Gallia

Dizionario di Storia (2010)

Gallia


I romani davano questo nome alla regione dell’Europa centr. compresa fra il Mediterraneo, i Pirenei a S, il Reno e le Alpi a E, l’Oceano Atlantico a N e O. La regione era caratterizzata da una marcata unità etnica; tra il 700 ca. e il 400 a.C. una serie di migrazioni aveva portato nella G. i celti, che, insediatisi da una parte e dall’altra del Reno, si espansero quindi per le varie regioni della G., scontrandosi con l’elemento iberico nel S-O e con quello ligure nella zona di S-E, e invasero anche l’Italia settentrionale. Dai romani furono designati col nome di galli. Conosciamo, soprattutto dall’opera di Cesare, un gran numero di popoli gallici. Al suo tempo, al di fuori della G. Narbonense, già ridotta a provincia (dove erano gli allobrogi, i voconzi, i salluvi, gli elvi ecc.), la G. indipendente (detta Comata per le «lunghe chiome» degli abitanti) era divisa in tre parti: nel centro erano i celti, o galli propriamente detti, fra la Senna, la Marna e la Garonna; a N della Senna e della Marna i belgi; a S della Garonna gli aquitani. I diversi popoli che abitavano questo territorio si suddividevano in cantoni territoriali (pagi). Accanto ai nobili, molto potente era la casta sacerdotale dei druidi. Il diritto gallico fondeva le consuetudini dei celti con quelle dei popoli sopraffatti. I contatti fra galli transalpini e romani cominciarono alla metà del sec. 2° a.C., quando Marsiglia, legata ai romani da un trattato di alleanza sin dal sec. 4° a.C., chiese aiuto contro le mire espansionistiche dei celti. Scongiurata questa minaccia con una vasta operazione militare, nel 118 i romani fondarono la colonia di Narbo Martius (Narbona) e organizzarono la provincia della G. Narbonense (o Transalpina). Da qui il loro dominio si estese su tutta la G. con la guerra condotta da Cesare, che seppe sfruttare la rivalità tra i popoli gallici e anche il loro desiderio di sicurezza di fronte ai germani. La resistenza cessò con l’espugnazione di Alesia e la cattura di Vercingetorige (52 a.C.). Nel 27 e nel 16 a.C., Augusto dette una organizzazione definitiva dividendo la Narbonense dalla Comata, nella quale furono costituite tre province (tres Galliae): Aquitania (a S), Lugdunensis (nel centro), Belgica (a N-E). Sotto Augusto e Tiberio il governo delle G. fu affidato a legati del principe. Domata la ribellione scoppiata dopo la morte di Nerone (69), la G. conobbe un periodo di pace e grande prosperità. Nel 257 una incursione di franchi e alamanni fu arrestata dai generali Aureliano e Postumo. Con la ribellione di quest’ultimo si creò l’impero delle Gallie (258-273), che apparve originato non tanto da una volontà di autonomia, quanto da necessità di difesa dalle minacce germaniche. Diocleziano creò la prefettura delle G. con capitale Treviri (dopo il 402 Arles), divisa nelle diocesi di Britannia, Spagna, G., Viennense. Nel sec. 4° la storia della G. è caratterizzata dalla pressione e infiltrazione dei barbari, specialmente dei franchi, che costituirono un regno indipendente (➔ Francia).

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