GALLES

Enciclopedia Italiana (1932)

GALLES (ingl. Wales; A. T., 47-48)

Giacomo DEVOTO
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Florence M. G. HIGHAM

Regione storica della Gran Bretagna, col titolo di principato, che forma un grande aggetto press'a poco rettangolare proteso verso occidente e bagnato per tre parti dal mare: a N. dalle acque del Mar d'Irlanda, a O. da quelle del Canale di S. Giorgio e a S. da quelle del Canale di Bristol. Il confine verso l'Inghilterra segue all'incirca il 3° meridiano O. Insieme con l'isola di Anglesey (v.), che ne dipende, il Galles ha una superficie di 19.343 kmq.; la sua lunghezza, da N. a S., è di 210 km. e la larghezza massima, da O. a E., di 200; nel punto più stretto si riduce a soli 80 km.

Il Galles è una regione in gran parte montuosa, formata soprattutto da rocce antiche, e con rilievi dall'aspetto piuttosto uniforme, dovuto, questo, alla lunga azione erosiva delle acque correnti e dei ghiacciai. Il massiccio montuoso del Galles, che solo nella sua parte nord-occidentale supera i 1000 m. (Snowdon, 1085), costituisce i cosiddetti Monti Cambrici. I corsi d'acqua che percorrono il Galles (Dee, Teifi, Towy, Wye, Severn, ecc.) sono in genere brevi, ma ricchi di acque, poiché le precipitazioni sono frequenti e copiose; nella regione dello Snowdon ne furono registrati annualmente anche più di 5000 mm.; anche molto piovosi sono l'altipiano di Plynlimon e i Brecknock Beacons; le zone meno umide sono quelle orientali. Poiché le vallate maggiori scendono alla pianura inglese, verso questa è orientata tutta la vita del paese, che ha dovuto ben presto cedere all'attrazione politica dell'Inghilterra.

Solo nella stretta cimosa litoranea e nelle vallate maggiori sono possibili colture rimunerative; il resto del paese è coperto da vastissime lande. E sul litorale e nelle valli si addensa, quindi, la popolazione, che era di 590.000 ab. nel 1801, e risultò di 2.205.680 ab. nel 1921 e di 2.158.193 ab. nel 1931 (113 per kmq.). Per la sua posizione, il Galles fa pensare alla Bretagna francese, ma è più montuoso e più isolato e sulle sue coste non si è mai potuta sviluppare, come sulle coste della Bretagna, un'intensa vita marinara. Due terzi del paese sono coperti da brughiere e da pascoli magri: i coltivi rappresentano solo il 16% della superficie totale, e in essi hanno poca parte i cereali, che solo in quattro contee (Pembroke, Anglesey, Cardigan e Flint) occupano più del 10% del territorio messo a coltura (in assoluta prevalenza avena). La coltivazione prevalente per estensione è quella dei foraggi, poiché il Galles è un paese essenzialmente pastorale; sopra i 200 m. di altezza, in media, non si trovano più colture, e sopra i 300 non più boschi; questi limiti altimetrici, veramente bassissimi, sono dovuti soprattutto alla poca fertilità del suolo, alla violenza dei venti, all'estensione dei terreni torbosi. Le vaste lande che si stendono a perdita d'occhio nella zona montuosa sono popolate da grandi greggi di pecore, che hanno una densità di ben 260 capi per kmq. nella contea di Brecon, di 257 in quella di Merioneth, e che sono assai ricercati per la lana, lavorata anche nella regione, e per la carne. Numerosi sono pure i bovini e, nel Galles meridionale, i cavalli, piccoli ma assai vigorosi.

