 9 luglio 1926, come pure la legge sull'impiego dei grandi invalidi (Gesetz über die Beschäftigung Schwerbeschädigter) del 26 aprile 1920 (testo del 12 gennaio 1923) la quale oltre ad esercitare una certa costrizione per la loro assunzione, contiene norme protettive contro un eventuale loro licenziamento. L'AOG. non contiene ancora norme sul contratto di lavoro e sui rapporti di lavoro; un'apposita legge sui rapporti di lavoro è stata completamente progettata or non è molto dopo lunghe ponderate discussioni dal comitato per il diritto del lavoro della Akademie für Deutsches Recht.

Diritto penale. - Il codice penale tedesco (Reichsstrafgesetzbuch, StGB.) del 15 maggio 1870 venne proposto e votato come legge dalla confederazione della Germania del nord e dal § 2 della legge del 16 aprile 1871 fu dichiarato legge del Reich. Esso coincide largamente col codice penale prussiano del 1851, formatosi sotto l'influenza di patrocinanti renani, e, al pari di questo, mostra perciò ancora alcune influenze del Code pénal francese; per es., nelle disposizioni relative al tentativo e alla partecipazione a un delitto come pure nella suddistinzione degli atti punibili in Verbrechen, Vergehen, Übertretungen (crimini, delitti, contravvenzioni). Trascurando le disposizioni introduttive (§§ 1-12), nelle quali tra l'altro è trattato il diritto penale internazionale, il codice si suddistingue in una parte generale (§§ 13-79) e in una parte speciale (§* 80-370); l'ultimo dei 29 capitoli della parte speciale tratta delle contravvenzioni, sulla cui trattazione nello StGB., molto si ebbe da ridire nell'intento di porgere una più chiara distinzione fra crimini e delitti da un lato e contravvenzioni dall'altro.

Come quasi tutti i vecchi codici penali europei, il codice penale germanico può essere considerato come espressione delle concezioni giuridico-politiche predominanti alla fine del sec. XVIII; e alla luce di queste fu interpretato fino a poco tempo fa; per es., legislazione e giurisdizione partivano dalla rigida distinzione, pretesa già dal Kant e da Anselmo von Feuerbach (1775-1833), tra contegno contrario alle leggi e perseguibile penalmente e contegno immorale, sottratto all'influenza dello stato.

Le varie specie di pene sono: la pena di morte, introdotta dopo dispute piene di vicissitudini e poi sempre controversa; il penitenziario (a vita oppure da 1 a 15 anni); il carcere (da 1 giorno a 5 anni); il confino (a vita oppure da 1 giorno a 15 anni); l'arresto (da 1 giorno a 6 settimane); e la pena pecuniaria. Data l'aspirazione del codice a raggiungere la maggior possibile corrispondenza tra la pena e la difesa del diritto, le specie di reati contenute nella parte speciale implicano numerosi (56) e diversi limiti di pena. Pene accessorie sono la perdita dei diritti civili, l'interdizione dagli uffici pubblici, la soggezione a vigilanza di polizia. La legge contro i delinquenti abituali pericolosi e sulle misure di sicurezza e di correzione (Gesetz gegen gefährliche Gewohnheitsverbrecher und über Massregeln der Sicherung und Besserung) del 24 novembre 1933 completa questo sistema di pene, mentre, anticipando un elemento importante della successiva riforma del diritto penale, accentua fortemente il principio della sicurezza. Le "misure di sicurezza e di correzione", introdotte nel codice ín un capitolo speciale, hanno di mira, oltre la reazione cui tende la pena, la protezione della società futura, con la qual cosa è stata realizzata una aspirazione moderna. Tali misure sono: l'internamento in un istituto di salute o di assistenza, il ricovero in una casa di cura, per le persone dedite all'ubriachezza o agli stupefacenti, l'impiego in una casa di lavoro, la custodia di sicurezza, l'evirazione di pericolosi delinquenti contro il buon costume e l'interdizione dall'esercizio della professione. La custodia di sicurezza deve essere ordinata dal giudice penale nella sentenza, trattandosi di pericolosi delinquenti abituali, se lo richieda la sicurezza pubblica. L'internamento ha la durata richiesta dallo scopo prefisso.

