GABON

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Gabon

Anna Bordoni e Silvia Moretti
.mw-parser-output span.smallcaps{font-variant:small-caps}.mw-parser-output span.smallcaps-smaller{font-size:85%}Geografia umana ed economica

di Anna Bordoni

Stato dell'Africa centro-occidentale. I risultati del censimento del 2003 (1.520.911 ab.) sono stati giudicati da diversi organismi internazionali poco attendibili, in quanto la crescita della popolazione sarebbe stata in dieci anni di circa il 50% (al censimento del 1993 erano risultati 1.014.976 ab.). Una stima del 2005 attribuisce al Paese 1.389.000 abitanti. La diffusione dell'epidemia di AIDS ha ridotto l'aspettativa di vita alla nascita e ha innalzato la mortalità infantile (54‰ nel 2005) e quella globale (11,7‰), modificando anche la composizione della popolazione per età e sesso. In aumento le concentrazioni urbane, anche se mancano centri con vere e proprie caratteristiche di città: la stessa capitale, Libreville, che ha una consistenza demografica limitata (362.400 ab. nel 2003, 611.000 ab. con l'agglomerazione).

Il G. è uno dei Paesi dell'Africa subsahariana con il reddito pro capite più elevato: la sua economia si fonda quasi esclusivamente sul petrolio, la cui produzione, dopo aver raggiunto il livello massimo nel 1997 con 18,5 milioni di t, si è stabilizzata negli anni successivi intorno ai 12-13 milioni di t annue. Tale declino ha avuto pesanti ripercussioni sul bilancio dello Stato, in quanto dagli anni Settanta del 20° sec. gli idrocarburi assicurano intorno al 60% delle entrate e rappresentano circa tre quarti delle esportazioni. Tuttavia sono stati riaperti pozzi un tempo considerati poco redditizi ed esistono buone possibilità che vengano individuati nuovi giacimenti, soprattutto al largo delle coste. Dagli ultimi anni del 20° sec. è stata avviata una diversificazione dell'economia, puntando in particolare sull'agricoltura (che ha rappresentato per lungo tempo un settore di secondo piano, incapace di soddisfare la domanda interna), sullo sfruttamento del manganese (minerale strategico per la fabbricazione di acciai speciali, e del quale il G. è uno dei maggiori produttori, con circa 1,8 milioni di t annue all'inizio del nuovo secolo) e sullo sviluppo del turismo. Le foreste tropicali, che coprono ben l'85% della superficie del Paese, forniscono legname pregiato e da costruzione, ma a prezzo di un pesante degrado ambientale.

Storia

di Silvia Moretti

All'inizio del 21° sec. il G. continuava a esercitare un ruolo di mediazione nei conflitti dell'Africa centrale, in particolare nella soluzione della crisi nella confinante Repubblica del Congo, e nelle operazioni di rimpatrio dei profughi congolesi ancora presenti nel suo territorio. Dopo la riconferma alle elezioni presidenziali del 1998 di O. Bongo, al potere dal 1967, le consultazioni politiche svoltesi nel dicembre 2001, duramente contestate da alcune formazioni (astenutesi dal voto in segno di protesta), confermarono l'egemonia del partito di governo, il Parti démocratique gabonais (PDG), che con 86 seggi su 120 riconquistò la maggioranza dei seggi già detenuta nelle precedenti elezioni del 1996, mentre il principale partito all'opposizione, il Rassemblement pour le Gabon (RPG), se ne aggiudicava 6. Nel gennaio 2002 fu formato il nuovo governo, a capo del quale fu riconfermato J.-F. Ntoutoume Emane; le priorità da esso annunciate furono la lotta alla corruzione e i provvedimenti per alleviare la povertà nel Paese. Le elezioni amministrative del dicembre 2002 videro una nuova schiacciante vittoria del PDG, ma fecero registrare una bassissima partecipazione al voto in alcune zone del Paese (meno del 20%). Le opposizioni denunciarono ancora una volta arbitrarie manipolazioni del registro elettorale nazionale, dal quale a partire dal 2001 erano state cancellate circa 240.000 persone.

Nel luglio 2003, mentre nel Paese crescevano la protesta e la tensione sociale, il Parlamento votò una deroga alla Costituzione per permettere al presidente Bongo di correre per un altro mandato; il provvedimento, contestato dalle opposizioni, spianò la strada a Bongo nelle elezioni presidenziali del novembre 2005. Con circa il 79% dei voti, il presidente in carica ebbe la meglio su P. Mamboundou, dell'Union du peuple gabonais (UPG), che si aggiudicò solo il 14% dei consensi. Nel gennaio 2006, alla cerimonia di investitura di Bongo, il leader politicamente più longevo di tutto il continente, presenziarono i grandi leader africani (tra gli altri i presidenti del Senegal, della Nigeria e della Repubblica Sudafricana, e il re del Marocco Muḥammad vi), in previsione dell'importante summit dell'Unione Africana del 23-24 dello stesso mese nella capitale del Sudan, Khartum. In politica estera, nel corso del 2003 si incrinarono i rapporti con la Guinea Equatoriale, dopo l'occupazione da parte del G. dell'isola disabitata di Mbagne - le cui acque erano potenzialmente ricche di petrolio - sulla quale entrambi i Paesi rivendicavano la sovranità. Dopo alcuni falliti tentativi di negoziato, nel luglio 2004 i due Paesi raggiunsero un accordo per lo sfruttamento congiunto del territorio conteso, in attesa di una risoluzione definitiva da raggiungersi con la mediazione delle Nazioni Unite.

bibliografia

M.M. BeKale, Gabon, la postcolonie en débat, Paris 2003; A.E. Augé, Le recrutement des élites politiques en Afrique subsaharienne: une sociologie du pouvoir au Gabon, Paris 2005.

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