Il Galles è anche un paese minerario: nella sua estrema parte meridionale si stende un ricchissimo bacino carbonifero, che si cominciò a sfruttare per usi domestici verso la metà del sec. XVIII (a Merthyr Tydfil); quando poi furono scoperti notevoli giacimenti di minerali di ferro, per il trattamento di questi fu iniziato lo sfruttamento in grande del carbone. Oggi il bacino carbonifero gallese è, dopo quello della Clyde, il più vasto della Gran Bretagna, e dà carboni bituminosi utilizzati per usi domestici e per ottenere il coke, carboni semibituminosi (al centro del bacino) ricercatissimi dalla marina (steam-coals), e ottima antracite. Si estraggono in media, annualmente, 50 milioni di tonnellate di carbone, e nelle miniere sono occupati circa 250.000 operai. Una fitta rete di ferrovie permette di trasportare rapidamente il carbone dall'interno ai grandi porti di Cardiff (224.000 abitanti, la città più importante del Galles), Swansea (165.000 ab.) e Newport (92.000 ab.), da cui viene largamente esportato. La presenza combinata del carbone e del ferro fece sorgere, alla metà del secolo XVIII, l'industria siderurgica, ma quando, circa un secolo dopo, si riscontrò che il minerale gallese era poco adatto alla fabbricazione dell'acciaio, si cominciò a importare minerale straniero (specialmente dalla Spagna), e i maggiori stabilimenti metallurgici si ebbero quindi in prossimità della costa, specialmente intorno a Swansea, dove vengono trattati pure lo stagno, il rame, lo zinco, il nichel.

Il Galles meridionale, è, naturalmente, la parte più popolata della regione, per la presenza delle industrie estrattive e metallurgiche. Mentre la contea di Glamorgan, nel 1931, aveva 582 ab. per kmq. (la popolazione complessiva è salita da 70.880 nel 1801 a 1.225.713 ab. nel 1931), quelle interne di Brecknock, Montgomery e Radnor avevano rispettivamente 30, 23 e 17 ab. per kmq. Tutte le città con più di 50.000 ab. si trovano nella parte meridionale della regione, nella zona carbonifera e industriale: Cardiff, Swansea, Newport, Merthyr Tydfil (71.000 ab.).

Amministrativamente il Galles è diviso nelle 12 contee di cui sopra (v. voci relative, e gran bretagna).

V. tavv. LIX e LX.

Lingua. - Meno di un milione degli abitanti del Galles parlano tuttora il cimrico o gallese. La lingua cimrica (cymraeg; fr. gallois; ted. kymrisch; ingl. welsh) è una lingua celtica (v. celti) del gruppo britannico; anticamente diffusa in tutta l'Inghilterra centrale e settentrionale, subì fortemente l'influenza del latino durante la conquista romana, e fu poi spezzata nella sua unità dalle invasioni germaniche; dei due nuclei allora superstiti solo il meridionale sussiste oggi, mentre quello settentrionale, conservatosi ancora per qualche secolo in prossimità della frontiera della Scozia, è stato assorbito intorno al Mille.

La vitalità del cimrico moderno non si continua ininterrotta dall'antichità, ma data press'a poco dalla Riforma protestante: la chiesa metodista, con la traduzione della Bibbia del 1588, con i servizi religiosi nella lingua nazionale, ha rinnovato sia la tradizione scritta sia la ragion d'essere della lingua parlata. Storicamente si distingue: un antico cimrico (sec. VIII-IX) attestato solo da glosse; un medio cimrico (sec. XII-XV) attestato da documenti poetici, letterarî e giuridici, e un neo-cimrico dal XVI secolo in poi. Nell'ambito dei dialetti britannici il cimrico si distingue fra l'altro: per la dittongazione di ā in aw (bretone o); nello svolgimento del suffisso āco in aug, og (bretone euc, ec); nella lenizione della conso. nante iniziale, g, che scompare, mentre in bretone dà c'h. L'ortografia è resa apparentemente difficile dall'uso di w come vocale u, y come vocale i, di ll anche iniziale; nel qual caso rappresenta la l non soggetta a nessuna azione di fonetica sintattica. Esistono alcune varietà dialettali, ma, a differenza di quanto avviene in bretone, sono senza importanza per la lingua letteraria.