Il vigente codice penale rimette alla dottrina e alla giurisprudenza la determinazione di molti concetti generali, evita perfino di definire il concetto di dolo e di colpa e non contiene nessuna regola generale sul criterio di fissazione della pena, entro i limiti stabiliti dalla legge.

I mutamenti subiti dal codice penale dal momento della sua pubblicazione sono per vero numerosi e in parte di fondamentale importanza. Per il sec. XIX sono da menzionare il cosiddetto "paragrafo del pulpito" (§ 130 a), rivolto contro gli abusi dei ministri del culto a danno dello stato, e il § 49 a, che fu modellato sulla base di una legge belga, in occasione di un progetto di attentato contro il Bismarck; leggi del 1880 e del 1893 introdussero disposizioni penali contro l'usura esercitata su crediti e su cose. Una legge supplementare del 19 giugno 1912 ridusse le pene per i delitti contro la proprietà commessi per bisogno (§§ 248 a, 264 a, 370 n. 5). Da una legge del 26 maggio 1933 vien dichiarato non punibile il duello alla spada previe disposizioni dirette e adatte a garantire contro il rischio della vita (quindi specialmente i duelli studenteschi). Un significativo completamento dei precetti del StGB. portò, in materia di delitti contro la patria, oltre a rilevanti aumenti di pena, la legge del 26 maggio 1933 sulla modificazione di alcuni precetti penali (Gesetz zur Abänderung strafrechtlicher Vorschriften). Con legge 24 aprile 1934, i §§ 80-93 sono stati surrogati con i nuovi §§ 80-93 a. Una pietra angolare nella rinnovazione del diritto penale è la legge 18 giugno 1935 per la modificazione del codice penale. Il diritto precedente stabiliva che per un atto può essere inflitta una pena solamente se questa sia stata prevista dalla legge prima che l'azione sia stata commessa (nullum crimen sine lege, nulla poena sine lege). Di qui sorgevano il divieto di applicazione analogica della legge penale e l'irretroattivà di una legge penale, posteriore al reato commesso, la quale introducesse ex novo una pena o la inasprisse. In avvenire, potrà essere stabilita espressamente la forza retroattiva di una data legge penale. Esempî di ciò offrono la legge 22 giugno 1936 contro il ratto di fanciulli a scopo di ricatto e la legge 22 giugno 1938 contro il brigantaggio stradale mediante disastri automobilistici. Inoltre vale oggi - nel senso della prevalenza della giustizia sostanziale su quella formale - il principio: "nullum crimen sine poena". Così stabilisce il nuovo § 2: "Chiunque commette un'azione, ritenuta punibile dalla legge o meritevole di pena secondo lo spirito informatore (Grundgedanke) di una legge penale o in base al sano sentimento popolare (gesundes Volkempfinden), deve essere punito. Se, nel caso specifico. una determinata legge penale non trova applicazione, l'azione è perseguita in base alla legge, il cui spirito informatore meglio le si adatta. A questa nuova disposizione già si appoggiano molti giudicati. Ulteriori modificazioni e aggiunte ha portato la legge 2 luglio 1936, con la quale è stata chiusa la serie delle novelle al codice penale.

Assai numerose (oltre duecento) sono le cosiddette leggi penali accessorie. Citiamo, fra quelle più remote il codice penale militare del 1872 (compilato nuovamente il 16 giugno 1926), la legge sulla stampa (Pressegesetz) del 7 maggio 1874, la legge sulle materie esplosive (Sprengstoffegesetz) del 9 giugno 1884, la legge per la protezione degli uccelli (Vögelschutzgesetz) del 30 maggio 1908; fra quelle più recenti ricordiamo la legge per la lotta contro le malattie sessuali (Gesetz zur Bekämpfung der Geschlechtskrankheiten) del 18 febbraio 1927, la legge sulle osterie, trattorie, ecc. (Gaststättengesetz) del 28 aprile 1930, la legge per la protezione degli animali (Tierschutzgesetz) del 24 novembre 1933, la legge sui tribunali per minorenni del 16 febbraio 1923 (la quale si oppose ai principî della scuola classica e introdusse, accanto alla pena o in luogo di essa, misure di educazione del minorenne colpevole), la legge contro il sabotaggio economico del 1° dicembre 1936 e altre. Parecchie leggi e ordinanze sono dirette contro i nemici dello stato e del popolo.

