Lèlio, Gaio

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Amico di Scipione l'Africano (m. 160 circa a. C.); accompagnò Scipione in Spagna (211 a. C.) e guidò la flotta alla conquista di Cartagena (209); collaborò poi efficacemente con Scipione in Africa nella campagna contro Siface (203); nella battaglia di Zama (202) comandò la cavalleria. La protezione di Scipione gli aprì la carriera politica e gli consentì l'ammissione alla nobilitas; fu questore (202), edile della plebe (197), pretore (196), console (190); ricoprì ancora numerosi uffici; morì in tarda età. È descritto come uomo di grande cultura ed eloquenza. n Il figlio omonimo (o L. minore), detto Sapiens per i suoi studî filosofici (fu particolarmente legato allo stoico Panezio), rivestì la carica di tribuno della plebe (151 a. C.) e propose (forse in questa circostanza; secondo alcuni, solo più tardi, durante il consolato) una legge agraria che dovette, però, ritirare per opposizione degli ottimati. Amico di Scipione Emiliano, fu con lui alla distruzione di Cartagine; pretore (145) combatté in Spagna contro Viriato; fu infine console (140) e si oppose più tardi a Tiberio Gracco. È conservata di lui una parte dell'elogio funebre per Scipione Emiliano. L. compare come interlocutore nel dialogo Cato maior di Cicerone, che gli dedicò il dialogo sull'amicizia.

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