David, Gérard

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Pittore (Oudewater, Gouda, 1460 circa - Bruges 1523). Formatosi inizialmente nei Paesi Bassi settentrionali, forse a Haarlem, dal 1494 si stabilì a Bruges e divenne (1494) pittore ufficiale della città. Fu ad Anversa e poi probabilmente in Italia (a Genova) verso il 1512. Dopo le prime opere, ancora in parte legate alla tradizione olandese, lo studio dei fiamminghi, da van der Weyden a H. van der Goes, e specialmente di Memling, si risolve in lui in una ricerca di effetti più monumentali nella composizione e di una più profonda e armonica intensità cromatica con originali esperimenti di scorcio e di raggruppamento delle figure, in una nuova sensibilità spaziale (Deposizione, Londra, Nat. Gall., 1490), per raggiungere una particolare altezza di stile specie nel periodo 1498-1511 (Condanna di Cambise e Supplizio di Sisamne, 1498, per il pal. di giustizia di Bruges, ora nel museo comunale; Il canonico Salviati presentato da tre santi, 1501, Londra, Nat. Gall., Trittico di Jean de Trompes, Museo Comunale di Bruges). Se in Memling e nei suoi seguaci il repertorio di Rogier van der Weyden si volge a valori altissimi ma seguendo più uno schema che non un nuovo avvicinamento alla realtà, in D. rivive la tradizione vaneyckiana, arricchita di una nuova e personalissima esperienza. Il fascino del Rinascimento lo portò ad Anversa, ove risentì di Quentin Metsys e di Joachim Patinier. Nei paesaggi, e soprattutto nei due (conservati al Rijksmuseum di Amsterdam) dipinti sulle parti esterne delle ali di un trittico ora nel Metropolitan Museum di New York, D. dà un notevole esempio, poi seguito dai pittori del sec. 16º, di pura pittura di veduta, modernamente intesa. Numerosi i suoi committenti italiani, mentre sue opere, giunte in Italia, influenzavano gli stessi artisti italiani. Opera principale del supposto soggiorno in Italia è il patetico Calvario, ora nel museo di Palazzo Bianco a Genova. Dall'Italia, oltre a motivi decorativi d'origine classica, egli traeva il modo d'introdurre la scena sacra come una storia con caratteri profani (Nozze di Cana, Parigi, Louvre, 1503 circa), l'approfondimento del suo sentimento della natura e del paesaggio (Battesimo di Cristo, Bruges). Egli fu nello stesso tempo sensibile e acuto interprete delle inclinazioni spirituali dei borghesi di Bruges. Una delle opere tarde (circa 1520) più note, anche per le molte repliche, e che bene esprime un senso di gentile intimità, è la Madonna à la soupe au lait, o "della pappa" (musei di Bruxelles, Strasburgo, Genova, ecc.). Il D. fu l'ultimo grande pittore della scuola di Bruges; fu recuperato dalla critica solo nel sec. 19º. Esercitò durevole influenza sulla pittura di Bruges, sia tra i miniatori, sia tra i pittori di tavole (A. Isenbrant, A. Benson). .

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