Rossétti, Gabriele

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Letterato (Vasto 1783 - Londra 1854). Improvvisatore rinomato, conservatore al Museo di Napoli, carbonaro dal 1812, nel 1820 partecipò ai moti napoletani, che esaltò nella sua lirica; esule dal 1821 a Malta e dal 1824 in Inghilterra, dal 1831 al 1847 fu prof. d'italiano al King's College di Londra. Sposò nel 1826 Francesca Polidori, figlia di Gaetano. Quasi tutti i suoi versi (Poesie varie, 1806; Odi cittadine, 1820; Iddio e l'uomo, 1833; Il veggente in solitudine, 1846; L'arpa evangelica, 1852) hanno intonazione patriottica o religiosa. I suoi numerosi scritti danteschi (Comento analitico all'Inferno dantesco, 2 voll., 1826-27; La Beatrice di Dante, 1842) insistono tutti sull'esistenza di un linguaggio segreto convenzionale che sarebbe proprio di una setta antipapale, i Fedeli d'amore, alla quale avrebbe appartenuto anche Dante; la Commedia mirerebbe a una riforma politico-ecclesiastica in senso antipapale e Beatrice personificherebbe l'autorità imperiale.

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