Storia. - Quando i Romani penetrarono nella Britannia, il Galles era abitato da popolazioni di razza celtica, diverse però da quelle che occupavano l'Irlanda e la Scozia. I Celti del Galles avevano fatto parte non della prima, ma della seconda ondata d'invasione celtica, abbattutasi sulla Britannia. I Romani non poterono mai soggiogare interamente il Galles: la sua popolazione rimase irrequieta, nonostante le vie costruite dai Romani che attraversavano il paese da Deva (Chester). Dopo il ritiro dei Romani, le ulteriori invasioni dei Sassoni spinsero molti Celti a cercare rifugio dall'Inghilterra nel paese collinoso dell'occidente. Un capo, Cunada, riuscì per un certo tempo a riunite le tribù in una rozza federazione, tenendo la sua corte a Deganwy nel Galles settentrionale e assumendo il titolo romano di dux Britanniae; ma le battaglie di Deorham (577) contro i Sassoni Occidentali e di Chester (613) contro Ethelfrith di Northumbria, separarono i Celti del Galles dai loro confratelli di Cornovaglia e di Cumbria, mentre Offa li spinse verso l'est. Il limite cui gl'invasori pervennero fu indicato col nome di Offa's Dyke (l'argine di Offa). La vigorosa resistenza offerta dai Celti agl'invasori è stata affidata alle leggende che circondano la figura romantica e semi-mitica del re Arturo; la tradizione afferma però che il "Cymry" o Gallese, che era stato re della Britannia, era Cadwaladr, che morì a Roma verso la metà del sec. VII. Questo fatto segna la fine della resistenza contro i Sassoni e l'inizio della storia del Galles come di uno stato limitato alla parte occidentale dell'isola. Il primo nome notevole è quello di Rhodri Mawr (Roderico il Grande), il quale creò, in embrione, uno stato unitario, prima di essere ucciso in battaglia nell'877; e allora il suo regno fu diviso fra i suoi figli. Il suo nipote Howel Dda (Howel il Buono) è celebre come il primo codificatore delle leggi del Galles, più su base gentilizia (tribù) che territoriale. Sorsero allora, fra gli altri, tre regni principali: quello di Gwynedd nel Galles settentrionale, di Powys, che si sviluppò gradatamente in una contea di confine, e Deheubarth, con capitale Dinefawr nel Galles meridionale. I loro re riconobbero la sovranità dei re d'Inghilterra; ma rivolte e scorrerie erano un fatto consueto. Guglielmo il Conquistatore collocò sui confini dei baroni potenti per tenere in ordine il Galles; ma la vera conquista del paese, tanto militare quanto economica, fu compiuta dai baroni normanni, che si stabilirono nel Galles meridionale, costruendovi dei castelli, che dominavano il paese. I Cimri divennero dei fittavoli dei nuovi venuti e perdettero le loro terre. Le città che sorsero gradatamente vennero popolate quasi interamente dagl'immigrati normanni e anche, più tardi, da immigrati fiamminghi e i Gallesi rimasero un popolo agricolo. Questi territorî conquistati dai baroni furono conosciuti sotto il nome di Marche (the Marches). Nel NE. invece durante il lungo e saggio regno di Gryffydd ap Cynan (morto nel 1137) il regno di Gwynedd si conservò indipendente. Il figlio di lui, Owain, si era alleato con l'ultimo principe di Dinefawr, Rhys ap Gryffydd, per sostenere le sorti dei Cimri contro i re inglesi; ma Rhys fece la pace con Enrico II (1171) e divenne justiciar reale di tutto il Galles meridionale. Alla sua morte, nel 1196, la casa di Gwynedd ebbe il predominio nel Galles. Llywelyn ap Iorweth il Grande, che aveva riconosciuto la sovranità del re d'Inghilterra Giovanni, e ne aveva sposata la figlia Joan, riuscì a unificare e a disciplinare durante un lungo regno i capi gallesi, accrescendo il suo potere reale e preservando l'indipendenza del suo popolo. Dopo la sua morte nel 1240, i suoi successori, meno abili e più ambiziosi, ripresero la temeraria politica d'opposizione ai loro sovrani, i re d'Inghilterra. Llywelyn ap Griffydd, nipote di Llywelyn il Grande, dopo aver consolidato il suo potere e la sua popolarità durante un periodo di pace insolita (1247-56), invase il distretto ceduto a Edoardo, primogenito di Enrico III d'Inghilterra, col titolo di conte di Chester, e poi si spinse a sud nel territorio dei Mortimer. La guerra durò, a intervalli, per undici anni; e in essa Llywelyn si alleò con Simone di Montfort e coi baroni inglesi malcontenti. Due anni dopo la morte di Simone di Montfort a Evesham, fu conclusa la pace di Montgomery (1267), con la quale il territorio e il prestigio di Llywelyn erano molto accresciuti. Ma Llywelyn, fidanzato con Eleonora di Montfort, continuò a tessere intrighi coi fratelli di lei, rifiutandosi in ultimo di assistere all'incoronazione di Edoardo I nel 1272. Il risultato fu la prima invasione di Edoardo nel Galles (1276); Llywelyn fu chiuso in Snowdon e costretto a sottomettersi. La sua umiliazione fu completata dal trattato di Aberconway, che lo ridusse alla posizione di un piccolo vassallo. Il suo matrimonio con Eleonora fu permesso e per cinque anni fu mantenuta, in apparenza, l'amicizia; ma nel Galles vi era molta irrequietudine, dovuta all'introduzione dei metodi di giustizia normanni, e a una vera tirannia esercitata dai singoli funzionarî. Nel 1282 Dafydd (Davide), fratello di Llywelyn, insorse improvvisamente, attaccando il castello di Hawarden e passando rapidamente nel sud, mentre Llywelyn devastava il nord. Edoardo I marciò attraverso il Galles, e dopo una campagna dalle alterne vicende, la morte di Llywelyn in una scaramuccia (dicembre 1282) rese più semplice il compito del re. Il Galles venne sottomesso gradatamente; Davide fu preso prigioniero e giustiziato come traditore nell'ottobre 1283. Con lui perì l'ultimo principe della casa dei Cymry. Nel 1284 il Galles venne incorporato nel regno d'Inghilterra. Le marche ancora governate dai baroni normanni furono lasciate intatte, ma il principato di Llywelyn fu diviso in contee, soggette al comune sistema di amministrazione, benché con l'andar degli anni vi fosse poi una crescente tendenza nelle città fortificate, abitate da immigranti inglesi, a monopolizzare i privilegi commerciali e amministrativi. Lungo la costa settentrionale Edoardo costruì grandi castelli, corrispondenti ai castelli baronali del sud; e ancora oggi le rovine di Carnarvon, di Conway, di Beaumaris ecc. si ergono a dominio del paese. A Carnarvon nel 1284 nacque un figlio a Edoardo, che fu conosciuto più tardi sotto il nome di principe di Galles, titolo assunto dapprima da Llywelyn ap Gryffydd e che da allora fu riservato al primogenito dei re d'Inghilterra.

