GABON

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Gabon

Anna Bordoni e Silvia Moretti
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(XVI, p. 238; App. III, i, p. 695; IV, i, p. 888; V, ii, p. 352)

Geografia umana ed economica

di Anna Bordoni

Popolazione

La dinamica demografica presenta bassi ritmi di incremento (16‰ nel periodo 1980-85, 17‰ nel periodo 1990-97), in larga parte dovuti all'arretratezza delle condizioni sociali del paese e al tasso di mortalità ancora elevato (16,1‰). Di più difficile controllo è l'incidenza sul tasso di accrescimento del movimento migratorio, in quanto mancano dati certi, ma è innegabile che la valorizzazione delle risorse petrolifere ha fatto affluire nel G. forti flussi di manodopera dai paesi vicini. La popolazione, che al censimento del 1993 risultava di 1.011.700 ab., nel 1998 era salita a 1.167.000 abitanti. La densità è di appena 4 ab./km², con una distribuzione molto irregolare, condizionata dalla contrapposizione fra disordinati processi di urbanizzazione e tradizionali forme di insediamento rurale.

La crescita urbana, manifestatasi in forme rilevanti dopo l'indipendenza (1960), è stata condizionata dalla presenza di infrastrutture e vie di comunicazione e, negli anni più recenti, dal progressivo sviluppo dell'industria estrattiva: così le principali concentrazioni sono quelle cresciute attorno a vecchie città, come Libreville, Port-Gentil e Lambaréné, e in corrispondenza dei maggiori distretti minerari nella regione di Masuku (Franceville) e nell'alto bacino del fiume Ogoué.

Condizioni economiche

Negli ultimi decenni l'economia ha conseguito buoni risultati grazie alla sempre maggiore utilizzazione delle risorse di cui il paese è dotato, soprattutto di quelle petrolifere, così che il PIL pro capite (4230 dollari nel 1997) è il maggiore di tutta l'Africa. Essa però rimane fortemente condizionata dal marcato squilibrio fra il settore minerario e gli altri settori, che non riescono a uscire da uno stato di perenne arretratezza. Inoltre, dalla metà degli anni Ottanta, le fluttuazioni dei prezzi e la caduta della domanda di alcuni prodotti di cui il paese è buon esportatore hanno provocato un declino delle entrate valutarie. Negli anni Novanta la situazione finanziaria ed economica ha risentito della diminuzione del prezzo del greggio e le esigenze dei rimborsi internazionali hanno appesantito l'indebitamento con l'estero. Di conseguenza il governo si è trovato costretto ad adottare una politica di relativa austerità per riassestare le finanze statali e ad avviare un programma triennale di riforme, elaborato in collaborazione con il Fondo monetario internazionale, che prevede la rinegoziazione del debito estero in cambio di importanti privatizzazioni.

Malgrado la volontà di diversificare le basi dell'economia, il settore petrolifero rimane dominante (concorre alla formazione del 44,7% del PIL) e la quantità di greggio estratta (17,8 milioni di t nel 1995) si è più che raddoppiata in dieci anni. Tra le altre risorse minerarie rivestono un certo rilievo uranio (650 t) e manganese (663.000 t), mentre è stata accertata la presenza di depositi di minerali di ferro e di fosfati.

L'agricoltura è molto arretrata e legata ai prodotti di sussistenza (manioca, mais e riso) e la carenza di buone vie di comunicazione condiziona lo sviluppo delle coltivazioni commerciali. Ingente è il patrimonio forestale: la superficie boschiva copre il 74,3% del territorio nazionale e la produzione di legname pregiato si aggira sui 4,4 milioni di m³ annui.

La ridotta dimensione del mercato interno non favorisce lo sviluppo delle attività industriali che, ancora di scarso rilievo, riguardano soprattutto i settori agroalimentare, della prima lavorazione del legno e petrolchimico.

bibliografia

D.E. Gardinier, Gabon, Oxford 1992; Africa South of the Sahara 1999, London 1998.

Storia

di Silvia Moretti

Legato tradizionalmente alla Francia da rapporti privilegiati, il G. ha saputo esercitare una certa leadership sui paesi dell'Africa centrale, finanziando gli organismi economici e politici della regione e intervenendo nella soluzione di alcuni grandi conflitti. Artefice di questa politica è stato il presidente Omar (Albert-Bernard) Bongo che, al potere dal 1967, è stato rieletto nel 1993. Il risultato di queste elezioni fu violentemente contestato dall'opposizione, guidata da P. M'Ba Abessole, leader del Parti gabonais du progrès (PGP), e il paese si ritrovò sull'orlo di una guerra civile. La situazione interna tornò alla normalità solo dopo i negoziati svoltisi a Parigi nel settembre 1994, in seguito ai quali Bongo costituì un governo di unità nazionale di transizione, in attesa di nuove elezioni legislative; queste, svoltesi tra il dicembre 1996 e il gennaio 1997, videro nuovamente prevalere il Parti démocratique gabonais (PDG), ma Abessole riuscì a conquistare la carica di sindaco della capitale, Libreville. Nel maggio 1997 Bongo nominò vicepresidente (carica istituita appena un mese prima dall'Assemblea dei deputati) Divungui-Di-Ndinge-Didjob, esponente di spicco dell'opposizione, membro dell'Alliance démocratique et républicaine (ADR). Nel dicembre 1998 Bongo fu rieletto presidente con oltre il 66% dei voti.

bibliografia

M. Edzodzomo-Ela, De la démocratie au Gabon: les fondements d'un renouveau national, Paris 1993; S. Decalo, The stable minority. Civilian rule in Africa, 1960-1990, Gainesville (Fla.) 1998.

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