Quasi dal principio del sec. XX si attese alla riforma del diritto penale ufficialmente o per mezzo di commissioni nominate dallo stato. Sui lavori di riforma influiva moltissimo il cosiddetto dissenso delle scuole. Contro il principio della "scuola classica" (si ricordi specialmente K. Binding) che si voleva servire della pena come mezzo di prevenzione generale, fu accentuato dalla "scuola moderna" o scuola sociologico-criminale (in Germania: F. von Liszt e altri) lo scopo cui tende la pena avuto riguardo al singolo delinquente (principio della prevenzione speciale). In seguito a progetti del 1909, 1913, 1919 e 1922 apparve nel 1925 il primo "progetto ufficiale di un codice penale generale tedesco", che era stato elaborato di concerto con competenti giuristi austriaci. Dopo una discussione di più anni, dello stesso fu condotta a termine solamente la prima lettura (progetto 1930). Dalla fine del 1933 una commissione di diritto penale, nominata dal ministro della Giustizia su ordine di A. Hitler, sta lavorando alla formazione di un progetto di codice penale.

Diritto processuale. - Il diritto processuale tedesco ha trovato il suo fondamentale regolamento nelle leggi giudiziarie del Reich (leggi sull'ordinamento giudiziario, sulla procedura civile, sul fallimento e sulla procedura penale), le quali entrarono in vigore il 1° ottobre 1879 e nel 1898 furono adattate alla codificazione del Bürgerliches Gesetzbuch.

Ordinamento gmdiziario. - La giurisdizione contenziosa ordinaria è regolata dalla legge sull'ordinamento giudiziario (Gerichtsverfassungsgesetz, GVG.) del 27 gennaio 1877 (testo del 22 marzo 1924). Il potere di giurisdizione viene esercitato da tribunali indipendenti, soggetti unicamente alla legge. Sono di competenza dei tribunali ordinarî tutte le controversie su diritti civili e su rapporti di diritto penale per i quali non è stabilita la competenza di autorità o di tribunali amministrativi né sono destinati o permessi dalle leggi del Reich tribunali speciali. Una controversia giuridica è di diritto civile quando l'oggetto controverso rientra nella sfera del diritto privato. Per conoscere di questo, secondo l'opinione dominante, bisogna assodare che le relazionì delle parti, e per conseguenza i rispettivi diritti e doveri, non siano conseguenza di soggezione ad autorità superiore. Per questa qualificazione occorre fondarsi preferibilmente sulla classificazione della materia in questione, fatta dalla legge. I tribunali, eccettuati i tribunali privati di arbitrato, sono tutti tribunali dello stato; una giurisdizione ecclesiastica oppure condizionata all'appartenenza a una determinata confessione non ha efficacia alcuna sui diritti civili. La differenza fra tribunali del Reich e tribunali dei Länder è caduta in seguito all'assunzione del complesso della giustizia da parte del Reich (1° aprile 1935)

