KLAPKA, Georg

Enciclopedia Italiana (1933)

KLAPKA, Georg

Mario Menghini

Generale ungherese, nato a Temesvár ora Tmişoara) il 7 aprile 1820, morto a Budapest il 17 maggio 1892. Entrato diciottenne nel servizio militare, nel 1842 fu incorporato nel reggimento ungherese delle guardie del corpo di stanza a Vienna. Cinque anni dopo si dimise, e stava per intraprendere un viaggio alla guerra contro l'Austria per l'indipendenza ungherese. Fu dapprima incaricato di una missione di propaganda in Transilvania; poi, decretata dal Kossuth la leva in massa, assunse il comando di una compagnia di honvéd. Alla fine del 1848 era capo di Stato maggiore del generale Kiss; e dopo la sconfitta di Kaschau (ora Košice, 4 gennaio 1849), fu incaricato di sostituire il Messaros al comando del suo corpo d'armata. Diede prova, sebbene giovanissimo, di possedere eccellenti qualità militari e di organizzatore d'eserciti; e benché non potesse impedire che gli Austriaci rimanessero vincitori presso Kapolna (26-28 febbraio 1849), a lui si deve tuttavia il successo delle battaglie di Isaszeg (6 aprile), e di Nagysarlo (19 aprile). Nominato dal Kossuth ministro della Guerra, si trovò in contrasto con alcuni generali ungheresi, che non approvavano il piano di guerra da lui ideato, specialmente col Goergey, che si rifiutò di allargare il conflitto fuori dell'Ungheria e di marciare su Vienna prima di avere espugnata Buda. L'indugio valse agli Austriaci di riorganizzare i loro eserciti in attesa dell'intervento russo. Lasciato il Ministero della guerra, il K. assunse il comando della piazza di Komárom (Komárno) che difese eroicamente anche dopo la disastrosa ritirata di Világos (13 agosto 1849), e dopo la defezione del Goergey. Solamente il 28 settembre egli si decise a stipulare una convenzione col Haynau, a onorevoli condizioni, che furono a malincuore ratificate dalla corte di Vienna. Andato in esilio, il K. raggiunse l'Inghilterra, dove conobbe personalmente il Mazzini, col quale fu per alcun tempo in amichevoli rapporti nei tentativi rivoluzionarî preparati dal Comitato democratico europeo, e quando, lasciata Londra, si rifugiò a Ginevra, non fu estraneo ai preparativi del moto rivoluzionario milanese del 6 febbraio 1853, d'intesa col Türr e col Winkler. D'allora in poi, allontanatosi dal partito che lui, invitato a stabilirsi in Piemonte, ebbe frequenti contatti, in previsione di utilizzare l'elemento ungherese nella guerra contro l'Austria (1859); e in ciò ebbe a cooperatori il Kossuth e il Türr. La pace di Villafranca fece naufragare questo audace disegno. Amico di Garibaldi, vide con simpatia la spedizione dei Mille, alla quale, anche per suo consiglio, parteciparono tanti esuli ungheresi. Non approvò invece l'appello che da Catania Garibaldi lanciò agli Ungheresi nel 1862, spronati a insorgere, ritenendo intempestivo quell'atto, mentre, venuto il 1866, formò una legione di honvéd nella guerra contro l'Austria. Penetrato in Ungheria per la frontiera della Slesia, dovette sostare essendo intervenuto l'armistizio di Nikolsburg. Con l'avvento del regime dualistico, il K. usufruì dell'amnistia e tornò in patria, dove fu eletto deputato. Durante il conflitto orientale (1877), dichiaratosi avversario della Russia, si recò a Costantinopoli per formare una legione ungherese; il suo proposito fu reso vano dalla gelosia dei generali turchi. Negli ultimi anni si occupò, con non molto successo, d'imprese ferroviarie.

Scrisse: Memoiren (1850), Der Nationalkrieg in Ungarn u. .Siebenbürgen 1848 it. 1849 (1851); Der Kriege in Orient in den Jahren 1853 u. 1854 bis Ende Juli 1855 (1855); Aus meinen Erinnerungen (1866).

Bibl.: A. Kienast, Die Legion K. Eine episode aus dem Jahr 1866, Vienna 1900. Per le relazioni col Mazzini, v. i voll. dell'epistolario (ediz. nazionale), Imola 1907, segg.; e per quelle col Cavour i proemî di L. Chiala alle Lettere, Torino, 2ª ed., 1883-87, II e III.

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