Da allora il Galles entra nella grande corrente della storia inglese, di cui divide le sorti. L'evento politico più importante per il Galles fu, sulla fine del sec. XIV e i primi del XV, la grande ribellione di Glendower contro Enrico IV, che rimane un fatto isolato, benché la domanda fatta da Glendower di un libero parlamento gallese, dell'indipendenza ecclesiastica e d'istituti di istruzione gallesi abbiano qualche carattere del nazionalismo moderno. Il trionfo riportato da Enrico Tudor su Riccardo III a Bosworth (1485) portò un principe gallese sul trono d'Inghilterra; nel 1536 l'Atto di unione fece dei territorî di confine delle contee e diede alle 12 contee gallesi il diritto di mandare ciascuna due membri al parlamento. Molte usanze antiche circa il possesso delle terre, ecc., furono allora abolite; e dal 1542 fino alla rivoluzione del 1688 l'amministrazione rimase in gran parte nelle mani del presidente e del Consiglio di Galles, che risiedeva a Ludlow. Il loro governo aveva tutta l'efficienza, e per contro la tendenza agli abusi, che costituivano la caratteristica delle altre amministrazioni consigliari dei Tudor. I proprietarî terrieri gallesi nella loro maggioranza rimasero fedeli al re nelle guerre civili degli anni 1642-9.