I tribunali ordinarî si distinguono in tribunali locali (Amtsgerichte), tribunali regionali (Landsgerichte), tribunali regionali superiori (Oberlandsgerichte; quello di Berlino: Kammergericht) e corte dell'impero (Reichsgericht). Nelle cause civili i tribunali locali giudicano per mezzo di un solo giudice. La loro sfera di azione è vasta ed è stata estesa dalle disposizioni introdotte per alleggerire la giurisdizione. Di regola essi costituiscono la prima istanza per processi concernenti diritti patrimoniali fino ad un valore di 1000 RM., inappellabile fino a 100 RM. e senza considerazione di valore per controversie, ad es., relative a pigioni, a servizî e ad alimenti. Per le altre cause la prima istanza è data dal tribunale regionale, il quale decide per mezzo di camere civili (e in un certi luoghi anche di camere di commercio), di regola collegialmente (tre giudici); di recente però, in un determinato numero di casi, è stato introdotto il giudice unico (Zivilprozessordnung, § 349). Dalle sentenze del tribunale locale v'è appello (per decisione in ultima istanza) al tribunale regionale; contro le decisioni di quest'ultimo v'è appello al tribunale regionale superiore e, per cause del valore di almeno 6000 RM., al tribunale supremo.

Nelle cause penali i tribunali locali decidono in caso di delitti lievi per mezzo di giudici singoli, generalmente però per mezzo del tribunale degli scabini (Schöffengericht), costituito di un giudice togato e di due scabini. Le sentenze del giudice di prima istanza possono venire impugnate, su libera scelta, o per appello alla piccola camera criminale (kleine Straffkammer) del Landsgericht (un giudice, due scabini), o per revisione all'Oberlandsgericht (tre giudici) solo in caso di delitti lievi; dalle sentenza del tribunale degli scabini v'è appello alla grande camera criminale del Landsgericht (tre giudici, due scabini) oppure con la revisione all'Oberlandsgericht. Per delitti quali, ad esempio, spergiuro, assassinio e omicidio, infanticidio, gravi incendî dolosi, la corte di assise (Schwurgericht), composta di tre giudici e sei scabini, forma un collegio unico per stabilire sia la colpevolezza sia la pena e si riunisce presso il Landsgericht. Certi reati speciali (per es., relativi al fallimento) vengono giudicati, secondo il decreto d'urgenza del 14 giugno 1932, dalla grande corte criminale come tribunale di prima istanza.

Nella giurisdizione speciale come tribunali supremi vi sono, accanto al Reichsgericht, il tribunale del lavoro e il tribunale del Reich per le masserie ereditarie (Reichserbhofgericht).

Processo civile. - Il codice di procedura civile (Zivilprozessordnung, ZPO.) del 30 gennaio 1877 ha perduta la sua primitiva omogeneità attraverso molte leggi supplementari che vi hanno portato profondi mutamenti. Al presente è in vigore il testo della notifieazione dell'8 novembre 1933 e della legge 24 ottobre 1934.

Il processo ordinario, fino al momento della sentenza definitiva, riposa sul principio del dibattimento, per il quale è dato alle parti di addurre gli argomenti e di offrire le prove. Le parti dispongono così del processo stesso. Il più importante principio dell'ordinamento del processo civile è il principio dell'immediatezza, in conseguenza del quale l'intero processo si viene a svolgere dinnanzi a tutti i giudici in dibattimenti e in assunzione di prove. In generale, non esattamente, s'identifica, in quanto spetta al dibattimento, questo principio con quello della oralità, che in Germania si studia continuamente di intrecciare in maniera appropriata con l'uso della scrittura.

Nelle assunzioni di prove il principio dell'immediatezza è stato trascurato molto negli ultimi decennî, specie a scopo di risparmio; ma ora è invece nuovamente ingiunto dalla legge supplementare del 1933; l'assunzione di prove per mezzo del giudice delegato è concessa solamente in misura molto limitata. Una più energica concentrazione del processo fu data dalle ancora più decise prescrizioni dirette ad ovviare al protrarsi del processo. Già da decennî si tende a una decisa direzione del processo da parte del tribunale. La legge supplementare del 1933 (§ 138 ZPO.) pone come assioma legale anche il divieto di mentire nel processo. La legge supplementare ha poi sostituito al giuramento deferito e al giuramento giudiziale l'assunzione della parte come testimonio sottoponendo questa prova al libero apprezzamento del giudice. Ma con queste importanti innovazioni si voleva semplicemente guadagnare tempo per poter ricostruire, con tranquillità, un nuovo diritto processuale popolare.

