GERMANIA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

Vedi GERMANIA dell'anno: 1960 - 1973 - 1994

GERMANIA (v. vol. III, p. 846)

E. Kunzl

Nuovi studi consentono di delineare una più precisa evoluzione iconografica della personificazione della Germania. Non se ne conoscono esempi all'epoca di Augusto e di Tiberio. La più antica rappresentazione, confermata da dati epigrafici, è da considerare la G. stante raffigurata in un rilievo votivo dall'Asia Minore, dedicato a Caligola. Su rilievi e monete la G. è rappresentata in posizione stante o accovacciata; indossa sempre vesti lunghe, ma il busto e le braccia possono essere nudi. La capigliatura è solitamente lunga. In realtà, non esistendo sostanziali differenze tra la rappresentazione di una normale figura femminile germanica e quella della personificazione della G., è consigliabile prendere in considerazione solo le personificazioni riportate da monete o rilievi per le quali disponiamo di conferma epigrafica. La Thusnelda della Loggia dei Lanzi, a Firenze, non può quindi essere con certezza interpretata come G.; problematica è anche l'identificazione del soggetto dei rilievi dell'Hadrianeum. La personificazione della G. è probabilmente da riconoscere nel rilievo di Villa Doria Pamphilj, piuttosto che nel rilievo del Museo dei Conservatori (inv. 765).

Personificazioni della Germania capta in atteggiamento dolente o raffigurata in posizione accovacciata appaiono nell'ambito della monetazione di Domiziano e di Marco Aurelio. La G. stante con scudo e lancia, quale simbolo della Virtus, fu introdotta da Adriano sulle monete emesse tra il 134 e il 138.

Nelle loro legende, la G. non è qualificata dagli attributi come capta o subacta, il che è ben comprensibile alla luce della politica imperiale (volta al superamento - mediante l'integrazione e il riassetto - del momento della conquista) promossa da Adriano. Nel III sec., nell'ambito delle emissioni monetarie di Laelianus, una donna armata di lancia e vexillum, simile alla G., diviene il simbolo della romana Virtus Militum.

Conformemente al carattere mutevole della storia, quindi, le personificazioni romane della G. sono variabili, e non sempre il loro significato è semplicemente quello di puro simbolo della vittoria.

Bibl.: R. Calza e altri, Antichità di Villa Doria Pamphilj, Roma 1977, n. 131; H. Chantraine, Die Germanen Südwestdeutschlands im Spiegel der römischen Münzen, in NumNachrBl, XXVIII, 1979, 3, pp. 92-95; L. Schumacher, Römische Kaiser in Mainz im Zeitalter des Prinzipats (27 v.Chr. -284 n.Chr.), Magonza 1982; J. A. Ostrowski, Personifikacje prowincji w sztuce rzymskiej («Personificazioni delle provincie nell'arte romana»), Cracovia 1985; B. Overbeck, Rom und die Germanen. Das Zeugnis der Münzen (cat.), Stoccarda 1985; E. Künzl, Die römische Personifikation der Germania, in Kaiser Augustus und die verlorene Republik (cat.), Magonza 1988, pp. 545-546; id., in LIMC, IV, 1988, p. 182-185, s.v.

(E. Künzl)

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