PISONE, Gaio Calpurnio

Enciclopedia Italiana (1935)

PISONE, Gaio Calpurnio (C. Calpurnius C. f. C. n. Piso)

Gastone M. Bersanetti

Pretore nel 186 a. C. per la Spagna Ulteriore, vi si recò con grossi rinforzi, insieme con il collega per la Citeriore L. Quinzio Crispino. Nel 185 i due pretori, cui era stato prorogato l'imperio, si avanzarono in Carpetania; scontratisi con i Lusitani, pare, e con i Celtiberi, respinti dapprima, riportarono poi al di là del Tago una grande vit- toria, nella quale P. molto si distinse. Nel 184 P. celebrò il trionfo. Nel 181 triumviro per la deduzione di colonie, partecipò alla fondazione di Graviscae (Porto Clementino?). Console nel 180, doveva partire per la Liguria, quando morì per un'epidemia; la moglie Quarta Ostilia fu accusata di averlo avvelenato e condannata. Forse da lui fu adottato L. Cal. Pisone Cesonino, console nel 148.

Bibl.: F. Müntzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 1376; Drumann-Groebe, Geschichte Roms, II, Lipsia 1902, pp. 49-50. Cfr. E. Pais, Fasti triumphales populi romani, I, Roma 1920, pp. 154-55; id., in Memorie della R. Accademia dei Lincei, s. 5ª, XVII (1923), pp. 348-49; G. De Sanctis, Storia dei Romani, IV, i, Torino 1923, pp. 458-459.

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