L'esecuzione forzata è regolata in parte dalla ZPO.; l'esecuzione su immobili soggiace principalmente alla legge sulla vendita all'asta e sull'amministrazione esecutoria, del 24 marzo 1897 (testo del 20 maggio 1898, Gesetz über die Zwangsversteigerung und Zwangsverwaltung).

La base giuridica dell'organizzazione dell'avvocatura in Germania è data dalla legge sull'avvocatura (Rechtsanwaltsordnung) nel testo della notificazione del 21 febbraio 1936.

Processo penale. - Il codice di procedura penale (Strafprozessordnung) nel testo del 22 marzo 1924 (con numerose modificazioní posteriori, delle quali le più notevoli sono quelle della legge 28 giugno 1935) rivela le sue direttive nella posizione data al Pubblico Ministero e nella configurazione del dibattimento. Il Pubblico Ministero ha il monopolio dell'accusa e in caso di fondati sospetti il dovere alla stessa (principio di legalità in contrapposto al principio di opportunità praticato solo come eccezione).

Il processo penale, in certi casi, può passare attraverso quattro fasi: la fase preliminare per la raccolta del materiale di accusa e di difesa, l'istruttoria che, aperta dal giudice istruttore e indipendente dal Pubblico Ministero, viene svolta al fine d'illuminare la causa; il procedimento intermedio, destinato alla discussione sull'apertura del procedimento principale, e finalmente il procedimento principale che viene chiuso dal dibattimento, nel quale dominano i principî dell'oralità, della pubblicità e dell'immediatezza, e dalla pronuncia della sentenza. Alcune particolarità ineriscono al procedimento per reati dei minorenni, regolato dalla legge 16 febbraio 1923 sui tribunali dei minorenni (Iugendgerichtsgesetz: testo della legge 27 dicembre 1926 e del regolamento 14 giugno 1932). Dalla legge per la modificazione di disposizioni di diritto penale e di procedura penale (Gesetz zur Änderung von Vorschriftlen des Strafrechts und des Strafverfahrens) del 24 aprile 1934 è stato creato il tribunale del popolo (Volksgerichtshof), per delitti di alto tradimento e di tradimento della patria (cfr. in materia le leggi 28 giugno 1935, 18 aprile 1936, con regolamento di esecuzione dello stesso giorno, il regolamento del 4 maggio 1936 e la legge 2 luglio 1936). Il 1° gennaio 1934, sulla base della legge del 12 maggio 1933, è stata ristabilita la giurisdizione militare. Il procedimento si conforma all'ordinanza sui tribunali penali militari (Militärstrafgerichtsordnung, 1° dicembre 1898, testo 29 settembre 1936).

Tribunali speciali. - I principali tribunali speciali sono oggi i tribunali del lavoro, il cui procedimento è regolato dalla legge sul tribunale del lavoro (Arbeitsgerichtsgesetz, AGG.) del 23 dicembre 1926 (nuovo testo del 10 aprile 1934, modificato con legge 20 marzo 1935). I tribunali del lavoro sono competenti, con esclusione dei tribunali ordinarî, per i rapporti in materia di lavoro ad essi specificamente assegnati dalla legge. Tali sono innanzi tutto le controversie sul rapporto di lavoro, su trattative antecedenti al rapporto di lavoro o su conseguenze dello stesso e su delitti civili che siano in relazione con detto rapporto. Il procedimento tende a un'amministrazione della giustizia semplicissima, facilmente comprensibile e pronta, attraverso , una rigorosa direzione del processo da parte del presidente. Il nuovo testo della legge e la legge modificatrice hanno regolato ex novo la competenza e la rappresentanza processuale. Fatta eccezione per le istanze superiori (tribunale regionale del lavoro, Landesarbeitsgericht, e tribunale del lavoro del Reich, Reichsarbeitsgericht), nelle quali l'intervento dell'avvocato è obbligatorio, gli avvocati possono essere rappresentanti processuali, solamente se sono autorizzati caso per caso dal Fronte tedesco del lavoro oppure se ne hanno il permesso dal presidente del tribunale del lavoro, dato che una diversa rappresentanza non è assolutamente ammessa. La legge supplementare sul processo civile ha innovato soltanto nella soppressione del giuramento delle parti e nell'esclusione dell'interrogatorio delle stesse sotto giuramento nel procedimento arbitrale.

