Gabella

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Termine usato fin dal Medioevo per indicare varie forme di contribuzione (g. grossa o maggiore, con riferimento a quelle più importanti, e, in contrapposto, g. minuta, piccola o gabelletta). Col tempo il significato andò restringendosi alle imposte o dazi di consumo. G. delle bestie Anticamente, in Toscana, l’imposta sul bestiame. G. del fondaco (o anche solo fondaco). In Sicilia e Puglia, i tributi imposti da Federico II nel 1220 sulle merci depositate nel fondaco della dogana e quello sulle vendite effettuate nel fondaco stesso decretato da Corrado IV (1253). G. dei minuti Dazio in vigore nel Napoletano sul maggior valore che le materie acquistavano col lavoro. Contratto di g. Nell’Italia meridionale, il contratto agrario per la raccolta delle olive (g. delle olive).

Moneta d’argento della zecca di Bologna del valore di 26 quattrini che si cominciò a coniare durante il pontificato di Giulio III (1550-55), così chiamata probabilmente perché corrispondeva all’ammontare di una g. allora stabilita; fu emessa anche la mezza g. da 13 quattrini. Il gabellone, del valore di 26 bolognini, fu coniato durante i pontificati di Sisto V, Gregorio XIV e Urbano VIII; furono emessi anche la frazione da mezzo gabellone e il multiplo da 3 gabelloni.

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