In genere, ciò che più interessa nella storia moderna del Galles è di carattere non politico, ma morale, culturale, economico. È, p. es., l'arricchirsi della nobiltà gallese, a cui la concessione della rappresentanza parlamentare aveva dato l'opportunità di frequentare la corte inglese; il costituirsi di vasti possessi fondiarî; è soprattutto il fatto che i proprietarî, per mezzo di matrimonî e di rapporti coi loro vicini inglesi, cessarono di distinguersi dagli Inglesi, nei costumi e nella lingua. Invece le classi medie e basse conservarono non solo un linguaggio diverso, ma anche le aspirazioni nazionaliste che nei tempi moderni sono state collegate col movimento per l'indipendenza della chiesa. Il cosiddetto rinascimento del Galles nel sec. XVIII avvenne infatti sotto forma di movimento religioso. Prima non c'era stato grande slancio: la Riforma era stata accettata, ma senza molte scosse. Già tuttavia un gruppo di riformati, guidati dal dott. Guglielmo Morgan, aveva tradotto la Bibbia in lingua gallese nel 1588, e questa traduzione aveva contribuito a dare una nuova vita alla lingua stessa. Ma l'angusta politica del governo britannico che nominava vescovi inglesi alle sedi del Galles, il letargo diffuso della chiesa, l'ignoranza e la rozza inefficienza del clero, prepararono il terreno per il movimento metodista. Dopo il 1811 lo scisma fra la chiesa e i metodisti era completo e il numero delle cappelle dissidenti era molto cresciuto. Nel chiedere una migliore educazione e nell'inveire contro l'immoralità, i metodisti rafforzarono la fibra intellettuale e morale dei Gallesi, influendo col loro movimento su tutta la vita del paese.

In questi ultimi tempi il Galles, che nel sec. XIX era divenuto nella parte meridionale un grandioso emporio industriale, ha risentito fortemente la depressione economica; molte miniere erano troppo piccole per essere coltivate con profitto e interi villaggi sono rimasti senza lavoro e spopolati, e la miseria è stata acuta. È naturale che in questi distretti trovi largo numero di aderenti il Labour party, mentre il resto del Galles in gran parte aderisce al partito liberale. Ciò si deve molto all'elemento non-conformista, e anche all'influenza personale del gallese Lloyd George.

Bibl.: J. Rhys e D. Brynmor-Jones, The Welsh People, Londra 1900; A. Strahan e W. Pollard, Coals of South Wales, in Mem. Geol. Survey of Engl., 1908; 2ª ed. 1915; A. Strahan, The Geology of the South Wales Coal Field, in Mem. Geol. Survey of Engl., 1907-09; J. E. Lloyd, A History of Wales from the earliest times to the Edwardian Conquest, voll. 2, Londra 1912; W. E. Whitehouse, Descriptive Handbook to the Relief Model of Wales, Cardiff 1915; W. Ll. Williams, The making of modern Wales, Londra 1919; J. P. Howel, Agricultural Atlas of Wales, Southampton 1921; A. Demangeon, Les Îles Brit. (Géogr. Univ., I), Parigi 1927. Ogni contea ha una monografia nella collezione Cambridge County Geogr., publ. a Cambridge dall'University Press. - Per il cimrico antico e medio v. celti: Lingue, IX, p. 676 segg. Per il neo-cimrico, J. Morris Jones, An elem. Welsh grammar, Oxford 1921; J. Bodvan Anwyl, Spurrell's Welsh-English Dictionary, Carmarthen 1915; S. Jones, A Welsh phonetic Reader, Londra 1926.