Concordato, fallimento, azione pauliana. - Il 1° aprile 1935 è entrata in vigore la nuova legge sul concordato (Vergleichsordnung, VerglO.) del 26 febbraio 1935. L'ordinamento fallimentare tedesco conosce solamente il concordato coattivo dopo l'apertura della procedura fallimentare. Da molto tempo si faceva sentire il desiderio dell'ammissione di un concordato anteriore a tale procedura fallimentare. Al suo soddisfacimento tendevano il decreto sulla vigilanza giudiziale (Geschäftsaufsichtsverordnung) dell'8 agosto 1914 e, dopo varie modificazioni, la legge sul concordato (Vergleichsordnung) del 5 luglio 1927, alle quali si rimproverava però una troppo forte protezione del debitore. La nuova legge sul concordato tende a far risanare la vita economica; il debitore indegno viene tenuto lontano dal procedimento di concordato, vantaggi speciali per singoli creditori sono esclusi e l'influenza del giudice concordatario è rafforzata. Esercita una forte sorveglianza il tribunale. Ai creditori personali del debitore che partecipano al procedimento di concordato deve essere garantito almeno il 35% (in certi casi il 40%) dei loro crediti. Se il tentativo di concordato fallisce, si decide d'ufficio sull'apertura della procedura di fallimento.

Il procedimento fallimentare - legge sul fallimento (Konkursordnung, KO.) del 10 febbraio 1877 (testo del 20 maggio 1898, solo qua e là modificato e completato dopo l'avvento al potere del nazionalsocialismo) -, serve come procedura giudiziaria per la soddisfazione eguale, pro rata, di tutti i presenti creditori di un debitore insolvente. Certe diminuzioni, subite dal patrimonio del debitore a svantaggio dei creditori ancora prima del fallimento, possono essere ricondotte al patrimonio stesso per mezzo di un diritto d'impugnativa accordato alla massa dei creditori fallimentari. Fuori della procedura fallimentare questo diritto è regolato, come diritto singolare d'impugnativa di un creditore danneggiato, dalla legge del 21 luglio 1879 nel testo del 20 maggio 1898 concernente l'impugnazione di negozî giuridici di un debitore fuori del procedimento fallimentare.

Giurisdizione volontaria. - Tutti gli atti di diritto civile che per portare a un effetto giuridico abbisognano di una cooperazione giudiziaria, ma secondo il diritto processuale non cadono sotto la giurisdizione contenziosa, sono regolati dalla legge sugli atti di giurisdizione volontaria (Gesetz über die Angelegenheiten der freiwilligen Gerichtsbarkeit, FGG.) del 17 maggio 1898, la quale è stata in singoli punti ripetutamente modificata. Come legge nazionale complementare essa regola in generale - affidando poi il perfezionamento nei particolari al diritto di ciascuno dei Länder (per es., la legge prussiana sulla giurisdizione volontaria del 21 settembre 1899) - processo e competenza, specialmente per il tribunale della tutela e il tribunale per le successioni, la materia concernente i registri (per es., registri di associazioni, del regime patrimoniale dei coniugi, registri di commercio e delle società cooperative) e l'attività degli uffici del catasto e dello stato civile. Il diritto formale del catasto ha trovato la sua disciplina, valevole per tutto il Reich, nella legge sul libro fondiario (Grundbuchordnung, GBO.) nel testo della notificazione del 5 agosto 1935 e regolamento dell'8 agosto successivo. Essa contiene disposizioni relative alle autorità degli uffici del libro fondiario, alle iscrizioni nei libri fondiarî, e al procedimento in materia catastale. Importanti tribunali speciali della giurisdizione volontaria sono le autorità in materia di "eredità rurale indivisa" (Anerbenrecht), e cioè Anerbengerichte, Erbhofgerichte, Reichserbhofgericht, la cui competenza e il relativo procedimento sono stati regolati nel regolamento sul procedimento in materia di "eredità rurale indivisa" (Erbhofverfahrensordnung) del 21 dicembre 1936.

Come esperti giuridici nel campo dell'amministrazione preventiva della giustizia, "specialmente per quanto riguarda la documentazione dei fatti giuridici", fungono dei notai, la cui situazione è determinata dal regolamento notarile del Reich del 13 febbraio 1937, completato con regolamenti del 26 giugno 1937 e del 27 marzo 1938. I notai sono incaricati di pubbliche funzioni e sono raggruppati nella Camera notarile del Reich, la quale è una corporazione di diritto pubblico. Essi sottostanno alla sorvegliariza dell'amministrazione giudiziaria del Reich.

Diritto amministrativo. - Il diritto amministrativo tedesco era finora prevalentemente diritto dei singoli Länder. Presentemente, nel corso del rinnovamento nazionalsocialista del diritto, è in via di unificazione. Questo è già stato fatto per la costituzione dei comuni (legge del 30 giugno 1935: Deutsche Gemeindeordnung).

Nel corso dell'ampliamento dell'amministrazione centrale del Reich sono stati creati nuovi ministeri e uffici superiori. Anche la divisione tra funzionarî del Reich e quelli dei Länder decadde con la legge sulla nuova costituzione del Reich del 30 gennaio 1934.

Il nuovo diritto riguardante i funzionarî è regolato dalla legge sui pubblici funzionarî (Beamtengesetz) del 26 gennaio 1937, la quale stabilisce le premesse razzistiche e sostanziali per la categoria dei funzionarî e definisce come il più alto loro dovere la fedeltà al Führer e al Reich. Il rapporto di pubblico impiego viene costituito mediante la consegna di uno speciale atto di nomina. Ad assicurare l'adempimento dei doveri di ufficio e il mantenimenti) della disciplina nel corpo dei pubblici funzionarî è diretto il regolamento disciplinare del Reich (Reichsdienststrafordnung) del 26 gennaio 1937. Per i funzionarî della polizia esecutiva vale la legge 24 giugno 1937 (Polizeibeamtengesetz: con regolamento di esecuzione del 26 luglio 1937).

La legge sulle industrie e sui mestieri (Gewerbeordnung) del 21 giugno 1869 (testo del 26 luglio 1900) che stabiliva, fatte poche eccezioni, il principio della libertà dell'industria, è stata profondamente mutata. Il complesso dell'economia tedesca è sottoposto a un processo di riforma che lo porta verso un'organizzazione di tipo corporativo, che per la classe agricola e per l'artigianato è stata regolata in modo provvisorio; per le altre classi è, in gran parte, già disciplinata da una legge del 27 febbraio 1934.

Coloro che esplicano la loro attività nel campo della stampa, della letteratura, della radio, del teatro, della cinematografia, della musica o delle arti figurative sono riuniti in sette camere, unificate alla loro volta dalla Camera di cultura del Reich (Reichskulturkammergesetz del 22 settembre 1933, con legge integrativa del 15 maggio 1934 e varî regolamenti). Il diritto della stampa, per il quale formalmente è ancora in vigore la legge sulla stampa del 7 maggio 1874, è stato profondamente mutato dalla legge sui redattori (Schriftleitergesetz) del 4 ottobre 1933. La nuova legge sul teatro del 15 maggio 1934 ha lo scopo di "trasformare giuridicamente il teatro in un organo destinato ad una funzione pubblica".

Per il diritto tributario hanno vigore la legge sull'imposta sul reddito (Einkommensteuergesetz, del 6 febbraio 1938), la legge sull'imposta del cittadino (Bürgersteuergesetz), la legge sull'imposta corporativa (Körperschaftssteuergesetz), la legge sull'imposta patrimoniale (Vermögenssteuergesetz), la legge sull'imposta ereditaria e la legge sull'imposta sul movimento di capitale (Kapitalverkehrssteuergesetz), tutte del 16 ottobre 1934, ma in parte variamente modificate, la legge riguardante la tassa sui documenti del 5 maggio 1936 (Urkundensteuergesetz) e ancora le leggi relative all'imposta sui mestieri (Gewerbesteuergesetz) e all'imposta fondiaria (Grundsteuergesetz) e la legge d'introduzione a quelle sulle imposte reali, del 1° dicembre 1936.

Il riesame giudiziario di atti amministrativi, precisamente per opera di tribunali speciali amministrativi, perorato soprattutto da R. Gneist, si è introdotto nel 1863 nel Baden e quindi nella maggior parte degli stati tedeschi. La costituzione del Reich del 1919 impose ai Länder l'obbligo dell'introduzione di tali tribunali.

Per l'amministrazione del Reich sussistono anche tribunali amministrativi speciali del Reich, per es., la sezione dei reclami e dei ricorsi per annullamento nonché il gran senato del Reichspatentamt, la Corte dei conti, l'ufficio del Reich di soprintendenza per le assicurazioni private e il tribunale del Reich per l'economia (legge del 25 febbraio 1938); inoltre per alcuni rapporti di amministrazione dei Länder vi sono tribunali del Reich, come l'ufficio del Reich per l'assicurazione e l'ufficio federale per alcuni affari concernenti la previdenza sociale (Bundesamt für das Heimatwesen), soprastanti ai tribunali dei Länder. Un tribunale amministrativo del Reich con competenza generale non è stato ancora istituito.

L'appello al tribunale amministrativo nei singoli Länder è permesso per determinati gruppi di atti amministrativi (tassativamente enumerati), in alcuni, per es., nella Baviera e nell'Oldemburgo; in altri, in misura più vasta, cioè sulla base di clausole generali: così nel Württemberg e prima nelle città anseatiche. Nella Prussia vige, in generale, il medesimo principio, ma per l'impugnazione di ordinanze di polizia i tribunali amministrativi sono di competenza generale. Il procedimento presenta somiglianze col processo civile, in quanto la legittimità dell'atto amministrativo viene esaminata in relazione alla fattispecie concreta. Al contrario non soggiace al riesame giudiziario l'opportunità della disposizione; tale riesame non ha luogo ogni qualvolta si tratti di "libero apprezzamento" di autorità amministrative. Questo vale soprattutto nel campo delle misure politiche di polizia.

La giurisdizione amministrativa in Prussia offre tribunali di primo e di secondo grado per l'accertamento dei fatti e una terza istanza per le questioni di diritto. Tribunali amministrativi di prima istanza sono: nel circondario di campagna (Landskreis) il tribunale amministrativo circondariale (Kreisverwaltungsgericht, già comitato circondariale) e in quello di città il tribunale amministrativo cittadino (già comitato cittadino). Il ricorso s'indirizza al tribunale amministrativo del distretto (Bezirksverwaltungsgericht, già comitato distrettuale). Tribunale di revisione è il tribunale supremo amministrativo (Oberverwaltungsgericht) in Berlino. Vige ancora la legge 1° agosto 1883 sulla competenza (Zuständigkeitsordnung). Un procedimento speciale è provveduto per i reclami contro le disposizioni di polizia (§ 45 segg. della legge sull'amministrazione di polizia del 1° giugno 1931 e legge del 15 dicembre 1933)

Configurata in modo simile è la procedura nella Baviera, nella Sassonia, nel Baden e nell'Assia. Negli altri Länder l'organizzazione della stessa è assai varia; il Württemberg, il Brunswick, Brema, Lubecca e altri hanno un solo tribunale amministrativo, al quale si può ricorrere solo dopo completo esperimento della trafila amministrativa. Nella maggior parte dei Länder la giurisdizione amministrativa è suddistinta in due e persino in tre istanze.

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